Capitolo 9 - Non è una colpa
🎶 Valeria
- Elsa Lila
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"Le amiche si meritano. Ed è necessario meritarle sempre, senza sosta, correndo ogni giorno il rischio di contraddirle e di perderle".
- George Bernanos
Il viso spalmato sul tavolo e le braccia protese su tutta la superficie di esso, Aurora aveva assunto quella posizione appena arrivata a casa di Lia.
Una volta lasciato il laboratorio della pasticceria, non prima di aver ascoltato le fantastiche perle di saggezza di Tommaso, era stata accompagnata fuori dal bar - insieme a sua cugina - da una Marilia furiosa.
Si era infatti tolta il grembiule di fretta e aveva spinto le due come fossero inseguite da un delinquente prossimo a derubarle.
"Andiamo, pranzate da me. Non accetto repliche".
Aveva esordito così, senza aspettare conferme, senza preoccuparsi se a Rory stesse esplodendo il cuore nel petto per la troppa tristezza.
Se le era caricate in macchina e in meno di dieci minuti aveva raggiunto l'appartamento in cui abitava da sola.
Appartamento che avrebbe dovuto dividere con Roberto, ma Lia evitava di pensarci.
Gli amori finiscono, le persone si rivelano e con il senno di poi, si sa, non è mai andato avanti nessuno.
Nei momenti di maggiore sconforto, quelli in cui quello spazio le risultava troppo grande per la sua anima ferita, chiudeva gli occhi e immaginava di essere altrove.
Magari in punta di piedi a danzare su un palco importante; circondata da applausi talmente scroscianti da impedire ai suoi pensieri di esistere.
<<Aurò, non ti pare il momento di smetterla con quest'aria da cane bastonato?>> Lena ruppe il silenzio con una delle sue uscite decisamente poco felici.
Marilia concentrata com'era a tagliare la cipolla - cercando di evitare di lacrimare come davanti ad un film romantico - sussultò.
<<Non rompere il cazzo>> tuonò Rory priva di ogni forma di rispetto o contenimento.
Maddalena storse la bocca irritata, non era certo famosa per l'apprezzare il carattere irascibile della cugina.
<<Ti ha morso una vipera?>> ribatté scocciata serrando i pugni.
<<Cosa ti dà più fastidio Maddalena, che io sia affranta e sfatta come una che ha perso tutto; o che Tommaso a distanza di nove anni preferisce sempre me a te?>> sentenziò Aurora alzandosi bruscamente e facendo strisciare la sedia rumorosamente sul pavimento.
Lena deglutì a vuoto, sapeva quanto quella fosse la verità e quanto superfluo sarebbe stato ribadire.
Lei dietro a quell'uomo ci aveva perso tempo e speranze, gli era stata accanto quando ne aveva avuto bisogno, lo aveva sorretto e consolato, ricevendo in cambio la gratitudine che si è soliti riservare ad un conoscente o peggio ad una sorella.
Maddalena non era ancora riuscita a spiegarsi il perché di quell'attaccamento morboso che legava indissolubilmente Tommaso a una donna che lo aveva fatto soffrire fino ad annientarlo, una donna che, secondo lei, lo trattava come un accessorio; un oggetto da mostrare e non da custodire.
L'aveva sfiorata assiduamente l'idea di un'esistenza insieme a lui, consapevole che questo significasse tradire Aurora.
E le faceva male ammetterlo, perché a sua cugina, nonostante quel sentimento in comune, ci teneva veramente.
<<Rò siediti...>> intervenne Lia <<... e tu Lena non infierire. Questa non è una gara e qualora lo fosse stata non avrei avuto dubbi su chi di voi avrebbe avuto la meglio>> biascicò rassegnata tentando di placare le acque.
Aurora riprese posto come un'automa, con le palpebre rosse e gonfie a causa della discussione avuta con Tommy, mentre Maddalena non si mosse di un millimetro, pervasa chissà da quale consapevolezza.
<<Che vi siete detti tu e Parisi?>> chiese Marilia con titubanza, essere indiscreta era l'ultima cosa che desiderava.
Rory si massaggiò le tempie e riprese a piangere.
Non era da lei quel comportamento; non riuscire a frenarsi, pareva che le si fosse aperto un rubinetto proprio tra le ciglia.
<< Nulla, ci siamo urlati addosso...>> si asciugò le gote con la manica <<... non siamo in grado di conversare, siamo stati troppo lontani per lasciare da parte il risentimento e capirci>> sussurrò afferrando un fazzoletto che Lena le stava porgendo.
<<Siete abbastanza adulti per accantonare le incomprensioni del passato e tornare ad avere un rapporto civile>> la rincuorò Lia avvicinandosi e lasciandole una carezza tra i capelli.
La ragazza si lasciò confortare da quel gesto carico di delicatezza che, per un istante, alleviò le sue angosce.
Fu davvero grata all'amica.
Marilia sapeva calmarla, anche con uno sguardo era capace di porre fine ai suoi tormenti e ai suoi scleri.
Erano andate d'accordo sin da subito, si erano sedute vicine il primissimo giorno di elementari e avevano optato per lo stesso liceo - l'artistico - per non separarsi.
Entrambe con una scarsa predisposizione verso il disegno, si erano lasciate convincere da Tommaso, lui sì che con le opere ci andava a braccetto.
Le aveva tartassate dei pro di quella rinomata scuola e le aveva fatte cedere: nel caso il percorso fosse stato parecchio complicato le avrebbe aiutate lui, il Picasso dei poveri.
<<Non lo so... gli eventi mi stanno massacrando, non credevo potesse essere così complicato, forse non sarei dovuta tornare>> affermò risoluta.
<<Quanto sei scema? Per una volta che prendi una buona decisione te ne penti?>> la rimbeccò scherzosamente Lia.
<<Condivido il pensiero...>> si intromise Lena <<... ci scanniamo un attimo sì e l'altro pure, però ci sei mancata ed averti di nuovo con noi è bellissimo>> concluse raggiungendo le ragazze e stringendole in un abbraccio.
<<Verissi-mo>> balbettò Marilia stritolata in quella morsa.
Quell'amicizia tra le tre aveva spesso lasciato Lena un passo indietro, ciononostante l'affetto che le univa era disinteressato e puro.
Avevano affrontato frangenti di difficoltà, si erano persino insultate e ignorate, ma la consistenza del nodo che le teneva unite pareva resistente ad ogni tipo d'intemperie.
<<Non è un gioco... per me Tommaso non è un gioco e non lo è mai stato>> ci tenne a precisare Aurora mentre la presa tra le giovani si allentava.
Le sue iridi si fissarono in quelle di Maddalena.
Rispondeva principalmente a lei e alle insinuazione velate che, da una vita, le rifilava tra un litigio e un complimento.
<<Lui è stato il mio porto, il mio riparo...>> sospirò tirando via una ciocca dalla fronte <<... non avrei voluto renderlo triste, non avrei voluto dovergli negare il mio amore. Siamo cresciuti insieme, ci siamo spalleggiati... io...>> il fiato le venne meno e la frase le si bloccò in gola.
<<Rò se non ce la fai non fa niente...>> la sostenne Lia.
<<No, no... ce la faccio. Stavo dicendo che io... lo avrei preferito a chiunque, io per lui mi sarei strappata la pelle di dosso...>> gocce salate le rigarono gli zigomi <<... per Tommaso avrei avuto il coraggio pure di ammazzare qualcuno>>.
A quell'ultima affermazione trasalì, non si era accorta nell'immediato del peso di ciò che aveva appena pronunciato.
<<Non volevo dirlo... non intendevo quello...>> si giustificò nel panico.
<<Tranquilla, stai serena, lo sappiamo>> la rassicurò Lena.
<<Tu pensi che sia soddisfatta di averlo reso talmente apatico da non permettergli neppure di prenderti in considerazione?>> domandò Aurora alla cugina.
Quest'ultima rise debolmente.
<<Sei seria?>> ribatté Maddalena con sarcasmo <<Rory... tu non c'entri nulla con il suo ignorarmi, Tommaso non mi vede non per apatia...>> si morse la lingua tra i denti in evidente disagio <<...ma perché per lui esisti solo tu... per lui sei sempre e solo esistita tu>>.
Lena amareggiata si scostò da quell'intimità, avviandosi verso il bagno.
Non voleva mostrare quanto le costasse tirare fuori quelle affermazioni e quanto, le stesse, le causassero una perdita cospicua di battiti.
<<Non lo ha deciso lei per chi provare qualcosa...>> convenne Marilia; lasciando un buffetto sulla guancia di Rory <<... nella stessa identica maniera in cui non hai deciso tu di prendere le distanze da Tommaso e scegliere, erroneamente, di accettare la proposta di Andrea>>.
All'udire quel nome Aurora si riscosse, quasi ustionata da un getto di olio caldo.
Aveva creduto sinceramente di essere totalmente coinvolta da lui; altrimenti non avrebbe acconsentito a sposarlo, men che meno gli avrebbe fatto sperare in un futuro colmo di gioia e di figli.
<<Infatti ho commesso un errore Lia... e rifiutarlo, poco dopo, è stata un'ulteriore colpa... una di quelle che tutt'oggi non riesco a espiare>>.
Marilia scosse il capo e un sorriso lieve le incorniciò i denti.
<<Ti sei semplicemente resa conto dello sbaglio e ti sei tirata indietro. Questa non si può considerare una colpa; ciatu miu...>> le strizzò il naso tra le nocche come facevano da bambine <<...te lo dico ora per non ripetertelo più, quindi ficcatelo in quella testaccia dura che ti ritrovi...>> Lia puntò l'indice contro Rory con finta austerità <<...provare ad essere felici non è una colpa, non lo è mai>>.
SPAZIO AUTRICE 🌊
Questo capitolo è stato particolarmente pesante per me, più che altro per far combaciare tutto ciò che volevo dire senza rivelare troppo.
Magari più avanti capirete meglio le dinamiche e il perché di alcuni atteggiamenti/dialoghi.
Inoltre vi consiglio di ascoltare la canzone, non è particolarmente conosciuta, magari chi ha più o meno la mia età la ricorda, da piccola mi ero fissata e ancora oggi mi piace un sacco.
Fatemi sapere che ve ne pare.
Buon 1 Maggio a tutti💙.
Arianna.
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