1 - Il Cacciatore di Vampiri
Osservò la sua immagine riflessa nello specchio, spostò lievemente la testa di lato.
Un sorrisetto consapevole si dipinse sulle sue labbra.
Faceva un figurone, come sempre.
Anche questa volta era più che certo di riuscire a concludere l'affare. La giovane contessa aveva già mostrato sufficiente interesse da convincerlo che la sua partecipazione a quello stupido ballo indetto dal padre di lei non avrebbe fatto altro che aumentare la sua rete di conoscenze e di successo. Il gioiellino che le aveva fatto era uno dei migliori che aveva realizzato recentemente, la dama sarebbe rimasta entusiasta.
Questo avrebbe incuriosito le altre partecipanti al ballo. E lui, grazie alle sue doti di adulatore, non avrebbe fatto altro che farle cadere tutte nella sua trappola.
Disdicevole forse pensare che le donne dell'aristocrazia potessero arrivare a fare qualsiasi cosa per accaparrarsi i migliori vestiti circolanti sulla piazza, ma ancora più disdicevole era vedere come si lasciassero adulare così facilmente da chiunque.
Non che lui potesse essere paragonato alla stregua di un Don Giovanni qualunque, anzi, tutt'altro.
Il suo unico interesse era concludere il maggior numero di affari interessanti nel minor tempo possibile e, se adulare delle giovani aristocratiche gli garantiva il successo, allora lui era più che ben disposto a usare le sue armi di seduzione. Naturalmente senza mai scendere nell'inopportuno e senza spingersi mai a promettere cose che non avrebbe mai dato.
Aveva ben altro a cui pensare che correre dietro agli insensati capricci di una donna.
La maggior parte delle nobili non sapeva fare altro, ma lui era un uomo d'affari ben disposto ad approfittare delle debolezze del gentil sesso, ma non solo.
Anche i ricchi padri delle donzelle in questione erano spesso inclini ad assecondare i desideri delle figlie e delle mogli. E tutto questo non faceva altro che favorirlo. Ormai erano anni che lavorava nell'ambiente della moda e si era fatto un nome grazie alla sua capacità di analisi.
Aveva semplicemente osservato il mondo che lo circondava per coglierne ogni particolare utile per il suo profitto, dare importanza a ogni singolo elemento era fondamentale.
Le piccolezze più insignificanti potevano portare alle scoperte più sconcertarti. Aveva imparato a sue spese che il mondo nasconde molto più di quel che mostra a coloro che si accontentano di restare in superficie. Che si accontentano o fingono. Perché a volte fingere di non vedere, di non essere parte di qualcosa di ben più losco, è più comodo.
Nel suo caso non si poteva dire che avesse avuto modo di scegliere quale delle due strade intraprendere, era stato portato di forza a scontrarsi con il reale.
Così era finito col diventare anche lui una strana creatura, ma era riuscito a guadagnarsi il favore della gente.
Tornando con lo sguardo sulla sua immagine riflessa dallo specchio ricordò uno dei diversi motivi che l'avevano spinto a rivolgersi alla moda femminile più che a quella maschile. Offriva molte più prospettive. Era molto più semplice creare modelli di abiti diversi, innovativi e che potessero rispondere alle esigenze della cliente di turno riuscendo a sfruttare al meglio la sua creatività. Si occupava comunque di abiti maschili, ma aveva sempre pensato che quelli femminile offrissero più opportunità.
Inoltre, come aveva riflettuto prima, aprire nuove trattative per abiti con donne e fanciulle della nobiltà era molto più frequente e redditizio, gli era costato del tempo e fatica riuscire a raggiungere i piani alti della società, ma, grazie al duro lavoro e alla giusta perseveranza, era riuscito a far funzionare il suo piano alla perfezione e ora poteva vantare una vita molto più che dignitosa, una vita che molti anni prima neppure avrebbe creduto di poter desiderare.
L'ultimo punto da considerare era come le donne potevano facilmente cadere vittime delle creature alle quali dava la caccia. Poteva affermare ciò perché spesso gli era capitato di cacciare mostri che sceglievano con cura particolare le proprie vittime creando in loro una falsa percezione della realtà.
Le facevano sentire belle, amate e desiderate al punto che queste erano disposte ad assecondare qualsiasi turba mentale del proprio amante e aguzzino, ma è spesso questo quanto succede quando si viene a contatto con una bellezza disumana che fa perdere ogni contatto con la realtà.
Era la bellezza inebriante della morte che bussava alla tua porta conducendoti lentamente nell'abisso.
E una volta dentro non vi era modo di uscirne.
Comprendeva bene quei sentimenti.
Spesso quando entrava in contatto con la versione femminile di quei mostri veniva anche lui sedotto, ma lui sapeva.
Sapeva cos'erano.
Cosa facevano.
Di cosa si nutrivano.
Creature senza scrupoli e sentimenti che meritavano solo di estinguersi dalla faccia della terra.
Lui vedeva il marcio dietro all'eterea bellezza che quelle creature della notte portavano con loro.
Anche nei casi di vampiri meno avvezzi alla vita in società e che cacciavano solo in luoghi dimenticati da Dio vi era sempre quest'aurea di bellezza insostenibile.
Toccare quella bellezza significava morirne.
Lui si era prefissato di eliminarne quanti più poteva.
Li aveva studiati per anni, rischiando più di una volta la sua vita, quella sua vita che per seguire questo scopo aveva cambiato completamente.
Aveva bisogno di un lavoro che gli permettesse di guadagnare e conciliare la sua attività da cacciatore di vampiri.
Doveva ammettere che la decisione di entrare nel mondo della moda e della sartoria era stata più un azzardo dettato dall'urgenza di muoversi velocemente piuttosto che a una scelta consapevole.
D'altronde dopo che il mondo del sovrannaturale e delle credenze popolari era entrato di prepotenza nella sua esistenza non sarebbe più stato in grado di continuare nel progetto di vita iniziale. E così, quasi per un caso fortuito, si era ritrovato a muovere i suoi primi passi nella nuova attività.
Contemporaneamente aveva iniziato a raccogliere il maggior numero di informazioni possibili su quei mostri della notte.
Era diventato sempre più vigile.
Sempre più attento nell'individuare e decifrare quei dettagli che qualificavano inequivocabilmente un vampiro.
Ma il suo obiettivo sembrava quasi irraggiungibile all'inizio.
Come avrebbe mai potuto uccidere una creatura destinata a vivere per l'eternità?
Una creatura diventata una perfetta macchina assassina?
Come poteva un semplice umano fare fronte a ciò?
Sembrava davvero impossibile, eppure piano piano era riuscito a trovare delle possibili soluzioni e ora poteva vantare il titolo di cacciatore di vampiri.
Vantare.
Ovviamente non andava in giro a vantarsi di ciò, non aveva passato anni a crearsi una vita da ricco scapolo creatore di meraviglie di tessuto a caso.
Necessitava di una solida copertura e che quasi nessuno sapesse quali fossero le sue vere attività.
Perché se da un lato l'esistenza di un cacciatore di vampiri fosse stata confermata, questo avrebbe sì messo in guardia i vampiri, ma al punto da controllare meglio le loro mosse impedendo a lui di stanarli e portare a termine il suo compito. Allo stato attuale poteva invece contare in un certo qual modo sull'effetto sorpresa.
Meno quei mostri sapevano che esisteva qualcuno in grado di contrastarli e più sarebbe stato semplice per lui mantenere la promessa che si era fatto tanti anni prima.
Anche se ormai era certo che nel mondo dei vampiri qualche voce sul suo conto girasse.
Forse più di qualche voce.
Per questo prudenza e attenzione lo guidavano sempre.
Uno sbaglio avrebbe potuto condurlo facilmente alla morte.
E anche in questo caso la presenza in questa città e il suo aver accettato di partecipare a uno stupido ballo non erano casuali.
Raramente si muoveva senza un fondato motivo.
E anche in quella cittadina vi era qualcosa che aveva attirato la sua attenzione.
Alle sue orecchie era giunta voce di alcune storie molto singolari. Alcune sparizioni e morti abbastanza peculiari. Nonché l'elemento principe indice di una probabile presenza di creature immortali.
Le tracce lasciate dai canini sul corpo della vittima.
Doveva ammettere che rimaneva sempre molto sorpreso quando veniva a sapere di casi dove queste cicatrici erano ben visibili.
La maggior parte dei vampiri sapeva che era meglio evitare di lasciare tracce evidenti del loro passaggio. Ne andava della loro tranquillità.
Gli umani non erano in grado di tener testa a loro, ma già il suo caso dimostrava che, con la dovuta preparazione, era possibile uccidere una creatura già morta.
Esporsi troppo per loro avrebbe rappresentato senz'ombra di dubbio un rischio che si preferiva evitare. Agire indisturbati nell'ombra era il loro stile di vita.
Riteneva che segni evidenti del loro passaggio fossero dovuti a negligenza o alla furia del momento.
Aveva visto coi suoi occhi cos'era in grado di fare un vampiro assalito dalla sete.
Perdeva completamente la ragione diventando incontrollabile.
La sua facciata umana cadeva completamente per lasciare il posto all'assassino.
I loro occhi diventavano colore del sangue.
Era una visione da brividi.
Eppure in un paio di occasioni era riuscito a sfruttare quest'elemento a suo favore.
Perché quando un vampiro veniva sopraffatto dalla sete sembrava perdere completamente l'uso della ragione.
Josef pensava che fosse questo il motivo grazie al quale la storia delle strane cicatrici era giunta alle sue orecchie.
Un vampiro doveva aver perso il controllo dimenticandosi poi di ripulire la scena del crimine.
Tre mesi fa aveva sentito della giovane contadina trovata morta nel bosco.
Nessuno era riuscito a comprendere quale potesse essere la causa del decesso in quanto l'unico segno evidente che portavano erano quei due buchi sul collo che avevano suscitato sì dello scalpore e della paura tra gli altri contadini del luogo, ma più una malsana curiosità tra le cerchie della borghesia e piccola aristocrazia di quel luogo, questi ultimi erano chiaramente più interessati a creare le storie più assurde per spiegare l'accaduto.
Per quello che era riuscito a percepire lui pareva che nessuno si fosse avvicinato alla realtà dei fatti.
Realtà che comunque nemmeno lui conosceva.
Non poteva essere certo al cento per cento che si trattasse di un vampiro.
Più volte si era attivato nelle sue ricerche per poi rimanere tristemente deluso nel constatare che molte storie oscure erano generate dalla mente malata delle persone e che niente avevano a che fare col soprannaturale.
Ma altre voci gli erano giunte.
E questo l'aveva convinto che quel luogo si sarebbe guadagnato un sopralluogo.
Per questo si era prodigato per ottenere delle commissioni proprio lì.
A Gibergan.
Benvenuti nella mia nuova storia vampiresca ✨
Sono bene accetti qualsiasi tipo di commenti, anche critiche, basta che manteniate un tono civile.
Le tematiche che svilupperò man mano non sono per niente leggere, ma metterò dei trigger warning nei capitoli più pesanti e delicati, ma avvisatemi nel caso riteniate utile la loro presenza in altre parti (poi penso che esiste il Trono di Spade e che potrei pormi meno problemi lol).
Nell'immagine in alto trovate un disegno del nostro magico protagonista Josef Jäger in tutto il suo splendore, spero che un giorno possa farvi piangere tutte le vostre lacrime 💖
Quello che mi propongo di fare è pubblicare un nuovo capitolo ogni giovedì ✨
06/10/2022
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