Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

6- Frangar, non flectar

Louis lasciò spento il lettore mp3 e lavorò velocemente per pulire i box. In effetti era freddo, ed i due cavalli cercarono volentieri riparo nella stalla rigovernata. Evito' di spazzolarli energicamente; il signor Moreau gli aveva detto che, col freddo, le loro ghiandole sebacee secernevano una sorta di grasso protettivo, che non andava rimosso con la spazzolatura.
Tornò verso la cucina per prelevare Andy e congedarsi, ma le voci, provenienti dall'interno, lo fecero rallentare. La signora Moreau parlava in francese con qualcuno, che riconobbe come il proprietario della villa. Si fece coraggio e busso', esitante.
-Signora Moreau...ho finito. Porto via Andy; grazie di tutto-
-Ma caro ragazzo, grazie a te! Non scappare via, bevi qualcosa di caldo- fece la donna con fare materno. Louis non oso' guardare verso Harry, intimidito ed impacciato come non mai in vita sua, e tentò di defilarsi:
-La ringrazio, ma non vorrei disturbare...-
-Ma quale disturbo, per l'amor di Dio. Entra e siediti. Così potrai scambiare due parole con il signor Harry, visto che finora non vi siete mai incontrati-
Louis arrossi' e si sedette, sulle spine. Sentiva lo sguardo dell'uomo addosso, ed era in confusione. Non osava guardare nella sua direzione; accolse con sollievo l'arrivo del fratellino e del signor Moreau, che era ancora dolorante.
-Alexander, è sicuro di non avere bisogno di un medico?- Chiese Harry, facendo sobbalzare Louis con la sua voce profonda.
-Non si preoccupi. Oggi mi riposo e domani sarò come nuovo- lo assicurò l'uomo, con una inflessione di affetto nella voce che riuscì a cogliere persino Louis, nonostante il suo imbarazzo.
Harry annuì, tornando a guardare i due estranei. Andy, ancora troppo piccolo per avere riguardo, vedendolo così giovane gli si paro' davanti e gli porse la mano:
-Buongiorno. Io sono Andrew Tomlinson. Tu sei il proprietario di questo posto?-
Louis lo fulmino' con lo sguardo, ma sorprendentemente l'uomo gli strinse la mano:
-Sì. Sono Harry-
-Beh, complimenti. Questo giardino è davvero meraviglioso, sai. Hai fatto bene a comprare la villa. Era abbandonata da troppo tempo; siamo contenti di avere un nuovo vicino- affermò il bambino seriamente, divertendo i tre adulti.
-Davvero? Grazie. Sono felice che ti piaccia. Hai già fatto un giro?-
-No, perché mio fratello non me lo ha mai permesso- rispose Andy guardando in maniera eloquente il povero Louis, mentre i signori Moreau sorridevano.
-Bene, allora. Hai una giacca pesante? Fa freddo, fuori. Facciamo un giro veloce- disse Harry, senza mai guardare Louis, il quale non sapeva se essere incluso nell'invito oppure no. Andy, tutto eccitato, lo trasse d'impaccio:
-Dai Lou, muoviti! Vieni con noi-

I due fratelli seguirono il giovane, uno saltellando, e l'altro restio.
Andy chiacchiero' per tutto il tragitto, fermandosi ad osservare ogni più piccolo particolare. Louis venne interpellato una sola volta dal proprietario, che gli fece presente che le panchine andavano pulite dal muschio, e Louis prese nota. Nel giro di dieci minuti il ragazzo si rassereno'; le chiacchiere del fratellino, assieme alle pacate risposte dell'uomo, gli diedero un senso di quieto conforto, e tornando indietro riuscì a guardare direttamente in viso il proprietario della villa.
-Grazie mille di aver speso del tempo per mio fratello- lo ringraziò sulla soglia della cucina, guardandolo apertamente in viso. L'uomo rimase interdetto; fece un cenno, poi sorrise ad Andy che lo ringraziava entusiasticamente come solo un bambino sa fare.
-Buon Natale- li congedo'.

-È simpatico, non trovi? Un po' strano, ma simpatico- affermò il bambino, mentre saltellava lungo il vialetto. Louis non rispose. Aveva la sensazione di aver appena finito di scalare l'Everest.

Nei giorni seguenti il lavoro alla villa venne sospeso a causa della nevicata; Louis ne fu lieto, perché così non dovette cercare una sistemazione per il fratellino a casa da scuola. Ed era segretamente sollevato anche di non dover più avere a che fare con Harry; l'uomo gli metteva soggezione. Sperava che, ora della fine delle vacanze, il pianista tornasse ad essere impegnato con una tournée di concerti.

-Attenzione, descritta scena violenta-
Il sette gennaio, finalmente, le scuole riaprirono.
Louis non ce la faceva più a stare in casa a giocare coi Lego e a guardare cartoni animati in TV; la scuola era pur sempre un diversivo dalla sua monotonia quotidiana.
A sorpresa, la sua docente di letteratura assegnò un compito importante, che da solo valeva un quarto del punteggio finale. Si trattava di una tesina multidisciplinare da svolgere a scelta seguendo una tra le tre tracce assegnate; un compito laborioso, ma sicuramente interessante.
Louis stava pensando a quale trama svolgere, tornando a casa, quando con disappunto vide avvicinarsi un gruppetto di ragazzi più grandi, soliti a infastidire gli altri studenti. Non aveva mai avuto particolari problemi con loro, o meglio, ne aveva avuti tanti quanti tutti gli altri, ma la faccenda gli seccava, perché erano sulla via di casa sua. Quello poteva essere un problema.
Accelerò il passo, sperando di seminarli. La mossa fu intercettata da uno di loro, un  certo Black, che lo apostrofo':
-Ehi, Tomlinson! Non vuoi aspettarci?-
Louis gelo'. Non pensava sapessero il suo nome; la faccenda si faceva seria. Non rispose, sperando di raggiungere quanto prima casa sua. Nel freddo, non c'era anima viva.
Passò a correre quando sentì distintamente l'avvicinarsi di passi pesanti; un dolore acuto alla nuca lo freno' precipitosamente. Uno di loro lo aveva preso per i capelli, ridendo. Lo sovrastava di tutta la testa. Era Black, un ragazzo ripetente tanto ottuso quanto incline alla violenza, e Louis ebbe realmente paura.
-Lasciami stare-
-Ooh, lasciami stare...- lo scimmiotto' Black, facendo ridere gli altri.
-Cosa vuoi, Black? Non ti ho fatto niente-
-Mi dai fastidio- spiegò'altro, come se fosse normale e dandogli uno strattone ai capelli.
-Per favore, lasciami andare- ripeté Louis, ora davvero spaventato. Erano tre contro uno, ed erano palestrati, tutti più alti di lui.
-Certo che ti lascio andare, piccoletto..se tu farai quello che ti chiedo-
Black lo trascino' di peso verso un piccolo spiazzo innevato al di là della strada, al riparo dalla vista. Erano ironicamente vicini al parco della villa, separato soltanto dalla cinta muraria.
-Voglio provare una cosa. Sai cosa si dice di te? Che non ti piace la f... È vero?- Chiese Black, spintonandolo.
Louis si guardò terrorizzato intorno: non c'era nessuno.
-Aiuto! Aiut...- l'urlo gli si mozzo' in gola, un dolore assurdo allo stomaco, dove un violento pugno gli aveva sgonfiato i polmoni. Le lacrime presero a scendergli sulle guance, pregando che qualcuno accorresse.
-Zitto. In ginocchio!- Gli intimo' Black, con gli altri due a fare da palo.
-Perché ce l'hai con me? Che male ti ho fatto?- Ansimo' Louis, le fitte di dolore e di nausea ad irradiargli il torace.
-Mi sto annoiando e tu sei un inutile, piccolo frocetto e mi dai fastidio- affermò l'altro, dandogli un manrovescio con il dorso della mano e facendogli sanguinare il labbro.
-Ti prego, basta!- Lo supplico' Louis, la bocca piena di sangue.
-Ma ho appena cominciato, Tomlinson. Devi dire una cosa, per me- disse tranquillamente il ragazzo.
-Quello che vuoi, ma lasciami andare!-
-Devi dire "Sono un piccolo frocetto" e baciarmi le scarpe- rise malignamente l'altro, provocando le risate sguaiate degli altri due.
-Io, io...- balbetto' Louis, tirando su col naso. Non si capacitava di come fosse finito in quella situazione. Era così tranquillo...cosa aveva fatto di male?
-Cosa aspetti? Non ho tutto il pomeriggio- lo sprono' l'altro, dandogli un altro strattone di capelli. La neve era filtrata attraverso il tessuto dei jeans di Louis ed aveva le ginocchia ghiacciate.
-Sono un piccolo frocetto- si risolse a dire Louis, provocando risate isteriche nel terzetto.
-Bene, ora baciami le scarpe- concluse Black, ma in un impeto di disperazione Louis riuscì a sgusciargli via dalle mani e aggrapparsi al cornicione del muro, in uno slancio disperato. I ragazzi tentarono di agguantarlo, e perse una scarpa, ma riuscì miracolosamente ad issarsi e a cadere dall'altra parte, ferendosi contro i rovi spinosi e ammaccandosi le costole.
Sentiva i lazzi e le urla di rabbia al di là del muro, ma era certo che non avrebbero scavalcato. Gliela avrebbero fatta pagare alla prossima occasione, con comodo, a scuola.
Piangendo di dolore e di rabbia Louis si alzò. Era lacero, sanguinante ed infreddolito. Zoppico' col piede coperto solo dal calzino, che immediatamente si inzuppo' di acqua gelida. Si guardò intorno, cercando di capire dove fosse il cancello per orientarsi.

-Spazio autrice 10/01/2017-
Mi scuso per la scena di degrado descritta e per il linguaggio scurrile, ma è funzionale per il prossimo capitolo.  Ricordatevi che le mie storie sono sempre a lieto fine😊
Grazie per tutto il supporto che mi state dando, siete incredibili😘😘😘

P.S. la traduzione del titolo di questo capitolo è "Mi spezzero', ma non mi pieghero' "

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro