40. Imprevisti
-Com'è andata la registrazione?- Chiese Louis ad Harry, dopo averlo accolto con un bacio, quella sera.
-Bene. C'è materiale valido, Niall è soddisfatto e...- si interruppe il pianista. Dava le spalle a Louis, per cui il ragazzo non poteva vedergli il viso.
-E?- Lo sprono'.
Harry si voltò, andando a sedersi accanto a lui, sul proprio letto.
-Louis, questo fine settimana devo andare in Francia per un programma televisivo; stavolta voglio che tu resti a casa e che ti metta in pari con la scuola-
-Ma...- inizio' Louis, subito tacitato da Harry:
-Niente "se" e niente "ma". Rimarrai qui; mi spiace importelo, ma tuo padre mi ha cercato oggi e l'ho richiamato prima, in auto. Mi ha spiegato di aver ricevuto una telefonata dal tuo preside, e siamo tutti preoccupati che tu stia mettendo troppa carne al fuoco-
Louis annuì, ma replicò:
-E tu come farai? Ce la farai? Quanto starai via?-
-Partiamo venerdì e torniamo domenica; starò bene nel pensarti qui, al sicuro, che studi. È stato egoista da parte mia chiederti un impegno del genere a ridosso dei tuoi esami, e ti volevo chiedere scusa- affermò Harry, serio.
Il destino volle che il giovedì di quella stessa settimana il custode, il signor Moreau, ebbe un lieve infarto. Essendo cardiopatico, la cosa venne presa seriamente e venne ricoverato. Suzanne, preoccupata per il marito, rimase in ospedale per fargli assistenza, e Louis quindi sarebbe rimasto da solo alla villa.
-Non mi piace per niente- commentò Harry, indeciso sul da farsi. Era in ufficio con Niall e Liam; da un lato c'era la preoccupazione per Louis, per il fatto che aveva un braccio ingessato, però dall'altro c'era l'apprensione per il suo rendimento scolastico, ed anche per il fatto che la villa sarebbe rimasta incustodita.
-Anche se rimanesse qui da
solo, cosa che secondo me potrebbe fare, non è che la sua presenza sia garanzia di tenere lontani gli eventuali malviventi- gli fece presente Liam.
-Ed allora cosa proponi di fare?-
-Dipende da te. Te la sentiresti di andare via da solo con Niall?-
L'agente allargò gli occhi, già contrariato:
-Non è una bella idea, Liam...-
-Perché, hai paura di me?- Reagì Harry, piccato. Subito dopo aggiunse:
-Scusa, Niall, non intendevo dirlo. Mi innervosisce un sacco sapere Louis da solo. Io sono tranquillo se so che lui è al sicuro-
Niall sospirò.
-Non preoccuparti. Inizio a capire. Comunque no, non ho paura di te, né della tua malattia. Ho paura che la cosa ti turbi e che le tue note ti facciano andare fuori di testa, e di trovarmi senza Liam e Louis ad aiutarti- disse sinceramente.
-Capisco. Però è un problema in ogni caso- convenne Harry, riflettendo.
Liam intervenne:
-Potresti sempre chiedergli di venire-
-Non se ne parla. Suo padre è stato molto chiaro, ed ha ragione: prima la scuola. No, va bene così, Liam: rimarrete qui. Vado da solo con Niall. Così potrete aiutare Suzanne con Alexander. Mi piange il cuore a dover partire proprio adesso-
Louis venne messo al corrente a conti fatti, il venerdì pomeriggio, all'uscita da scuola.
-Ma Harry se la cavera'?- Chiese, preoccupato, mentre Liam guidava verso la clinica. Volevano andare a trovare Alexander.
-Louis, hai mai considerato l'idea che, per Harry, non sarebbe poi così male che la sua patologia venisse allo scoperto?- Rispose Liam, gli occhi sulla strada.
Louis rimase interdetto: per Harry era priorità assoluta che la cosa rimanesse segreta.
-Beh... no. Ma perché me lo chiedi? In effetti sono affari suoi, se non vuole...-
-Sì, ma ti sei mai chiesto perché per lui sia così importante? In fin dei conti, lo vedi anche tu, riesce ad avere una vita pressoché normale. Non è da internare, per capirsi- ribadi' l'autista.
-No. Forse ha solo paura di come reagirebbe la gente- riflette' Louis, guardando fuori dal finestrino.
-O forse ha solo paura di accettarsi- suggerì Liam. Louis si voltò a guardarlo:
-Cosa vuoi dire?-
-Voglio dire che sua madre e Niall hanno provato varie volte a suggerirgli l'idea di non farsi problemi. È ricco, è famoso, è bravo. Convive con la sua patologia, con tutte le complicazioni che comporta, in maniera dignitosa. Ma lui non vuole. Secondo Niall sarebbe persino meglio per la sua carriera, sapere del suo problema: sarebbero tutti più disposti ad accettare le sue stranezze. Invece, vista la sua decisione, è obbligato per contratto a proteggere questo aspetto della sua vita-
Louis annuì, sorpreso. Si era fatto l'idea che il manager fosse interessato soltanto alla carriera di Harry, ma in realtà le cose erano leggermente diverse.
-Perché me lo dici?-
-Perché ormai fai parte della nostra vita. È giusto che tu sappia anche i risvolti; Harry è molto protettivo nei tuoi confronti, ma in realtà secondo me tu sai benissimo badare a te stesso-
Louis gli sorrise:
-Grazie. Hai ragione. In realtà io potrei benissimo stare da solo, questo weekend...-
-Su quello non si discute: io sono un dipendente di Harry, devo eseguire quello che mi ordina. Ha già deciso così- lo contraddisse Liam.
Harry e Niall partirono nel tardo pomeriggio, subito dopo essere stati in ospedale, con l'intenzione di cenare in aeroporto, a Londra. Liam e Louis, rimasti soli, ordinarono una pizza.
Il cellulare di Louis vibro' per l'ennesima volta, facendo alzare gli occhi al cielo a Liam:
-Chiamalo direttamente. Assicuragli che non ti perderò d'occhio un attimo. Mi sembra di essere un babysitter-
Louis lo guardò con una espressione di scuse in volto, e chiamò Harry. Rimasero al telefono un'ora, fino a che Harry non si fu imbarcato, ed alla fine Liam, pur di tenere quieto Harry, si trasferì di camera: anziché dormire nella stanza sopra le cucine in cui pernottava di solito, occupò una delle camere laterali a quella di Harry, per essere vicino a Louis.
Il mattino dopo Louis venne svegliato alle otto.
Brontolando si coprì la testa col cuscino, ma Liam glielo strappò via:
-Forza, svegliarsi! Vieni in palestra con me-
Louis alzò il gesso e lo guardò con espressione truce.
-Tutte storie. Non devi mica fare boxe. Ho un allenamento fuori programma: portati i libri. Ordini di Harry- affermò l'autista con un sorrisetto divertito.
Louis, protestando a denti stretti e lanciando improperi, dovette fare buon viso a cattivo gioco e seguire il giovane, pimpante e super energico. Salì in auto strizzando gli occhi per il riverbero del sole, facendo ridere Liam:
-Non sei un tipo mattiniero, eh?-
-Caffè. Subito- ordinò lui, chiudendosi in un mutismo assoluto sino a che non ebbe un bicchiere fumante in mano.
A metà tazza Louis iniziò a connettere, ed entrarono in palestra alle nove meno un quarto. Lo spogliatoio era occupato da quattro ragazzi che si stavano cambiando, in attesa di Liam.
-Ehi, coach. Come mai questo fuori programma? Non dovevi essere a Londra?- Chiese uno dei quattro, guardando con curiosità Louis.
-Lunga storia. Su, a riscaldarsi- tagliò corto Liam, levandosi la felpa. Louis sospirò, già annoiato.
-Puoi metterti alla scrivania; il ragazzo che fa da segretario oggi non c'è. Lì starai tranquillo e potrai studiare- gli disse Liam, finendo di vestirsi.
