9- fase uno seconda parte
*dal punto di vista di Izumi*
Appena arrivammo alla base situata in Russia a tre ore di distanza dalla spiaggia del mar d'Azov, come mi immaginavo vi era un enorme trambusto causato dal ritorno di Emily.
Vi era un trambusto generale, c'erano soldati e persino generali che correvano ovunque, armati fino ai denti.
Tuttavia l'unico che faticavo ancora a comprendere era appunto il Generale, sembrava in ansia ma non per paura del suo ritorno, era più preoccupato.
Per trovare una soluzione obbiettiva sul suo strano comportamento ragionai su di egli. Quando pugnalò Emily quella fantomatica sera, nonostante sia un soldato ben esperto e addestrato da anni la colpi in un punto non vitale, se fosse stato fatto da un pivellino, molto probabilmente avrei semplicemente pensato che si trattava di un errore dovuto alla mancanza di esperienza, ma non da lui, questo vuol dire che non l'aveva uccisa perché non voleva farlo.
La parte più strana l'atto successivo quando la consegnò a me, fra tutti i soldati a cui avrebbe potuto dare il presunto cadavere, egli lo diede proprio l'unica persona che non avrebbe mai lasciata morire.
Però allo stesso tempo dopo che si venne a sapere che era sopravvissuta gli diede una caccia sfrenata, sembrava veramente ossessionato nel ritrovarla, quasi spaventato da quest'ultima, cosa molto strana, perché la paura non faceva parte del carattere del generale.
Un altro dettaglio che non mi convinceva fu quando Emily sparì dai Radar, perché sembrò essere sollevato dalla questione come se non volesse che veniva trovata, mettendo in contraddizione le sue azioni perché fu proprio lui a condannarla, etichettandola al mondo intero come terrorista. Ma il suo strano comportamento non finiva qui, perché rallentava le indagini con finte piste d'avvistamento, ed io sapevo benissimo che non potevano essere veritiere, perché Ryper o Rieen venivano puntualmente agli incontri, tenendomi ben informato sulla salute mentale di Emily ed era anche impossibile che il Generale si fosse sbagliato, non era di certo il tipo che dava le cose per scontato, senza approfondire meglio una questione.
Per di più sapevo con certezza che lei non si muoveva da lì, per la delusione ricevuta a stesso parlava, figuriamoci andare in missione.
Ma ora, al primo vero avvistamento partì in prima linea per catturarla, mentre le altre volte mantenendo la compostezza mandava qualcun'altro al suo posto.
Tutto ciò non aveva senso.
Anche in questo momento stava setacciando i mari con i droni telecomandati alla ricerca di lei, ordinando a destra e a manca di pattugliare ogni angolo senza sosta, fino a quando non l'avrebbero trovata, a me diede il compito di pattugliare con il drone telecomandato la zona sud-ovest, più precisamente vicino alle spiagge del mar d'Azov.
Ormai erano ore che cercavamo pertanto davo per scontato che neanch'io avrei trovato niente, come i miei colleghi del resto, per questo sobbalzai quando la vidi tra le braccia di Rieen prima di sensi, in in forma umana soprattutto, ma non ebbi il tempo di analizzarlo con attenzione perché dovevo spostare immediatamente la video camera prima che qualcun'altro potesse vederla, ero venuto fin qui per aiutarla, non per farla scoprire.
Per tanto cambiai immediatamente immagine sul monitor, assicurandomi che nessuno mi avesse notato, per fortuna fui abbastanza veloce perché nessuno notò niente, stavo già per tirare un sospiro di sollievo quando alle mie spalle apparve il Generale facendomi nuovamente trasalire, il cuore mi batteva a mille per lo spavento, se mi aveva visto? Purtroppo anche se aveva accettato che andassi con lui non si fidava di me, tenendomi costantemente d'occhio.
Lo guardai con la coda dell'occhio per assicurarmi se mi aveva visto o meno, ma vedendo che non proferiva parola mi rassicurai, facendomi tirare finalmente un sospiro di sollievo quando se ne andò definitivamente concentrando la sua attenzione ad un altro soldato.
Tuttavia mi fece infuriare la scarsa attenzione di Emily, non era da lei perdere colpi, in passato non si sarebbe mai fatta trovare in una maniera tanto banale. Cercai di autoconvincermi che ci fosse un'ottima ragione al riguardo, da quello che vidi era priva si sensi e gli altri attorno a lei non si curarono di andare in una zona più sicura, si certo la colpa non può essere sua lei è perfetta non sbaglia mai un colpo.
