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Capitolo 20 - La nostra storia

🎶 Fino a farci scomparire
- Diodato
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   "Ma quando eri in silenzio mentre andavi via, ti sei portata anche me".
- Diodato

Andrea era stato ritrovato privo di vita alle prime luci dell'alba.

Aurora, in stato di shock, non si era ripresa per i giorni a seguire, aveva allontanato tutti e si era chiusa dentro una corazza che nemmeno il tempo avrebbe potuto scalfire.

Tommaso aveva pianto, come poche volte gli era capitato sino ad allora, aveva pianto sul corpo freddo di suo fratello e dietro la porta serrata della donna che inseguiva da sempre.

Solo come non si era sentito mai, solo con un sentimento che non sapeva distinguere se fosse disperazione o soltanto troppo amore.
Solo a consolare una madre dilaniata da un dolore inesauribile, solo ma consapevole che forse qualcuno avrebbe potuto dargli quel supporto di cui aveva bisogno: Speranza.
Ma lui, per indole, non chiedeva aiuto, piuttosto si rifugiava nelle sue paranoie e non ne veniva a capo se non con le sue forze.

La donna aveva tentato di tenerselo un po' vicino al cuore, in quel caos senza tregua, la nonna di Rory, aveva provato in ogni modo a ricucire i pezzi di quei nipoti strappati e distrutti.
Con scarsi risultati ma ci aveva provato.

Aveva implorato ad Aurora di reagire, che la morte arriva e la colpa non è di nessuno.
Ma lei aveva urlato che quella era una condanna che avrebbe dovuto scontare in solitaria, sulla sua pelle per l'intera esistenza.
Aveva supplicato Tommy affinché placasse il suo tormento, curandogli le ferite con attenzioni e abbracci.
Aveva sanato squarci enormi, eppure in quella circostanza niente pareva funzionare da cicatrizzante.

Speranza aveva tenuto per mano entrambi al funerale di Andrea, si era seduta in mezzo a quei due, chiudendogli i palmi stretti nei suoi.
Aveva afferrato quel peccato, che era ed era stato motivo di giudizio di molti, e ne aveva fatto pace con la sua immensa capacità di lenire.

Teresa non aveva neppure un istante accusato Rory, anzi l'aveva supportata e alleggerita di quel macigno che le comprimeva il petto.
Era stata una madre quando poteva essere una nemica.

Lei lo sapeva, le emozioni non si comandano e poi i suoi figli erano sullo stesso piano sin da quando erano venuti al mondo, non poteva dunque desiderare che la felicità di Andrea oscurasse quella di Tommaso e viceversa.
Neppure con il sangue del suo sangue sottoterra, lei voleva che nessuno soffrisse, almeno non come aveva sofferto il suo secondo genito.
Avrebbe accettato quella relazione chiacchierata dai paesani, sarebbe scesa a qualsiasi compromesso pur di vedere sparire quel velo pesante che copriva l'anima bella di Tommaso.

Ma quella storia non si era compiuta, Aurora era scappata di notte e prendendo quel treno per Roma aveva portato con se pure l'ultima bruciola di felicità alla quale si aggrappava il ragazzo.
Lo aveva respinto, aveva dimenticato la dichiarazione su quella spiaggia buia ed era fuggita come una ladra.
Lontana da quelle iridi del colore dell'acqua e da quella venerazione che gli balzava in gola, sotto forma di battiti, ogni volta che erano assieme.

Aurora aveva scelto di liberarlo, eppure non sapeva che quella per Tommaso sarebbe stata una punizione.
Anni a venire fatti di sedute dallo psicoterapeuta, anni di "mi manchi" non detti e di silenzi che erano stati in grado di rimuovere ogni parvenza di legame.

Era stata una punizione che credeva potesse colpire esclusivamente lei, ma che in realtà aveva coinvolto ognuno di loro.
Una punizione che li aveva giustiziati senza sconti di pena.

«Rory...» il richiamo di Tommaso ridestò i pensieri della giovane riportandola al presente.
A oggi.

Se ne stava seduta storta su un vecchio dondolo in vimini, nella quiete di quel giardino che in passato era appartenuto ai suoi nonni.
Pantaloncino di jeans e costume rosso a triangolo, come qualsiasi turista che si rispetti, peccato che lei era sommersa da colossi di sensi di colpa che nemmeno quei nove anni di separazione avevano placato.

«Aurora...» il ragazzo le aveva sfiorato la spalla nel tentativo di scostarla definitivamente da quella oppressione che lui conosceva bene, che avvertita nella medesima forma.

Rory si girò e gli sorrise appena.
«Ho messo le birre al fresco, ci serviranno per superare questa ristrutturazione improvvisata» Tommy le porse la mano e la invitò ad alzarsi.
«Sarà una passeggiata...» la invogliò con la sua innata ironia «...un po' di vernice qua e là e questa...» indicò teatralmente la villetta circostante «...riacquisterà il suo antico fascino».

La ragazza si sporse verso di lui lasciandogli un casto bacio sulla guancia.
Lui la guardò interdetto senza capire il perché di quel gesto inaspettato.
«Sei di nuovo qui...» aveva sussurrato «...di nuovo con me intendo».

Tommaso aveva scosso il capo ridacchiando come se quelle parole affermassero una novità.
Era stato con lei da quando ne avesse memoria: aveva, infatti, assistito al suo primo taglio di capelli, alla sua prima lite con Lena, causata da una gelosia inequivocabile.
Era stato alla sua prima recita all'asilo, quando conciata da panettiera aveva rovesciato ovunque la farina rischiando di far rompere il collo a tutti i partecipanti.

«Come sempre Nese. Sono stato con te anche quando non eravamo vicini. Tutto quello che c'è qua...» si portò le falangi sul cuore «...ti appartiene».

Aurora, un po' per nascondere gli occhi lucidi e un po' per la sua natura da "approfittatrice", gli si tuffò addosso, certa che quelle braccia sarebbero state pronte ad accoglierla.
Tommy ricambiò come sperato, desideroso di tenersela stretta quanto più potesse, o meglio quanto più gli concedesse.
«E io appartengo a te, a questo posto e alla nostra storia» gli rispose flebile all'orecchio.

Una rivelazione priva di sorpresa quella, consolidata nel tempo, fondata su basi stabili che solamente il destino aveva saputo piantare.
Un segreto che non era mai stato un segreto, una concessione che non si erano permessi, una verità vestita di contorni capaci di celarla.

La nostra storia.
Come se davvero ne avessero avuto una.

Aveva più le sembianze di una tragedia quella che avevano vissuto, eppure sotto il sole di una di quelle che parevano essere le prime giornate "buone", Aurora e Tommaso avevano sigillato a voce alta, o quasi, il patto di non mentirsi più.

Non era stata la loro storia, ma da quel preciso momento in poi aveva tutto il diritto di esserlo.

SPAZIO AUTRICE 🌊
Non sono veloce negli aggiornamenti perché tra lavoro e mille cose da fare a volte mi perdo, inoltre non voglio mai scrivere tanto per aggiornare.
Ma questo lo sapete già.
Spero che questo capitolo vi piaccia anche se è un po' più breve dei precedenti.
Spiega qualche altra dinamica è stato d'animo creatisi dopo la scomparsa di Andrea.
Vi auguro buona lettura e buona domenica.

Arianna.

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