Prologo
🎶 'A finestra
- Carmen Consoli
•
"In Sicilia i colori non si limitano a finire negli occhi, ti entrano dentro le vene e le ossa".
- Fabrizio Caramagna
Tommaso sottolineava sempre quanto la Sicilia fosse l'isola più bella del pianeta, lui che era cresciuto a suon di tamburello e messe la domenica, diviso tra il dilemma se fosse più corretto usare arancino, come era solito dire, oppure arancina.
Lui che nel weekend si riuniva in piazza con gli amici di una vita e calpestava passo passo la gradinata della chiesa di Santa Chiara, tra una parolaccia e l'altra.
Era stato un bambino vivace e un adolescente dal carattere chiuso e a tratti turbolento, si era immischiato in situazioni scomode ed era diventato grande prima di rendersene conto.
Tommaso aveva sperimentato la perdita e l'abbandono sulla propria pelle, gli avevano invaso le ossa rendendolo scontroso e imprevedibile, una sorta di bomba a orologeria pronta a esplodere quando meno te lo aspetti.
Esisteva però un modo per placare le sue ansie e le sue frustrazioni, o meglio c'era qualcuno in grado di riuscirci.
Lei.
Lei che era venuta al mondo in un giorno di fine maggio, nel mese fortunato dicevano, quello della Madonna.
Lei che aveva visto la luce con le guance tinte di rosa e un velluto di sottili capelli corvini, a lei che avevano subito annodato in testa un fiocco color panna e le avevano carezzato il mento minuto e a pallina.
Avevano scelto di chiamarla sin da subito Rory, ancor prima di averla registrata all'anagrafe sotto il nome di Aurora.
Quell'aurora che col suo chiarore e il suo tono tenue avrebbe dovuto precedere il sorgere del sole, lei che di pace e tranquillità, avrebbero appreso dopo, ne avrebbe disconosciuto il significato.
Tommaso l'aveva vista crescere nella pancia di quella che amichevolmente chiamava zia Paola, l'aveva vista rannicchiata nella culla bianca all'ospedale di Borgo Paradiso e si era interrogato su come potesse essere venuta fuori da dentro il corpo di un altro essere umano.
All'epoca lui aveva due anni, le si era avvicinato piano e le aveva tenuto la manina candida e paffuta, Aurora, capricciosa sin dal primo vagito, gli aveva stretto il dito e poi era scoppiata a piangere.
Avevano frequentato lo stesso asilo e le stesse elementari, erano diventati alti uno di fianco all'altra, tra litigate futili, qualche sgambetto nel cortile dell'oratorio e tanti pomeriggi a fare merenda seduti al tavolo basso, quello che la signora Teresa, madre di Tommaso, piazzava in giardino nei mesi di afa.
In paese li associavano sempre, per le comari del quartiere non esisteva Tommaso senza Aurora e viceversa, gli avevano anche affibbiato l'appellativo di "inseparabili", proprio come quei pappagallini che passano il loro tempo appollaiati vicini a lisciarsi le penne.
Si erano difesi e azzuffati come qualsiasi duo che si rispetti, si erano voluti bene e si erano successivamente persi, travolti dagli imprevisti e dal decorrere dei giorni.
Avevano cambiato casa e comitiva, avevano dimenticato cosa significasse sentirsi compresi e felici, avevano diviso le loro strade evitando di inciampare nei ricordi.
Si erano allontanati ma senza scordarsi mai.
SPAZIO AUTRICE 🌊
Inizio col dirvi che ogni volta che comincio una storia sono euforica e impaurita, questo perché nella mia testa ci sono talmente tante idee che ho il timore di non rendere piacevole il racconto così come vorrei.
Mi auguro comunque di avervi incuriosito con qualche informazione riguardo il rapporto che lega i due protagonisti.
Spero che Tommaso e Aurora possano entrare nel vostro quotidiano e regalarvi un briciolo di allegria e una valanga di emozioni.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Arianna.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro