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Primo giorno di scuola (Seiya Pt2)

Una volta che la classe fu sgombra e rimanemmo solo noi quattro feci il segno due e zero con le dita a Usagi, sperando che capisse che mi riferivo all'operazione Minaten 2.0.

"Seiya, vuoi parlarmi proprio ora della cena? O abbiamo un appuntamento alle venti?"
Nascosi la faccia sul banco, incredulo che mi avesse fatto veramente quella domanda.
"Lascia perdere" mi limitai a risponderle senza alzare il viso.

"Usagi, che ne dici se io e te ci occupiamo della pulizia del pavimento mentre i ragazzi pensano ai banchi e ai vetri visto che sono più alt... ah no!"
Sollevai leggermente il capo e vidi quei due guardarsi in cagnesco. Yaten si era trattenuto ancora una volta meravigliando anche me; stava prendendo alla lettera i miei consigli.

"Vado a prendere una scala!" Si limitò a dire a denti stretti, uscendo poi dalla classe.
"Mina, non ti sembra di stare esagerando? È tutto il giorno che lanci frecciatine poco simpatiche e ti comporti da bambina. Se ti dà così fastidio la sua presenza non puoi limitarti a ignorarlo?"
Usagi prese le difese di mio fratello e andò contro la sua migliore amica, lasciandola di sasso.

"Dovresti essere dalla mia parte, sai quello che provo e che mi ha fatto passare"
"Proprio perché lo so, e ti voglio bene, mi sento in dovere di mostrarti quando sbagli. Non credere che lui se la stia passando meglio di te comunque. Se la smetteste di fare gli orgogliosi e vi parlaste apertamente forse..."
Non fece in tempo a finire il discorso perché Yaten fece ritorno in classe.

"Ho interrotto qualche cosa?" Chiese guardando prima me e poi Usagi, escludendo volutamente Minako.
"Ci stavamo chiedendo come fosse possibile che i bagni delle ragazze del nostro piano fossero già guasti il primo giorno di scuola". Replicò prontamente Usagi, sorprendendomi per la rapidità e la scelta credibile della risposta che gli aveva dato.

Minako iniziò a ridere a crepapelle, sedendosi al suo posto per riprendere il respiro.
"Davvero non conoscete la leggenda del bagno del terzo piano?" Domandò tornando a ridere subito dopo.
Io, Usagi e Yaten ci guardammo tra di noi perplessi, ma allo stesso tempo incuriositi.

"No, perché non ce la racconti?" Domandò Usagi all'amica, che si avvicinò e si sedette proprio sul banco di lei.

"Si dice che negli anni settanta, una ragazza del nostro liceo di nome Hanako San, si suicidò nella terza cabina del bagno delle ragazze posto al terzo piano, dopo l'ennesimo abuso da parte dei genitori. Si direbbe inoltre, che lo spirito di questa studentessa infesterebbe proprio quella cabina e se una povera malcapitata dovesse entrarci da sola verrebbe risucchiata nella toiletta che altro non è che un portale verso l'inferno.
Se invece si bussasse alla porta della cabina per tre volte e si chiedesse a Hanako San se si trovasse lì lei ripondererebbe di sì, dopodiché la porta si aprirebbe e lei trascinerebbe all'interno l'impavida o l'impavido che ha voluto sfidarla, portando anch'esso all'inferno, a meno che non le venga mostrato un buon voto. Usagi, tu è meglio che non provi a chiamarla!"

La mia ragazza guardò l'amica deglutendo a fatica, completamente terrorizzata per questo racconto. Io non ero da meno, soprattutto pensando a quello che avevamo fatto solo qualche ora prima lì dentro.
Speriamo non fosse proprio la terza cabina!

"Che sciocchezze, i fantasmi non esistono". Si limitò a dire Yaten, sbuffando per quelle che lui riteneva semplici banalità.
"Cosa ne puoi sapere tu che vieni da un altro pianeta, se i fantasmi esistono o meno?" Minako guardò mio fratello e per la prima volta si rivolsero la parola.

Forse il piano Minaten 2.0 non sarebbe servito per farli riappacificare, perché avrebbero fatto tutto da soli.
"Lo so perché si dà il caso che abbia un cervello ben pensante e che abbia letto storie di vampiri, licantropi, fantasmi e altre creature immaginarie. Non siamo in un remake di The Ring".
Yaten continuò a non guardarla mentre le rispose, infastidendo maggiormente la bionda.

"Anche degli alieni dicevano che erano frutto della fantasia eppure eccovi qui e non mi sembra di essere in una puntata di Roswell". Fu Minako ad alzarsi e a battere la mano sul banco di Yaten per richiamare la sua attenzione.

Io e Usagi assistemmo a quel continuo botta e risposta come se fossimo a una partita di tennis e la pallina gialla venisse continuamente spedita da una parte all'altra del campo.
"Allora andiamo a bussare alla porta del bagno e vediamo chi ha ragione!"
Mio fratello si alzò, mettendosi alla stessa altezza della sua amata e guardandola finalmente negli occhi.
Era riuscito a trattenersi pure fin troppo in una giornata e nonostante le avesse risposto a tono non era stato per nulla sgarbato; stavamo facendo progressi.

"Ma siete pazzi! Sappiate che io non verrò con voi lì dentro, anzi... Ora che so di questa storia starò ben alla larga da quel postaccio". Usagi dopo quelle parole si girò verso di me.
"Scordati che rifaremo ancora una volta quella cosa in quel bagno! Potevamo essere uccisi senza nemmeno saperlo".
Probabilmente si era dimenticata dove ci trovavamo e soprattutto con chi.

"Scusate, che cosa avreste fatto in quel bagno voi due?" La domanda di Minako ci impietrì all'istante.
Era solita fare battutine allusive sul nostro rapporto intimo, solo che questa volta fu diverso perché non sapevo come controbattere.

Yaten cominciò a ridere, divertito dalla mia espressione che in quel momento sicuramente era da pesce lesso.
"Prova a immaginarlo da sola, biondina". La risposta di mio fratello fece arrossire tutti e tre, aumentando la sua ilarità.

"Pensate alla vostra scommessa. voi due. invece di farvi gli affari nostri. Non volevate andare a bussare alla cabina del bagno delle ragazze?"
Yaten bloccò le sue risa, lasciando però sul suo viso un sorriso di scherno, questa volta rivolto a Minako.

"Allora, biondina... Hai paura di scoprire che i tuoi amati fantasmini altro non sono che frutto della tua fervida immaginazione?" La canzonò apertamente, provocando ancora una volta la rabbia della ragazza.
"Certo che no! Usagi, vieni con me". Prese per mano l'amica e la trascino con sé fuori dall'aula.

"Cosa? Io non voglio venirci con te in quel posto! Ho paura".
"Smettila di fare la piagnona. Io e te resteremo in disparte, mentre l'impavido e incredulo Yaten busserà alla porta e verrà rispedito all'inferno insieme ai suoi simili".
Una volta rimasti soli mi alzai e mi avvicinai a mio fratello, mettendogli una mano sulla spalla.

"Era proprio il caso di sfidarla in questa maniera?"
"Oh sì Seiya, mi è sembrato di tornare ai vecchi tempi. Mi piace il suo tenermi testa e l'ostentata sicurezza. Ora raggiungiamole!"
Yaten si alzò e insieme raggiungemmo le ragazze, rimaste ferme davanti alla porta del bagno.
L'argenteo le superò, piazzandosi davanti alla terza cabina che guarda caso era proprio quella dove ci eravamo infilati io e Usagi.

"Non mi fido di te, biondina, potresti fingere la voce dello spirito solo per dimostrare di aver ragione. Vieni al mio fianco".
"Eh no, ti arrangi! Non mi faccio risucchiare nella bocca dell'inferno solo perché tu sei un miscredente!"
I due si guardarono in silenzio per quelli che sembrarono degli interminabili secondi, mentre Usagi si strinse di più a me, terrorizzata per quello che poteva succedere.

"Va bene, allora entra e resta in fondo al bagno, così Casper non ti assorbirà insieme a me!"
Minako acconsentì a quest'ultima proposta, così con passo sicuro superò prima me e Usagi, poi Yaten e si appoggiò al termosifone sotto alla finestra.
Mio fratello si prestò a bussare la prima volta

"Hanako San, sei lì?" Nessuna voce, nemmeno un acceno.
Picchiettò le nocche della mano sulla porta della cabina per la seconda volta.
"Hanako San, sei lì?" Ancora una volta il silenzio più totale, se non fosse stato per il martellare pulsante del cuore della mia testolina buffa. Era così terrorizzata che mi strinse con tutta la sua forza la mano, donando anche a me una terribile ansia.
Il movimento dell'argenteo mi sembrò andare al rallentatore mentre bussò per l'ultima volta, domandando a Hanako San se fosse lì dentro.