Ma la rabbia si trasformò immediatamente in preoccupazione, perché era svenuta? Dubito che c'entri la trasformazione Rieen aveva mutato parecchie volte dinanzi a me è non era mai svenuto, lo ricordo bene.
Forse per lei era più doloroso? L'unica spiegazione plausibile era questa, anche se non né comprendevo il reale motivo.
In questo momento non potevo perdermi in ragionamenti, c'è Rieen con lei sarà sicuramente al sicuro, come prima cosa dovevo assicurarmi che nessun'altro la trovi, almeno finché non la portano in un posto sicuro e per farlo vi era un solo modo, hackerare gli altri droni usando un programma di mia invenzione, che non solo non lasciava traccia, ma neanche si sarebbero accorti che li stavo manomettendo.
Il primo passaggio era registrare la spiaggia dove si trovava Emily tutto in torno a lei per creare un punto cieco, dopo di ciò caricai i video anche sugli altri droni usando il programma, esso avrebbe attivato il video pre-registrato, mostrando loro solo ciò ché io volevo far vedere e voilà, gioco fatto.
D'ora in poi, ogni qualvolta che andavano a visitare quella determinata zona con i droni il programma avrebbe attivato il video pre-registrato, mostrando loro solo ciò ché io volevo far vedere, in più era talmente ben fatto che nessuno avrebbe sospettato niente.
Ora non mi restava altro che monitorare gli spostamenti di Emily, rifacendo lo stesso procedimento di prima ogni qualvolta che uscivano dal punto cieco.
Come immaginai con ci volle molto prima che Rieen si trasformò a sua, portando Emily in rientranza lì vicino ben nascosta per farla riprendere da occhi indiscreti, permettendomi così via di ripristinare i droni e cancellare ogni traccia del mio passaggio, altrimenti a lungo andare si sarebbero accorti che qualcosa non tornava, non erano stupidi.
L'intera giornata proseguì alla lunga in questo modo, loro che la cercavano ed io che mi assicuravo che non la trovassero.
Il peggio arrivò verso sera, perché gli S6 avevano la stessa indole instancabile di Emily, difatti dopo ore passate al computer si preparano per andare in azione, perché a detta loro si erano riposati fin troppo e vedendo gli scarsi risultati grazie ai droni, volevano andare di persona a perlustrare quella zona.
Anche se ero a pezzi dovevo per forza mantenere il loro ritmo, altrimenti Emily sarebbe stata spacciata, pertanto andai insieme ad un gruppetto di S6 a prepararmi insieme a loro nel camerino.
Appena mi videro entrare tutti gli sguardi erano puntati su di me, forse nelle migliori delle ipotesi erano sorpresi nel vedermi proseguire proseguire dopo una giornata estenuante di lavoro, ma la verità nei loro sguardi era chiara, c'era sospetto, probabilmente l'essere stato un ex amico di una presunta terrorista fosse motivo per non fidarsi di me, se solo sapessero la verità ovverosia, che anche loro sono uguali alle stesse creature a cui davano la caccia, che il cattivi della situazione non erano i tritoni, bensì il governo per cui lavoravano dandovi cieca fedeltà.
Perché non si pongono le stesse domande di Emily? Perché sono così ciechi? Se aprirebbero meglio i loro orizzonti capirebbero immediatamente che qualcosa non quadrava in loro, specialmente per la massa muscolare nettamente superiore a qualsiasi essere umano.
Da quello che capì dalla spiegazione di Scarlett loro non erano altro che una specie più evoluta dell'essere umano, allora cosa li frenava da vedere la loro chiara differenza di muscolatura rispetto a chiunque non fosse dell'élite?
Onestamente anche Emily all'inizio era cieca esattamente come loro, completamente soggiogata dal governo.
E se per risvegliarsi anche a loro proprio come lei bastava mettere la pulce nell'orecchio? Tuttavia prima di fare ciò, dovevo constatare il loro livello di sottomissione, pertanto chiesi con estrema innocenza:
<<Voi conoscevate bene il soldato che stiamo cercando? Onestamente non avrei mai detto che sarebbe arrivata a tanto, di solito eseguiva gli ordini ed il protocollo in maniera snervante>> dissi alla fine con una finta nota di odio per farli aprire nei miei confronti.
Prima che qualcuno aprisse bocca ci furono attimi interminabili di silenzio, solo dopo qualche minuto un membro del S6 che era situato a fianco a me scoppiò a ridere di gusto, attirando così anche l'attenzione degli altri per poi seguirlo a ruota e ridere assieme a lui. Mi chiedevo cosa vi era di tanto divertente, ma le mie domande ebbero immediatamente risposta proprio dal primo soldato che iniziò ridere per primo, rispondendomi:
<<Da quel che dici si capisce chiaramente che oltre a lavorare insieme a lei, non la conoscevi affatto>>
Lo guardai seriamente confuso, cosa diavolo stava dicendo? Dalle sue parole e la risata collettiva voleva farmi credere che Emily era il classico soldato ribelle, cosa molto improbabile, visto che il primo giorno sì fece odiare da tutti, me compreso. Lo ricordo come se fosse ieri quando ci fece notare che stavamo violando il protocollo sul codice d'abbigliamento.
Il ragazzo notando la mia espressione confusa mi disse immediatamente:
<<Emily è sempre stata una testa calda, non seguiva mai gli ordini e soprattutto li infrangerà sempre, non mi sorprende che sia diventata una terrorista>>
Ok ora iniziavo ad essere ancora più confuso, stava dicendo l'esatto opposto di ciò che è realmente quella ragazza, facendomi pensare che fra i due a non conoscerla affatto non ero io, bensì lui nonostante siano cresciuti praticamente insieme.
Totalmente spaesato da ciò che mi raccontò su di lei richiesi ulteriori informazioni, in quanto ad Osaka era stata l'esatto opposto di ciò che affermava.
Egli però iniziò a raccontarmi una storia davvero molto strana, di come i superiori li avevano mandati in missione in tenera età, per vedere se erano degni d'entrare negli S6. In quell'occasione Emily, fu l'unica a disubbidire agli ordini per poter permettere a tutti loro di vivere. Da come lo raccontava sembrava essere indignato dal suo comportamento, ma non aveva senso tutto ciò, perché se lei si fosse realmente mantenuta al protocollo a quest'ora tutti quanti sarebbero morti tranne lei, perché sembra così indignato?
Ma il racconto non finì qui, no, perché il ragazzo mi disse anche che non riuscì a salvare tutti, ma fu ciò che aggiunse a fine discorso a farmi perdere totalmente le staffe. Il ragazzo ridacchiando insieme agli amici iniziò a canzonarla, esclamando su quanto fosse stata stupida, in quanto un vero soldato della sezione S6 non si sarebbe mai fermato, perché gli ordini erano quelli, aggiungendo anche che non meritava il titolo di ex soldato d'élite, in quanto infangava il buon nome di tutti loro e così via.
Nonostante sentivo la rabbia percuotere il mio intero corpo, dovevo comunque cercare di mantenere l'autocontrollo.
Dovevo risvegliarsi senza fargli capire che stavo prendendo le sue difese altrimenti sarebbero tornati a sospettare di me, per loro in questo momento Emily era il nemico e stava infangando il buon nome della squadra speciale, però dovevo pur far qualcosa, così facendo un grosso respiro per calmare i nervi, cercando di sembrare il più neutrale possibile, guardai il ragazzo e gli feci una semplice domanda:
<<Ma se Emily non sarebbe tornata indietro a quest'ora la squadra d'élite non esisterebbe, non e vero?>>
Il ragazzo sgranò gli occhi è il silenzio calo nello spogliatoio, prima che qualcuno contraddicesse le mie parole passarono qualche minuto, il tempo necessario per trovare una scusa plausibile che potesse far sembrare nuovamente lei la cattiva e dopo qualche minuto, l'unica cosa che riuscirono a dire fu:
<<Bhe in qualche modo c'è la Saremmo comunque cavata, lo scopo era vedere se eravamo capaci abbastanza da essere degli ottimi S6, non c'era stato detta di salvare i nostri colleghi, noi dobbiamo limitarci a svolgere gli ordini che ci danno>>
Accidenti, loro erano più soggiogati di Emily quando arrivò ad Osaka! Come potevano essere così ciechi? Forse non volevano vedere? Infondo realizzare che per tutto questo tempo non erano altro che cavie del governo era uno shock troppo grande da sopportare, tuttavia dovevano affrontare la realtà esattamente come aveva fatto Emily, pertanto per fargli aprire gli occhi dissi l'unica cosa sensata da dire:
<<Si questo l'ho capito, lo ripeteva in continuazione anche quella traditrice di Emily>> feci una breve pausa per calmare i nervi, proseguendo con tono pacato per colpirli nel segno senza far trapelare le mie reali intenzioni:
<<Ma a prescindere da cosa ha fatto, ciò non toglie che senza di lei a quest'ora eravate tutti morti e la squadra d'élite non esisteva. Se ciò che dite è vero, lo scopo della missione voleva dimostrare chi di voi era degno o meno, ciò vuol dire che solo lei lo era, in quanto non solo ha portato a termine la missione, ma è riuscita anche a salvare tutti voi>>
Calò nuovamente il silenzio e come prima nessuno osò contraddirmi, in quanto avevo colpito bel segno.
Neanche riuscirono a inventare una scusa decente per cercare di giustificare le loro azioni, perché a differenza loro, Emily ha sempre dimostrato che oltre ad eseguire gli ordini non era mai stata pienamente soggiogata del tutto, altrimenti avrebbe reagito esattamente come gli altri suoi colleghi.
Tuttavia dai loro sguardi intuì che una lampadina si è accesa loro e finalmente stavano vedendo il quadro generale della situazione, solo quel ragazzo, l'unico che ebbe il coraggio di spiegarmi la situazione per primo, l'unico che rise scatenando anche la risata incontrollata degli altri tentò nuovamente di giustificarsi:
<<Qualsiasi cosa abbia fatto per noi in passato ora gli ordini sono chiari, dobbiamo ucciderla a vista. Il passato è il passato, nel presente lei è soltanto una criminale>>.
Ed è qui che lo volevo, così ne approfittai per raccontargli un evento che avevo vissuto i primi tempi con Emily, che persino me lasciò di stucco e senza un attimo di esitazione iniziai a raccontargli, modificando un pò la realtà per non essere sospettoso:
<<Ho Ho sempre odiato Emily, fin da subito>> feci una breve pausa, per poi iniziare a raccontare la storia per com'era realmente, perché dopo quell'evento che stavo per narrare mi ero innamorato perdutamente di Emily, in quanto si era dimostrata una donna sia sensazionale, ma anche piena di valori morali:
<<Il giorno stesso che arrivò ad Osaka mi trascinò in missione, pattugliando la spiaggia in cerca di indizi riguardanti i tritoni. Il generale Sasaki fin da subito dubbioso sulle capacità di Emily ci seguì di nascosto, ma lei non era stupida se ne accorse fin dal principio e mentre faceva il suo lavoro lo sorvegliava a distanza. Poco dopo notò qualcosa di strano, il generale, che ci stava sorvegliando a sua volta era sotto attacco da parte di un tritone, lei andò immediatamente a salvarlo ma una volta puntata la pistola contro, nonostante la rabbia che trasudava dai suoi occhi si fermò, e sai perché non gli sparò?>>
Di risposta dissero tutti quanti all'unisono che era una traditrice per questo non lo uccise, ma scuotendo il capo li contraddì immediatamente, dicendo loro la risposta corretta, almeno quello che pensava Emily all'epoca prima di scoprire la verità, credeva di avere davanti l'assassino dei suoi genitori, anche se successivamente scoprì essere stato il padre di Rieen.
Così presi nuovamente parola evitando la questione di Rieen, non sapendo se vi era sul rapporto o no:
<<Perché il tritone che aveva davanti era anche colui che aveva sterminato la sua famiglia. Ora potete pensare, beh allora perché non l'ha ucciso? Onestamente anch'io mi ero posto questo quesito, per tanto gliel'ho chiesto, Sapete che mi ha risposto? Mi disse che quella sera, lui avrebbe potuto uccidere pure lei, ma non l'ha fatto, pertanto era in debito di vita con lui, ma, specificò anche che avendo saldato il debito con lui non gli avrebbe dato più tregua finché non avrebbe vendicato la morte dei suoi genitori>>
Ormai avevo l'attenzione di tutti ma nessuno osava parlare, rapiti dal mio racconto, specialmente da ciò che fece Emily. Questo dimostrava che non era vero che Emily non eseguiva gli ordini o era una ribelle ma bensì che sia più umana di tutti noi messi insieme, ammutolendo così gli scettici.
Il ragazzo che diede il via alla conversazione, lo stesso che si burlò di lei mi guardò con un'espressione che conoscevo bene, era stessa della mia amica, era triste ma al tempo stesso arrabbiato, rispondendomi così con meno spavalderia rispetto in principio:
<<Perché lo ha fatto? Perché? Doveva uccidere quella bestia! Come ha potuto lasciar vivere quell'essere prima di sentimenti? Come!>>
Con la sua risposta confermò la mia intuizione, era arrabbiato, la stessa rabbia che provava Emily verso i tritoni perché loro, esattamente come lei erano stati plagiati, tuttavia coloro che uccisero davanti ai loro occhi non erano i loro cari genitori, ma bensì scienziati che li stavano studiando.
Tuttavia ancora non erano pronti per sapere la verità, se volevano delle risposte dovevano farlo da soli altrimenti o non mi avrebbero creduto o sarebbero caduti in depressione proprio come lei, pertanto mi limitai a rispondergli per portarlo sulla pista giusta, rispondendo al tempo stesso alla sua domanda:
<<Perché così ci distinguiamo dalle bestie, come possiamo definirli senz'anima se anche noi, ci comportiamo come se ne siamo privai? Non voglio prendere le sue difese, però non è tutto bianco o nero. Esattamente come fece con il tritone, potevate fare benissimo così anche con voi, limitarsi ad eseguire gli ordini e buttare nel cesso la propria umanità che senso ha? Lei ha scelto di essere vera, lei aveva degli ideali e li seguiva a qualunque costo... ora, se li ha persi o meno questo non lo so, ma voi? Lo sapete? Infondo la conoscete da più tempo di me, com'è realmente Emily?>>
I ragazzi si guardarono fra di loro, visibilmente confusi e spaesati, non sapevano cosa risponde visto che il discorso aveva preso una piega abbastanza pesante, ma una cosa era certa, avevo insinuato in loro la pulce nell'orecchio, difatti solo uno di loro, alle mie spalle ebbe il coraggio di chiedermi:
<<Tu sai che ha fatto? Sai, per diventare una terrorista intendo!>>
Qui non potevo essere molto specifica, ma neanche troppo vago se volevo far aprire gli occhi anche a loro, dovevo far sì che cercassero da soli la risposte, non mi avrebbero mai creduto e come potevano farlo? Soprattutto se gli dicevo che in realtà erano dei Tritoni rapiti dai loro branchi per combattere la loro stessa specie? No, correvo solamente il rischio che sarebbero andati sia dal generale Sasaki che dal generale Garenth, così risposi semplicemente:
<<Onestamente non so so neanch'io cos'ha fatto, l'unica cosa che so e che aveva scoperto qualcosa grazie a dei vecchi fascicoli del governo che riuscì ad hackerare, ma non fece neanche in tempo a dirmi cosa aveva scoperto che il giorno seguente il generale Garenth l'ha condannata per alto tradimento al genere umano>> feci spallucce per poi aggiungere con tono innocente: <<Mi dispiace vorrei dirvi di più ma non parlavamo molto, quella donna aveva occhi solo per Garenth>>
Gli altri si guardarono fra di loro, sapevo che la mia spiegazione non aveva senso ma è realmente così che è andata, per questo Emily ha iniziato ad investigare maggiormente, scoprendo così la dura realtà.
Forse anche loro, essendo degli agenti specializzati si sarebbero messi in moto per scoprire la verità come ha fatto lei, tuttavia non pienamente convinti della mia spiegazione uno di loro si fece avanti nel frangente che gli altri erano intenti a fissarmi senza proferir parola mentre indossavano le ultime cose per andare in pattuglia, egli però mi chiese con tono confuso:
<<Ma come fai a non saperlo, non ha senso, hai lavorato per mesi insieme a lei devi sapere qualcosa di più al riguardo>>
In effetti sapevo molto, ma ripeto non mi avrebbero mai creduto per questo dovevano arrivarci da soli, per tanto risposi dando mezze verità:
<<So che aveva fatto un patto di alleanza con uno di loro, tutti i generali sia della sezione A che della sezione S sono strati pesenti, ma ripeto non parlavamo molto>>
Quello affianco a me, dopo la mia ultima risposta chiuse malamente lo sportello del suo armadietto, per poi rispondere quasi con rabbia:
<<Lo so, eravamo presenti anche noi alla riunione, ma da allora ha smesso di mandare rapporti dettagliati, come se stesse nascondendo qualcosa>>
Un altro suo collega a quel punto intervenne anch'egli, dicendo a sua volta la sua: <<E vero me lo ricordo e se fosse passato dalla loro parte? In fondo ha anche risparmiato la vita ad uno di loro>>
Stavo già per smentire tutto quando ma al mio posto intervenne sempre il soldato accanto a me, il primo che prese parole nella conversazione, contraddicendo le parole di soldati:
<<Questo potrebbe pensarlo il soldato Izumi che evidentemente non la conosce affatto, ma voi no, conoscete Emily praticamente da sempre, se ha smesso di inviare rapporti dettagliati deve esserci una ragione molto più complicata, come se avesse paura di qualcuno all'interno>>
Caspita questo soldato era davvero geniale, nonostante considerava Emily ancora come una terrorista era riuscito a vedere la situazione da un punto di vista esterno, forse non erano così senza speranza come pensavo, forse bastava un altra piccola spinta per portarli dalla nostra parte, infondo il piano di Emily consisteva anche nel riportarli dalle loro rispettive famiglie e come tale dovevo darle una mano.
Ma ancora una volta fui interrotto dall'intervento di un altro soldato, il quale meno sveglio rispetto a quest'ultimo cerco di difendere in ciò che avevano sempre creduto:
<<Ma favore di chi dovrebbe aver paura! Ci hanno cresciuti ed allevamenti dopo che quei mostri ci hanno tolto tutto, la verità e ci ha traditi tutti>>
La conversazione si stava facendo talmente intensa che ancora una volta non potetti intervenire, in quanto un altro soldato al mio posto prese di nuovo parola, rispondendo a quest'ultimo:
<<Su via conosci Emily come tutti noi, Emily e sempre stata precisa e dettagliata nei suoi rapporti, pertanto se ha smesso è perché aveva paura di qualcuno. Ti voglio ricordare che stai parlando del soldato migliore della nostra sezione, il più prestante, il più forte ed anche il più intelligente se vogliamo metterla in questa maniera>> fece una breve pausa per fare mente locale per poi iniziare ad elencare tutti gli studi che il generale ha fatto fare a quest'ultima:
<<Garenth ha investito molto su di lei, gli ha fatto fare anni di studi in: DNA ricombinante, scienze quantistiche, biofisica e tanto altro ancora. Mettiamo realmente caso che si è dimostrata una terrorista, il generale non l'avrebbe mai lasciata andare, era la sua pupilla preferita e questo lo sappiamo tutti. In più se vogliamo essere più obbiettivi ciò che non quadra maggiormente su tutta questa faccenda e che Emily, per quanto ribelle e tendenzialmente a violare le regole, se doveva portare avanti una missione la finiva a qualsiasi costo>> fece una breve pausa e pizzicando il mento aggiunse con aria riflessiva: <<Pertanto deve esserci stato qualcosa che le ha impedito di finire cio che ha iniziato o forse ha scoperto troppo>>
Come immaginavo la squadra d'élite per quanto plagiata sia non erano affatto degli stolti, fu sufficiente portare alla luce tutte le piccole incongruenze sulla sua faccenda per insinuare in loro il dubbio. Tuttavia non tutti li colsero, con mio grande dispiacere solo tre di loro si erano posti le giuste domande, ma credo che per il momento sia più che sufficiente, anche se gli altri
gli altri quarantatre continuavano ad insistere fermamente che non dovevamo neanche pensare di dubitare sulle persone che li hanno cresciuti come dei figli, per il momento il numero tre era un traguardo più che soddisfacente al momento.
Come previsto, infastiditi gli altri se ne andarono borbottando ed i tre ragazzi rimasero nello spogliatoio a fissarmi con arie interrogative, come se da lì a breve si aspettassero delle risposte da parte mia, quali non potevo dargli personalmente.
Il primo a presentarsi fu il soldato che era a fianco a me, colui che aveva dato il via a tutta questa conversazione, il suo nome era Adrian: alto più o meno un metro e novanta, con capelli neri e corti ed una faccia pulita senza neanche un filo di barba, occhi castani, sguardo tagliente come di chi aveva visto troppo dalla vita, più o meno della stessa età di Emily.
