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~17~ MY LIFE IS TOO COMPLICATED

Siete pronti?

°°°
Ares

Ero veramente incazzato.
Ero in preda all’ira.

Mi avventurai oltre le nuvole, oltre i confini dell’Olimpo.
Attraversai il cielo stellato.
Alla fine, giunsi in un luogo nascosto, lontano dai radar degli dei e delle dee.

Era l' isola Roosevelt, circondata da acque turchesi e palme ondulate.
Atterrai sulla sabbia calda.
Il vento salato mi accarezzò il viso, portando con sé il profumo dell’oceano. Qui, finalmente, poteva essere solo Ares, senza dover dimostrare nulla a nessuno.

L' acqua cristallina rifletteva il mio volto.
Mi sedetti, lasciando che la quiete mi avvolgesse.

Potevo pensare. Potevo riflettere sulle parole di mio padre, sulla mia sete di battaglia e sulle conseguenze delle mie azioni.

Chiusi gli occhi e ascoltai  il suono delle onde che si infrangevano contro le rocce. Mi chiesi se avrei mai potuto cambiare, se avrei potuto essere diverso. Ma per ora, questo rifugio mi offriva la solitudine di cui aveva bisogno.

Non lo avessi mai detto, cazzo.

<<Ma guarda un po' chi si rivede.>> Dissi con tono sardonico.

Il mio  sguardo era fiammeggiante come il fuoco che bruciava nelle mie vene.
Apollo e Artemide, i gemelli divini, mi si avvicinarono cautamente, sapendo che la mia furia poteva essere letale.

<<Per caso vi ho chiesto di farmi da babysitter?>> Domandai con con sorrisono ironico. <<Prima, però, non avete detto niente in mia difesa, quindi andate a farvi fottere!>>

Artemide arricciò le labbra disgustata dalle mie parole.

<<Calmati. Non è come dici. Al consiglio, abbiamo cercato di mediare e trovare una soluzione pacifica. Non possiamo sempre risolvere tutto con la violenza.>>

<<Esatto. Tu sei il dio della guerra, ma non possiamo permettere che il conflitto distrugga tutto ciò che abbiamo costruito.>> Intervenne suo fratello. <<La diplomazia è altrettanto importante.>>

Sbuffai, incrociando le braccia muscolose sul petto.

<<Diplomazia? Venite a parlare a me di questo?>> Chiesi alzandomi e spolverando i pantaloni dalla sabbia. <<Apollo, tu e la tua musica! E tu, Artemide, con la tua caccia e la tua protezione per gli innocenti. Ma quando ho bisogno di aiuto, dove siete?>>

Artemide mi si avvicinò, cercando di calmarmi, ma io mi scansai.

<<Ares, noi siamo qui. Ma la guerra non è sempre la risposta. Dobbiamo considerare le conseguenze delle nostre azioni.>>

Apollo si unì alla discussione.

<<Ares, la tua sete di sangue spesso ci mette in situazioni difficili. Non possiamo sempre combattere per te. Dobbiamo pensare al bene comune.>>

Sbuffai nuovamente, ma ero meno arrabbiato di prima.

<<Forse avete ragione. Ma non dimenticate che la guerra è parte di chi siamo. Non possiamo negare la nostra natura.>>

Entrambi mi guardano cauti come se non sapessero come continuare.

<<Dovete dirmi qualcosa?>> Alzai gli occhi al cielo.

Apollo mi si avvicinò e pose una mano sulla mia spalla.

<<Zeus ti ha ordinato di cercare Afrodite e Atena. Non puoi disubbidire al padre degli dèi.>>

Artemide annuì.

<<È vero, Ares. Abbiamo il dovere di obbedire.>>

<<Obbedire? Io, il dio della guerra, dovrei obbedire a Zeus?>> Sorrisi. << Voi state scherzando? E perché dovrei cercare Afrodite e Atena? Sono solo donne, deboli e fragili.>>

Apollo si irrigidì. <<Afrodite è la dea dell’amore, e Atena è la dea della saggezza.>>

<<E fino a qui c'ero arrivato anch'io. E quindi? >>

Artemide si avvicinò, gli occhi scintillanti di rabbia.

<<Ares, non sei solo un guerriero. Sei anche un figlio di Zeus. Devi rispettare i suoi ordini.>>

<<Pensi che a me freghi qualcosa di lui? >> Storsi la bocca. <<O che dio voglia di loro?>>

Apollo cercò di calmare gli animi.
<<Forse Afrodite e Atena possono insegnarti qualcosa di nuovo. Forse c’è più nella vita che combattere.>>

Non avevano capito un cazzo!

<<Non me ne frega nulla! >> Sentenzia. <Cosa pensi che mi potrebbero insegnare? Come aprire le gambe per me?>>

Artemide mi guardò a bocca aperta scandalizzata

<<Ares, non si tratta solo di Afrodite. O di atena. Si tratta dell’equilibrio dell’Olimpo. Se Crono prevale, tutto sarà perduto.>>

<<E mi dovrebbe interessare perché...?>>

<<Cè più di te stesso in gioco qui. Se Afrodite rimane prigioniera, l’amore svanirà, e il mondo sarà un luogo più oscuro.>> Con voce ferma.

<<E cosa dovrei fare io? Combattere contro Crono?>>

<<Non tutto si risolve con la forza. Forse dovresti cercare una soluzione diversa.>>

<<E se la gloria fosse nel salvare Afrodite? Nel dimostrare che anche il dio della guerra può essere compassionevole?” mi domandò ella con tono esitante.

<<Compassione? Io? Ridicolo!>> Risi sarcasticamente.

<<E se ci fosse la soluzione a tutto questo?>> Si intromise nella conversazione Apollo.

<<E quale? >> Allargai le braccia. <<Sono disperse chissà dove e non abbiamo nessun indizio a parte la stupida lettera di Afrodite.>>

<< La lettera.>>

I due gemelli si guardarono negli occhi ed ebbero una conversazione silenziosa tra di loro.

Peccato che non comprendessi il gemellese.

<<Allora? Volete parlare anche con me o continuare per i cazzi vostri?>>

<<Tutto quello che sappiamo noi è attraverso la lettera che lei ha lasciato e se Afrodite, voleva dirci qualcos'altro?>> Mi spiegó Apollo. <<E se ci avesse nascosto la chiave di lettura per dirci precisamente dove è?>>

<<E quindi?>>

<<Sostanzialmente Afrodite si trova nel Labirinto del Tempo in Georgia.>> Si spazientí Artemide.

Sospirai.
Il labirinto del Tempo era un luogo misterioso e pericoloso, situato al di fuori del mondo degli dei. Si dice che sia stato creato da Crono, il titano del tempo, per nascondere segreti antichi e poteri inaccessibili.
Inoltre, il labirinto era la sua dimora dove si estendeva un palazzo gigantesco.

Il pensiero di rivederla ancora mi spaventava.
C'era un tempo in cui avevo amato Afrodite con una passione ardente, ma la dea dell’amore mi aveva tradito.
La nostra relazione era stata tormentata da gelosie e tradimenti.
E io non potevo mettere ancora una volta in gioco i mei sentimenti.

<<E per trasportati direttamente là, dovrai pensare intensamente a lei accedendo ai tuoi ricordi.>> Pronunciò lentamente Apollo. <<E al resto penserò tutto io.>>

No e no.
Scossi la testa.
Non mi piaceva questa idea.
Per niente.

<<Tu vedrai i miei ricordi?>> Domandai incerto.

<<No.>>

Perfetto.
Tirai un sospiro di sollievo.

<<Che cosa devo fare?>>

<<Chiudere gli occhi.>> Poi si rivolse a sua sorella. <<Sorellina, stai di guardai.>>

<<Non chiamarmi così.>> Sospirò stanca. <<Siamo gemelli.>>

<<Ma io sono più grande di te, accettalo.>> disse Apollo spavaldo.

In risposta Artemide gli tirò una sberla sulla testa.
Sorrisi divertito dalla scena.

<<Ho recepito.>> Mi guardò fisso negli occhi per due secondi sondando la mia espressione. <<Partiamo.>>

Annuì.
Chiusi gli occhi.
Ma non mi veniva in mente niente.

<<Concentrati.>>

Ci sto provando, idiota!

Come un fulmine a cielo sereno, un ricordo particolare mi ritornò alla mente.

Nel cuore dell’Olimpo, tra colonne di marmo e cieli azzurri mi contorcevo di rabbia. La mia  armatura scintillava sotto la luce del sole, e il mio  elmo, ornato con le ali di un’aquila, tremava sulla testa. Avevo ricevuto un incarico da mio padre, Zeus, e ora ero infuriato.

<<Ares,>> disse Zeus con voce calma, <<ho una missione per te. Vai sulla Terra e trova Afrodite. Portala qui all’Olimpo.>>

<<Afrodite? Perché dovrei cercare quella sciocca dea dell’amore? E perché dovrei farlo da solo?>> Sbuffai rumorosamente.

Zeus alzò un sopracciglio.<<Perché sei mio figlio, e questa è la tua responsabilità. Inoltre, ho bisogno di te per un compito più urgente.>>

<<Urgente? Cosa potrebbe essere più urgente dell’arte della guerra?>> Chiesi aggrottando la fronte.

<<La pace,>> rispose Zeus. <<La pace tra gli dei e gli uomini. Afrodite ha il potere di influenzare i cuori e le menti. Se la convinci a sostenere la pace, potremmo evitare una catastrofe.>>

Mi sentì tradito. Ero il dio della guerra, il signore delle battaglie. Non ero fatto per la diplomazia o per cercare una dea capricciosa. Ma mio padre aveva parlato, e io non potevo disobbedire.
E mi stavo veramente stufando di tutto questo.

Scesi sulla Terra, le ali dorate che battevano contro il vento. Trovai Afrodite in un giardino fiorito, circondata da rose e gigli. Era bellissima, con i capelli dorati e gli occhi azzurri come il cielo. Sorrideva mentre giocava con una farfalla.

<<Afrodite,>> dissi, <<vieni con me. Zeus ti vuole all’Olimpo.>>

Afrodite min guardò con occhi curiosi.

<<Perché dovrei andare con te?>>

<<Perché tuo padre lo vuole,>> risposi scocciato. <<E perché è importante per la pace tra gli dei e gli uomini.>>

Afrodite rise. <<Pace? Che noia! Preferisco stare qui e godermi il sole.>>

Mi infuriai. <<Non hai idea di cosa significhi la guerra! Le urla, il sangue, la morte! E tu pensi solo ai tuoi fiori e alle tue farfalle!>>

Afrodite si avvicinò a me, il suo profumo dolce nell’aria.

<<Ares, la guerra non è l’unica risposta. L’amore, la bellezza, la passione… sono altrettanto importanti.>>

La presi per le spalle. <<Devi venire con me,>> sibilai. <<Zeus lo vuole.>>

Afrodite mi baciò. <<E se ti dicessi che ti amo, Ares? Che non voglio lasciarti andare?>>

Mi ritrassi, scioccato. <<Tu… mi ami?>>

Afrodite annuì. <<Sì. E tu mi ami?>>

Mi arresi. <<Forse sì. Ma questo non cambia nulla. Devi venire con me.>>

Afrodite sorrise. <<Allora portami all’Olimpo, Ares. Ma promettimi che troveremo un modo per conciliare la guerra e l’amore.>>

<<Eccoti, finalmente.>> Una voce vagamente familiare mi riportò alla realtà.

Girai la testa, ma non trovai né Apollo né Artemide.

<<Dove mi trovo?>>

<<A casa mia, ovviamente>>

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Spazio autrice:
Allora?
Vi è piaciuto il capitolo?
Spero di sì.
Noi ci vediamo al prossimo capitolo.

Dimenticavo...
Volevo chiedervi se secondo voi, dovrei partecipare ai Watty 2024?
Perché in realtà sono molto indecisa e non so bene cosa fare.

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