11. Ballo di coppia - 6. Poledance

Hermione

Il mio cuore perse un battito. Draco mi fissava, il viso inespressivo. Ed era come ricevere uno schiaffo. Forse peggio. Come una pugnalata nel cuore. Intorno a noi la gente ballava come se nulla fosse. Come se non stessi andando in fiamme. Non sapevo perché avevo accettato il suo invito.

-Sei più carina del solito, Granger- la voce carica di sarcasmo.

-E tu sei antipatico come sempre-

-Mi piace essere antipatico- sollevò un angolo della bocca -comunque non stavo scherzando, stai bene, Granger- spostò lo sguardo. Se non lo avessi conosciuto bene avrei pensato che fosse in imbarazzo.

-Ti costa dirlo-

-Certe cose costano molto da ammettere... per questo dovresti esserne felice-

Ero felice? Non lo sapevo. Draco confondeva ogni cosa. Lui era... oh, come l'odiavo!

-A questo punto... che ne diresti di ballare?-

Aggrottai la fronte. -Ho sentito bene?-

-Paura?-

-Di te mai, Malfoy- feci un passo avanti.

-Un ballo- mi porse la mano -solo un ballo-

-E poi mi lascerai stare?-

-E quando ti lascio stare?-

-In effetti mai, non ne sei capace- provai una strana sensazione intorno al cuore. Come spine che entravano nella carne. La nostra ombra scivolava per terra. Tanto vicini da essere un'unica cosa. Un essere a due teste. La cosa avrebbe dovuto terrorizzarmi. Non fu così. Deglutii.

Lui mi cinse la vita, mi trasse a sé, ballammo. Il suo corpo contro il mio. Il cuore mi batteva all'impazzata. Mi costrinsi a mettere le braccia intorno al suo collo. L'aria mi mancava. Scivolammo lungo la sala. Le sue mani corsero sui miei fianchi. Sicure. Calde. Inquiete. Il suo respiro s'infrangeva contro il mio viso.

-Ammetto che sei una brava ballerina, Granger- sospirò -però immagino che non saprai fare una cosa-

-Cosa?-

-Vieni- la sua mano scivolò sul mio fianco e afferrò la mia. Esitai... e mi lasciai condurre verso una delle camere sul retro.

Un palo in mezzo a una stanza. Questa fu la cosa che attirò il mio sguardo.

-Cosa vuol dire?- aggrottai la fronte.

-Ti sfido a un'esibizione di poledance-

-Non ci penso nemmeno!- mi voltai verso Draco, le mani puntate sui fianchi.

-Dai, Granger, non dirmi che non sai fare una poledance!-

-Non sono affari tuoi- incrociai le braccia.

-Allora scommettiamo, Granger-

Sbuffai. -Sai che io non scommetto-

-Motivo per il quale sei noiosa-

-E tu sei insistente-

-Sei la prima che me lo dice, Granger... forse volevi dire affascinante-

-Volevo dire quello che ho detto!- sbottai. Mi metteva in bocca cose non dette. Non lo sopportavo. Eppure...

-Allora, Granger? Ti metti alla prova?-

-Ti odio- eppure mi avvicinai al palo. Non avrei dovuto farlo. Giocare con Draco era pericoloso, se non letale. Afferrai il palo. Mi tirai su, le gambe si aggrapparono. E poi...

Mani che mi sostenevano. Non dovetti abbassare lo sguardo per sapere che era Draco. Le guance mi bruciarono. Lui, già, sempre lui. Come una febbre che nulla avrebbe calmato. Come il peggior peccato. Tremai. Lui strinse più forte. Le sue dita affondarono nel mio abito. Sentii la pelle farmi male. Fitte. Non era dolore, compresi con orrore, era altro. Era come la sua pelle fosse incollata alla mia. Sollevai una gamba. L'idea era scivolare lungo il palo, aggrapparmi con la caviglia e...

Una fitta di dolore. Gemetti. -Ahia!- sarei caduta se Draco non mi avesse tenuta. -Un crampo-

-Ti tengo-

Serrai le labbra. Lui mi guidò fin giù. Fu con gioia che posai i piedi sul pavimento.

-Come va?-

-Male, Draco, va male- feci una smorfia e mi lasciai cadere sul pavimento.

-Io... non volevo- si sedette accanto. Lessi sul suo viso del reale dispiacere. Gli presi la mano.

-Non è colpa tua- mi uscì d'impulso.

Lui annuì. Mi tirò a sé. Affogai sulle sue labbra. Beh, non c'era luogo migliore in cui affogare.