Più o meno come tutti gli altri del resto.
Il secondo soldato si avvicinò a me è porgendomi la mano si presentò anche lui: il suo nome è Sebastian, anche gli molto alto con capelli castani ed occhi marroni.
Il terzo invece: si chiama Richard con capelli medio lunghi di colore biondo, occhi verdi e spaventosamente alto.
Insomma, fra i tre io ero l'unico tappo del gruppo. Forse era una caratteristica dei Tritoni e delle sirene essere così alti, perché sia Rieen che Emily sono come loro.
Passarono alcuni minuti prima che uno di loro mi fece la domanda che tanto mi aspettavo. Il primo a parlare fu Adrian che venendo verso di me, prima di proferir parole fece uno scambio di sguardi con i suoi amici per poi tornare a fissarmi, chiedendomi con tono sospettoso:
<<Izumi sento che tu non ce la racconti giusta, credi veramente che siamo così stupidi? Sì, Emily è un po' fredda all'inizio, ma dubito fortemente che ti avesse tenuto all'oscuro di tutto, la conosciamo fin troppo bene da non poterci mentire, dicci la verità, perché le stanno dando la caccia?>>
Anche gli altri annuirono sospettosi, rimanendo in silenzio aspettando una mia risposta. In passato sotto tanta pressione sarei andato nel panico, ma avendo lavorato con Emily per così tanto tempo, ormai avevo imparato a comportarmi asseconda della situazione, facendomi comprendere ancora una volta l'importanza dei suoi insegnamenti. Ora dovevo dimostrare anche a me stesso di riuscire a mettere in pratica il frutto dei miei studi, pertanto mantenendo un assoluto autocontrollo feci spallucce è guardandoli con fare innocente riportai a galla un nostro vecchio litigio, poco prima che venne condannata:
<<Ve l'ho detto, non so su cosa stava lavorando ed onestamente è stata anche un po' stronza con me. Prima mi massacra di allenamenti poi quand'è ora di entrare in azione mi esclude, farneticando cose inutili tipo: che non voleva avere sulla coscienza mia madre, che non voleva vedere un'altra famiglia rovinata per colpa sua e che era troppo rischioso e così via>> feci una breve pausa e per dare più credito alle mie parole proseguì alzando leggermente il tono di voce:
<<Se non voleva farmi partecipare nella sua strana ed oscura impresa, perché mi aveva fatto allenare così tanto? Perché mi aveva portato al limite della sopportazione? Ve lo dico io perché, per il gusto di torturarmi. Per questa ragione non so niente, neanche ci rivolgevamo la parola e poi anche perché, poco dopo il nostro litigio e stata condannata>>
I tre soldati si guardarono spaesati, persino Adrian non trovò una risposta troppo confuso su tutta questa faccenda, passarono alcuni secondo quando intervenì Sebastian, esternando le perplessità di tutti:
<<Dalle tue parole sembra che veramente aveva paura di qualcuno o qualcosa, questo comportamento non è da lei, soprattutto dopo aver perso tempo ad addestrare un novellino>>
Richard intervenne bruscamente, facendo notare a Sebastian un incongruenze:
<<È di Emily che stiamo parlando, lei non ha paura di niente e di nessuno, se è realmente come dite voi allora chi mai potrebbe metterle paura? Non ha senso>>
Questa volta a prendere parola fu Adrian che guardandomi sempre in maniera sospettosa, mi disse ancora una volta che non credeva alle mie parole e se avevo qualcosa da dire dovevo dirla e basta, perché solo facendo luce su questo mistero potevano decidere se sparargli a vista o agire diversamente.
Non sapevo se fidarmi o meno però dovevo fare almeno un tentativo, so che avevo detto che dovevano scoprire la verità da soli, ma io non avevo quei fascicoli con me, li aveva Emily e dopo che lei si introdusse al tredicesimo piano della base di Osaka il governo cancellarono tutti i file incriminati, ignari che lei possedeva una copia di tutti i documenti.
Se volevano risposte dovevano mettere da parte lascia di guerra e chiedere direttamente alla sottoscritta di mostrargli le prove, pertanto sempre facendo il vago risposi al loro:
<<Come ho detto prima, io non so molto a riguardo ma se volete risposte dobbiamo andare dalla diretta interessata, forse lei ha ancora i file hackerati di cui mi aveva menzionato>>
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