Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

afterglow

Afterglow: nm. bagliore residuo; nf. postluminescenza

Fighting with a true love is boxing with no gloves,

chemistry 'til it blows up, 'til there's no us. 

Why I had to break what I love so much?

La relazione tra Lily Evans e James Potter era stata sempre molto complicata.
Avevano iniziato odiandosi all'età di 11 anni e avevano finito per amarsi a 18.
Il vero problema è che, essendo sempre stati abituati ad odiarsi, non avevano la minima idea di come si facesse ad amarsi e -di conseguenza- continuavano a ferirsi a vicenda e a fare passi falsi.
Si erano amati per la prima volta a metà dell'ultimo anno di scuola.
«È stato un errore » aveva detto Lily rivestendosi in fretta e furia ed era uscita dalla stanza di James, lasciandolo esterrefatto.
Da quel momento erano passate due settimane e non si erano più rivolti la parola. Si evitavano durante i pasti e le lezioni.
Non era nemmeno imbarazzo, quello che li divideva.
Lily lo allontanava per la paura che aveva provato a seguito delle sensazioni percepite durante il loro rapporto: passione, bellezza, soddisfazione, forse amore?
James era troppo orgoglioso per andare da una ragazza che era scappata dal suo letto subito dopo aver fatto l'amore. Non gli era mai capitato e non sapeva nemmeno come reagire. Di solito era lui quello che scappava dai letti altrui: gli aveva insegnato tutto Sirius.
Prima si attacca: si inizia a parlare, a farle la corte, a farle quasi credere che possa -addirittura- esserci interesse; poi le si da un bacio, leggero, senza troppa intenzione e, se lei ci sta, si inizia a far capire quello che si vuole. Se lei acconsente si va in camera sua -ovviamente, altrimenti dove si scappa quando si ha finito?- e si fa ciò che si deve. Successivamente, prima di andar via, bisogna dire la frase tipica e che funziona sempre: è stato bellissimo, grazie; ma sono sicuro di non poterti dare quello che vuoi, scusami. E poi si lascia il letto.
Nel caso la ragazza dorma, la regola è lasciare il letto subito e -solo se necessario- dire la stessa frase se la si dovesse rincontrare.
Se, invece, la ragazza non volesse niente di serio, si può semplicemente continuare una relazione puramente carnale e sessuale. Le miglior che James aveva mai vissuto, oltretutto.
Ma con Lily non era la stessa cosa per due motivi principali: primo, ne era innamorato e ormai lo sapeva, era chiaro ed evidente e non aveva più voglia di far finta non fosse così; secondo, se n'era andata lei dal suo letto e non il contrario.
Si accese una sigaretta di contrabbando che gli aveva dato Sirius appoggiandosi al muro, sotto un portico che dava sul cortile. Erano, più o meno, le tre di notte e lui non riusciva a dormire. Si strinse nella sciarpa Grifondoro e nel cappotto nero che gli arrivava alle caviglie; gennaio giungeva al termine e il freddo gli intorpidiva le dita già fredde.
Da quando aveva fatto l'amore con Lily non sapeva pensare ad altro; sembra esagerato, è vero, ma il suo corpo sotto le sue dita e il ricordo di quell'azione gli faceva venire la pelle d'oca. Aveva il ricordo delle sue mani che passavano tra i capelli rossi, lunghi e lisci di lei, per poi scendere ed accarezzarle la pelle pallida; quando era stato vicino al suo viso aveva quasi pensato di poterle contare le lentiggini.
Avevano litigato, era iniziata così. Litigavano sempre, comunque, quindi nessuno dei due ci aveva dato peso più di tanto.
James si ricordava perfettamente tutta la situazione: dopo un pomeriggio di discussioni su un progetto che dovevano portare a termine come Capiscuola, erano rimasti da soli in Sala Comune, a seguito accese discussioni con gli altri compagni riguardo la situazione di terrore in cui si trovavano e l'ascesa di Lord Voldemort che incombeva su di loro. Si ricordava anche che Remus Lupin era l'unico che non aveva praticamente parlato, probabilmente terrorizzato dall'idea di quello che l'avrebbe aspettato appena uscito dalle mura di Hogwarts ed era, infatti, la stessa persona che si era alzata per prima dalle poltrone ed era andato a dormire.
Non riusciva ancora a discutere del suo futuro, ne era ancora troppo spaventato. James e Lily si erano trovati, alla fine, a parlare proprio di questo. preoccupati per il loro amico si erano promessi che l'avrebbero sempre aiutato, anche dopo la scuola. Ne avevano discusso tra di loro, dicendo quanto fosse ingiusta la situazione in cui Remus si trovava.
Finché James aveva detto: «Forse non dovremmo organizzare i giorni della settimana in cui ospitarlo, in caso ce ne fosse bisogno »
Lily l'aveva guardato con un'espressione confusa sul volto. «Cosa intendi? »
Ormai la litigata del pomeriggio era sfumata e riuscivano a parlare tranquillamente.
«Beh, vivremo insieme, Evans, lo sai anche tu »
Lily aveva riso e James l'aveva seguita a ruota; gli piaceva sempre vederla ridere, lo rendeva felice.
«Devi smetterla, James » gli aveva detto lei, ma non l'aveva guardato negli occhi, aveva guardato il pavimento.
Così lui si era avvicinato a lei sul divano. «Ok » aveva cominciato. «Vuoi che smetta? » Lily non aveva risposto, teneva lo sguardo basso e James aveva tossicchiato prima di dire queste parole. «Guardami negli occhi e dimmi che vuoi che smetta, dimmi che non sei interessata a me, Lily, e io la smetterò »
Lei aveva fatto un sussulto e aveva alzato il volto, incrociando lo sguardo di James, che stava aspettando una risposta. Aveva aperto la bocca e stava per dire qualcosa che James non avrebbe voluto sentirsi dire, ma si fermò. Improvvisamente esitava e lui aveva deciso di non perdere l'occasione: poggiò le sue labbra su quelle di lei. Era il loro primo bacio e lui voleva che fosse dolce, perfetto. Lily si scostò d'istinto, poco dopo aver baciato per la prima volta James Potter. Lo guardava con occhi spalancati che lui non riusciva a capire,né a leggere; gli sembravano quasi spaventati -e aveva ragione, ma ancora non lo sapeva-. Stava aspettando una risposta da parte di lei, che non arrivava. Così disse: «Scusa, ho sbagliato ... » lei scosse la testa e lo baciò, prendendogli il volto tra le mani.
Poi i baci si fecero più urgenti, più veloci e così i loro movimenti. James capì quando la mano di Lily andò sotto la sua maglietta bianca per toccargli il petto, la schiena... Così decise di portarla nella Stanza delle Necessità e la fine di questo incontro è ormai risaputa.
Aveva ancora un piccolo graffio che lei gli aveva lasciato sul braccio; gli aveva fatto male, ma non aveva fiatato.
Fece l'ultimo tiro di sigaretta ed incenerì il mozzicone con un incantesimo.
Aprì la Mappa del Malandrino e guardò che il passaggio per cucine fosse libero, così da poter tornare in stanza e cercare di dormire; notò che un puntino vagava avanti ed indietro nella Sala Comune Grifondoro: Lily Evans era sveglia e -a quanto pareva- agitata.
James sudò freddo e non seppe che fare: aveva il coraggio di affrontarla e vederla? Non aveva molta scelta, se voleva tornare nel suo letto: doveva per forza passare da lì.
La sua mente alternava due opzioni: continuare a fissare la Mappa fino a vedere il suo nome andare in Dormitorio ed avere via libera, o non nascondersi più e fronteggiare la situazione da vero adulto quale era.
Alla fine il suo corpo decise per lui ed iniziò a camminare senza nemmeno accorgersene.
Attraversò le cucine e i passaggi senza nessun intoppo: Gazza dormiva nel suo ufficio e non pareva aver voglia di muoversi; non c'era nessuno eccetto lui, nei corridoi.
Arrivato davanti al quadro della Sala Comune prese un gran respiro, prima di dire la parola d'ordine. Chiuse gli occhi, mentre la porta si apriva, non senza un rimprovero della Signora Grassa dato l'orario in cui la svegliava, ma lui la ignorò con una smorfia.
Lo sguardo di Lily si puntò sull'ingresso quando sentì che stava per entrare qualcuno e trasalì non appena vide James.
Aveva indosso una vestaglia ed un maglione aperto e sembrava nervosa.
«Ciao » disse lui a mezza voce, non aveva idea di come comportarsi.
«Ciao » rispose allo stesso modo Lily, spiazzata nel vederlo rientrare così tardi. «Cosa ci fai in giro?» chiese, infatti. «C'è stata qualche festa a cui non sono stata invitata? »
James si tolse il cappotto e si passò una mano nei ricci ancora più folti a causa dell'umidità a cui erano appena stati sottoposti. «No, non riuscivo a dormire » rispose sincero. «Tu cosa ci fai in giro, invece? »
«Non sono in giro » obiettò lei. «Sono in Sala Comune. Tu sei stato in giro »
Sembrava che quelle due settimane non fossero passate e che si fossero evitati per niente: interagivano come sempre, senza imbarazzi e senza difficoltà. Erano stati due stupidi a reagire in quel modo e, in quel momento, lo pensarono entrambi.
James alzò gli occhi al cielo e sprofondò nel divano. «Okay, allora cosa ci fai in Sala Comune? » si corresse.
Lily non rispose a parole, ma prese un giornale da un tavolino e glielo diede in mano. La prima pagina recava un titolo agghiacciante: Famiglia sterminata nell'intento di proteggere il figlio Mezzosangue da un attacco. 
«Cazzo » sussurrò James tirandosi su e mettendosi seduto con la schiena ritta.
Lily continuava a camminare avanti ed indietro, mangiandosi le unghie e passandosi le mani nei capelli.
E lui vide il terrore nei suoi occhi, la paura che stava provando, e gli tremarono le mani; vederla così indifesa e spaventata gli metteva rabbia, gli faceva venir voglia di spaccare qualcosa. Al contrario, però, appoggiò con calma il giornale sul divano e si avvicinò a lei, le si piazzò davanti e le prese le spalle, costringendola a guardarlo.
«Andrà tutto bene, Lily. I tuoi genitori sono al sicuro, tu sei al sicuro » la confortò. «Non c'è posto migliore di Hogwarts »
«Sta andando tutto a rotoli » scosse la testa sconsolata, aveva gli occhi lucidi. «Non so come fare, non so come aiutare gli altri, la mia famiglia, me stessa... » la voce le si ruppe, mentre diceva quelle parole e James la avvolse in un abbraccio.
«Ti aiuto io, Lily » le baciò la testa e la strinse a sé, mentre lei ricambiava l'abbraccio. «Prometto che nessuno ti farà mai del male, non finché ci sarò io »
Lily si scostò il sufficiente per poterlo guardare negli occhi. «Dobbiamo fermarlo, James. Qualcuno lo deve fare »
Lui annuì. «Lo faremo, okay? »
Lei annuì a sua volta, in risposta. «Bisogna mettersi in moto il prima possibile, lo vedi anche tu cosa sta facendo, vero? Sta iniziando a disseminare terrore, si sta muovendo... Non possiamo stare fermi »
Lui le prese il volto tra le mani e fissò i suoi occhi scuri in quelli verdi di lei. «E non lo faremo, Lily, ci muoveremo, faremo tutto, ma non dobbiamo iniziare stanotte, okay? Ci pensiamo da domani» le diede un bacio sulla fronte che lei non rifiutò, al contrario, chiuse gli occhi e si beò di quel contatto così dolce. «Che ne dici di riposare? »
Lei sorrise appena e si allontanò con delicatezza da lui, per poi avviarsi in dormitorio, mentre lui la guardava.
Mentre stava per aprire la porta, però, Lily si voltò e lo guardò. «Grazie » sussurrò.
«Di niente » rispose lui allo stesso modo e la osservò chiudersi la porta alle spalle.

