5 - Presenze
Josef guardava il panorama all'esterno mentre la carrozza li portava alla loro prossima destinazione.
Fingeva indifferenza, ma percepiva l'agitazione di Amalia, forse molto più di quanto lei stessa si rendesse conto.
Per l'uomo non era un grosso problema, sapeva gestire questo tipo di situazioni, gli erano capitate più di una volta.
Se necessario era perfettamente in grado di placare le ansie di una giovane donzella.
Poteva benissimo essere la loro meta a renderla così, ma Josef riconosceva l'effetto che aveva sulla ragazza.
L'aveva notato già al ballo.
Il fatto che si fosse recato dalla sua nuova cliente proprio con Amalia al seguito aveva sicuramente aperto più di un interrogativo e, suo malgrado, la cosa gli faceva più comodo di quanto non avesse pensato all'inizio.
Se la gente credeva che fosse semplicemente interessato a trascorrere del tempo da solo con la ragazza, allora nessuno si sarebbe posto domande circa i suoi spostamenti. E una piccante storia d'amore era decisamente più interessante di un forestiero perverso che se ne andava in giro a chiedere maggiori dettagli sulla brutale aggressione ai danni della povera malcapitata.
Non l'avrebbe mai pensato, ma Amalia era la sua scusa migliore. Per questo aveva infine deciso di portarla con sé mentre si recava presso i nuovi committenti. Così avrebbero continuato ad alimentare il mito dell'eccelso stilista dedito all'arte della seduzione per profitto.
La cosa divertente in queste situazioni era che lui non si impegnava mai per cercare le grazie di una dama, erano sempre loro che per qualche motivo a lui ignoto trovavano qualcosa in lui. Forse una volta avrebbe potuto capire certi interessi, ma ora no.
Ci si innamora di un bel viso, ma dubitava altamente che qualcuno avrebbe mai potuto scegliere una persona che non aveva nulla da offrire come lui.
"Spero di non avervi messa troppo a disagio di fronte agli altri conti, ma ho pensato fosse un utile espediente per nascondere i veri fini dietro alla nostra passeggiata."
Amalia spostò lo sguardo verso l'esterno. "Certo. Credo che sia meglio che i miei pensino che anch'io sia impazzita per una piccola infatuazione."
Josef sorrise di fronte al lieve rossore che contornò le guance della ragazza.
È un bene che sia così collaborativa. Mi renderà le cose molto più semplici.
Era anche abbastanza convinto che Amalia avesse davvero una piccola infatuazione nei suoi confronti, ma non esternò questi pensieri ad alta voce. La ragazza era già abbastanza tesa così, non c'era motivo di agitarla ulteriormente.
"Il piano prevede una visita ai Keriyak e ai giovani che avevano trovato il corpo. Siete pronta?"
"Non credo." Josef rise.
"Non vi preoccupate. Ho affrontato cose ben peggiori di queste e sono sempre sopravvissuto, vedrete che vi riporterò a casa tutta intera!"
"Come pensate di convincerli a parlarvi di lei? Voglio dire..."
Un sorriso sornione comparve sulle labbra di Josef e Amalia si zittì. La carrozza si arrestò poco dopo. Amalia fece per scendere, ma lui la bloccò.
"Permette di scortarvi." E le tese la mano.
La ragazza indugiò per un breve attimo, ma poi acconsentì alla richiesta dell'uomo. Una brezza leggera la investì nello scendere, mentre Josef lanciò un breve sguardo in lontananza.
Cos'era quel brivido freddo che aveva improvvisamente percepito? Ma nulla di apparentemente strano attirò la sua attenzione.
"Josef?" Sussurrò Amalia vedendolo improvvisamente teso.
"Nulla. Venite." E si diresse senza tanti complimenti verso la loro meta.
"I signori Keriyak sono in casa?" Amalia rimase attonita. Non pensava avrebbe usato un approccio così diretto. Come poteva essere così sicuro che l'avrebbero accolto?
Un uomo si affacciò all'ingresso. "Cosa volete?" Chiese con diffidenza.
Amalia sudò freddo mentre lo sguardo dell'uomo la squadrò. E se sapeva chi fosse? Deglutì a fatica.
"Qualcuno che potrebbe aiutarvi a porre luce sulla morte di vostra figlia."
La ragazza si girò verso Josef, attonita.
Cosa stava facendo?
"Non abbiamo bisogno di altri scocciatori, lasciateci..."
