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50. In vino veritas

Louis di solito era completamente coinvolto dalla musica di Harry, ma quella sera, al concerto di Bristol, continuava a distrarsi. Aveva la mente piena di pensieri fuggevoli, che si accavallavano in un turbine di ansia, e sentiva il desiderio di avere un momento di respiro.
Si allontanò dal retro del palco e si addentro' nelle quinte. Trovò la saletta ristoro e si avvicinò al buffet, già parzialmente allestito, afferrando con sollievo una coppa di vino bianco. Non se ne intendeva affatto, ma la bevanda era fresca e frizzante abbastanza da fargliene prendere anche un'altra e poi una terza, mentre l'alcool si faceva sentire con effetto immediato. Si rese conto di avere sete, e bevve qualche altro bicchiere, chiedendosi perché diavolo fossero pieni soltanto fino a metà, prima di decidere di spiluccare qualche stuzzichino per contrastare la sensazione, posando l'ultima coppa iniziata a bordo tavolo, dato che la mano destra era ancora inutilizzabile. Se ne penti' subito dopo, perché un'altra persona si avvicinò ed urto' inavvertitamente il bicchiere, facendoglielo cadere addosso.
-Oh no... scusa- si affretto' a dire lo sconosciuto, guardando con sconcerto i pantaloni di Louis, bagnati dall'anca in giù.
-Merda. Non importa, passami dei tovagliolini- rispose Louis, tenendo staccata la stoffa  umida dalla pelle con l'aria scocciata. L'altro si affretto' a provvedere e tentò di aiutarlo tamponando la stoffa macchiata assieme a lui.
-Mi dispiace un sacco, non l'ho proprio visto, scusami. Qualche deficiente l'ha lasciato sul bordo-
-È colpa mia, l'ho appoggiato io sul bordo- rispose Louis, alzando mano ingessata per fargliela vedere.
-Oddio... mi dispiace. Ti pagherò il servizio di lavanderia- insistette l'altro, e Louis lo guardò per la prima volta in viso, cosa che lo distrasse. Era un giovane uomo dell'età di Harry, alto e magro, con la mascella squadrata ad indurire un viso angelico su cui spiccavano due occhi azzurri chiarissimi. I capelli lunghi e biondi erano pettinati all'indietro con il gel.
-Ti senti bene?- Lo sprono' lo sconosciuto, innervosito dal suo silenzio. Louis annuì, sentendo la testa girare.
-Ti pagherò la lavanderia, mi sento in colpa- affermò di nuovo il giovane, mentre finalmente qualcuno veniva a raccattare i vetri e ad asciugare il piccolo disastro a terra.
-Non preoccuparti, non è niente- rispose Louis, spostandosi per permettere all'addetto del servizio catering di ripulire.
-Come mai sei al concerto di Harry?- Chiese all'improvviso.
-Quando c'è un concerto a Bristol vengo sempre a sentirlo suonare; abbiamo fatto il conservatorio insieme, e gentilmente mi manda sempre i biglietti- rispose lo sconosciuto, afferrando una coppa di champagne a sua volta. Louis aggrotto' la fronte; sapeva che il management di Harry prevedeva che vi fossero, per ogni concerto, dei biglietti omaggio riservati ad amici o conoscenti che il pianista aveva piacere di invitare, ed anche alcuni posti riservati a personaggi importanti, ma quel giovane era troppo bello per i suoi gusti.
-Suoni il pianoforte anche tu?- Chiese ancora Louis.
-Non per lavoro, ma lo suono. E tu?-
-No, strimpello a malapena qualche nota. Il piano lo lascio a lui- fece, ironico, mentre tentava di staccare di nuovo i pantaloni freddi ed umidi dalla pelle della sua coscia.
-Ti devi cambiare; dove alloggi? Ti accompagno- disse subito il giovane, cortese.
-Non serve, ho un'idea migliore. Però mi devi aiutare-
-Certo. A questo punto, lascia che mi presenti. Sono Jamie-
-Louis. Andiamo in bagno-

