Again _ 6.5
«Non avrei mai immaginato che si scusasse con me. Vedete che alla fine avevo ragione? Ho ogni diritto di partecipare e neanche la sua prepotenza ha potuto impedirlo.»
I riccioli di Sanne ondeggiano in maniera quasi innaturale. Ha una capigliatura veramente incredibile, non mi spiego come faccia a stare su.
«Secondo me dovresti andarci cauta» la raccomanda Malek.
Sanne però è partita in tromba e non ascolterà nessun nostro consiglio. «Ho già stilato un elenco delle cose che vorrei proporre e sulle quali vorrei ci fosse una discussione» dice estraendo un foglio spiegazzato dalla tasca dello zaino. «Ieri sera ero troppo eccitata per dormire così mi sono subito messa all'opera. Insomma, il gruppo è una cosa seria.»
«Sei sicura che ti ascolteranno?» le domando.
«Certo! Sicuramente avrò pensato, io da sola, cose più intelligenti di tutte le loro testoline ossigenate messe insieme»replica fiera.
Se lo dice lei. Non posso comunque negare a me stessa di provare una punta di apprensione per questa faccenda. Sì, Isabelle ha accettato Sanne, però non voglio che la tenga lì in un angolo bocciando ogni sua proposta.
«Ci sarete venerdì, vero?»
«A cosa?» chiediamo in coro io e Malek.
«Alla prima riunione, quella di presentazione. È aperta a tutti gli studenti, in modo che chiunque possa contribuire.»
«Guarda che non è la campagna presidenziale» le ricordo.
«Potrebbe sempre essere un punto di partenza. Vorrei ci foste anche voi. Insomma è il mio debutto, no? Mi comprerò un vestito nuovo per l'occasione.»
«Io non posso» risponde Malek alla velocità della luce. «Ho il gruppo di scienze il venerdì pomeriggio, mi dispiace. Lo scorso anno ci siamo classificati terzi, ma quest'anno puntiamo all'oro.»
Sanne rivolge i suoi giganteschi occhi azzurri su di me. Be', se Malek non c'è, come faccio a rifiutare? Dopotutto sono stata io a coinvolgerla. Magari può essere interessante.
«D'accordo, ci sarò» affermo rassegnata.
Il vestito nuovo di Sanne sembra uscito da Grease. Ha una gonna ampissima e azzurro cielo di primavera. Si muove avanti e indietro sul palco riordinando carte, sistemando sedie. Io sono seduta parecchie file dietro, per mimetizzarmi meglio. Isabelle invece è al centro del tavolo che armeggia con il microfono. Si è già calata nella parte, forse ha fatto le prove davanti allo specchio. Ogni tanto lancia un'occhiata a Sanne e scoppia a ridere insieme alla sue amiche. Ma cosa ci trova di divertente? Solo perché non è come loro? Sanne può essere una bellissima ragazza se non fosse così... eccentrica.
«Cominciamo, prendete posto» annuncia Isabelle sfoggiando il suo miglior sorriso. L'auditorium è quasi pieno, sono veramente venuti in tantissimi.
«Per prima cosa vorrei ringraziarvi per la numerosa partecipazione » esordisce Isabelle. «Rende tutto molto più eccitante.»
Alzo un sopracciglio. «Secondariamente, vorrei ringraziare il nostro preside che ha accettato la mia proposta e ha dato il via libera per formare questo gruppo. Un applauso, per piacere.»
Parte il battimani e il preside, a un angolo del tavolo, solleva la mano in un gesto di saluto. Quindi è stata una sua idea? Adesso mi spiego perché sia il presidente senza essere stata eletta da nessuno.
«Quello che abbiamo intenzione di fare è sfruttare gli spazi e le energie della nostra scuola per creare qualcosa di bello: momenti di incontro tra gli studenti, dibattiti, confronti, ma anche momenti di svago, come feste e balli» fa una pausa. «Alle mie spalle c'è il direttivo. Ragazzi come voi che hanno preso a cuore questa causa e hanno deciso di metterci la faccia. Abbiamo bisogno di voi per crescere, tutte le vostre idee saranno prese in considerazione, nessuno escluso.»
Quando la first lady torna a sedersi si leva la prima mano. Un ragazzo chiede: «Avete già qualche progetto in mente?».
«Abbiamo già le basi per un corso che si terrà a partire da gennaio» spiega Isabelle, «saranno vari appuntamenti gestiti dalla dottoressa Gomez, durante i quali affronteremo svariati temi familiari come il divorzio, il rapporto tra fratelli, l'importanza della famiglia» si guarda intorno. «Vogliamo le testimonianze, vogliamo che vi sentiate liberi di condividere con il gruppo le vostre esperienze che sicuramente saranno utili per tutti. Anzi voglio cogliere l'occasione per ringraziare pubblicamente un paio di nostri compagni.» Indica l'angolo del tavolone dove c'è Sanne che la guarda strabuzzando gli occhi eaccanto a lei un ragazzo brufoloso che non conosco. Mi irrigidisco.
C'è qualcosa che non va.
«Questi due amici, con la loro presenza, ci hanno dato lo spunto per inserire alcuni dei temi che affronteremo.»
Sanne si sta agitando. Mi sembra quasi spaventata. Mi invade uno strano malessere. Di cosa diavolo sta parlando Isabelle? «Coraggio, non siate timidi e alzatevi in piedi» Isabelle si avvicina.
È come vedere una leonessa che gira intorno alla gazzella. Lancio un'occhiata alla dottoressa Gomez che sta confabulando animatamente all'orecchio del preside.
«Signorina Howard...» la richiama all'ordine quest'ultimo.
«Solo un momento» risponde Isabelle.
«Che cosa vuoi dire?» balbetta il ragazzo. Ha una voce sottile, secondo me dev'essere del secondo anno.
«Suvvia, non c'è niente di cui vergognarsi» continua Isabelle implacabile, afferrandolo per un braccio e costringendolo ad alzarsi in piedi. Lui diventa paonazzo.
«Signorina Howard, torni a sedersi e proseguiamo con il programma» interviene di nuovo il preside.
«Il padre del nostro caro Harold, per chi di voi non lo sapesse, è stato arrestato il mese scorso per spaccio di droga» sputa fuori, «e sua madre ha quasi rischiato di morire sotto le sue botte. Meno male che sono intervenuti gli assistenti sociali. Potresti parlarci della vita all'interno della comunità in cui vivete adesso tu e tua sorella?» miagola guardandolo dritto negli occhi.
In sala esplode un boato. Mille voci si levano contemporaneamente mentre quel poveretto sta pensando a come scomparire.
«E poi abbiamo scoperto che la madre della nostra Sanne è stata mandata in un istituto psichiatrico dopo la sua nascita e quelli che chiama mamma e papà non sono i veri genitori. Se non sono temi di discussione importanti, questi! Sono sicura che arricchiranno le vite di chi, come me, ha la fortuna di avere una famiglia normale che regala amore.»
O. Mio. Diooo!
Il brusio della sala è insopportabile. Isabelle fa la faccia da santarellina davanti ai professori che la accusano di essere stata un po' brusca. Quel tale, Harold, è ancora pietrificato al suo posto. Sanne, viola dalla vergogna, invece esce dall'auditorium.
Io mi alzo, supero alcuni studenti e mi dirigo verso quella strega.
«Isabelle!» urlo.
Lei si volta, mi vede e scende dal palco.
«Come ti sei permessa!»
Mi scruta con quegli occhi da vipera e sorride. «Che cosa vuoi ancora? Mi hai detto che Sanne doveva entrare nel gruppo, e così è stato. Non abbiamo parlato del fatto che poi volesse restarci.»
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