Fece per chiudere la porta, ma Josef fu più veloce, forzandola e impedendo che si chiudesse.
"Vostra figlia era una povera contadina, per questo il suo caso è stato archiviato senza troppe spiegazioni, ma io e lei sappiamo perfettamente che è stata assassinata e che quel mostro dovrebbe morire." Nessuna risposta dall'interno. "So cosa raccontano in giro. Lo sguardo terrorizzato, la strana ferita sul collo. Ma non ho ancora sentito nessuno parlare delle diramazioni rosso sangue sulla sua pelle... O mi sbaglio? E forse almeno uno dei suoi polsi era rotto."
Ancora silenzio tombale dall'altra parte.
Anche Amalia capì che Josef era riuscito nel suo intento, ma... Come aveva fatto? Come poteva sapere quelle cose?
"Allora, posso entrare?" Incalzò l'uomo. La porta si aprì. "Solo per un attimo." "Certo, ce lo faremo bastare."
"Come fate voi a sapere queste cose? Abbiamo cercato di non diffondere ulteriori dettagli rispetto a quelli che quei fetenti hanno sparto ai quattro venti..."
"Ho visto altri casi dove spesso è presente anche la frattura di ossa. So che vi può sembrare strano, ma sono perfettamente consapevole di quello che dico. Vorrei solo sapere se ci sono altri dettagli che potete fornirmi. Qualsiasi altra cosa."
"Voi chi cavolo siete?" Josef rise.
"Un sarto appassionato di creature misteriose. Vi basti questa come informazione."
"Voi potete portare giustizia per la mia Aloysa?"
"Fosse l'ultima cosa che faccio. Mi potreste dire quali furono gli ultimi spostamenti della ragazza e dove sia stata trovata?"
L'uomo si irrigidì. "Per questo dovrebbe chiedere ai ragazzi che l'hanno ritrovata, sa..." Si prese la testa tra le mani.
"Non vi preoccupate. La ringrazio per il vostro tempo."
L'uomo diede un'altra occhiata alla coppia. "Tenetevi stretta la vostra ragazza, non la faccia finire come la mia bambina."
Amalia e Josef si irrigidirono.
"Certo, non le accadrà nulla di male. Arrivederci."
"Arrivederci." Mormorò Amalia, ancora scossa dal fatto che l'uomo aveva pensato che lei e Josef stessero insieme.
Pensava che Josef l'avrebbe contraddetto. Invece si era limitato a liquidare l'uomo. Convenne anche lei che era decisamente più semplice lasciare le cose come stavano piuttosto che spiegare la situazione. Voleva chiedere a Josef se sapesse dove dovessero dirigersi, ma immaginava di sì.
Dopo quello che aveva detto al padre di Aloysa era naturale credere che sapesse molto più di quello che lasciava trasparire, eppure... Quelle parole continuavano a martellarle nella testa.
Diramazioni rosso sangue. Le ossa rotte. Altri casi simili.
Cosa significava?
Erano delle cose che aveva davvero visto in altre occasioni o si era trattato di una storia che aveva inventato sul momento?
Chi era davvero Josef Jäger?
"Amalia?" La ragazza venne strappata dai suoi pensieri.
Vide Josef tendere un braccio verso di lei.
"Volete favorire?" Tentennò, ma alla fine non resistette alla tentazione di essere maggiormente a contatto con lui.
"Altrimenti l'uomo non ci considererà più una coppia di fidanzatini?"
Nessuna risposta giunse.
"A volte è molto più semplice lasciar credere alle persone ciò che vogliono piuttosto che spiegare loro la realtà dei fatti."
"Significa che non riceverò alcuna spiegazione per quanto avete detto prima."
Josef fu ancora una volta sorpreso dalla pronta risposta della ragazza. Girò lo sguardo nella sua direzione e la vide intenta a guardare verso il basso.
"Josef sei sicuro che sia il caso di andare in giro a braccetto?
Mi sento... Osservata."
Il ragazzo rise.
"Ammirano la tua bellezza."
La ragazza sospirò.
"Non ne sarei così sicura."
Scosse la testa scacciando quel ricordo.
Perché tornava proprio in quel momento?
Chiuse brevemente gli occhi.
Perché Amalia era l'unica ragazza che era stata in grado di coglierlo di sorpresa da quando lei l'aveva lasciato.
"Ma va bene così. Immagino che un uomo pieno di misteri risulti molto più affascinante."
"Veramente... Spero che voi non dobbiate mai avere a che fare coi miei segreti, anzi che nessuno debba mai averci a che fare."
"Non va bene, tenersi tutto dentro non fa per niente bene. Porta solo a un lento logoramento del corpo e dell'anima."
"Ma a volte non c'è scelta."
"No."
Convenne Amalia. A volte non si era altro che esseri solitari alla deriva su un'isola deserta dove nessuno ti avrebbe mai raggiunto.
Il discorso sembrò essere giunto a un punto morto mentre Josef continuava a sentirsi profondamente a disagio.
E non per Amalia. Se doveva essere sincero si era ritrovato in situazioni ben più imbarazzanti.
Aveva la sensazione di essere osservato.
E sapeva perfettamente che i suoi sensi non fallivano quasi mai, ma sapeva anche che non poteva girarsi e palesare che avesse notato qualcosa.
E, se si fosse trattato di una creatura della notte, non avrebbe potuto neppure sincerare i suoi dubbi con Amalia. Sarebbero stati sentiti. Sperava solo che non stesse meditando di attaccarlo. Quella povera ragazza non meritava di essere catapultata di forza in quel mondo degli orrori.
"Josef, ecco i due ragazzi!"
L'uomo trasalì sentendo la voce della ragazza e si maledisse. Era molto probabile che qualcuno avrebbe notato le sue reazioni.
"Bene." Si avvicinò con cautela, ma in questo caso sarebbe stato molto più semplice ottenere le informazioni desiderate.
"Siete voi che avete trovato il corpo della ragazza?" I due trasalirono.
"Ancora con questa storia?"
"Non avete altro di cui parlare?"
Josef ignorò le lamentele dei due. "Vorrei che mi portaste dove avete trovato la ragazza."
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata.
"Andiamo, dovete comunque recarvi nella foresta per tagliare la legna, o sbaglio?"
"Preferiremmo non tornare in quella zona, era abbastanza interna..."
"Quanto vi devo pagare per ottenere ciò che voglio?" I due si scambiarono un'altra occhiata.
"Allora?" Chiese Josef con fare spazientito.
"Vi portate anche la ragazza?" Josef lanciò un breve sguardo ad Amalia, ma lei fu più veloce. "Certo che vengo anch'io! Conoscevo quella ragazza..."
Cosa? Pensò Josef confuso.
Da quando la conoscevate anche voi?
Ma non fece domande ad alta voce. L'importante era raggiungere il luogo del delitto.
"Come preferite."
Li condussero alla meta e spiegarono loro come avevano trovato il corpo, poi se ne andarono, lasciando i due alle loro congetture.
Josef poco dopo che se ne furono andati estrasse un quaderno dalla borsa e iniziò a disegnare la scena.
Amalia si avvicinò incuriosita, ma senza chiedere nulla. Percepiva un'incredibile tensione nel corpo di lui, aveva paura che al minimo accenno l'avrebbe riversata tutta su di lei.
"Si sta facendo tardi." Sbottò a una certa l'uomo.
"Ho preso alcune informazioni, forse tornerò più avanti, ma è meglio che vi riaccompagni. Non è sicuro trattenersi a lungo nel mezzo della foresta."
Amalia non obiettò. L'ansia che percepiva nella sua voce le fece credere che vi fosse qualche problema.
Quando si furono allontanati a sufficienza uscì allo scoperto per analizzare anche lei il luogo del delitto.
I suoi biondi capelli illuminati a tratti dalla luce che traspariva dalle foglie.
Quello Josef non era male se era riuscito a percepire la sua presenza, ma vi erano cose che un semplice umano non poteva avvertire.
Un luccichio insolito sotto dei cespugli attirò la sua attenzione.
Un piccolissimo rubino.
Si guardò intorno furtiva.
Non poteva essere proprio lui, vero?
03/11/2022
Buonasera, oggi ho scelto di aggiungere il disegno di Maria, anche se lei non è troppo presente in questo capitolo, l'ho disegnata un sacco di volte prima di essere soddisfatta e forse ancora non lo sono XD
Le diramazioni che nomino in questo capitolo sono una mia invenzione a ufo, avevo bisogno di un elemento vagamente intelligente da aggiungere ai classici segni lasciati dai canini. Ma, dato che di creature immaginarie parliamo, penso che posso prendermi tutte le libertà che voglio.
Ricordatevi che Edward Cullen sbrilluccicava.
Spoiler: i miei vampiri non sbrilluccicano.
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