Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝖨𝖨

Finalmente le due settimane passarono come un soffio di vento. Trascorsi il mio primo giorno alla Karasuno assieme a Hinata, Kageyama e Nishinoya, nonostante fossi un anno più avanti di loro, quest'ultimi mi stavano incollati come cozze al suonar della campanella.

I ragazzi della squadra, prima che cominciassi a frequentare il liceo, nelle ultime settimane mi avevano mostrato fieri la loro scuola prima di eseguire quotidianamente i loro allenamenti e avevo instaurato un buon rapporto con tutti loro, tanto che la sera, si radunavano nel negozio di famiglia e Keishin doveva cacciarli a suon di schiaffi pur di liberarsi della loro presenza insistente.

Chi non era entusiasta invece, era proprio il mio ragazzo. Per settimane intere -forse anche precedetentemente- mi ripeteva che non era bello vedere la propria ragazza fraternizzare con il nemico, specialmente se il nemico fosse la Karasuno.

All'inizio non capivo perché tanta frustrazione, credevo che le sue parole fossero dettate dalla gelosia per via che passavo molto tempo con ragazzi a lui sconosciuti che non erano Iwaizumi, il suo migliore amico di cui si fidava ciecamente e il restante della squadra, ma poi scoprì che il suo rancore era proprio su Kageyama.

Avevano frequentato le medie insieme, anche se Tooru era più grande di lui di due anni, quest'ultimo non gli andava a genio -parole sue- che gli altri, persino l'allenatore, lo trattassero come un prodigio. Mentre Oikawa era solo il migliore alzatore per la sua abilità di adeguarsi ai tempi e alle capacità di qualsiasi giocatore.

Insomma, era il migliore alzatore e aveva ricevuto anche un titolo al riguardo, perché comportarsi in quel modo?

Oikawa era sempre stato un ragazzo altezzoso e sicuro di sé, persino i suoi compagni di squadra della Aoba Johsai a malapena riuscivano a sopportarlo. I suoi atteggiamenti erano infantili, ma quando entrava in campo, era una persona completamente diversa.

Molte volte dovetti trattenermi nel sentire l'eccitazione e gli urletti delle sue fan che lo acclamavano come un dio, ogni qualvolta che Tooru batteva. Anche se tutte sapevano che fosse fidanzato con la sottoscritta, non si facevano intimidire dalla mia presenza e le nostre litigate erano fondate proprio su questo. Accettava avance da cani e porci, superando la linea sottile della mia pazienza.

Per questo, dopo le lezioni mattutine, decisi di andar a vedere gli allenamenti dell'Aoba Johsai.

Nishinoya continuava a seguirmi come un cagnolino per i corridoi della scuola, pregandomi di venir a vedere gli allenamenti della squadra dopo i miei numorevoli no al quadrato. Ma il ragazzo non demordeva, era ottuso quanto una capra.

«Nishinoya non posso oggi, te l'ho detto.» Apostrofai cercando di contenere la mia irritazione, svoltando verso destra. Il ragazzo eseguì la mia stessa traiettoria.

Menomale che mi ero promessa di non guardare più un allenamento di pallavolo.

«Per favore, Kaori-chan! Potresti darci consigli per perfezionare la nostra ricezione. Specialmente aiutare Hinata e Kageyama con la loro alzata veloce, visto che stanno avendo problemi.»

In realtà l'insistenza era dovuta per un solo motivo: avevano scoperto che la squadra in cui giocavo era la Toda, la più forte squadra femminile dell'intero paese che andò addirittura alle Olimpiadi.

Ero la più giovane nonché ragazza che entrava addirittura nella classifica maschile come miglior schiacciatrice.
Di solito, secondo il regolamento, queste cose non succedevano, visto che la pallavolo era divisa tra femmine e maschi, ma sembrava proprio che le mie schiacciate e la forza dominante in cui battevo la palla, avessero la stessa forza di un maschio, a differenza di quelle che si vedevano nei tornei femminili.

Ritornando al discorso di prima, quando scoprirono chi fossi, inutile dire che Hinata mi saltò in grembo e Sugawara per poco non gli venne un infarto per la reazione impulsiva del compagno, stessa cosa per Daichi, urlandomi addosso di insegnargli delle tecniche di difesa. A quanto pareva, il piccoletto era una frana anche in ricezione.

Bloccai i miei passi sul posto, seguita prontamente dal ragazzo e portai l'indice e il pollice sul ponte del naso per massaggiarlo, esausta dalla sua parlantina. Nishinoya era tanto carino quanto fastidioso.

«Avete già mio fratello come allenatore e Takeda-sensei, non posso intromettermi anche io come un terzo. Ognuno ha un modo diverso di vedere e far eseguire gli allenamenti e i miei punti di vista sono tutt'altro che pacati e diligenti.»

Ciò che rivelai era assolutamente vero.
Gli allenamenti che svolgevo assieme alle mie compagne venivano ideati da noi, portando il nostro fisico allo sfinimento come se stessimo giocando un set di partite infinite ed erano sfiancanti mentalmente per chi non riusciva a stare al nostro stesso passo.

Anche se erano maschi e avevano il doppio della nostra forza, non avrebbero retto neanche un giorno sotto alle mie grida e minacce. Per questo, Keishin era migliore di me sull'insegnamento.

Nishinoya abbassò la cresta, letteralmente, gridando: «Ti prego, Kaori-chan! La prossima settimana abbiamo gli interscolastici e vorremmo passare il podio...» continuò a tenere la testa chinata e il busto curvato in avanti.

Non demorde eh.

«Non te lo chiederei se non fosse importante per me e per la squadra. Ci fidiamo ciecamente dell'allenatore Ukai, ma vorremmo che ci sia anche tu a supportarci», sollevò lentamente la testa e sbatté ritmicamente le palpebre. «Sei anche tu un corvo, non è così, Kaori-chan?» Schiusi le labbra stupita a quella domanda, ma lui continuò senza darmi il tempo di rifletterci.

«Ci conosciamo da poche settimane, ma tutti quanti noi ti consideriamo un membro del nostro club. Ci siamo radunati per vedere tutti i video delle tue partite e...» i suoi occhi brillarono di luce propria ed io inghiottì a vuoto. Davvero avevano visto i video di tutte le mie partite? Anche quella che mi ha giocato la carriera? «Sei la miglior giocatrice che io abbia mai visto. Anche se il tuo ruolo è l'asso, riesci a colmare i vuoti degli altri come se fossero... niente.»

Avrei voluto fermarlo per dirgli che non era affatto così; ero forte perché la mia squadra me lo permetteva; ero concentrata sul mio obiettivo, nonostante la stanchezza fisica e mentale, poiché la mia squadra mi supportava. Tutto girava intorno alla Toda, in un modo o nell'altro, ed io ero il nulla senza di loro.

Però, le parole di Nishinoya sbloccarono qualcosa dentro di me. Nonostante l'infortunio. Nonostante la frustrazione che mi portavo ancora dentro come un macigno.

Gli occhi dal color del cioccolato e penetranti del ragazzo, erano così sinceri e puri, come quelli degli altri componenti della squadra, tanto da scovarci al suo interno una speranza che avevo perso già da tempo.

Sospirai e alzai gli occhi al cielo pensando ad una decisione. Se avessi aiutato la Karasuno, ero sicura che Oikawa me lo avrebbe rinfacciato fino alla mia morte, ma era anche vero che ormai, ci ero finita dentro con tutto il capo nella fossa e non potevo di certo tirarmi indietro.

Loro non lo avrebbero fatto. La mia Toda non avrebbe declinato l'invito nell'aiutare qualcuno che cercava di migliorarsi, giorno per giorno.

«Va bene, Nishinoya! Inizieremo domani dopo le lezioni mattutine...» Il ragazzo strabuzzò gli occhi sorpreso e feci per continuare le mie raccomandazioni, ma mi saltò in grembo, interrompendomi, al quale dovetti afferrarlo come un neonato e lamentarmi per il peso del suo corpo che era tutt'altro leggero. Tanto piccolo quanto pesante.

Ma quanto mangia?

«GRAZIE! GRAZIE KAORI-CHAN!» Gridò emozionato con la sua voce squillante che mi perforò i timpani, affogandomi in un abbraccio da soffocamento.

Boccheggiai in cerca d'ossigeno come un pesce fuor d'acqua, pregandolo in un sussurro strozzato di scendere e mollarmi il collo, prima che qualche studente che passasse di lì poteva pensar male, mentre io morivo di asfissia.

«Corro a dirlo agli altri!» Sbottò e di colpo mi liberò, permettendomi di respirare profondamente. «Ci vediamo domani, Kaori!»

Oh dio! Fu la prima cosa che pensai, quando lo vidi correre nella direzione opposta alla mia e saltellare come un cervo a destra e a manca, investendo alcuni studenti che lo guardarono male. Roteai gli occhi al cielo e imprecai mentalmente.

Cavolo Kaori, ti sei lasciata abbindolare perché hanno visto i video delle tue partite. Meditai, schiaffeggiandomi mentalmente. L'influenza di Oikawa ti sta facendo male, commentò, di nuovo, la vocina nella mia testa e potei solo confermare, a malincuore, che avesse ragione.

Baka d'un Tooru.



«MATSUKAWA ANDIAMO! BLOCCA QUELLA PALLA!» Le urla dell'allenatore Irihata si sentirono fino alla fine del corridoio spoglio della palestra. Varcai la soglia della porta ed andrai al suo interno, vedendo l'Aoba Johsai allenarsi fino allo sfinimento.

Camminai lentamente e diedi un'occhiata veloce agli appalti, ai quali erano occupati da per lo più ragazze, le stesse che guardavano il mio ragazzo con la bava alla bocca e gli occhi luccicanti.

Che nervi.

Sbuffai mentalmente e avanzai il passo -per quanto mi era possibile con la gamba- ignorandole, avvicinandomi alla panchina alla quale era seduto il coach. Mi sedetti accanto a lui, distendendo la gamba destra nuda in avanti, fasciata a metà ginocchio da un tutore bianco e stretto, permettendomi così di muovermi senza causare danni.

«Da quanto tempo si stanno allenando?» Chiesi curiosa, tenendo gli occhi puntati su Matsukawa che non riusciva a fare una buona ricezione e difendere la palla.

Il coach, senza guardarmi, rispose concentrato sugli allenamenti: «Da un'ora.»

Portai le braccia all'indietro, reggendomi, lasciando che una ciocca lunga dei miei capelli corvini con riflessi violacei, legati in una coda disordinata, mi finisse davanti al viso.

Oscillai con gli occhi sulla figura di Oikawa, non resosi conto ancora della mia presenza, si mise in posizione per battere. Il cinguettio delle ragazze arrivò alle mie orecchie come parolacce e trattenni la mia voglia di scagliarmi su di loro, prendendole a testate. Stronze.

«Oikawa mi ha detto che la riabilitazione sta andando a gonfie vele», parlò il vecchio al mio fianco ed io annuì, confermando. «E ha anche detto che ora vai al liceo Kurasano.» Aggiunse, lanciandomi un'occhiata che non seppi come decifrarla.

Conoscevo bene l'allenatore Irihata, la maggior parte del mio tempo, quando non avevo gli allenamenti con la Toda, partecipavo a quelli dell'Aoba Johsai. Il coach credeva che la mia presenza era indispensabile, poiché i ragazzi si sentivano a settimo cielo e anche Oikawa era più tranquillo, non perdendosi in chiacchiere.

Tempo fa, mi proposero di fare la loro manager, visto che non ne avevano una, ma rifiutai non essendo studente della scuola e soprattutto perché avevo la responsabilità di capitano con la Toda.

Da allora, venivo a vedere i loro allenamenti più frequentemente, tranne le ultime settimane che le passai tra casa e la Kurasano.

«Mio nonno era l'allenatore della vecchia Kurasano e ad oggi lo è mio fratello...» spiegai concentrata su Oikawa che saltò e battè la palla contro la bottiglietta di plastica al lato del campo. Sorrisi. «È una scuola come tante con un club di pallavolo come le altre.» Commentai, scrollando le spalle. «L'Aoba Johsai resta la migliore per me, non c'è bisogno che le spiega il motivo, quando è evidente, Irihata-san.»

A quelle parole, vidi il coach rilassarsi e regalarmi un sorriso, incurvando soltanto le labbra sottili, evidenziando maggiormente le rughe di vecchiaia sul suo viso. «Sono felice che tu lo pensi ancora, Kaori, i ragazzi ti vogliono bene e sono anche più sollevati nel percepire la tua presenza. Oikawa sa essere molto disattento, specialmente se riceve complimenti riguardo al suo ruolo, facendogli montare la testolina.»

Insomma, anche l'allenatore aveva perso le speranze contro di lui.

Ridacchiai leggermente, annuendo. «Credo che mi stia contagiando. La sua influenza da altezzoso contamina quasi tutti.»

«Per fortuna», indicò con l'indice Iwaizumi sbraitare contro Oikawa che lo tenne per il colletto della maglia, mentre quest'ultimo fece la sua solita espressione cupa e intimorita ogni qualvolta che il suo compagno si innervosiva per qualche sua bravata o parola di troppo, agitando le mani in avanti. «C'è Iwaizumi per questo.» Il vecchio ghignò divertito, come se stesse guardando la più bella commedia americana di sempre, anziché interrompere quella discussione sul nascere.

Prima che Oikawa corresse a nascondersi sotto ad una delle staccionate per proteggersi dall'uragano Iwaizumi, -come succedeva spesso- mi alzai dal mio posto a sedere, lisciandomi la gonna nera della divisa e mi incamminai verso il centro del campo, sentendo ancora l'allenatore sghignazzare.

«IWA-CHAN!!» Squittì Oikawa con una vocina stridula. «Se devi colpirmi, fallo, ma non in faccia!»

Mi schiaffeggiai la fronte, letteralmente. Com'era possibile preoccuparsi della propria faccia in quel momento? E cos'era quello squittio?

«Era quella la mia intenzione, pezzo di merda!» Ringhiò come un cane rabbioso.

«Tooru, Iwaizumi!» Li chiamai, sventolando una mano in mezz'aria, salutandoli. Iwaizumi mollò la presa dalla maglietta di Oikawa, trasformando la sua espressione rabbiosa in una rilassata e sorridente, come se un attimo prima non volesse commettere un omicidio.

«Kaori, che bello rivederti. Ci sei mancata!» Esclamò franco, venendomi incontro e stringermi in un abbraccio che ricambiai piacevolmente.

«Mi siete mancati anche voi.»

Non ebbi il tempo di rivolgermi a Tooru che impaziente aspettava le mie attenzioni, che il restante della squadra accorgendosi della mia presenza, misero da parte quello che stavano facendo, venendomi incontro per salutarmi. Chi elettrizzato e chi tranquillamente. Li salutai uno per uno, una volta che mi allontanai dall'abbraccio di Iwaizumi.

Abbracciai anche Yahaba, il quale mi circondò il busto con le sue braccia e mi schioccò un bacio sulla guancia. Un gesto che irritò abbastanza il capitano della squadra.

«Basta così!» Sibilò a denti stretti, tirandomi dalle grinfie di Yahaba, facendo scontrare il suo petto con la mia schiena, avvolgendo le braccia intorno alle mie spalle come protezione.

Nascosi un sorriso a quel gesto. Amavo particolarmente il lato protettivo di Oikawa.

«Non puoi tenertela tutta per te!» Gonfiò le guance Yahaba, facendo ridacchiare Watari.

«Certo che posso...» Ribatté a tono Oikawa, appoggiando la guancia sudaticcia contro la mia. «Ed è per questo che io e la mia ragazza, andiamo via, prima che qualcuno di voi me la sciupi.» Marcò per bene l'aggettivo, baciandomi sul punto in cui Yahaba l'aveva fatto.

Arrossì lievemente, nascondendo il viso nei ciuffi dei miei capelli, sperando che nessuno l'avesse notato.

«Mi chiedo come faccia stare con un pezzo di merda come te.» Sentenziò Iwaizumi, sollevando un angolo della bocca. Percepì il corpo di Oikawa irrigidirsi.

Quello che tutti non sapevano sul loro capitano era che Tooru fosse molto insicuro riguardo alla nostra relazione. Poteva essere altezzoso, prepotente e arrogante, ma lo faceva solo per non mostrare le sue debolezze e una di quelle, ero proprio io. Me l'aveva confermato più e più volte.

Mascherò la sua reazione in un sorriso ampio che Iwaizumi ricambiò tranquillamente, non accorgendosi del cambio d'umore del ragazzo, e afferrò la palla ai suoi piedi, porgendola a Watari.

«Noi facciamo un altro po' di allenamento...» Disse Iwaizumi, rivolgendosi sia a me che ad Oikawa. «Vi aggiungete anche voi?»

Feci per rispondere, ma Tooru prese parola al posto mio: «No grazie, per me basta così. Voglio stare un po' con la mia ragazza...» Inclinò il capo di lato per guardarmi con i suoi occhi incredibilmente grandi e profondi, il quale mi ritrovai a ricambiare il suo sguardo e sorridergli. «E poi, non può fare sforzi per via della gamba.» Aggiunse, ritornando a guardare il suo compagno.

Iwaizumi si illuminò a quelle parole. «A proposito, Oikawa ha detto che la riabilitazione sta andando bene...» Sorrise. «Come stai? Deve aver fatto un male cane.»

Alzai e abbassai le spalle. «Ricordo solo di aver sbattuto la testa, ma del dolore al ginocchio non lo ricordo per niente...» Mi grattai una guancia con l'unghia pittata di un rosso acceso, sentendo le labbra di Oikawa sfiorarmi la tempia.

«Ti rimetterai presto, anche perché non vediamo l'ora di murare di nuovo le tue schiacciate, Kaori.» Sorrise.

Evitai di rispondergli. Non avrei ripreso a giocare e anche se ripetermelo in continuazione nella mia testa, mi aiutasse a non pensarci, le mie gambe non vedevano l'ora di correre in mezzo al campo, la mia mano battere la palla e schiacciare.

Scossi il capo, scacciando via quei pensieri. Piantala, Kaori. Lo hai promesso.

«Ora torno ad allenarmi con gli altri...» fece per andarsene ma si fermò, come se si fosse dimenticato qualcosa di importante da dire. «E se per caso Oikawa dovesse crearti dei problemi, di qualunque tipo, chiamami e gli faccio passare un brutto quarto d'ora.» Mi strizzò l'occhio in un occhiolino amichevole, guardando poi in malo modo Tooru.

Il mio ragazzo a sentire quella minaccia rabbrividì e si imbronciò come un bambino, intonando un acuto: «Ma... Iwa-chan!»

«Sta' zitto, pezzo di merda!» Rispose a brucia pelo senza guardarlo e si allontanò, raggiungendo gli altri.

Tooru corrucciò la fronte e si staccò da me, guardandomi dal suo metro e ottantasette. «Possibile che quando ti vede la sua aura omicida muta il doppio?»

Scrollai le spalle con noncuranza. «Vedi di comportati bene, oppure...» mimai con l'indice di decapitarlo e cacciai la lingua di fuori, recitando teatralmente la sua morte. Mi guardò male e scoppiai a ridere. «Dai, sto scherzando. Andiamo!» Incalzai divertita, vedendo il suo colorito divenire pallido, intrecciando le mie dita alle sue.

«Non sei simpatica, Kaori, neanche un po'.» Borbottò offeso, mentre lo trascinai fuori dalla palestra.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro