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4.

<<Lucas!>> gridai, vedendolo finalmente, in mezzo alla folla. Aveva un bicchiere di birra in mano, e si vedeva lontano un miglio che era ubriaco fradicio.
Non sembrava essere lui, affatto. Conoscevo un Lucas diverso, sempre perfetto in ogni occasione, detestava l'alcol e il fumo, odiava divertirsi e socializzare con tante persone. Era come se qualcuno gli avrebbe fatto il lavaggio del cervello trasformandolo in una persona completamente diversa.
<<Maile?>> chiese lui confuso mentre si strofinava gli occhi cercando di capire se fossi veramente io.
<<Sei un coglione! Sei venuto qui senza preoccuparti di me! Mi hai lasciato a casa, vestita e truccata per questa inutile festa!>> urlai facendogli rovesciare il bicchiere di birra addosso.
Gran parte degli sguardi delle persone era rivolto verso di noi, ma stranamente, non mi interessava, nonostante fossi abbastanza timida. Forse era l'effetto dell'alcol, oppure era semplicemente la rabbia, o entrambi, fatto sta che Lucas rimase in silenzio, meravigliandosi soltanto del mio gesto.
Mi guardai intorno e notando che anche il dj aveva spento la musica a causa nostra, decisi di scappare dalla festa. La gente mi seguiva con gli sguardi e sapevo solo che in quel momento volevo sprofondare, probabilmente mi era già passato l'effetto dell'alcol.
Arrivai immediatamente all'uscita e mi affrettai a chiamare un taxi.
<<Hai ragione tu>> affermò qualcuno dietro di me. Mi voltai e vidi che era Lucas.
<<Sono stato un coglione, veramente, scusami>> continuò, avvicinandosi a me e provando a poggiare le sue mani nei miei fianchi, anche se invano, dal momento in cui lo avevo subito allontanato.
<<Io non voglio sentirmi dire da te che ho ragione, so già che c'è l'ho. Non voglio neppure avere le tue scuse. Voglio una fottuta spiegazione del tuo comportamento Lucas!>> urlai.
<<Quale comportamento? È stata soltanto una dimenticanza!>> affermò lui sbuffando.
<<Una dimenticanza? Ma ti rendi conto di quello che dici?!>> urlai corrugando le sopracciglia.
<<Hai ragione cazzo, scusami>> disse prima di afferrarmi le mani, avvicinarle alle sue labbra e lasciando un bacio su di esse.
Rimasimo entrambi per qualche secondo in silenzio mentre lui continuava a tenermi le mani.
Il taxi si fermò davanti a noi e non appena sentì il clacson suonare mi voltai immediatamente verso il veicolo giallo. Mi staccai dalla sua presa, e senza dire una parola decisi di andarmene e salire sul taxi.
Lungo il tragitto avrei dovuto pensare soltanto a Lucas, al suo comportamento, avrei dovuto essere triste, ma non era così. In testa avevo soltanto quegli occhi, quegli intensi e affascinanti occhi azzurri. Pensavo alle sensazioni che avevo provato. Non riuscivo a togliermi dalla testa Alexander, eppure l'avevo appena conosciuto, non aveva detto niente di particolare, si era solo presentato, come aveva potuto provocarmi quel brivido?
Scossi la testa, consapevole del fatto che molto probabilmente non l'avrei più rivisto e decisi di pensare ad altro. Anche se, al solo pensiero, mi veniva un vuoto allo stomaco.

Corrugai le sopracciglia quando notai che l'autista, anziché di svoltare a destra, aveva svoltato a sinistra.
<<Mi scusi, forse ha sbagliato strada>> dissi io.
<<Oh mi dispiace signorina, mi sarò sbagliato>> disse lui confuso.
<<La porto subito a destinazione>> continuò.
Misi una mano in fronte, consapevole del fatto che per andare a casa mia dovevamo per forza passare nuovamente dalla festa e che probabilmente avrei incontrato Lucas. Non mi andava di vederlo, quando stavo salendo sul taxi, non aveva neppure provato a fermarmi!
Ero davvero seccata e soprattutto sconvolta dal suo comportamento.

Ad un tratto ci fermammo e voltandomi verso il finestrino notai che eravamo proprio davanti a quella festa.
<<Che succede?>> chiesi.
<<La ruota...>> affermò l'autista.
Ma cavolo proprio qua doveva succedere?! Bastavano anche 100 metri avanti, ma non proprio davanti al cancello d'entrata!
<<Mi dispiace informarla che deve scendere...>> disse l'autista, dopo aver chiamato il carro attrezzi. Sgranai gli occhi e sbuffando aprì lo sportello scendendo dal taxi.
Presi il telefono, cercando di chiamare un altro taxi, ma mi informarono che, essendo sabato sera, quello era l'unico disponibile.
<<Cazzo!>> imprecai, facendo avanti e indietro dal marciapiede.
<<Siamo un pò nervosette qua>> affermò qualcuno. Mi alzai lentamente la testa e notai che era lui, Alexander. Era poggiato sul taxi che mi aveva appena riportato qua. Aveva le braccia incrociate e un sorriso talmente luminoso e smagliante che avrebbero potuto prenderlo per fare una pubblicità su un qualsiasi dentifricio.
<<Scusami, oggi non è uno dei miei giorni migliori>> dissi timidamente.
<<Tranquilla, può capitare a tutti>> disse lui, rassicurandomi.
<<Vuoi un passaggio?>> continuò lui. Rimasi pietrificata alle sue parole, davvero mi aveva proposto un passaggio? Avrei dovuto accettare? Scossi la testa, dopo essermi ricordata che in quella festa c'era anche Lucas e se mi avesse vista, sarei passata dalla parte del torto.
<<No grazie, prenderò un autobus>> dissi.
<<Beh ti accompagno alla fermata allora>> disse lui sorridendo.
<<Non serve, davvero, è a pochi metri da qua>> dissi.
<<Avanti! Non posso mica lasciare andare in giro da sola una ragazza bella come te, di sabato sera>> affermò lui e ad un tratto un altro brivido mi percorse la schiena. Aveva appena detto bella?
<<D'accordo>> mi arresi. Lui sorrise e posizionandosi proprio accanto a me iniziò a camminare.
Parlava del più e del meno, mi piaceva ascoltarlo e guardarlo, anche fin troppo.




Spazio autriceeh
scusate il ritardo ahah, ma dai questo capitolo è un pochino più lungo :)
Spero vi sia piaciuto, un bacio e al prossimooo💖
-Lalla💖🥺

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