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6 - Danza con la morte

Scese dalla carrozza, la sensazione di malessere ancora presente in lui. 

Cosa temeva questa volta? 

Che fosse stato a sua volta ammaliato dai discorsi circa questa fantomatica Lorelei? 

Più che essere fuorviato da queste dicerie aveva registrato gli elementi utili alla sua attività. 

Poteva benissimo essere che la figlia di questo duca fosse così bella da lasciare tutti senza parole, ma lui sapeva che era anche una delle prerogative delle creature della notte che da tanto cacciava. 

Una bellezza ingannevole. 

E presto avrebbe scoperto se fosse stata una caratteristica naturale o meno, ma, per sicurezza, aveva portato gli stessi strumenti che usava quando usciva con l'intento di uccidere. 

Ogni tanto rideva ripensando a quando il giovane lui credeva che un crocifisso avrebbe potuto fare del male al suo nemico; quella volta si era guadagnato una gran brutta cicatrice e solo la distrazione del vampiro di fronte alla sua inesperienza gli aveva permesso di salvarsi. 

Gli stivali non erano sicuramente un elemento di moda tra i vecchi della piccola nobiltà, ma gli consentivano di nascondere delle lame al loro interno. 

Lame d'argento. 

Aveva scoperto che erano molto efficaci per i suoi scopi, per questo non se ne separava mai. Non si sentiva sicuro se non aveva con sé anche solo un piccolo pugnale di quel materiale. 

Anche le pistole avevano la loro utilità. Da quando aveva avuto la brillante idea di caricarle con proiettili d'argento si erano rivelate compagne preziose. 

Ed ecco spiegata la funzione del suo voluminoso cappotto adornato di spessa pelliccia. 

Un espediente come un altro per cercare di nascondere al meglio la sua natura di assassino. 

Comprendeva anche lui che non era molto professionale presentarsi adornato di armi letali in bella vista. 

Avrebbe fatto fuggire qualsiasi cliente. 

E per quanto una pistola potesse passare abbastanza inosservata, altri attrezzi avrebbero sortito ben altri effetti. 

Era solo il secondo evento al quale prendeva parte all'interno di quella comunità, ma già sapeva che quella sera non sarebbe stato lui il tanto atteso ospite, bensì i duchi Regulus, finalmente tornati al paese dopo una lunga assenza. 

La sala da ballo era in fermento, tutti attendevano con ansia che le stelle della serata arrivassero. 

Probabilmente avevano bisogno di nuovi argomenti di cui parlare. 

Anche se la sua passeggiata con Amalia non era rimasta del tutto estranea a quegli occhi e qualche voce maliziosa aveva iniziato a girare sul suo conto. 

Solitamente non si preoccupava molto delle dicerie, anzi, era lui stesso ad alimentarle, ma, questa volta, anche questa situazione creava in lui una sorta di ansia che aveva smesso di provare da parecchio tempo. 

Doveva essere l'atmosfera di quel luogo a renderlo parecchio irrequieto. 

In fin dei conti non stava ingannando Amalia. 

Solo gli occhi di quegli avidi nobili. 

Intravide la ragazza accanto ai genitori. Gli rivolse un falso sorriso. Josef ricambiò, avvicinandosi a loro. 

"Danzerete con la figlia del conte Schneider stasera?" 

"Non credo che il suo promesso sposo sia disposto a cedermela per un ballo di cortesia." Commentò divertito l'uomo. 

Il conte Reddan strinse gli occhi. 

"Mi basta che tutti possano ammirare i miei nuovi gioiellini. Dopotutto è per fare affari che mi trovo qui." 

"Volete ottenere anche voi il favore dei duchi?" 

Josef soppesò la sua risposta. 

"Non m'importa se si tratta di duchi o conti. Quello che mi interessa è creare vestiti che superino le aspettative dei miei clienti. Ma non vi mentirò. Clienti in più fanno sempre comodo. Anzi, devo ringraziarvi per avermi offerto quest'opportunità. Dopotutto è grazie a voi se mi trova qua ora." 

Amalia ammirò la prontezza di risposta di Josef. Era pure riuscito ad adulare suo padre con facilità. Ci sapeva fare con le parole. 

Dei sussurri concitati iniziarono a percorrere la sala. 

Josef si mise sull'attenti. 

Sembrava che gli ospiti speciali fossero in procinto di arrivare. 

La sua mano si strinse in un pugno non appena il duca Regulus fece il suo ingresso avvolto da un'area regale da condottiero. 

Si sentì mozzare il fiato quando i loro occhi si incrociarono. 

Azzurro contro azzurro. 

Vide il duca sorridere e un brivido freddo gli attraversò la schiena. 

Non sapeva perché, ma era certo che quel sorriso sprezzante fosse rivolto a lui. 

A lui e a nessun altro. 

Cosa stava succedendo? 

E poi accadde. 

Spostò lo sguardo. 

Il suo cuore iniziò a battere freneticamente mentre incontrava un altro paio di folgoranti occhi azzurri. 

Spalancò gli occhi sentendosi avvolgere da una strana sensazione. 

Un altro sorriso sembrava fosse diretto nella sua direzione. 

Un sorriso ammaliante, sensuale, ma stanco. 

Un raro gioiello incastonato su diafana pelle contornata da onde dorate. 

Ora capiva anche lui cosa avessero provato i poveri marinai di fronte all'eterea bellezza della Lorelei. 

Quello che stava provando lui. 

La sensazione di non aver mai visto creatura più bella al mondo. 

La sensazione che il tempo si fosse fermato, avvinghiandolo nelle grinfie di quella creatura. 

Una creatura incredibilmente bella e allo stesso tempo letale come un filo di lama. 

Come la morte stessa. 

Come poteva qualcosa di così bello portare quel fetido sentore di morte? 

Era impossibile per lui associare qualcosa di negativo a lei. 

Rimase fermo, come in trance, mentre i Regulus avanzavano nella sala. 

Josef non era l'unico ad essere rimasto incantato, tutti i presenti erano a bocca aperta. 

Tutti concordi sul fatto che le voci non le rendevano giustizia in alcun modo, la figlia del duca Regulus era molto più bella di quanto si sarebbero mai potuti immaginare. 

Una Lorelei in carne e ossa. 

Anche Amalia rimase abbagliata di fronte a tanta bellezza, impallidiva se paragonata a lei. 

Quasi subito si voltò verso Josef per vedere tutte le sue fievoli speranze crollare in cocci taglienti. 

Per quel poco che aveva avuto a che fare con lui credeva che non fosse interessato all'amore, anzi, si era chiesta se mai nessuno fosse riuscito a fare breccia in quello che sembrava un cuore chiuso a doppia mandata. 

Ora aveva il responso. 

Lo aveva nello sguardo ammaliato di lui. 

Uno sguardo pieno di vita. 

Sentì le schegge della sua illusione conficcarsi nel suo cuore. 

In fin dei conti aveva intuito sin da subito che la bella cotta che si era presa per il sarto era destinata a rimanere una cotta. 

Una fantasia irrealizzabile. 

Ma vedere quanto male le faceva quella vista capì che forse la sua era più di una semplice infatuazione. 

Che Dio volesse punirla per quello che aveva fatto? 

Forse sì perché la scena alla quale la fece assistere poco dopo la gettò nello sconforto più totale.

Maria osservava il loro uomo con la coda dell'occhio. Quindi alla fine neppure lui sarebbe riuscito a sfuggire al suo fascino? 

Questo avrebbe sicuramente facilitato le cose a tutti. 

Eppure anche lei si sorprese vedendolo avanzare nella sua direzione. 

L'unico che ha il coraggio di approcciarci? 

Si chiese in parte divertita, in parte delusa. 

Forse aveva sperato che, almeno per una volta, qualcuno non fosse immediatamente attratto da lei. 

Che pensiero frivolo. 

Si girò verso di lui quando le fu abbastanza vicino. 

Rimase colpita dal suo sguardo sfavillante. 

Perché sembrava così diverso dalle voci che aveva sentito sul suo conto? 

Che si fosse persa qualcosa? 

Non era un semplice arrivista che pensava solo ad accumulare capitale per le sue attività illecite?

O forse i suoi sensi da vampiro avevano percepito qualcosa di invisibile all'occhio umano? 

Era quasi pronta a stendergli la mano per mostrargli il suo favore, ma l'uomo mostrò una linea d'azione diversa da quella immaginata da Maria. 

Quando fu a debita distanza dai due si fermò facendo un breve inchino.

"Duca Regulus, è un piacere fare la vostra conoscenza." 

"E voi chi siete, baldanzoso giovinotto?" 

"Josef Jäger, mio signore. Un umile sarto approdato da poco a Gibergan." 

"Oh, dunque siete voi il famoso giovane del quale ho sentito tanto parlare in questi giorni. Sperate che anche mia figlia rimanga attratta dalle vostre creazioni? Sapete, è una ragazza pretenziosa." 

"Vorrei chiedervi il permesso di chiederle il primo ballo, ne sarei onorato." 

Chiunque aveva sentito la richiesta di Josef si chiese a quale gioco stesse giocando. 

Con quale diritto pretendeva di ballare con una persona di così alto rango? 

Dubitavano che il duca avrebbe permesso alla figlia di ridicolizzarsi con un semplice sarto.

Herius rimase impassibile. 

Josef si sentì rabbrividire. 

Forse aveva davvero compiuto il passo più lungo della gamba. 

"Vedete, non credo che vi stiate rivolgendo alla persona giusta." 

L'uomo si maledisse. 

"Dovreste porre la domanda alla diretta interessata." 

Josef deglutì e si girò nuovamente verso di lei. 

Fece un mezzo inchino e stese la mano. 

"Mi fareste l'onore di questo ballo?" 

Non osò risollevare lo sguardo su di lei, ma rimase in attesa, la tensione nei suoi nervi molto probabilmente percepibile ai due vampiri. 

Si aspettava l'imminente contatto con qualcosa di freddo nel caso lei avesse acconsentito alla danza, eppure sperò con tutto il cuore di poter sentire del calore emanarsi da quella mano. 

Per questo trasalì quando le sue fredde falangi si posarono sul suo palmo. 

Sollevò lo sguardo e rimase per un secondo di troppo a osservarla, incantato e orripilato allo stesso tempo. 

Come poteva essere una vampira? 

"Mi farebbe molto piacere." 

La sua voce giunse a lui come un gelido vento del nord. 

Gelido, ma piacevole. 

Incredibilmente piacevole. 

La condusse al centro della sala, conscio di come fossero al centro dell'attenzione di tutti. 

La musica iniziò. 

Restarono qualche secondo in silenzio prima che Maria prendesse parola. 

"Non mi aspettavo una richiesta così diretta." 

"Perché di solito sono troppo presi ad ammirare la vostra bellezza per poter anche solo proferire parola?" La stuzzicò lui, ma l'espressione negli occhi di lei non vacillò.

"Nessuno vi ha mai detto quanto sia pericoloso il ballo?" 

"Non siete brava? O temete che vi possa pestare un piede?" 

Ancora una volta il suo sguardo rimase impassibile. 

"Può essere l'inizio di un gioco pericoloso. Basta solo... una piccola distrazione per perdersi, non vi è mai capitato?" 

Oh, ma lui si era già perso. 

Annegato in quegli occhi di un azzurro velato dal lento scorrere del tempo.

Credo che il titolo sia eccessivamente pompato per il contenuto AHAHAH

Ammetto che spesso l'arte del dare titoli appropriati non è cosa mia sigh

Che ve ne pare del primo magico incontro? 

Ovviamente nel disegno a inizio capitolo trovate Herius e Maria pronti a far risplendere la serata ✨

Alla settimana prossima 💜

10/11/2022

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