Capitolo 3
SURPRISE!
Sono riuscita a scrivere il capitolo nuovo!
Spero vi piacerà.
L'incontro tra Logan e Iris è sempre più vicino 😍😍
Logan
Sono arrivato a San Francisco da circa mezz'ora e sono nel traffico insieme a Drew.
Abbiamo preso un taxi che mi porterà da John.
Ho visto dov'è in questo momento grazie al "trova amici" e lo raggiungerò dritto dritto nella palestra dove si allena.
Sono furioso ma anche deluso e amareggiato. Non mi aspettavo una cosa del genere da lui, non mi aspettavo che mi avrebbe tradito così, alla prima occasione.
Il tassista si destreggia nel traffico e quando arriviamo a destinazione, respiro forte prima di decidermi a scendere.
Pago il taxi e quando questo se ne va, lascio a Drew la mia ventiquattrore.
Lui mi aspetta fuori e io entro nella palestra, dicendo che ho estrema necessità di vedere Jonathan Kant, un loro cliente.
Mi presento e sono molto cordiale. La tipa all'ingresso mi squadra da capo a piedi e mi elargisce un grosso sorriso. Diventa subito molto gentile e mi fa entrare.
Non so se è per il detto "l'abito fa il monaco" (e siccome sono vestito in modo elegante, sembra che tutte le porte mi si aprano davanti senza problemi) o perché sono un bell'uomo (anche se il suo squadrarmi non mi è sembrato malizioso, a dire il vero).
Avanzo nella palestra che è impregnata di sudore e frequentata per il 90% da uomini.
Scendo al piano inferiore e lo vedo, mentre appeso a un attrezzo fa le trazioni.
Gli vado incontro e quando lui scende e si volta, lo spingo contro la scala svedese che è accanto a lui, tenendolo fermo per la canotta.
«Amico!» fa con ironia John e io gli ringhio contro.
«Amico? È così che ci si comporta con un amico, John? Ho visto le foto sul giornale, pezzo di merda!» urlo un po' troppo e qualcuno si ferma, voltandosi a guardarmi.
«Ascolta, Logan, posso spiegare» tenta di giustificarsi lui. Ha l'aria da cane bastonato e non so davvero che razza di scusa proverà ad inventarsi.
«Non c'è nulla da spiegare, stronzo. Le foto parlano chiaro. Non aspettavi altro, è così? Hai aspettato che io mi facessi da parte, che uscissi fuori dai giochi in modo da poterti infilare nel suo letto, vero?»
«Woo, frena. Nessuno è andato a letto con nessuno. Senti, so che sei incazzato, ma se mi lasci posso spiegarti ogni cosa» dice cauto, ma io non voglio dargli ascolto.
«Non mi importa un cazzo di te e delle tue assurde spiegazioni. Tanto mi rifilerai un mucchio di balle!» ringhio ancora e un istruttore si avvicina a noi.
«Problemi, John?» chiede fulminandomi con lo sguardo.
Lo lascio andare e mi distacco un po', sfidando questo stronzo col mio, di sguardo. Sono una furia e potrei fare una strage, se lo volessi!
«È tutto apposto Jim, tranquillo» lo rassicura John.
Lui annuisce e, dopo avermi lanciato un'ultima occhiataccia, se ne va lasciandoci soli.
«Logan, ascolta...»
«Se non ti prendo a pugni qui, davanti a tutti, è solo perché non voglio creare casino in una fottuta palestra. Ma se esci fuori ci affrontiamo da uomo a uomo!» lo minaccio, e lui sorride quasi come fosse divertito.
Mi prende per il culo?
«Ascolta, so che quelle foto potevano benissimo essere fraintendibili ma... credi davvero che io farei una cosa del genere a te? Proprio a te? Cazzo, Logan, tutti questi anni di amicizia non sono serviti a niente?»
«Per te no, a quanto pare!» ribatto granitico.
Lui sbuffa e si passa una mano in testa.
«E se ti dicessi che in ciò che hai visto c'entra tua madre mi crederesti?» domanda e io cambio espressione.
«Mia madre? Che significa?» chiedo ansioso è agitato.
«Senti, se hai ancora un briciolo di fiducia in me e vuoi ascoltare la mia versione, dammi cinque minuti per una doccia, ok? Usciamo da qui dentro e ne parliamo. Dove vuoi.»
Provo a fare come mi ha detto Serena, ad avere fiducia in chi mi vuole bene.
John mi ha sempre voluto bene, almeno così credevo fino a stamattina.
Annuisco e sibilo "Ti aspetto fuori", allontanandomi a passo svelto.
Quando sono all'esterno, liquido Drew dicendogli di aspettarmi a casa mia. Gli consegno le chiavi e lo lascio andare.
Aspetto John e quando lo vedo uscire, il cuore mi batte all'impazzata perché muoio dalla voglia di capirci di più su tutta questa storia.
«Ehi» esordisce venendomi incontro. Ha l'aria sfrontata e il borsone sulle spalle. Spero per lui che abbia una scusa valida per ciò che ho visto.
«Allora?» chiedo subito e lui si appoggia a un'auto parcheggiata, lasciando il borsone a terra.
«Vuoi davvero parlarne qui? Possiamo entrare in un bar, sederci, ordinare un caffè e...»
«Non ho tutta la giornata, John!» lo interrompo, con l'aria ancora incazzata.
John ride e si gratta l'occhio destro, continuando ad avere sul viso quel sorrisetto beffardo.
«Allora è proprio vero che come una madre conosce un figlio, nessuno! Patricia aveva ragione: saresti venuto qui. Saresti... salito sul primo aereo e piombato a San Francisco per prendermi a pugni. Tranne che su questo, non l'hai ancora fatto e spero che...»
«Basta scherzare, John, voglio la verità. Che significano quelle foto e che c'entra mia madre?» chiedo.
Il cuore mi sta balzando nel petto.
Ho bisogno di sapere che lei mi ama ancora, che pensa ancora a me. E soprattutto ho bisogno di sapere che non sta con John. Non potrei sopportare di vederla con lui.
«D'accordo. Ieri mattina tua madre mi ha chiamato. Voleva vedermi urgentemente. Mi ha detto che si trattava di te così io sono corso da lei.
Una volta lì mi ha messo al corrente del suo piano. Piano che aveva bisogno di me per essere attuato. All'inizio ero titubante ma poi... poi ho accettato perché l'unica cosa che voglio è vederti felice, amico. E so che per esserlo hai bisogno di Iris» confessa e io non distacco gli occhi da lui nemmeno per un istante.
«Va avanti» dico senza lasciar trapelare una singola emozione.
«Tua madre è sempre stata contro la relazione tra te e Iris ma... quando è successo quello che sai ha capito quanto tu, in realtà, avessi bisogno di lei. Mi ha detto che vuole solo la tua felicità e che soltanto Iris può dartela. E mi ha detto che l'unico modo per far sì che tu tornassi e che in qualche modo la rincontrassi era... darti una valida motivazione per farlo. Così mi ha detto che io avrei dovuto convincere Iris a uscire, portarla in un posto elegante in modo che sembrasse un appuntamento. Ha pagato dei fotografi che si sono appostati lì fuori per fotografarci al momento giusto. Ho dovuto avvicinarmi a lei per farti credere che ci fosse qualcosa tra noi, perché soltanto in quel caso, secondo tua madre, saresti tornato qui. Iris si è incazzata un botto perché era all'oscuro di tutto, lo è ancora. Stamattina l'ho detto a Lin, però. Le cose tra noi, si sono involontariamente sistemate grazie a questa storia, quindi in un certo senso dovrei ringraziare tua madre. Le ho chiesto di non dire nulla a Iris, però. Preferisco che sia tu a farlo, quando e se vorrai» spiega e io sono senza parole.
Non riesco a credere che mia madre abbia fatto tutto questo per farmi tornare, per farmi tornare da Iris.
La odiava, non voleva che la frequentassi e adesso fa carte false per farmici tornare assieme? È assurdo!
«E il giornale? La mail anonima che mi è arrivata? Sei stato tu o è stata lei?» domando, ancora incredulo di fronte a questo assurdo piano.
«Io ho dovuto soltanto fingere con Iris, nient'altro. Per quanto riguarda il giornale è stata lei, sotto mentite spoglie, a consegnare le foto. Quanto alla mail che hai ricevuto l'ha fatta mandare da un hacker con un indirizzo criptato» confessa.
Mia madre è diabolica!
Rimango in silenzio qualche istante, incapace di credere che abbia montato tutto questo casino per farmela ricontrare, per farmi ritornare a casa, per rendermi più vulnerabile.
So che è qui, da qualche parte, nelle vie di questa nostra meravigliosa città e l'unica cosa che vorrei fare adesso è correre da lei per rivederla.
«Logan so che ti abbiamo ingannato e perdonami se ti ho fatto soffrire ma... ti assicuro che ogni cosa è stata fatta a fin di bene» esala dispiaciuto John, riportandomi alla nostra conversazione.
«Mi sembra tutto così assurdo!» dico scuotendo il capo.
«Lo so. Ma è tutta la verità. Tutta, per filo e per segno. Tua madre mi ha detto che potevo raccontartela quando ti avrei rivisto. Mi ha detto che sa quanto la odierai ma che ne valeva la pena, se il tuo ritorno sarebbe servito a ridarti la tua vita, a ridarti la tua felicità.»
«La mia felicità l'ho persa la notte in cui l'ho quasi uccisa con le mie mani, John!» ringhio e lui scuote la testa, come se non fosse d'accordo con ciò che dico.
«Lei ti ha perdonato, Logan. È arrivato il momento che anche tu lo faccia! E poi... mi hai detto che avevi iniziato una nuova terapia, che stava andando bene.»
«Per il momento.»
«Durerà. Se lotti con le unghie e con i denti, se continui a farti aiutare e alla tua forza e all'aiuto di una professionista ci aggiungi l'amore che lei prova per te, durerà. Devi solo lasciarla entrare di nuovo nella tua vita» dice sicuro, mettendomi le mani sulle spalle come a volermi convincere.
