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Operazione Minaten (Seiya pt2)

La prima parte dell'operazione Minaten iniziò sabato pomeriggio. Quel giorno eravamo liberi dalle interviste quindi decisi di dormire fino a tardi per recuperare il sonno arretrato degli ultimi giorni. Dopo aver pranzato con i miei fratelli, Taiki ci chiese di accompagnarlo a visitare la città.
"No Taiki, ti conosco. Il tuo girare per la città significa andare per musei e la cosa mi annoia. Io passo, chiedi a Seiya".

"Passo anche io fratellone. Non ho proprio voglia di chiudermi in un museo o in una chiesa". "Che ignoranti!"

Sconsolato ci salutò, allontanandosi dall'albergo. Approfittai della sua assenza per costringere Yaten a passare il pomeriggio insieme a guardare la tv nella sua stanza.
"Te l'ha mai detto nessuno che sei un vero scocciatore? Va bene, entra pure".
Mi fiondai nella camera prima che cambiasse idea e mi chiudesse fuori, buttandomi sul letto e armeggiando con il telecomando.

"Le scarpe Seiya! Quante volte te lo devo dire che odio vederti con le scarpe sul letto". Sbuffai; certe volte era più opprimente di Taiki. Con la punta dei piedi mi tolsi le converse e mi appoggiai allo schienale del letto, sistemando i cuscini dietro la testa. Mandai un sms a Usagi per darle il via, mentre mio fratello si sedette sulla poltroncina vicino al televisore. La video chiamata arrivò pochi secondi dopo.

"Ehi rockettaro, finalmente riesco a vedere la tua brutta faccia!" Il mio cuore saltò un battito. Riguardavo le sue foto ogni giorno, ma poterla vedere e sentire nello stesso momento era tutt'altra cosa.

"Parli tu che hai due polpette in testa?" Vidi le sue guance gonfiarsi, come faceva solitamente quando era arrabbiata, e i suoi occhi assottigliarsi.
"Non sono due polpette! Sei il solito antipatico." Scoppiai a ridere e notai che anche Yaten accennò un sorriso.

"Fratellone, vieni a salutare Usagi, dai..." Mi fulminò con gli occhi, aumentando solo la mia ilarità.
"Yateeeeen, dove sei? YATEEEEEN!" Urlò il mio tornado biondo. Yaten sbuffò divertito e mi raggiunse, buttandosi sul letto e sedendosi al mio fianco.

"Ciao polpetta". La canzonò, trattenendo un risolino.
"Ora ti ci metti pure tu? Siete proprio fratelli voi due". La vidi girarsi alla sua destra e sorridere. Era giunto il momento.

"Indovinate un po' chi c'è qui con me!" Si alzò e corse dalla sua amica, inquadrando anche lei nello schermo del telefono. Yaten e Minako si guardarono intensamente, tanto da trattenere il fiato entrambi.
"Ehi Minako, quanto tempo. Mi hanno detto che stai diventando una star. Devo preoccuparmi di essere surclassato?" Cercai di alleviare la tensione con la mia battuta, ma ebbi scarsi risultati.

"Cos... Chi te l'ha detto?" Vidi gli occhi di Minako passare da mio fratello a me.
"Usagi. Magari al ritorno dalla tournée potremmo venire a vedere un tuo spettacolo. Tu che ne dici Yaten?" Guardai mio fratello che non aveva tolto gli occhi dallo schermo, continuando a fissare Minako con uno sguardo che non lasciava alcun dubbio sui suoi sentimenti. Conoscevo bene quell'espressione: era la stessa con cui guardavo Usagi qualche mese fa.
Innamorato perso di lei, desideroso di averla solo per me, triste perché lei non ricambiava i miei sentimenti e infine consapevole che non sarei mai stato felice.

"Yaten?" Lo destai dai suoi pensieri, portando le due bionde a fissarlo.
"Cosa?"
"Ho detto che potremmo andare a trovare Minako una volta terminata la tournée; tu che ne dici?".
"Come vi pare". Si alzò dal letto, scomparendo nel suo bagno e chiudendosi la porta alle spalle.

Vidi una Minako mortificata, cercare di fingere un sorriso di convenienza.
"Seiya ora devo andare a prepararmi, mi ha fatto piacere vederti. Ciao..." Mi diede le spalle e la vidi allontanarsi.

Usagi tornò a inquadrare sé stessa, notando il suo viso teso e dispiaciuto.
"Beh, non è andata." Sussurrò per non farsi sentire dall'amica.
"Io credo di sì invece. Ho capito delle cose guardandolo. Lasciami ancora un po' di tempo".
"Se lo dici tu. Ora vado da Minako. Ci sentiamo più tardi?"
"Certo piccola. A più tardi".

"Ti amo, anche se sei antipatico".
Sorrisi alla sua linguaccia.
"Ti amo anche io piccola".
Lo schermo tornò a mostrarmi il menù del telefono con la nostra foto come sfondo, nascosta leggermente da tutte le applicazioni. Mi mancava terribilmente la mia testolina buffa.

Mi alzai dal letto e andai a bussare a mio fratello che non era ancora uscito dal bagno.
"Yaten, stai bene?" Non rispose. Sentii lo scrosciare dell'acqua del lavandino. Mi appoggiai allo stipite, aspettando che si decidesse a uscire per poter parlare dei suoi sentimenti per Minako.

Dopo qualche minuto finalmente sentii azionarsi la serratura e la porta si aprì.
"Speravo te ne fossi andato" Mi passò davanti senza guardarmi, andandosi a sedere sulla poltroncina dove si era accomodato prima di quella chiamata.

"Non c'è bisogno che fingi con me Yaten. Ho visto come la guardi sai? Guardavo Usagi nella stessa maniera qualche mese fa. Lei e io eravamo maledettamente perfetti insieme, eppure sembrava non accorgersene. Non capiva quello che provavo o forse fingeva di non vederlo, perché in quel momento era più semplice non affrontare quei sentimenti che le stavano nascendo dal profondo. Doveva aspettare il ritorno del suo fidanzato, quello che lei credeva fosse il suo destino. Mi sono innamorato di Usagi appena la vidi al nostro arrivo a Tokyo sai? In quel momento mi è passata accanto abbracciata al suo ragazzo, eppure i nostri guardi s'incrociarono, il blu del mare e l'azzurro del cielo."

Non avevo mai raccontato a nessuno del mio primo incontro con Usagi, ma se volevo che Yaten si confidasse con me dovevo essere il primo a farlo. Mi avvicinai a lui, sedendomi sulla poltroncina alla sua sinistra.
"Più la conoscevo più la sua gioia di vivere mi entrava dentro. Ogni giorno mi svegliavo con il desiderio di vederla a scuola, vedere il suo bellissimo sorriso illuminarsi diversamente quando lo rivolgeva a me. Mi divertivo a prenderla in giro, perché sapevo che poi avrei sentito quella sua risata che mi scaldava il cuore.
Non riuscivo a stare lontano da Usagi. Avrei dato la mia vita per lei e tutt'ora lo farei senza esitare. Avete provato a tenerci lontano e non ci siete riusciti, ricordi? L'amavo già così tanto... Mi ero rassegnato ad essere solo un amico, eppure guardaci ora. Mi hai mai visto così felice?"
Glielo chiesi con un sorriso disegnato sul volto, cosa che fece sorridere anche lui.

"No fratellino e sono veramente contento per te. Non è il caso mio e di Minako però. Lei mi vede solo come un amico." Sospirò.
Finalmente iniziava ad aprirsi con me.
"Come fai a esserne così sicuro?"
"Me l'ha detto lo scorso weekend. Ero andato da lei perché volevo vederla, magari sarei riuscito a parlarle anche dei miei sentimenti. Peccato che mi disse che era delusa da me, che non ero un buon amico. Un buon amico, capisci?"

Mi trattenni a stento dal rispondergli. Si era finalmente confidato, non potevo rovinare tutto dicendogli che sapevo perfettamente cosa era successo perché me l'aveva raccontato Usagi. Cercai di farlo ragionare.
"Potrebbe averlo detto per mascherare un sentimento più forte. Non ti ricordi come ti stava sempre appiccicata a scuola? Nonostante tu la cacciassi sempre in malo modo, lei tornava sempre da te. Vorrà pur dir qualcosa".

"Sì, che è una testarda che cercava di essermi amica. E più lei insisteva e più io me ne innamoravo; la amo Seiya. Non so come tu riuscissi a stare vicino a Usagi senza saltargli addosso ad ogni vostro sguardo... Io non ce l'ho fatta e l'ho baciata." Abbassò lo sguardo e si strinse le mani a pugno. Mi fece molta tenerezza; il mio fratellone era innamorato e non sapeva come comportarsi. Gli misi una mano sulla spalla e Yaten alzò il viso, incrociando i suoi occhi con i miei.

"Mi armavo di molta forza di volontà e ti assicuro che era difficilissimo anche per me, ma sapevo che avrei rischiato di perderla definitivamente se lo avessi fatto e non ero pronto a quell'evenienza. Ma se ha risposto al tuo bacio non può certo considerarti un amico".
"Dici? Sono così confuso Seiya, secondo te cosa dovrei fare?"

"Dovresti parlarle e dirle quello che senti. Vieni con me e Usagi a trovarla quando la tournée sarà finita, sono sicuro che anche Minako è cotta di te". Gli feci l'occhiolino e gli regalai un sorriso sincero.

Il bussare leggero alla porta della stanza di Yaten disturbò quell'intimità tra fratelli che si era finalmente creata tra me e Yaten.
"Fratellini è ora di andare. Siete pronti?"

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