Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capter 15

_DiAngeloChiara_
lov u

«Ero venuta a New York per Giove e sono rimasta per sbrigare delle faccende col governo» spiegò. «Alloggio qui da un paio di giorni e devo dire che i servizi sono decenti».
«Decenti?» Frank fece il finto offeso. «Siamo bravissimi, non decenti». Col tempismo peggiore del mondo, il secondo neonato scoppiò a piangere. Il moro lo guardò malissimo mentre lo prendeva in braccio «Ma quanto ci mette Calipso a tornare?».

Hazel scosse la testa divertita «Hanno fame, Frank. É ovvio».
«É ovvio» disse in falsetto il ragazzo facendola scoppiare a ridere. Continuando a tenere il piccolo bimbo urlante in braccio, Frank rovistò nella borsa che gli aveva dato la mamma del piccolo cercando la pappina.

Sentì distrattamente Calipso che salutava Hazel e che si prendeva il bambino. Miracolosamente lui smise di piangere. Frank guardò i due bambini tra le braccia delle ragazze «Uno più bastardo dell'altro».
Calipso ridacchiò «Dai ci pensiamo noi, occupati degli altri marmocchi». Il ragazzo si andò a sedere vicino ai tre bambini di quattro, cinque e due anni che stavano giocando con i supereroi.

Un'oretta dopo le mamme andarono a recuperarli tutti per portarli in giro per la città: giustamente erano turisti. «Io scappo, devo andare a preparare la cucina» sbuffò Calipso e salutò entrambi gli amici. Hazel rimase a dare una mano a Frank per posare tutti i giocattoli.
«Come sta andando la missione? Usa i codici» chiese a voce così bassa che la sentì a malapena.
«Sai i bambini sono abbastanza impegnativi e complicati» cominciò. «Ma ce la stiamo cavando. La prima volta che ho fatto da babysitter ho trovato cose molto utili nelle borse delle mamme. Adesso so abbastanza cose su come bisogna comportarsi con i bambini, ma devo ancora organizzare bene tutti i movimenti da fare. Però ogni volta i pannolini cambiano tasca e io devo ancora capire dove sono con esattezza. Poi devo anche fare attenzione alle trappole: una volta stavo cambiando il pannolino di una bambina perché sentivo una puzza, poi ho scoperto che il colpevole era un altro bambino. Insomma: é un casino, ma ci stiamo riuscendo».

Lei annuì: la missione era complicata, ma se la stavano cavando; la prima volta che erano entrati in azione avevano trovato delle informazioni abbastanza utili; avevano abbastanza dati ma non avevano ancora organizzato nessun piano d'attacco; dovevano ancora capire con esattezza dove si trovasse l'arma e probabilmente erano quasi caduti in una trappola altrimenti non l'avrebbe detto. Buffo come parlare di bambini potesse nascondere una conversazione su un'arma capace di controllare la mente.

«Be' grazie per l'aiuto» ringraziò il ragazzo quando ebbero finito di sistemare la stanza. Erano molto vicini, Hazel poteva sentire il suo fiato leggero sulla fronte. Poi lui fece una cosa inaspettata: la baciò.
Sentì le sue labbra sulle proprie, morbide e leggere come se fosse insicuro. Hazel chiuse gli occhi e approfondì il bacio attorcigliando le braccia intorno al suo collo. Lui le strinse piano i fianchi e sorrise sulle sue labbra.

Si sentì un piccolo applauso e si separarono per guardare Jason e Will che esultavano mentre Nico teneva le braccia incrociate e un sopracciglio alzato. Frank faceva invidia a un pomodoro e continuava a passarsi la mano tra i capelli per l'imbarazzo (si, Will era contagioso). Hazel nel frattempo nascondeva il viso tra le mani.
«Frank» Nico si mise i pugni sui fianchi. «Vieni qui».
«Passo».
«Vieni qui».
«Mi fai paura».
«Vieni che non ti faccio niente» Nico trattenne un sorriso.
«Non so Jas, mi sembra falso» sussurrò Will.
Frank si avvicinò lentamente "Ora mi spara. Ora mi spara. Ora mi spara."

Nico gli aveva già sparato una volta alla gamba quando lui non sapeva neanche della sua esistenza. Non si sarebbe stupito se gli avesse sparato di nuovo per aver baciato sua sorella. Minore, tra l'altro.

Ma in realtà Nico non gli sparò. Addirittura gli porse la mano.
«Quindi questa é la parte in cui mi dici che se le faccio male mi uccidi?» chiese Frank stringendola. Il ragazzo sorrise in modo inquietante «Hazel é perfettamente capace di ucciderti da sola, preferibilmente facendoti soffrire. E tanto».
Frank arricciò le labbra «Fantastico».

Hazel alzò gli occhi al cielo «Muovetevi: le chiavi non si consegnano da sole, la sala giochi non si può auto-sorvegliare e la sala da pranzo non si prepara da sola».
«Tu non sei il mio capo» le ricordò Will. «Io lavoro nella CIA e non sono il tuo ragazzo: non puoi controllarmi».
Hazel ignorò il rossore sulle sue guance e su quelle di Frank dicendo: «Sono un cliente. E il cliente ha sempre ragione. MUOVERSI!».
Will, Nico, Frank e Jason sbuffarono e tornarono al lavoro senza sorprendersi che Hazel sapesse i loro incarichi.

C'era qualcosa di più noioso di controllare la sala giochi e cambiare le monete in gettoni? Nico si sarebbe volentieri buttato giù.
Si mise a cazzeggiare col cellulare mentre dava un'occhiata alla sala di medie dimensioni piena di ogni tipo di gioco. Vide di sfuggita una ragazza che si avvicinava a lui giocherellando con una ciocca di capelli. Aveva una camicetta con uno scollo impressionante che non lasciava molto spazio all'immaginazione. Si poggiò al piccolo bancone e disse con voce sensuale: «Ciao bellissimo, ti va di prendere qualcosa dopo?».
«Gay e fidanzato» rispose senza alzare lo sguardo dal cellulare. Vide con la coda dell'occhio la ragazza che arrossiva e se ne andava.

Ridacchiò pensando a come avrebbe reagito Will. «Ehi tu, tatuaggio!» lo chiamò un ragazzo alludendo al tatuaggio nero sul suo braccio: metà teschio e metà sole che rappresentava la sua relazione col suo ragazzo biondo.
«Si é inceppata la macchina» indicarono il videogioco di Pacman. Nico sbuffò e andò a sistemare il gioco.

Quando andò di soppiatto al bar, verso la mezza, orientandosi tra i corridoi bui dell'hotel, non si aspettava di trovare le piccole luci già accese e un ragazzo che si versava da bere seduto su uno degli sgabelli.
«Will? E tu che diamine ci fai qui?» Will fece un salto per lo spavento, poi lo guardò con una faccia perplessa.
«Percy?».

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro