Alla stazione c'era un treno pronto ad accogliere i malcapitati passeggeri ed Harry sentì dire ad una delle guardie che erano 650 pezzi....pezzi, non persone...

I vagoni erano dodici ed Harry venne fatto salire su uno dei più piccoli, insieme a 45, fra uomini e donne.

Gli sportelli furono chiusi subito, ma il treno non si mosse se non quando arrivò la sera.

Il convoglio viaggiava lentamente con lunghe soste snervanti; Harry e con lui tutti i passeggeri aveva sete e freddo.

A tutte le fermate veniva chiesta acqua a gran voce, ma i soldati della scorta allontanavano chi tentava di avvicinarsi al treno.

Alla sera del quarto giorno di viaggio il freddo si fece intenso, dato che il convoglio percorreva interminabili pinete nere, salendo in modo impercettibile.

La neve era alta e le stazioni presso cui il treno si fermava erano piccole e quasi deserte.

Nessuno tentava più, durante le soste, di comunicare con il mondo esterno.

Vi fu una lunga sosta in aperta campagna, poi la marcia riprese con estrema lentezza e il convoglio si fermò definitivamente, a notte fonda, in mezzo ad una pianura buia e silenziosa.

Si vedevano, da entrambi i lati del binario, file di lumi bianchi e rossi, a perdita d'occhio.

La portiera del vagone fu aperta di colpo con fragore e il buio echeggiò di ordini urlati a squarciagola.

Harry scese su una vasta banchina illuminata e vide una fila di autocarri poco distanti.

Una decina di SS stavano in disparte con aria indifferente.

Ad un certo momento, si mossero e si infilarono fra i prigionieri urlando domande e pretendendo risposte immediate.

" Quanti anni hai? Sei sano? Omosessuale, zingaro o ebreo?" venne chiesto ad Harry in malo modo.

Il ragazzo rispose dicendo che aveva ventiquattro anni, che era sano e che era gay.

Il soldato allora gli indicò una direzione e lui, senza protestare, ci andò.

Senza sapere come, poi, si ritrovò caricato su un autocarro con una trentina di altri uomini e il mezzo partì a tutta velocità nella notte.

Era coperto e non si poteva vedere fuori, ma, dalle scosse, si capiva che la strada aveva molte curve e cunette.

Il viaggio non durò che una ventina di minuti, poi l'autocarro si fermò e Harry, quando scese, vide una grande porta e sopra una scritta vivamente illuminata...

Arbeit Macht Frei...il lavoro rende liberi