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19) Now you're here with me

Capitolo 19

LOUIS' POV

Dopo poco Harry si staccò da me, si passò il dorso della mano sugli occhi per asciugarsi le lacrime e infine se ne andò senza neanche salutarmi.

La cena l'avevo comunque prenotata, così chiamai il cameriere e gli dissi di portarmi pure il primo piatto. A dir la verità, dopo l'incontro con Harry, non avevo più molta fame, ma quando mi servirono il primo iniziai a mangiare tranquillamente, senza neanche rendermi conto di quello che c'era sul piatto, perché nella mia testa stavano nascendo un sacco di idee e di sicuro mettendo in atto una di quelle avrei potuto convincere Harry.

Tre giorni non erano molti, ma mi sarebbero bastati e poi l'aveva detto, mi amava ancora.

Rimasi li seduto a quel tavolo più tempo del dovuto e, quando ormai se ne erano già andati tutti, uscii anche io dal ristorante dell'hotel e mi recai in spiaggia.
La confusione che avevo in testa mi stava opprimendo, e una boccata d'aria mi avrebbe fatto bene.

Sull'ultima sdraio della fila di lettini che era fronte mare, c'era qualcuno, non mi avvicinai troppo per non disturbarlo: infondo ognuno necessitava dei suoi spazi.

Ma quando sentii un singhiozzo provenire da quel qualcuno, capii che si trattava di Harry.

Non volevo disturbarlo, così, a maggior ragione, mi rimisi le scarpe che mi ero tolto per entrare nella sabbia e andai per l'ennesima volta alla recepiton.

Quando vidi che non c'era la donna con cui avevo avuto a che fare le altre volte che ero stato lì, decisi di aspettare la mattina successiva: ero certo che ci sarebbe stata e che mi avrebbe aiutato.

HARRY'S POV

Perché Louis era li? Perché cazzo Louis era lì? Ma soprattutto perché non l'avevo ignorato e non me ne ero andato subito?

Volevo rivederlo, subito, ma contemporaneamente non volevo, avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere. Mi fidavo di lui ed ero quasi certo che avrebbe fatto di tutto: dovevo solo aspettare e non essere pessimista.

Quando prima avevo lasciato il ristorante avevo deciso di andare in spiaggia, per calmarmi e fare ordine tra i miei pensieri e alla fine ero rimasto li per qualche ora.
Dopo essermi schiarito le idee e aver fatto una camminata sul bagnasciuga decisi di tornare in camera e cercare di dormire.

Non sapendo se i miei erano già in camera o no, andai alla reception a chiedere le chiavi della stanza e quando dissi alla signora il numero della stanza questa mi guardó in un modo strano, come se stessi indossando una giacca ricoperta di paiette d'oro o come se avessi un ragno in testa.

Per raggiungere la stanza presi l'ascensore, trascorsi tutto il tempo li dentro a specchiarmi sulle pareti, arrivando alla conclusione che non avevo nulla di strano e probabilmente era lei quella particolare.

Arrivato nella stanza mi tolsi i vestiti, misi un paio di pantaloncini comodi e mi gettai sul letto, che era scomodo come solo dio sa cosa, ma dopo una giornata del genere mi serviva solo un qualcosa su cui sdraiarmi.

LOUIS'  POV

La mattina successiva mi svegliai alle sette in punto, impiegai meno di 10 minuti a prepararmi e dopo poco ero nuovamente piazzato davanti al bancone della reception; questa volta c'era la persona giusta.
Aspettai che finisse di riordinare i fogli con le prenotazioni e poi suonai il campanello che c'era al lato del bancone per attirare la sua attenzione.

- Chi si rivede! Allora come è andata la cena?- mi chiese la donna, così le risposi: - A dir la verità sarebbe potuta andare meglio, però le cose si stanno aggiustando, o per lo meno lo spero -
- Sai ieri è venuto qua Harry a chiedere le chiavi della sua stanza... ma che diamine gli hai fatto a quel ragazzo? Aveva i capelli come se avesse appena preso la scossa e gli occhi rossi.. e- -
- Beh, si, abbiamo parlato e.. nulla. Però mi servirebbe ancora un piccolissimo favore, me lo puoi fare vero? -
- Come al solito dipende cosa è; però dimmi.-
- Una colazione in camera è fattibile? Con annesso di sorpresa magari? -
- Sì, certo. Sorpresa di che tipo? Un rosa? Qualcosa del genere dici?-
- Stavo pensando a me? Del tipo, il cameriere porta la colazione in camera e poi io mi ci infilo dentro... e sorpresa! Dimmi che è fattibile, ti prego-
- Non credo, ma senti, non dire che ti ho detto io di fare una cosa del genere, però potresti seguire il cameriere e poi infilarti dentro la porta... -
- Okay, okay e la colazione la porterete per che ora?-
- Uhm direi per le nove e mezza? Ti va bene?-
- Sì, è perfetto, spero non ci siano i suoi genitori nella stanza...-
-No, tranquillo, farò finta che ci sia qualche problema, così loro verranno qua ok?-
- Va benissimo, grazie mille, corro a prepararmi. Poi ti farò sapere come è andata!-

Senza neanche aspettare una sua risposta, me ne andai. Corsi in camera dove ormai non c'era più nessuno perché mia madre e le mie sorelle erano già andate a fare colazione.
Così rimasi per mezz'ora davanti allo specchio cercando si rendermi più presentabile.

Erano le nove e un quarto quando uscii e mi recai ancora alla reception, aspettando che il cameriere passasse li davanti, in modo che poi mi sarei potuto aggregare a lui e infiltrarmi nella camera di Harry.

Quando lo vidi mi misi a rincorrerlo, camminava a passo svelto ma riuscii a stargli dietro, un po' correndo e un po' camminando.
- Allora sei tu la sorpresa? - mi disse ad un certo punto; io avvampai e risposi : -Teoricamente si, sarei io. Ehhm... mi lascerà entrare in camera quindi? -
- Direi di si, abbiamo deciso, solo ed esclusivamente per te, di fare uno strappo alla regola-
- Ok, perfetto, grazie -

Ormai, eravamo arrivati nel corridoio dove si trovava la camera di Harry e, come se fosse uno scherzo del destino, i suoi genitori stavo uscendo proprio in quel momento.
Ci passarono accanto, ma io voltai la faccia verso la parete sperando che non mi avrebbero riconosciuto. E fortunatamente così fu.

Alla fine, quamdo eravamo davanti alla porta, della camera, presi un grosso respiro: potevo farcela.

Prima feci entrare il cameriere che inizió a parlare con Harry:
- Buon giorno! Le ho portato la colazione e fuori dalla porta c'è una sorpresa per lei-
- Hmm ok, anche se credo di non aver chiesto nulla di tutto ciò... -
- Perché non l'ha fatto, è stato tutto organizzato per lei da qualcun'altro. Ora vado, buona giornata e spero che gradisca la colazione! -

Dopo aver finito di parlare il cameriere uscì e lasció la porta aperta in modo che io potessi entrare.
Avevo paura di fare qualche danno così la lasciai socchiusa sperando che Harry non si accorgesse.
Rimasi li a pensare per un buon quarto d'ora a cosa avrei potuto fare o dire, senza trovare nessuna soluzione, così, dopo essere rimasto li, a contemplare il nulla, ancora per un po, decisi di entrare.
Pensai di trovare Harry intento a gustare la colazione, invece quello che trovai fu un Harry rannicchiato sotto le coperte e il vassoio della colazione ancora intatto appoggiato sul mobile, che si trovava di fonte al letto.
In quel momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era: che cavolo faccio adesso?
Sarei potuto uscire dalla camera e fare come se nulla fosse successo oppure sarei potuto rimarer li, seduto sulla poltrona accanto alla finestra, aspettando che Harry si svegliasse o, meglio ancora, sarei potuto infilarmi sotto le coperte con lui. Si avrei fatto così.

Mi tolsi la maglietta e i pantaloni, presi un lembo del piumino cercando di sollevarlo senza far svegliare Harry e mi ci infilai sotto. Mi avvicinai sempre di più a lui rimanendo per metà con la schiena appoggiata alla spalliera del letto.
In quel momento Harry si mosse: mi salì il cuore in gola; pensavo si fosse svegliato. Invece no, si posizionó meglio, appoggió la testa sul mio stomaco, prese un profondo respiro mentre mi circondava il bacino con un braccio e intrecciava le sue gambe alle mie.

Era così maledettamente tenero quando dormiva, non riuscivo a non fissarlo.

Con il braccio non sotterrato sotto il suo peso lo strinsi a me ancora di più e lui emise un mugolio di approvazione. Giuro, sarei potuto rimanere li a coccolarlo per giorni interi.

Non avevo dormito bene per diverse notti e avere Harry tra le mie braccia era una cosa rassicurante così, quando fui sul punto di addormentarmi sussurrai a Harry: ti amo cucciolino; e come lui caddi in un sonno profondo.

Mi svegliai quattro ore dopo e ormai era già passata l'ora di pranzo da un bel pezzo e Harry dormiva ancora beatamente.
Decisi di svegliarlo, gli avrei proposto di fare un bagno in piscina, giusto per rinfrescarci dal momento che si moriva di caldo.

Iniziai ad accarezzargli i capelli chiamandolo a bassa voce, dopo 5 minuti di tentativi Harry iniziò a stropicciare gli occhi, per poi sbatterli un paio di volte e riuscire a mettere a fuoco quello che stava guardando.
Quando si accorse che ero io mi strinse forte e mormoró: - Lou mi sei mancato... non andartene mai più. Ti amo troppo... -

Quelle parole mi commossero e una lacrima solitaria scese sulla mia guancia; lo strinsi forte a me e gli diedi un bacio a stampo sulle labbra.

- Ehi Harry, ti va di mangiare qualcosa della colazione che ti hanno portato sta mattina?-
- Sì certo, ma... ma la mia sorpresa dove è? -
- Ehm, ecco, vedi, teoricamente la sorpresa sarei io... quindi... Sorpresa!-
- La migliore sorpresa che tu mi potessi fare, grazie -
- Prego cucciolo. Allora stavo pensando, se ti va possiamo mangiare qualcosa e poi ci facciamo un bagno in piscina ti va? -
- Basta che ci sia tu, poi mi va tutto bene -
- Allora siamo apposto perché non ti libererai tanto facilmente di me-
Così dicendo mi alzai dal letto, scrollandomi Harry di dosso, mi rimisi pantaloni e maglietta, mentre di sottecchi osservavo Harry che mi guardava estasiato.
Quando fui vestito gettai addosso a Harry un costume una maglietta e un paio di pantaloncini, lui andò in bagno a cambiarsi e poi uscimmo dalla stanza.

Lasciai camminare lui davanti a me e mentre stavano scendendo le scale notai che aveva sotto i pantaloncini un costume fatto a boxer... e mannaggia a lui sapevo già che in piscina sarei morto per la frustrazione a vederlo con quell'affare.

Prima di uscire dall'hotel mi avvicinai a lui e gli tirai l'elastico del costume dicendogli : - Vero che non hai solo costumi fatti così? Perché io potrei morire da un momento all'altro.-
- A dir la verità questo è l'unico, e sei tu che mi hai lanciato questo in faccia prima... -
Il nostro discorso fini così, mentre io iniziai a maledirmi mentalmente.

Arrivati alla piscina mi tolsi i vestiti e quando mi voltai verso Harry per chiedergli se era pronto ad entrare rimasi a bocca aperta, come un pesce lesso.
A quel punto Harry sorrise e mi disse: - Lou chiudi la bocca che stai iniziando a perdere la bava! -
Allora iniziai a spingerlo, facendolo camminare all'indietro per poi farlo cadere in piscina, ovviamente dopo averlo baciato velocemente sulla guancia.

In seguito mi girai e mentre mi stavo dirigendo verso le sdraio su cui avevamo lasciato i vestiti sentii qualcosa di bagnato avvolgermi, coprirmi gli occhi e trascinarmi in piscina con se.
Il mio piccolo e bastardo Harry...

Giocammo per un po' in piscina, come due bambini. A dir la verità stavamo dando un po' spettacolo e quasi tutti ci stavano guardando, ma nè a me nè a Harry interessava molto, quindi andammo avanti imperterriti.

Quando uscimmo dall'acqua gocciolanti andammo a sdraiarci sulle sdraio e dopo qualche secondo sentii un peso su di me: chi poteva essere se non Harry?
Iniziai a baciarlo lentamente e, porca miseria, con quel maledetto costume sembrava che Harry non stesse indossando nulla, la cosa mi piaceva, ma non volevo che gli altri lo vedessero, così gli misi le mani sul sedere e notai che Harry stava iniziando ad eccitarsi.

Mi staccai da lui non volevo che questa cosa andasse avanti, per lo meno non li.
Allora Harry si alzò dalla mia sdraio e si risedette sulla sua, feci anche io lo stesso e misi come lui: faccia a faccia.
Iniziammo a parlare di tutto ciò che ci era successo in quel periodo in cui eravamo eravamo rimasti separati e sentire ciò che Harry mi disse mi rese triste e la mia voglia di non lasciarlo mai più triplicó

Andammo avanti così fino all'ora di cena.

Quando mi accorsi dell'orario presi Harry per mano, raccolsi i miei e i suoi e lo trascinai via con me.
Ero pronto a mettere in atto un'altra delle mie idee.

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