This ultraviolet morning light below tells me this love is worth the fight. 

Island took and island, punished you in silence

went off like sirens, just crying

Aveva trattato male Severus Piton e l'aveva preso in giro davanti a tutta la scuola; ma poi aveva chiesto scusa (a lei, mai a Piton).
Aveva fatto dispetti a chiunque, interrompendo lezioni e dando fastidio in classe; ma poi aveva smesso e se ne era pentito. Quando parlava, adesso, le sembrava di sentire una persona adulta, matura e consapevole del mondo che lo circondava: un mondo che a lei faceva paura, ma faceva paura anche a lui. E dopo la sera precedente, Lily non riusciva a pensare ad altro se non alle sue parole e non era riuscita a dormire. Perché? Forse perché avrebbe voluto che nel letto, insieme a lei, ci fosse stato anche lui. Forse perché era stato un errore dire che era stato un errore. Non c'era nessuno sbaglio, in quello che avevano fatto, e lei se ne era accorta quando aveva seriamente creduto alle sue parole, a ciò che lui le aveva detto e a come lei ci aveva -incredibilmente- creduto: Nessuno ti farà mai del male, non finché ci sarò io. Si era seriamente sentita protetta, al sicuro e senza nessun dubbio riguardo alla sua sincerità. Sapeva, semplicemente, che James avrebbe sempre fatto di tutto per difenderla. Perché la amava. E lei amava lui. Ed era impossibile che lei lo amasse, perché, insomma: era James Potter. Lo stesso che aveva fatto il bullo con il suo migliore amico, ma che con i suoi amici dimostrava una lealtà disarmante; lo stesso che aveva fatto una rissa in cortile con un Serpeverde prima di una partita di Quidditch perché aveva chiamato un suo compagno di squadra "Mezzosangue" e Lily sapeva come ci si sentisse, ad essere denigrati in quel modo davanti a tutti, perché era successo anche a lei. E, forse, iniziava a pensare che James non avesse tutti i torti su Piton: diceva di volerle bene, ma l'aveva insultata davanti ad un sacco di persone, l'aveva ferita e non c'era scusa che tenesse, per una cosa del genere.
 Era stata la goccia che aveva fatto traboccare un vaso ormai quasi colmo di incomprensioni, di gelosia, di punti di vista differenti. Bastava pensare a ciò che Piton diceva di Remus: di come fosse un mostro, una persona spregevole; perché lui sapeva. E Lily l'aveva scoperto poco prima di tagliare i ponti con lui, durante una loro litigata. 
«Continua a frequentare pure mostri come Remus Lupin, vedrai che non ti porterà a niente » e l'aveva detto con così tanto veleno nella voce che a Lily si erano gelate le vene ed un campanello d'allarme si era fatto strada nella sua testa. 
E forse -forse- James non aveva mai avuto torto, nemmeno su altro. 
Stava camminando nei dintorni del Platano Picchiatore e della Foresta, era ormai sera, ed il sole stava tramontando. Pensava a tutto questo, pensava a lei, a James, a quello che avrebbe aspettato tutti lì fuori, a come fosse facile rivalutare le persone in meglio, come aveva fatto con Sirius e James. E a come fosse facile farlo in peggio, come aveva fatto con Severus. A come tutti cambino così velocemente, in quei pochi anni che sono l'adolescenza e a come James fosse diventato l'uomo di cui si era innamorata, alla fine. Dopo tutti i suoi scherzi, le sue battute sul loro finire insieme da adulti... E ora Lily sentiva, in cuor suo, di non voler nient'altro che quello: una vita con James accanto, con delle cene in cui avrebbero invitato Remus, Sirius e Peter e in cui avrebbero riso insieme riguardo ai vecchi tempi di Hogwarts, a come Lily era solita odiare James così tanto da innamorarsene. Voleva questo. Cibo, risate, una casa calda in cui rifugiarsi, gli abbracci di James, i suoi baci, il vino per cena e il raccontarsi la giornata difficile che avevano affrontato, il combattere insieme per quello che stava accadendo nel loro mondo così complicato, il confrontarsi, il lottare e, sopratutto, il vincere. 