Minako deglutì a fatica, diventando bianca come un cencio. Usagi sì portò le dita agli occhi per coprirsi, mentre io restai fermo a guardare Yaten, preoccupato che potesse essere l'ultima volta.
Dopo dieci secondi, la risata di mio fratello risuonò nella stanza, cancellando ogni tensione accumulata fino in quel momento.
"Ve l'avevo detto che i fantasmi non esistevano!"

A quell'affermazione seguì un riso agghiacciante e tetro che squarciò l'aria, terrorizzando tutti i presenti, compreso quello sbruffone di Yaten che spalancò occhi e bocca prima di arretrare di qualche passo.
"Sì sono qui, Yaten Kou. Vuoi venire a giocare con me?"

Usagi iniziò a urlare e scappò in classe a una tale velocità che Usain Bolt levate proprio. Minako avrebbe voluto amalgamarsi con il termosifone visto come si era attaccato ad esso mentre sia io che Yaten rimanemmo bloccati sul posto come statue di marmo.
"Coraggio Yaten Kou, raggiungimi. Mi sento molto sola qui dentro!" Un'altra risatina accompagnò quella frase gelandoci ancora di più, se mai fosse possibile.

"No grazie, Hanako San, sto bene qui. Scusa se ti ho disturbata!" Mio fratello si avvicinò a Minako, forse per proteggerla o forse preoccupato che potesse svenire da un momento all'altro e lei si strinse a lui, abbracciandolo e nascondendo il viso contro il suo petto.

"Allora verrò io a prenderti!" Lo spirito fece spalancare la porta della cabina e inondò la stanza di un'altra risata, questa volta più roca e mascolina.
Una figura alta e magra si palesò davanti a noi, con le mani appoggiate sulla pancia per aiutarsi a reggere la forte ilarità di quel momento.

Taiki!

"Ragazzi dovreste vedere le vostre facce, sono veramente impagabili!" Lo spilungone si fece aria con le mani e iniziò persino a lacrimare.
Che scherzone!

"E tu sei un cretino! Ma dico io, sono scherzi da fare questi?"
Yaten, arrabbiato come mai l'avevo visto prima, rivolse quella domanda a Taiki, sempre tenendo fra le braccia Minako.

"Dai ragazzi, quando mi capitava un'occasione del genere? Piuttosto, perché non siete a pulire l'aula? Ogni scusa è buona per amoreggiare eh..."
Lo spilungone ammiccò all'argenteo, che iniziò a farsi rosso in viso, staccandosi da Minako, anche lei con il viso color peperone.

"Bene, ragazzi, dopo aver constatato che l'umorismo alieno non è dei migliori vi saluto. Ho un impegno di lavoro e sono già in ritardo! Salutatemi Usagi".
La bionda scappò dal bagno come una furia, lasciando noi tre completamente interdetti.

"Tornate in classe e iniziate a pulire che non voglio restare a scuola fino a sera per aspettarvi. Circolare op, op!"
Ma da quando parlava in quella maniera, Taiki? E soprattutto, da quando Mr. Serietà, si divertiva a fare degli scherzi?
Si era del tutto rincretinito!

"Sappi che me la pagherai, prima o poi mi vendicherò!" Yaten diede una spallata a nostro fratello dopodiché ci superò dirigendosi verso l'aula.
Io e Taiki ci guardammo e scoppiammo a ridere.

*Spazio Autrice*

Vi giuro che mentre scrivevo questo pezzo avevo le lacrime. Sono stata indecisa fino all'ultimo se inserire Taiki o farli scappare dal vero fantasma, ma alla fine ho preferito buttarla sullo scherzo, sperando che vi abbia strappato un sorriso anche a voi.

L'appuntamento è per martedì prossimo, per scoprire alcune novità importanti riguardanti il futuro lavorativo di Minako.
Baci, Sara

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