Dolce e adorato,

non son passate che poche dal nostro fortunato incontro, tuttavia paion decenni. Non riesco a non pensare ai tuoi occhi di rugiada che fissavano con ardore e desiderio le nere pupille con cui io guardo la vita, la tua così splendida testa d'asino continua a palesarsi dietro le palpebre e non c'è verso di prender sonno, vinta qual io sono dal ricordo di te e dei tuoi baci.

Noi due, uno accanto all'altro per così pochi istanti, eppur legati da un affetto che, ho capito, sarà eterno. Ho scordato ogni cosa che non riguarda il tuo delicato tocco sulla candida pelle di fata che la vita ha donato a colei che si professa tua ad ogni affannoso respiro. In ogni idilliaca scena che in questa notte d'estate il sonno decide di donare, le tue dita delicate vengono ad accarezzar in sogno le linee curve del viso che or sente tanto la tua lontananza.

Ogni sbuffo di peli ricorda le tue soffici e lunghe orecchie, con le quali solleticavi le guance or coperte di gocce salate, insegna di sofferenza per la tua così lunga assenza. Tutto ciò che pareva tragedia ora sparisce davanti alle pene del cuor, persino i litigi con Oberon, il re delle fate, fino a poco fa sposo adorato della tua diletta e che ora par niente, sposo solo per la legge e non di fatto, quasi scordato nei dolci e dolorosi pensier d'affetto per te, tesoro.

Io regina, anche questo non par avere più alcun valore, se potessi così avere una vita con te regalerei senza neanche pensarci il titolo a chiunque, lo getterei via in un istante se fosse il prezzo da pagare per poter aprire gli occhi ogni giorno distesa al tuo fianco, con le tue grandi narici d'asino che spostano con leggerezza i neri capelli che cingono il capo della tua dolce fata intanto che tu sogni tranquillo.

Non chiederei una vita regale al pari di quella che già il destino ha voluto dar in sorte a questa infelice, sarei ben contenta di una piccola casetta nel bosco, anche solo una stanza, seppur con un grande letto di fiori dove poter dar vita al nostro affetto. Non chiederei titoli, vorrei solo che i tuoi grandi occhi guardassero la tua adorata per l'eternità.

E invece la vile vita regale deve proseguire e io continuerò a sospirare in ricordo del tuo grigio pelo cosparso di rugiada anche quando tra poco sorgerà di nuovo il sole e io dovrò alzar lo stanco corpo insonne dal letto di foglie e continuar a svolgere i doveri di corte.

Eppur la testa sarà altrove, a correre nei verdi prati al tuo fianco, e nulla tranne la tua presenza riuscirà a riportarla indietro.

Aspetto con trepidazione una risposta.

La tua devota,

Titania

Nota dell'autrice per chi non avesse la più pallida idea di chi sia Titania:

allora, per scrivere questo brano mi sono buttata nel grande mare della letteratura, alla ricerca delle migliori storie d'amore e al mio amo il primo ad abboccare è stato Shakespeare. Chi più di lui può consigliare storie d'amore che meritano di essere raccontate? E tra tutte quelle possibili ho scelto l'infatuazione di Titania, regina delle fate in "Sogno d'una notte di mezza estate", che per colpa di una pozione magica si innamora di Bottom, a cui il folletto Puck ha fatto comparire una testa d'asino. Tuttavia, nonostante questo evidentissimo "difetto", lei se ne invaghisce alla follia e non riesce a pensare ad altro finché l'incantesimo non viene spezzato.

Per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente l'argomento consiglio anche di vedere il balletto tratto dall'opera, con musiche di Mendelssohn e coreografie di Balanchine.