Insieme
Mentre pensava a tutto questo, Lily sentì un rumore tra gli alberi che catturò la sua attenzione, verso la Foresta. Assottigliò gli occhi cercando di vedere qualcosa, ma non scorse niente, così si alzò senza far rumore ed estrasse la bacchetta. Si mosse con delicatezza e silenziosamente verso gli alberi, mentre il sole continuava a calare e rendeva il cielo quasi rosso.
Era un bel tramonto, a Lily sarebbe piaciuto restare ferma a guardarlo, se la sua attenzione non fosse stata catturata da altro. 
Vide una figura muoversi velocemente tra la vegetazione e corse in quella direzione; sembrava aver saltato e Lily non riusciva a capire di cosa si trattasse. Finalmente la raggiunse e ne vide la forma, da lontano. Si bloccò sul posto, incredula: un elegantissimo cervo era fermo immobile, sembrava si stesse godendo anche lui il panorama. 
Lily trattenne il respiro e si avvicinò, nascondendosi dietro gli alberi, per non farlo scappare. Era incuriosita da una tale figura così insolita tra quelle mura, ma così bella. Avrebbe voluto fargli una foto, ma non aveva con sé i mezzi.
Si sporse appena da un albero, per vederlo meglio: era fermo, tranquillo e non accennava a volersi muovere; così lei si spostò un pochino più avanti. Si nascose velocemente e, quando si sporse per vederlo di nuovo, l'animale se n'era andato.
Sbuffò rumorosamente, innervosita: probabilmente aveva fatto rumore e lui si era spaventato, ma non l'aveva sentito andare via. 
Si stava facendo ormai scuro e nel cielo vi erano gli ultimi bagliori della giornata, così, dopo una leggera occhiata in giro, decise di arrendersi e riavviarsi ad Hogwarts: tanto, ormai, aveva perso sia il cervo che le sue tracce. 
Stava giusto per fare dietrofront quando il cervo ricomparve nella sua visuale e lei dovette trattenersi dall'urlare davanti a ciò che vide: il cervo diventò James Potter. 
O meglio, James Potter tornò ad essere James Potter e non un cervo.
Si portò una mano alla bocca sbalordita. 
Lo vide prendere dei vestiti da un cespuglio lì accanto, mentre tremava di freddo. 
Lei aveva gli occhi spalancati, le sembrava impossibile che James fosse un Animagus. Mille pensieri le frullavano nella testa, quando lui si girò e la vide. Si bloccò sul posto e nessuno dei due per un minuto buono fece un passo, finché James non si decise ad andarle incontro. 
«Evans » esordì. 
Lei lo guardava con occhi sempre più aperti, non batteva nemmeno le palpebre.
«Mi spii, adesso? » ridacchiò lui, vedendo che lei non rispondeva. Cercava di sviare l'argomento e sperava con tutte le sue forze che lei non avesse visto niente. 
«Io non... » non finì la frase. 
«Beh, tanto non hai visto niente di nuovo, no? » le fece l'occhiolino. «C'è un laghetto d'acqua calda qui vicino e- » 
«Non ho visto niente di nuovo?! » quasi urlò Lily. «Stai scherzando? Da quando sei un fottuto cervo? » 
James si passò una mano sul viso, smascherato e vinto, si arrese alla situazione. «Sono un Animagus » rispose semplicemente. 
Lily lo guardò, con occhi indagatori ed ammirati. E, senza nemmeno pensare, sussurrò: «Sei bellissimo » 
Lui la fissò sorpreso. «Grazie, anche te » rise.
 «Da cervo! » si corresse subito lei. «Sei bellissimo, da cervo » diventò rossa come i suoi capelli e si nascose nella sciarpa. 
«Beh, anche così non sono male » la provocò lui dandole una piccola spintarella. 