«Vorrei che fosse così semplice, John» sibilo, guardando nel vuoto.
«Lo è, solo che non sei ancora capace di vederlo.»
Annuisco riluttante e mi passo una mano tra i capelli, con nervosismo.
Devo vedere mia madre, devo parlarle. Devo capire perché ha fatto tutto questo.
«Devo andare da mia madre, adesso. Voglio chiarire questa storia con lei. Grazie per essere stato sincero, John» dico e faccio per andarmene, ma lui mi ferma.
«Logan, non essere troppo duro con lei. Ha fatto molti errori ma ti ama. A modo suo, certo, ma ti vuole un bene dell'anima. Ricordatelo, ok?»
«Me lo ricorderò.»
Faccio per andare via, di nuovo, ma John mi chiama ancora.
«E, Logan...»
«Cosa?»
«Ti serve un passaggio?» chiede premuroso e io sorrido. Ero andato da lui come una furia, sicuro di volergli spaccare la faccia e porre fine alla nostra amicizia e adesso vorrei solo correre lì ad abbracciarlo per essere l'amico straordinario che è.
«Sì, mi serve un passaggio» ammetto e lui sorride.
«Andiamo, amico» dice con un cenno e io lo seguo fino alla sua auto.
Saliamo in silenzio e dopo pochi minuti chiedo:
«Quando l'hai presa in quel modo, come se... volessi baciarla, lei che cosa ha fatto?»
«Iris?»
«Sì.»
«Beh, prima mi ha guardato stranita. Conoscendomi avrà pensato fosse solo uno dei miei soliti scherzi, ed è quello che le ho fatto credere dopo che i paparazzi ci hanno colto di sorpresa. Ma al momento, quando loro sono andati via, si è incazzata di brutto. Perché quando il primo flash ci ha colpito lei ha provato ad allontanarsi e io non gliel'ho permesso. Mi ha dato una spinta per far sì che la mollassi. Era preoccupata per quello che avrebbe visto Lin, per come avrebbe potuto fraintendere. Ed era preoccupata anche per te, Logan» racconta e io penso a lei.
Mi manca da morire, mi manca ogni cosa. Anche solo poterla guardare, mi manca.
Che fatica, che è! Che fatica stare lontano da te, piccola Rhoden. Soprattutto adesso che sei così vicina.
Lotta, Logan, lotta! Solo così potrai riavere la tua felicità.
***
Iris
Rincaso in orario e trovo Lin seduta sul divano a guardare Mr. Bean. Ride a crepapelle, sembra di ottimo umore.
Ho chiesto via messaggio a John se le aveva parlato delle foto e lui mi ha rassicurato dicendo che l'aveva vista, che si erano chiariti e che era tutto a posto.
In realtà io sono un po' agitata, vorrei subito parlare con lei e assicurarmi che non ce l'abbia con me.
«Ciao» sibilo piano, entrando. Sono in un assurdo imbarazzo!
«Tesoro. Siediti, quest'episodio è esilarante!» dice ridendo a crepapelle.
Faccio ciò che mi ha chiesto e quando sono al suo fianco attacco subito il discorso.
Via il dente, via il dolore!
«Ascolta, Lin, per quelle foto sul giornale...»
«Oh, no, no, no, tranquilla. John mi ha spiegato tutto. Ci siamo rimessi insieme, sai?» dice con entusiasmo e io sgrano gli occhi.
«Sul serio?»
«Mmm» mugugna e io la fisso sbalordita.
«Wow, non ho parole, io... sono davvero felice per te, per voi, insomma... è una notizia meravigliosa. Sicura, quindi, che non ce l'hai con me?» chiedo e lei scuote la testa, continuando ad avere quello strano sorrisetto sul viso.
Non so perché, ma sento che mi nasconde qualcosa.
«Assolutamente no, tesoro, anzi. Direi che, in un certo senso, è grazie a te se siamo tornati insieme. Io mi sono ingelosita, ho analizzato i miei sentimenti e finalmente ho capito che lo voglio nella mia vita, basta seghe mentali! Meglio quelle vere, a quel punto, no?» ironizza, ammiccando e io scoppio a ridere.
«Sono davvero felice per te, Lin» dico, tornando seria e lei mi abbraccia forte.
Rimaniamo strette l'una nell'altra per un po' e poi, quando si distacca, dice:
«Grazie, Iris. Spero tanto che anche tu tornerai presto ad essere felice con l'uomo che ami.»
«Già. Solo che dimentichi, forse, che l'uomo che amo è chissà dove e non vuole assolutamente vedermi» esalo, triste.
«Per ora. Sono sicura che cambierà idea, ha solo bisogno di più tempo» dice dolce, cercando di rassicurarmi.
Sorrido debolmente e mi accoccolo a lei, perdendomi nella stupida comicità di Mr. Bean, e tornando ad essere, per alcuni minuti, una donna spensierata che si gode, semplicemente, una serata davanti alla Tv in compagnia della sua migliore amica.
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