Louis precedette il giovane nella toilette, raggiungendo il termoventilatore per asciugare le mani. Disinibito dall'alcool si sbottono' senza alcuna remora i pantaloni, mentre l'altro si imbarazzava e si voltava dall'altra parte, e con non poca difficoltà li sfilò, barcollando.
-Devi tenere acceso il ventilatore perchè ho una mano sola- gli disse Louis, mettendo l'indumento bagnato sotto al bocchettone.
L'altro, nascondendo un sorriso, fece scattare la fotocellula  per attivare la ventola di aria calda.
-E tu, come mai conosci Harry?- Gli chiese Jamie.
-Oh, storia lunga- dissimulo' Louis, sentendo un gran calore salire verso il collo, e la testa girare più vorticosamente.
-Certo che questo vino è proprio buono-
Jamie scosse la testa, divertito:
-E' champagne-
-Ma dai? È la prima volta che lo assaggio-
-Bene. Ed io ti ci ho fatto la doccia-
Louis trovò la battuta spassosissima e rise sguaiatamente.
Per un po' rimasero in silenzio, aspettando che lo champagne evaporasse.
-Anche se si asciugheranno poi avrò l'odore addosso e tutti capiranno che sono un po'... ubriaco- sghignazzò Louis.
-Lo capirebbero comunque, secondo me. Ehi, ormai sono asciutti. Rivestiti- lo sollecito' Jamie, lasciando spegnere il termoventilatore.
- Lo decido io se sono asciutti- fece imbronciato Louis, aggrottando la fronte e guardandolo male. Si passò la stoffa sulla guancia più volte, sentendola piacevolmente calda, ed acconsentì:
-Ok, sono asciutti-
Fece per infilare una gamba dentro, ma con una mano sola e la testa che girava perse l'equilibrio, tanto che Jamie lo prese per un braccio prima che finisse col sedere a terra.
-Oddio... mi gira la testa...quello cha...champagne è alcolico- sproloquio', oramai con la ridarella.
Jamie ridacchiò a sua volta.
-Dai. Ti aiuto, forza- fece, tirandogli la stoffa su per la gamba.
-Louis, dove sei finito...oh-
Louis si girò e, vedendo Niall a bocca aperta, iniziò a ridere ancora più forte, senza riuscire a parlare.
-Cosa stai facendo, Louis?!-
-Aspetta, ti spiego- intervenne Jamie, mentre Louis perdeva definitivamente l'equilibrio e si appoggiava al muro, scivolando a sedersi a terra, una gamba coperta dai pantaloni ed una no.
-Cosa state facendo? Louis, sei ubriaco?-
-Temo di sì. L'ho trovato al buffet ed involontariamente gli ho rovesciato dello champagne addosso. L'ho aiutato ad asciugare i pantaloni con l'aria calda- finì di spiegare Jamie, mentre prendevano Louis sottobraccio per aiutarlo a rialzarsi, mentre questo intervallava risolini ad imprecazioni contro l'altro piede, che non voleva infilarsi correttamente nei pantaloni.
Niall scosse la testa, senza parole.
-Ho perso una
scarpa- sghignazzo' di nuovo Louis, girando su se stesso e finendo addosso a Niall.
-Eccola qui. Sono desolato; spero non avrai pensato male- replicò Jamie, suo malgrado divertito, ad un Niall scocciatissimo, mentre Louis saltellava per infilarsela.
-Niall... non riesco ad allaccia...allacciarla- piagnucolo' il ragazzo, tirando con forza i lacci in un gesto irritato.
-Da' qua. Dio, se ti vedesse Harry adesso- brontolo' il manager, inginocchiandosi, mentre l'altro barcollava, sorretto da Jamie. A sproposito Louis esclamò:
-Signor Horan, sta chiedendo la mia mano... wow... sono impressionato... non credevo le pia...piacesse il cazzo-
Jamie scoppiò in una risata, mentre Niall imprecava e finiva di sistemarlo con uno strattone.
-Guarda come ti sei ridotto. Vieni a bere un caffè, subito. Ma dimmi te se devo anche farti da babysitter!-
-Vieni anche tu, Jamie. Ti offriamo un caffè. Tanto pa...paga Harry!-
-Ma sei sicuro di aver bevuto soltanto champagne?- Gli chiese dubbioso Niall, mentre lo tenevano per un braccio e lo guidavano attraverso i corridoi.
-Mi spiace perché ti stai perdendo lo spettacolo; se vuoi andare, mi occupo io di lui adesso- disse Niall, e Jamie fece un cenno di assenso infilandosi le mani in tasca:
-Grazie, ma penso ci sia l'intervallo adesso-
In effetti sentirono scrosciare gli applausi e poi un movimento in sala; Niall si coprì con una mano gli occhi, mentre aspettava che fosse pronto il doppio caffè che aveva chiesto per Louis.
Iniziò ad arrivare gente, e la saletta del buffet si animo'; Niall obbligò Louis a spostarsi di nuovo verso i bagni per rimanere defilati, dato che c'erano dei giornalisti ed anche alcune celebrità.
-Ora taci. Capito? Stai zitto e bevi il caffè- gli intimo' severamente Niall, e Louis annuì, facendo platealmente il gesto richiudersi la bocca con una zip. Il manager gli piazzò tra le mani la tazza. Louis ne bevve subito un sorso.
-Ahia! Brucia- si lamento', subito zittito da Niall.
-Jamie, posso chiederti un favore? Devo raggiungere la stampa. Puoi rimanere qui con Louis qualche minuto? Il tempo di parlare con i giornalisti- chiese il manager, in difficoltà.
-Ma certo. Nessun problema- acconsentì Jamie.
-Non so come ringraziarti. Arrivo subito. E tu- intimo' a Louis - Zitto e bevi!-
-Agli ordini- borbottò Louis, sorseggiando con cautela la bevanda bollente.
-Forse vuoi mangiare qualcosa? Eri a digiuno, vero?- Gli chiese Jamie.
-Sì, ma il cane da guardia di Harry ha detto che devi restare con me- sbuffo' Louis.
-Bevi il caffè e stai seduto qui, io arrivo immediatamente- fece Jamie, affrettandosi a raggiungere il buffet.