Lei roteò gli occhi al cielo. «Scusa la reazione di prima, io... Non me l'aspettavo... Ho sentito dei rumori e stavo camminando e... Ero curiosa, scusa, non ti stavo seguendo, o cose del genere» 
«Mi stavi seguendo da cervo, però » ridacchiò lui. 
«Non sapevo fossi tu, io... Non potevo immaginarlo »
«Tutto okay » la rassicurò lui. «Torniamo? Si sta facendo buio » 
Lily era ancora troppo stupita per poter fare qualcosa, aveva un sacco di domande che le frullavano in testa e che voleva fargli: qualcuno lo sapeva? Era registrato nell'elenco degli Animagus? Da quanto aveva sviluppato questa capacità? Perché nessuno lo sapeva? Perché lei non lo sapeva? 
«Ti leggo nella testolina » le disse lui con tono spiritoso, mentre camminavano verso il giardino. 
«Ho troppe domande, non so bene da dove iniziare » disse lei scuotendo la testa. 
«Non iniziare » la fermò subito lui. «Non iniziare, non c'è sempre bisogno di analizzare tutto, a volte basta bisogna prendere le cose come vengono » 
«Ma sei fuori di testa? » si bloccò lei, con i piedi puntati per terra. «James, tu sei un Animagus » 
«E quindi? » allargò le braccia lui. 
«Come e quindi? » gli fece il verso. «E quindi perché? Come è successo? Da quanto? » 
«Possiamo parlarne un'altra volta? » sviò lui l'argomento. 
«No...? » fece lei di scherno, con le sopracciglia inarcate. 
«Perché? » chiese lui, seccato. 
«Perché cosa? » 
«Perché dovrei dirti tutte queste cose? Perché ti interessa? » le chiese con tono innervosito. Lily rimase spiazzata e non seppe cosa rispondere, cercò di balbettare qualcosa, ma non uscì niente e guardò per terra, con volto colpevole, senza saper cosa dire. 
«Perché?» rincarò la dose lui, ma lei non disse ancora nulla, continuando a guardare altrove e mai lui. James scosse la testa e si allontanò a grandi passi. 
«Allora perché io dovrei fidarmi di te? » lo inseguì la voce di Lily e lui si fermò improvvisamente. «Perché dovrei credere alle parole che mi hai detto ieri? Perché io dovrei fidarmi di te, ma tu non di me? » 
Lui si voltò. «Ti fidi di me? » 
«Mi hai detto stronzate? » domandò lei. «Non eri sincero ieri notte? » e per un momento Lily fu terrorizzata dalla risposta che poteva ricevere dopo questa domanda. 
Lui le si avvicinò di nuovo. «Certo che ero sincero » disse con tono basso.
 «Allora fidati di me, come io mi sono fidata di te » 
«Da quando ti fidi di me? » domandò lui dopo una pausa.
Lily non rispose e lo guardò negli occhi, per poi coglierlo alla sprovvista e baciarlo. Un bacio a cui James rispose con dolcezza, prendendole il viso tra le mani ed accarezzandole le guance. Quando i loro volti si separarono, il sole era quasi calato e rimaneva una luce opaca ed azzurrina che di lì a poco sarebbe diventata blu e poi nera. Era l'ultimo bagliore del giorno. 
«Da quando è successo quel che è successo » rispose lei alla sua domanda.
«Non era stato uno sbaglio? »
«Cosa c'è di sbagliato nell'amare qualcuno? » rispose Lily, mentre il cuore le batteva a mille e minacciava di uscirle dal petto. James non disse niente e sorrise, di un sorriso che Lily non gli aveva mai visto in volto. E la baciò di nuovo, mentre il chiaro se ne andava. 

Hey, it's on me

In my head, I'm the one that burned us

Damn, but it's not what I meant

Sorry that I hurt you

I don't wanna do this to you

I don't wanna lose this with youI need to say, 

hey, it's on me, but don't go

Leave me in the afterglow

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro