Smalltown boy II (just the two of us)
Non è passata nemmeno mezz'ora da quando ho promesso a Chicca che non avrei corso più, ma adesso devo farlo.
La ruota anteriore mangia l'asfalto davanti a me a velocità supersonica mentre raggiungo l'unico posto in cui poi potrò stare fermo.
O almeno spero.
Per essere uno che si muove sempre correndo, mi rendo conto che sono arrivato in ritardo troppe volte, forse perché non me ne è mai fregato nulla.
Ma stavolta è diverso.
Butto letteralmente la moto a terra con ancora le gomme che girano e raggiungo l'ingresso di quella casa che ormai conosco benissimo.
L'affanno nell'essermi capitombolato qua come un forsennato lo ricaccio giù in gola e la mano già chiusa a pugno è pronta per battere sul legno.
I miei movimenti vengono però preceduti dalla porta che si ritira all'indietro prima che io possa bussarci sopra.
"Manuel, che ci fai qua?"
Il prof mi accoglie con la giacca addosso e un mazzo di chiavi che dondola fra le dita.
"Io- c'è Simone?"
"C'è si, ma è occupato, diciamo, con Giulio."
"Occupato come?" chiedo con un filo di voce.
"Non lo so?" si ferma un attimo come per riflettere "puoi salire lo stesso se vuoi. Magari però bussa prima, eh?" mi batte una mano sulla spalla facendomi spazio per entrare in casa mentre lui ne esce "Io vado a prendere mia madre a teatro, ciao!"
Lo stomaco si è un po' accartocciato su se stesso dopo questa interazione, ma preferisco non pensarci troppo.
Chiudo la porta alla spalle tentando di non fare troppo rumore e inizio a navigare le stanze della villa come se fosse mia.
Dopo aver corso qui a perdifiato è un po' un controsenso non precipitarmi subito da Simone, ma ho l'angoscia tipica di chi sa che sta per affrontare qualcosa di irreversibile a prescindere da quale sarà l'esito.
Persino le scale davanti a me mi fissano come a dire che ho esaurito i motivi per non fare i conti con ciò che voglio.
Scricchiolano piano mentre le percorro e solo quando sono effettivamente al piano di sopra sento i mormorii confusi che arrivano dalla fine del corridoio.
Mi appiattisco contro la parete e ascolto.
«fai dei respiri profondi e cerca di stare rilassato... se ti agiti fa più male»
E' Giulio, e la voce viene da camera di Simone.
«ma avevi detto che non faceva male!»
«Beh a me non ha fatto male...»
«Vabe Giù, promettimi solo che non spingi troppo forte ok?»
«respira... al mio tre vado.»
«uno... tre!»
«ahhhh! basta!»
«E' entrato Simò, aspé- aspetta n'attimo»
Sono completamente paralizzato.
«Ma esce il sangue!! smettila di spingere!»
«Esagerato! statte zitto che mo passa»
«mi fai maleee»
Ed è come se una scarica elettrica mi colpisse d'improvviso perché in un attimo corro spedito verso la porta della stanza che spalanco infuriato.
"Porco!!! Levagli le mani di dosso!!"
Mi lancio senza pensarci contro Giulio poggiato a carponi sul letto di Simone.
Non gli rompo il naso solo perché una mano arriva in tempo a fermarmi.
"Ma che cazzo stai a fa???"
La faccia di Simone è bianco cadaverico mentre mi tiene fermo il polso e mi fissa sconvolto.
Il mio sguardo rimbalza da uno all'altro come se assistessi ad una partita di tennis.
Nessuno dei due pare particolarmente turbato, ma soprattutto, nessuno dei due è nudo.
"Ho sentito te che- e poi lui- allora io-"
balbetto confuso.
"Manuel..." sospira tirandomi su prima che possa schiacciare del tutto il povero cristo sotto di me "ma cosa hai capito?"
Arrossisco e abbasso gli occhi.
"Tu ti lamentavi del dolore..." mormoro "e lui ti diceva di non fare storie e allora ho pensato che... che facevate altro, ok?" sento la pelle del viso decomporsi per l'imbarazzo.
La risata incontrollata di entrambi esplode come un petardo nella stanza e Simone lascia la presa su di me per portarsi le mani in faccia a soffocare i rumori sguaiati che emette.
A quanto pare so l'unico che non trova divertente sto siparietto.
"Manuel" mi richiama "guardami"
Col cazzo.
"Per favore..."
E purtroppo con questo tono di supplica divento subito debole.
Controvoglia sollevo la testa e mi si mozza il respiro.
"Lo vedi questo?"
Il luccichio dell'orecchino appena fatto e che lui mi mostra tutto fiero arriva come un flash a mandarmi in cortocircuito il cervello.
C'è una piccola macchia di sangue attorno al forellino e il lobo è bordeaux per la pressione subìta, ma io comunque non ho mai visto nulla di più bello in vita mia.
Letteralmente salivazione azzerata e battito cardiaco accelerato.
"Manu?" un palmo aperto mi passa davanti la faccia ad accertarsi che sia presente.
Eh?
"Eh?"
Sorride mentre mi osserva "hai capito adesso che facevamo?"
Annuisco senza riuscire a parlare, ancora annichilito da questa visione celestiale.
Una spallata di Giulio mi riporta alla realtà "Te comunque stai messo veramente male fattelo dire" si solleva in piedi ancora ridendo "T'o giuro, le comiche che vedo con voi due manco nei film! Però oh!" diventa di botto serissimo mentre recupera garzine e altra roba precipitata dal letto "sta storia po' fa ride solo fino a na certa, per cui" l'occhiataccia che ci rivolge è davvero intimidatoria "dichiarateve e nun rompete più il cazzo, mh?"
E, applicando lo stesso modus operandi di stamattina, sgancia la bomba e se ne va sbattendo la porta della camera.
Un ovattato "ci vediamo domani, piccioncini... e fatelo protetto!!" arriva come ultimo assurdo, segnale della sua presenza in casa Balestra.
Il silenzio tra di noi adesso pare irreale.
Io ad ora vorrei solo una voragine sotto i miei piedi nella quale sprofondare.
"Manu..." la faccia di Simone è tutto un programma "ma mi spieghi come cazzo ti è venuto?"
"A me?" sbotto basito "tu te dovevi sentì da fori che rumori facevate... che frasi dicevate... pareva proprio che-" gesticolo vagamente con le mani nel tentativo di spiegarmi.
"Guarda che lo puoi dire eh... pareva che stessimo per farlo, no?"
"No! Pareva che te lo stesse proprio per buttare in culo!"
"Olé!" ride quasi isterico.
"E olà!" ribatto "che te devo dì?? Che non c'ho visto più?? Io vengo qui per parlarti e tu sembra che stai nel letto a fare roba, con Giulio poi tra l'altro e-"
"Che ha Giulio che non va?"
Ma che cazzo di domanda è.
"Che non sono io Simò!!" batto una mano sul materasso facendolo spaventare.
Rimane in silenzio a fissarmi interdetto.
Sto per avere un'attacco di panico.
St'idea del cazzo che m'è venuta di presentarmi qua come lo sprovveduto che sono dando retta a Chicca...
Dovevo continuare a farmi i cazzi miei e basta. A correre come faccio sempre, che non c'è niente di pericoloso, anzi è la cosa più sicura che possa fare per me stesso.
Se non mi fermo non ho tempo di guardarmi attorno, di affezionarmi e quindi di rimanere male quando poi al solito mi viene tutto portato via o peggio - come adesso - devo essere io ad andarmene.
"Senti Simò famo che non t'ho detto nient-"
"Stai zitto."
Ah pure.
"Si va bene me sto zitto e me ne vado ok?" e tento pure di alzarmi ma una sua mano si arpiona sulle gambe impedendomelo.
"Lo so-" mi sta guardando con due occhi enormi "lo so che Giulio non è te."
Beh, un genio.
"Sei 'mbriaco Simò?"
Si passa una mano fra i capelli "Manuel... voglio dire che da parte mia" e sento come enfatizza la frase mentre parla "non ci sono mai state incertezze o dubbi. Ho chiesto a Giulio di farmi il piercing perché lo volevo e perché sapevo che lui il suo se l'era fatto da solo. Tutto qui."
"Tutto qui?" ripeto insicuro.
"Si, tutto qui. Non perché Giulio sia innamorato perso di Monica" ed è chiaro che si sta innervosendo "ma perché poteva esserci qualunque altra persona qui a bucarmi un orecchio, per me non sarebbe cambiato nulla."
Evidentemente la mia tendenza all'autosabotaggio è dura a morire, altrimenti quell' "in che senso non cambia nulla?" che biascico a bocca semichiusa, facendolo alterare ancora di più, non si spiega.
Mi fulmina con lo sguardo prima di alzarsi di scatto "nel senso che nessuno è te, cretino!"
Stavolta sono io a bloccarlo prima che possa aprire la porta della camera "Simò" si divincola, ma non lo mollo.
"Simone, ascoltami un attimo però! Io con te l'ho fatto."
Basta questo per farlo sgonfiare come un palloncino e fermarsi.
"Me devi pure guardà però"
"Mo pretendi troppo t'o dico"
Ridacchio nervoso per la tensione che si è creata e che vorrei disperatamente smorzare.
"Simò il fatto è che me so stancato di correre... certe volte me sento Forrest Gump, hai presente il film, no?" rimane in silenzio a fissarmi come se fossi pazzo "vabe... quello che sto dicendo è che è tutta la vita che corro, anzi che scappo... forse perché da piccolo so stato lasciato io e quindi ho imparato subito che era meglio stare dall'altra parte. Tipo avere il potere di andarsene, senza conoscere la sofferenza dell'abbandono..."
Deglutisco a fatica attorno al groppo che avverto in gola "però poi sei arrivato tu... che chi cazzo t'ha mannato guarda" e mi si alleggerisce il cuore quando noto che un po' sorride "e senza che io ti chiedessi nulla, hai cominciato semplicemente ad esserci. Come la sera al cantiere in cui mi hai detto «non ti lascio» dopo che ti ho intimato di andartene, ma non l'hai fatto, o quando ero io quello che implorava «non mi lasciare» perché pensavo non ci fossero più speranze di trattenerti con me...»
Goccioline leggere gli cadono sulle guance e mi affretto a baciarle via "Alla fine voglio solo che tu sappia che pure da parte mia non ci sono dubbi, non ce ne sono mai stati... solo che non riuscivo ad ammetterlo a me stesso..."
"Ora... ora ci riesci?"
Annuisco piano strofinando il naso contro il suo.
Ed è come se per lui la realizzazione di tutto quello che sta avvenendo arrivasse solo in questo momento.
I suoi occhi sono enormi e pieni di aspettativa.
Voglio essere guardato sempre così.
Esattamente come io guardo lui, come se nient'altro esistesse.
"Tu- tu mi vuoi?" mi chiede con tono quasi incredulo.
"Da morire..." accarezzo piano il viso sfiorando lievemente quell'orecchino che mi manderà al manicomio.
Fa una piccola smorfia di dolore socchiudendo appena le palpebre. Mi sento impazzire solo a vederlo.
"Simo"
"Manu"
"Posso fermarmi qui con te?"
"Per tutto il tempo che vuoi" sussurra allacciandomi le braccia al collo.
"E Simò"
"Mh?" le nostre bocche così vicine da sfiorarsi con questi piccoli movimenti delle labbra.
"Al prossimo piercing che devi fa guai a te se chiami qualcuno che non so io..."
Ride con ancora le lacrime a rigargli le guance e "te lo prometto" assicura prima di finalmente baciarmi.
nota dell'autrice:
Sappiate che ho buttato giù questo macello in due giorni, durante una sessione d'esami terribile e soprattutto, la parte finale e le note, le sto scrivendo dopo aver fumato una 🎣.
Ciao! 🧚🏼♀️
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