Louis si sforzò di buttare giù altro caffè. Era amaro e senza latte, e lui lo detestava così. Si impose di berne qualche altro sorso, sentendosi vagamente meno brillo, ma molto assonnato.
Vide arrivare Jamie ed Harry insieme, e si alzò, sentendo un capogiro. Si appoggiò alla parete con la mano ed aspetto' che la stanza smettesse di girare, chiudendo gli occhi, mentre il pianista li raggiungeva:
-Cosa combini, Lou-
-Ho bevuto troppo champagne- si lamento' lui, riaprendo gli occhi e trovando i due, sorridenti, davanti a lui.
-Ecco, prova a mangiare qualcosa- gli propose Jamie, porgendogli un piatto.
La vista del cibo lo nauseo', e fece una smorfia. Harry lo attirò dolcemente a sé, abbracciandolo.
-Piccolo, sei ubriaco. Proviamo a bere dell'acqua, e del caffè?-
-Lui ti conosce- lo accusò Louis indicandogli Jamie.
-Certo, abbiamo frequentato il conservatorio insieme- confermò Harry.
-Ma è troppo bello per essere tuo amico. Troppo, troppo bello- continuò Louis, divincolandosi dall'abbraccio per raggiungere il bagno e vomitare anche l'anima.

-Harry, devi rientrare in scena. Sono passati quasi venti minuti- lo sollecito' Niall, mentre Harry non si decideva ad abbandonare Louis.
-Sto io con loro. Stai tranquillo- intervenne Jamie, rassicurandolo.
Harry sospirò e tornò sui suoi passi, mentre il manager imprecava.
-Stavolta l'hai combinata grossa, Louis!-
-Mi dispiace- sentirono dire dall'altro lato della porta del cubicolo, subito seguito da altri conati.
-Nessuno deve vederti in queste condizioni- disse ancora Niall, preoccupato.
-Mi dispiace. Non succederà più- affermò Louis, sfiancato.

Dopo qualche minuto sentirono scrosciare di nuovo l'acqua, e finalmente il ragazzo riemerse dal bagno.
-Non mi ubriachero' mai più in tutta la mia vita- affermò, facendo fare un sorrisetto, suo malgrado, anche a Niall.

02/03/2017 Non serve che vi traduca il titolo, no?😂😂😂

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