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10 - Invito

Herius sostenne lo sguardo di Josef senza vacillare.

Si aspettava di sentire una domanda simile prima o poi.

Che ragazzo sfrontato. Chissà cosa teneva in quella borsa per sentirsi così sicuro.

Non aveva ancora capito con chi aveva a che fare.

Lui non era come quegli squallidi che infestavano gli incubi delle persone. Lui non era così rozzo e prevedibile.

Sentiva una lieve tensione in Maria, ma avevano già concordato la linea d'azione prima che il sarto arrivasse. E avevano deciso che sarebbero stati sprezzanti del pericolo.

"È quasi impossibile non sapere di quel triste evento, non trovate?"

"Cosa intendete?" Chiese Josef.

Herius sorrise. "Gibergan non è un posto così grande, sembra che tutti sppiano tutto di tutti. Pensate davvero che sia così insolito essere a conoscenza di un fatto avvenuto neppure due mesi fa?"

"E questo non vi ha impedito di tornare?"

"E perché mai avrebbe dovuto influenzare le nostre decisioni? Dopotutto anche voi siete qua nonostante l'omicidio. Non dovrei forse porvi la stessa domanda?" Le sue dita sollevarono il calice di vino, portandolo alle labbra.

Josef lo osservò guardingo mentre beveva un sorso.

Con la coda dell'occhio spostò lo sguardo verso Maria, cercando di capire.

"È stata una disgrazia, certo. Ma il nonno raccontava sempre storie strane su questo luogo." Sussurrò lei. Lo sguardo sempre impassibile.

L'uomo deglutì. "Anche voi sapevate delle storie del passato?" Chiese Herius.

"Mi era giunta qualche voce, ma nulla di troppo interessante."

Questo era vero. Era riuscito a recuperare qualche informazione su quel luogo, ma nulla di estremamente importante che potesse aiutarlo davvero.

"La cosa più importante per me è riuscire a fare affari.Questa è l'unica cosa che mi importa quando viaggio."

"Mi sembra un'ottima cosa, mio caro Josef. C'è bisogno di persone risolute come voi in questo mondo. E grazie a voi Maria avrà il regalo più bello che le abbia mai fatto."

Maria lanciò un'occhiata al padre.

Ho capito che dobbiamo adularlo, ma non stai esagerando?

"Vi ringrazio per la fiducia che state riponendo in me. Ne sono onorato. Pensavo, di solito lascio le mie proposte per qualche giorno al cliente per permettergli di valutare cosa potrebbe desiderare. Cosa ne pensate?"

Herius finse di riflettere sulla sua proposta.

In realtà non aveva bisogno di valutare.

Aveva già deciso quale sarebbe stata la sua scelta per Maria, ma non sarebbe stato per niente divertente mostrarsi così risoluto.

"Mi sembra un'ottima idea, signor Jaeger. Però mi sembra scortese mandarvi via così presto. Vi andrebbe di restare con noi ancora un pò?"

Maria colse al volo il suggerimento del padre.

"Oh, vi prego. Sapete, sto aspettando Amalia per il tè. Dovrebbe arrivare a breve!"

Lo disse con nonchalance, ma sia lei che Herius stavano cercando di studiare la sua espressione. Nessuno dei loro interventi era casuale in quel colloquio.

E i duchi ottennero esattamente la risposta che volevano.

Il corpo dell'uomo si era inevitabilmente teso.

Maria ricordò divertita le voci che aveva sentito mentre danzava con lui al ballo.

Chissà cosa avrebbero pensato in quello stupido posto se avessero saputo che loro tre avrebbero preso il tè insieme. Ma la cosa più interessante era vedere cosa avrebbe risposto Josef alla sua proposta.

Si sarebbe permesso di rifiutare?

O avrebbe partecipato per evitare che Amalia diventasse una povera vittima sacrificale di chissà quale perverso vampiro?

Incredibile che potesse credere che potessero permettersi di essere così sfacciati e incuranti delle dicerie. Maria leggeva chiaramente nel suo sguardo gli orridi pensieri che stavano prendendo scena nella mente di Josef.

La disturbavano.

