AGAIN 15.2
Le giornate con mamma volano. Sembrano sempre troppo brevi.
La sera prima della sua partenza mi sento incredibilmente triste. Questo sprazzo di normalità mi ha fatto bene e anche a papà. L'assenza di mamma creerà un vuoto, come una lampadina bruciata in una stanza.
«Le cose belle finiscono sempre troppo in fretta» dice lei a cena.
«Non puoi restare un po' di più?» le chiedo.
«No, Rachel, devo tornare al lavoro.» Storco la bocca. Lo sapevo che era impossibile, ma ci ho provato lo stesso.
«Spero tu sia stata bene» interviene papà.
«Assolutamente sì.»
Rimaniamo in silenzio per qualche istante, concentrandoci sul cibo. Però mi accorgo che l'atmosfera a un certo punto diventa tesa. C'è qualcosa che non va. L'aria all'improvviso è pesante. Lancio un'occhiata prima a mio padre, poi alla mamma e mi domando se in realtà non stiano fingendo. Magari hanno litigato.
«Che cosa sta succedendo?» chiedo confusa.
Mamma e papà sollevano lo sguardo nello stesso istante.
Papà tossisce e mamma appoggia le posate.
«Rachel, dobbiamo dirti una cosa» esordisce mamma.
Un brivido mi attraversa la schiena, ho l'impressione di aver già vissuto questa scena che non mi era piaciuta affatto.
«Tu lo sai già?» mi rivolgo a papà.
Lui non risponde e tiene gli occhi incollati al piatto.
«Non ci posso credere!» sbotto. «Di nuovo? L'avete fatto di nuovo!» Scatto in piedi e mi allontano dal tavolo, andando ad appoggiarmi al bancone della cucina, le braccia incrociate.
«Rachel sta' tranquilla e lasciami spiegare» dice mia madre.
«Tanto so già che saranno brutte notizie e il fatto che tu ne abbia parlato con papà significa che, di nuovo, nessuno ha voluto sapere il mio parere e non avrò possibilità di scelta» urlo.
«Rachel» interviene papà.
«Da quanto tempo lo sai?» lo incalzo.
«Da oggi pomeriggio. È stata una sorpresa anche per me.»
«Allora è per questo che sei tornata! Non perché aveva qualche giorno di vacanza e volevi vedermi!»
«Rachel, hanno prolungato il mio soggiorno in Cina di altri sei mesi» mi spiega a mamma con voce calma. «Il lavoro che sto svolgendo li soddisfa e non è finito. Io, sinceramente, non voglio lasciare le cose a metà, sarebbe un peccato anche dal punto di vista professionale. So che qui stai bene, che Chris è contento di averti con sé. Posso stare tranquilla.»
Sono pietrificata. Non può essere vero, è uno scherzo. Mi sta prendendo in giro. In realtà è venuta a dirmi di preparare le valigie e che ce ne torniamo a casa domani.
«Cosa significa?» domando stupidamente.
«Rimarrai qui fino al diploma» interviene papà.
«Finirò la scuola qui?»
«Sì. È tutto rimandato all'estate.»
«Finirò la scuola qui?» ripeto a voce più alta. «Voi non capite! Non posso stare qui! Altri sei mesi, è come ricominciare tutto daccapo! Anzi no, perché ancora devono finire questi mesi per poi aggiungere gli altri!»
«Ti sei integrata, a scuola vai molto bene e il fatto che tu abbia il ragazzo mi fa pensare che...»
«Non devi pensare a niente, mamma!» esclamo. «È un casino.» Scuoto la testa. «Tanto questa discussione è inutile, no? Tu e papà ne avete già discusso, siete d'accordo, con la coscienza pulita. Io posso urlare quanto mi pare, ma non cambierà nulla. Quindi se non vi dispiace me ne vado a piangere in camera mia. Buona serata!»
L'indomani mattina sento del trambusto in cucina e capisco che mamma è già in piedi.
Decido di alzarmi, faccio una doccia veloce e mi vesto: un paio di leggins grigi e una felpa azzurra con il cappuccio, i capelli raccolti in due trecce alla tedesca.
«Buongiorno» dico a mamma lanciando un'occhiata alla valigia nell'ingresso.
«Buongiorno» risponde lei studiando la mia espressione.
Probabilmente vuole capire se sono ancora arrabbiata.
«Tranquilla, mi è passata» la rassicuro. «La notte ha portato consiglio.»
«Non potevo fare altrimenti, Rachel.»
«Mi dà solo fastidio non essere mai interpellata, tutto qui. Sapere le cose sempre all'ultimo è frustrante, mi trattate come una bambina. È una cosa che odio» spiego alzando le spalle. Facciamo una colazione veloce perché mamma deve correre in aeroporto.
«Ci vediamo tra qualche tempo» mi saluta stringendomi in un abbraccio.
«Me la caverò, non ti preoccupare.»
«Ne sono sicura. Adesso che vi ho visti, so che sei in buone mani» dice alludendo a papà.
La guardo salire sul taxi e la seguo con lo sguardo fino alla svolta in fondo alla strada che la porta ancora una volta lontana da me. Sento le lacrime pungermi gli occhi, ma le ricaccio indietro. Inspiro a fondo: mi serve un piano, devo organizzarmi. Afferro il cellulare, vedo altri messaggi di Logan che ignoro, e chiamo Sanne. Ci diamo appuntamento a casa sua tra un'ora. Sono sicura che la novità le piacerà.
Quando arrivo mi apre ancora prima che suoni il campanello.
«Vieni dentro, presto» mi dice trascinandomi per un braccio.
Noto che tengono le scarpe disposte in ordine nell'ingresso, così mi tolgo i miei stivaletti imbottiti e li poggio in un angolo.
«Mamma è Rachel, noi andiamo di sopra!» urla.
«Va bene. Ciao Rachel!» grida lei di rimando.
È la prima volta che entro nella camera della mia amica e resto a bocca aperta. Ci sono glitter e brillantini ovunque! Il letto a baldacchino troneggia al centro ricoperto di cuscini e sul piumone c'è il disegno di un unicorno che cavalca un arcobaleno.
«Ciao» mi saluta Malek dalla scrivania. «Ha fatto uno strano effetto anche a me la prima volta» aggiunge.
«Ti piace?» mi domanda Sanne con un sorriso.
«È spaventoso!»
Lei scuote la testa divertita e mi fa cenno di sedermi sul letto. «Hai detto che hai delle novità, vogliamo saperle» mi incita.
«Mamma è venuta apposta per dirmi che le hanno prorogato il contratto. Quindi rimango fino al diploma» annuncio.
Loro mi fissano per un lungo istante. Dopodiché cominciano a urlare di gioia, battere le mani e Sanne mi stritola in un abbraccio che quasi mi soffoca.
«Rachel è meraviglioso!»
«Significa che finiremo la scuola insieme» commenta Malek.
«Non è tutto, vero?» mi incalza Sanne alzando e abbassando le sopracciglia in una buffa espressione.
«Tutto cosa?» chiedo confusa.
«Non fare la finta tonta con me, sorella, vi ho visto» mi strizza l'occhio. «Alla festa. Ho visto che tu e Logan vi siete baciati!»
«Vi siete baciati?» ripete Malek stupita.
Arrossisco di colpo e sono assalita dai sensi di colpa. Se più persone ci hanno visto le cose si complicano. Come facciamo a fingere che non sia successo niente se la voce dovesse diffondersi? A parte che, dopo la foto mandata a Connor, probabilmente lo saprà già tutta la scuola. È imbarazzante.
«Non è stato niente» taglio corto.
«E lo chiami niente? Prima litighi con Connor poi baci il suo migliore amico. Ho preferito rimanere alla festa, immaginavo che volesse stare un po' da solo con te. Ho fatto bene?»
«Sanne non è come sembra.»
«Che vuol dire?»
«Che è stato un errore. Uno sbaglio» borbotto.
«Ma è successo» puntualizza.
«Ci siamo lasciati trasportare.»
Cala il silenzio. Malek mi scruta con aria seria.
«Logan ha una cotta per te» mi ricorda Sanne come se non lo sapessi.
«Io no, però. Abbiamo deciso di dimenticare.»
«Non ti piace Logan?» domanda.
«Mi pareva chiaro» ribatto guardandola stranita.
«Quindi non state insieme?» chiede insistente.
«No, non stiamo insieme» confermo.
Lei mi fissa un attimo e mi sembra di intravedere qualcosa dietro il suo sguardo. Una sorta di... sollievo.
«Allora non sei fidanzata con lui» aggiunge per essere sicura. «Cioè, voglio dire, tutti sanno che a te piace Connor, per ciò metterti con Logan sarebbe stato uno sbaglio enorme. Non avete niente in comune. Lui non è proprio il tuo tipo.»
«Anche Connor mi pareva non ti convincesse molto» le faccio presente. «A proposito di Connor, quando Logan mi ha riaccompagnata a casa lui era lì ad aspettarmi. Hanno litigato di brutto.»
«A volte i ragazzi sono così stupidi» sentenzia Malek.
«Forse era geloso» replica Sanne.
«La verità è che Sanne non è stata l'unica a vedere il bacio. Qualcuno ci ha scattato una foto e gliel'ha mandata» racconto.
«E non ti ha detto chi è stato?» mi chiede Sanne.
«No, mi ha solo mostrato la foto sul cellulare.»
«Hai qualche sospetto?» domanda Malek.
«Probabilmente è stata Isabelle. Era poco più avanti di noi. Si sarà voltata al momento giusto e avrà colto l'occasione al volo. Lo sapete quanto è perfida. Ma questa volta me la pagherà...»
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