-Sarei potuto rimanere in biblioteca, alla villa...-
Liam lo guardò in maniera eloquente, e Louis chiuse la bocca. Ordini di Harry. Se fosse servito a far stare tranquillo il pianista, avrebbe sopportato di seguire Liam nei suoi impegni.
Mezz'ora dopo il piccolo gruppo aveva finito il riscaldamento, e Louis era concentrato a scrivere sul portatile con una mano sola, per cui non sentì nemmeno la porta di ingresso aprirsi.
-Ehi, ciao- lo apostrofo' qualcuno, sorprendendolo.
Alzò la testa dalla tastiera: era Zayn.
-Ciao. Non sapevo ti allenassi qui...- fece, perplesso.
-Infatti, non ancora. Devo convincere Liam- gli spiegò il ragazzo, come se fosse tutto normale.
-Ah, ok... è là in fondo- gli indicò Louis.
-Lo so. Cosa stai facendo?- Lo sorprese Zayn, sedendosi sulla scrivania.
Liam li raggiunse:
-Problemi? Malik, che ci fai qui?-
-Sono venuto a chiederti di nuovo se posso prendere lezioni da te. Io, gli accordi, li rispetto- affermò Zayn.
-Che accordi?- Si intromise Louis.
-Lezioni in cambio di una svolta radicale di atteggiamento- rispose Liam. Louis sgrano' gli occhi:
-Perfetto. Ottimo. Così la prossima volta saprà come mettermi ko-
-Non ci sarà una prossima volta, Louis- gli rispose Zayn, serio.
-Ne siamo certi?- Chiese Liam, mentre il ragazzo scendeva dalla scrivania:
-Te lo assicuro. Mi dispiace molto per quello che è successo-
Liam e Louis si guardarono, indecisi: il ragazzo sembrava sincero.
-Lo farò soltanto se Louis mi dirà che a lui sta bene- decise Liam.
Louis arrossi' sotto lo sguardo di entrambi, abbassando il capo.
-Per me non c'è problema... puoi fare quello che vuoi, Zayn. Solo, mi sembra strano questo cambiamento...voglio dire, mi avete dimostrato più e più volte che odiate gli omosessuali, tu, Greene e Black...-
-Non ti odio. Mi dispiace- esclamò Zayn, con urgenza.
Louis lo guardò alzando la testa. Voleva credergli, ma sentiva ancora addosso i pugni.
-Come posso dimostrartelo...- borbotto' Zayn, improvvisamente nervoso.
-Coach, problemi?- Chiese Michael, uno dei ragazzi che si allenava con Liam, da in fondo alla sala.
Il tempo di voltarsi per fare un cenno di diniego, e Liam sentì Louis fare una esclamazione sorpresa: Zayn si era sporto verso di lui e gli aveva lasciato un bacio a fior di labbra, lasciandolo esterrefatto.
-Ma che diavolo fai?!- Protesto' Liam facendo un passo avanti, ma lui si era già allontanato da Louis:
-Era per dimostrargli che non ce l'ho con lui-
Liam era sbalordito, e Louis sotto shock. Il ragazzo alzò le mani ed arrossi', deglutendo.
-Tu hai seri problemi. Ma ti pare il modo di fare?!- Lo sgrido' Liam, guardando preoccupato verso un Louis che ancora non proferiva parola.
-Mi dispiace. Non pensavo...non sapevo come fargli capire che non ce l'ho con lui... ma con me stesso- affermò Zayn, gli occhi bassi.
Louis spalanco' la bocca, incapace di proferir parola, e guardò ad occhi sgranati Liam, il quale era a sua volta sorpreso.
-Credo di aver capito. Ma non azzardarti mai più ad avvicinarti in quel modo a Louis senza il suo consenso- disse Liam, e l'altro annuì vistosamente, ancora con le mani alzate. -Ed anche a me, se non è chiaro- aggiunse Liam lanciandogli un'ultima occhiata minacciosa, prima di battere una mano sulla spalla di Louis e tornare in fondo alla palestra. Zayn lo segui', e Louis rimase a guardarli, ancora sconvolto.
20/02/2017 Imprevisti che han lasciato senza parole Louis 😁
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