Più di quanto avrebbe ritenuto possibile.

Non devo essere per forza alla ricerca di qualcuno da uccidere.

"Parlate di Amalia Reddan, l'avete invitata alla fine?"

La vampira si trattenne a stento dallo sbuffare. Le sembrava abbastanza ovvio di chi stesse parlando.

"Sì, mi sono permessa di richiedere già oggi la sua presenza. Conoscere qualcuno di nuovo non potrà fare altro che allietare le mie giornate."

Josef esitò.

Immaginò lui, Maria e Amalia prendere il tè allo stesso tavolo e venne assalito dallo sconforto. Così poteva davvero sembrare che sedurre ragazzine fosse il suo passatempo preferito. Ma non poteva ignorare l'incognita di Maria e Herius.

Se se ne fosse andato avrebbe lasciato Amalia in balia di due probabili vampiri. Poteva davvero permettersi una leggerezza simile? Certo, la prima impressione che aveva avuto di loro era buona, ma chi poteva garantirgli che non stavano architettando qualche piano machiavellico?

"Vi ringrazio molto per l'offerta, ma siete sicura che io possa esservi di compagnia? Immagino che possiate sentirvi a disagio alla presenza di un uomo..."

è solo il mio corpo ad essersi fermato a 19 anni, non la mia mente.

Ma non era certo un'affermazione che poteva fare. Non ancora quantomeno.

E aveva ragione, anche lei pensava che Amalia non si sarebbe sentita a suo agio con Josef.

"Oh, non avete tutti i torti, ma quale migliore compagnia ci sarebbe per discuisire di moda, non trovate?"

Herius tornò a sorseggiare il suo calice di vino approvando la dialettica della figlia. L'aveva colto in scacco. Lo stava quasi obbligando a restare. Era l'ennesima prova che passare secoli accanto a lui l'avevano resa un'attenta calcolatrice.

I trent'anni di Josef non potevano niente con i loro secoli di esperienza.

Infatti Josef si trovò all'angolo in seguito a quella affermazione.

Sospirò.

"Come posso darvi torto... ma, vedete, pensavo che gli argomenti da tè fossero altri..."

"Non provate ad ingannarmi signor Jäger, sanno tutti che amate ottenere i favori delle vostre clienti e atteggiarvi da Don Giovanni senza mai oltrepassare i limiti."

"Ma io ho già ottenuto i vostri favori. Amalia è già una mia cliente e voi lo siete appena diventata. Come potrebbe mai giovarmi intrattenermi con voi per una tazza di tè?"

"Quindi mi state dicendo che non siete interessato alla nostra compagnia? Non siete per niente cortese." Sorrise sentendo una carrozza avvicinarsi in lontananza. Adorava quando lei e il padre si accordavano per elaborare un piano insieme.

"Sapete, ho delle commissioni da portare a termine, ma, considerando che sono giunto fin qui per discutere del vostro vestito, immagino che trattenermi ancora un pò non sarà una tragedia."

"Sono felice di sentirvelo dire. Sono convinta che Amalia sarà felice di sapere che ci siete anche voi." Josef invece non era tanto sicuro della veridicità di quell'affermazione. Dubitava che Amalia potesse tollerare quella situazione, ma forse c'erano cose che Maria non sapeva. Forse non aveva notato come lo guardava Amalia. "Tesoro, credo che la tua ospite sia arrivata." Maria si sollevò per recarsi alla finestra. Aveva sentito già prima la carrozza, ma voleva mostrare tutto il suo entusiasmo a Josef. La loro recita non poteva interrompersi per nessun motivo.

Amalia osservava con una certa apprensione il paesaggio circostante scorrerle accanto. Se doveva essere sincera avrebbe preferito trovare una scusa per evitare di doversi veramente recare dai Regulus, ma neppure ci aveva provato.

Era abbastanza certa che il padre l'avrebbe costretta a recarsi in quel luogo anche in preda alle più lancinanti convulsioni.

L'importante era creare un legame con i duchi. L'aveva sentito farfugliare qualcosa sul figlio del duca, ma aveva deliberatamente ignorato qualsiasi commento sulla questione. Forse meno sapeva di cosa passava per la mente del padre e meglio era per lei.

Anche in quei momenti le mancava Dietrich.

Era l'unica persona con la quale potesse sfogarsi un poco all'interno di quelle quattro mura che la asfissiavano. Da quando se n'era andato la sua vita sembrava più triste e cupa. E non poteva neppure fare affidamento su delle vere amiche. Era un'anima sola.

Fare conoscenza con Maria non poteva certo recarle alcun danno. Alla fine le aveva dato una buona impressione la sera del ballo. Era stata carina ad invitarla da lei e dubitava potessero esserci secondi fini se non quello di trovare uno svago in una giornata noiosa.

Dopotutto sapeva benissimo anche lei cosa significava.

Osservò con stupore e interesse la villa in stile gotico che si faceva sempre più vicina. Era uno spettacolo meraviglioso.

Nonostante l'abitazione non si trovasse troppo distante dal centro non le era mai capitata di vederla, ma si trattava pur sempre di una costruzione sul limitare della foresta e le sue passeggiate non si erano mai spinte così lontano.

Neppure quando si trovava in compagnia di Dietrich.

Anche per questo quella visita aveva per lei il sapore di un'incredibile avventura.

Pensò ancora alle sue amiche.

O a quelle che si erano spacciate per tali in passato.

Dopo che le voci della relazione di Dietrich con Aloysa avevano raggiunto l'orecchio di chiunque, Amalia aveva provato a mettere una buona parola per la ragazza tra le altre dame, ma era stata denigrata.

L'avevano definita una stupida nel suo folle credere che una contadina potesse stare con un nobile per amore, continuavano a ripeterle che la sua era una farsa, che doveva aprire gli occhi ma, soprattutto, che avrebbe dovuto parlare con Dietrich per fargli rendere conto della menzogna della quale era caduto vittima, ma lei non demordeva.

Lei difendeva Aloysa, l'aveva fatto fino alla fine.

Ma troppo tardi si era potuta rendere conto da che tipo di persone fosse circondata: persone ipocrite prive del benché minimo scrupolo o sentimento.

Nessuno aveva fatto le condoglianze a Dietrich.

Nessuno aveva provato a mettersi nei suoi panni.

Tutti avevano semplicemente commentato che era meglio fosse andata così, ora il ragazzo avrebbe potuto cercare una vera compagna di vita e smetterla di giocare.

In quel frangente aveva capito che molte delle sue amiche erano interessate ad ottenere la mano del fratello e con la morte di Aloysa pensavano che avrebbero potuto finalmente avere carta bianca.

Nessuna di loro teneva davvero a lei come persona.

L'unica che aveva provato a vedere oltre il suo essere una nobile era stata proprio quella contadina.

La sua morte non aveva sconvolto solo il fratello.

Amalia si era resa conto troppo tardi di aver forse perso l'unica vera amica che avesse mai avuto.

Non voleva sostituire ciò che era stato con qualcosa di nuovo. Sapeva che Maria non poteva essere il rimpiazzo di qualcun'altro. Anche lei era una persona pensante con la propria personalità, ma forse poteva comunque portare una ventata d'aria fresca nella sua vita.

Nulla poteva però prepararla alla sorpresa di vedere la giovane duchessa venire ad accoglierla di persona. Era a dir poco sbalordita.

Sapeva per esperienza che nessun nobile si sarebbe mai abbassato ad un gesto simile, anche se il motivo di tale azione era dovuto all'assenza di servitù. Anche qui trovò la situazione alquanto strana. Com'era possibile che dei duchi non avessero nessuno che si occupasse della casa? Come facevano ad andare avanti così?

"Amalia. Spero non ti dispiaccia, ma non saremo sole!"

La ragazza pensò avesse invitato qualche altra nobile, magari qualcuna che si era spacciata per sua amica, ma nulla riuscì a contenere il suo stupore quando raggiunsero la meta. "Signor Jäger!?!" Esclamò sorpresa. Cosa stava succedendo? Cosa si era persa?

21/07/2023

A settimana prossima per del buon tè tutti insieme  ☕☕☕

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