5-egoismo seconda parte
Dopo la nostra piccola conversazione alla spiaggia salutai Izumi per poi al ritorno insieme a Rieen alla pozza centrale. Durante il tragitto fra me e lui vi era un po' di imbarazzo, ma come ogni nostro litigio bastò poco tempo per ritornare alla nostra intimità, il passare del tempo trascorso insieme avevamo imparato a superare queste piccolezze.
Non lo condannava per aver pensato in maniera egoistica, e mettendomi nei suoi panni molto probabilmente anch'io avrei pensato la stessa cosa, sì, ed anche se lui lo negava sapevo che in fondo era anche colpa mia, non sapevo ancora cosa volevo, ma nonostante ciò lo illudevo di false speranze. Per questo arrivai ad una conclusione, ovverosia che non avrei mai più giocato con il suo cuore finché non facevo chiarezza col mio.
Durante il percorso la tana, una figura in lontananza attirò la mia curiosità, sembrava molto familiare pertanto gli andai in contro per vederci più chiaro, seguita ovviamente da Rieen, che non capendo la situazione mi faceva domande a raffica, ma in questo momento ero troppo presa per dargli retta.
Facevo fatica a riconoscerlo a causa della scarsa luminosità degli abissi, però più mi avvicinavo è più lui mi sembrava somigliare: capelli medio lunghi di colore rosso, numerose lentiggini su tutto il corpo, fiso tonico e muscoloso frutto di una vita di allenamenti come me. Il particolare più strano era la coda, classica dei tritoni del nord, più o meno con la stessa colorazione come quella di Ryper, con l'unica differenza che egli possedeva colori più sgargianti, ciò mi fece finalmente capire la differenza fra un vero tritone del Nord ed un incrocio.
Avevo una mezza idea di chi potesse essere ma non né ero certa perché non si vede da anni, ma non poteva essere lui perché io generale aveva scritto sul rapporto che era deceduto, ponendo fine lui stesso la sua vita dopo qualche anno dalla sua fuga, eppure sembrava davvero lui.
Rieen ormai stufo di aspettare mi si piazzò davanti chiedendomi con i gesti dove stessi andando, ma quando vide anche lui il tritone in lontananza si irrigidì. Non solo per gelosia, ma vide un tritone estraneo nel suo territorio, ciò non gli faceva molto piacere.
Per evitare che si ripetesse il litigio di prima con Izumi, sempre tenendo d'occhio quel tritone sospetto trascinai Rieen per un braccio su in superficie, per poi spiegargli in brave del perché lo stavo seguendo, e senza perdere altro tempo mi immersi nuovamente, raggiungendolo con un potente colpo di coda, sbarrandogli la strada. Ovviamente all'inizio non prese molto bene il mio gesso, difatti era già pronto ad attaccarmi per difendersi, ma appena posò il suo sguardo di me rimase di stucco.
Rimase a fissarmi per minuti interi per poi iniziare a parlare quella lingua che io ancora non riuscivo a comprendere, ed egli accorgendosene immediatamente per via della mia faccia perplessa mi fece segno di salire in superficie. Anche Rieen ci seguì e in breve ci ritrovammo tutti e tre a galleggiare sul pelo dell'acqua emergendo solo la testa, ma egli rimase in disparte ad ascoltare la nostra conversazione:
<<Emily sei davvero tu?>> disse il tritone con tono sorpreso.
Purtroppo a differenza sua ancora non riuscivo a ricordarmi chi era, nonostante mi sembrava davvero fin troppo familiare il suo viso. Il tritone accorgendosi della mia confusione si portò una mano sul petto e disse nuovamente, ma questa volta con tono entusiasta:
<<Dai sono io, Edward, eravamo compagni d'armi nella sezione S6>>
Allora era davvero lui, proprio come pensai all'inizio, ma il generale disse di averlo ucciso, ed invece era qui, vivo e vegeto davanti ai miei occhi. Prima di salutarlo calorosamente spiegai gli spiegai del perché non l'avevo riconosciuto fin da subito, chiarito questo fatto gli chiesi immediatamente:
<<Hanno cacciato anche te perché hai scoperto la verità?>>
Edward annui tristemente, per poi iniziare a raccontarmi della sua storia e del perché fu stato cacciato con l'accusa di alto tradimento al genere umano.
Fatta in breve, ebbe il mio stesso trattamento una volta uniti tutti i tasselli è per paura che rivelasse tali informazioni anche agli altri lo cacciarono, dandogli la caccia come un animale.
Specificando che anche per lui non fu facile abituarsi a questa nuova vita, esattamente come me, con l'unica differenza che lui si ritrovo da solo fatta ad eccezione per il generale Garenth, il quale era grazie a lui avendo falsificato i rapporti per cessare la caccia all'uomo. Dopo questi eventi farsi una vita fu ancora più complicato, in quanto nessun branco lo accolse perché a detta loro era troppo umanizzato.
Ascoltato l'aiuto offertogli da generale né rimasi sconvolta, lo aveva aiutato a vivere un esistenza bene o male pacifica, mentre nei miei confronti non solo mia condannata, ma ha chiamato personalmente il governo per farmi condannare. Pertanto la domanda mi venne spontanea, perché nel mio caso si comportò diversamente rispetto ad Edward?
Esposi questa cosa anche a lui, specificando che fu lui stesso a darmi la caccia, Edward con sguardo confuso mi rispose che effettivamente era molto strano, perché nel suo caso fu proprio il generale a guardargli le spalle, permettendogli cosi di vivere in tranquillità, a condizione che non avrebbe mai messo più piede sulla terraferma.
Dopo il confronto mi fu tutto più chiaro, Garenth mi stava dando la caccia per paura, sapeva che non mi facevo intimorire da una ridicola minaccia e che, una volta iniziata una missione la portavo a termine a discapito delle conseguenze.
Ma tornando ad Edward, gli chiesi con esattezza quali cose aveva scoperto, ed egli mi rispose con aria pensierosa, come per ricordarsi ogni dettaglio di allora:
<<Avevo quindici anni all'epoca, notai alcune stranezze nei nostri addestramenti. Una ad esempio fu quando Garenth ci costrinse a fare immersioni subacquee in quell'enorme vasca artificiale, notai che per l'occasione usarono vera acqua di mare, cosa non necessaria per un addestramento. Provai anche a chiedere spiegazioni a tal proposito, ma egli fu molto evasivo, spiegandomi brevemente che serviva a rendere il tutto più realistico. Il suo atteggiamento mi spinse a fare ulteriori ricerche, tuttavia proprio non mi aspettavo di trovare un fascicolo che parlava di una certa ricerca chiamata "Hunan rebirth", tuttavia un altro mio superiore mi scoprì dando così l'allarme e non potetti investigare oltre>>
Finita con la sua spiegazione Edward mi chiese cosa avessi scoperto più di lui, tanto da far entrare in azione anche il generale Garenth, alchè iniziai a descriverli anche di tutte le mie scoperte, non tralasciando nessun dettagli. Gli menzionai anche gli indizzi a cui ancora non avevo trovato risposta, per poi finire con ciò che successe al tredicesimo piano della base di Osaka, il gesto ignobile del generale Garenth, quando mi pugnalò con lacrime di coccodrillo.
Egli ascoltò tutto il discorso con attenzione ed una volta finito, mi guardò incredulo, per poi poi lusingarmi con uno sguardo completamente affascinato:
<<Adesso capisco perché eri la preferita del generale, sei riuscita ad andare persino più avanti di me nella missione, sei assolutamente straordinaria>> finito alle lusinghe tornò a guardarmi con quella espressione seria, per poi proseguire con tono dispiaciuto:
<<Purtroppo però hanno esiliato anche te, non solo non puoi più mettere fino alla guerra, ma non puoi neanche più scoprire dove va a finire tutto il pesce. Peccato però, ci eri così vicina! >>
A quella risposta lo guardai duramente, per poi precisare duramente: <<Io ho solo detto che sono stata condannata esattamente com'è successo a te, ma non ho mai detto che ho intenzione di scappare con la coda fra le gambe come te>> vedendo la sua espressione ferita capì di essere stata troppo dura nei suoi confronti, pertanto addolcendo lo sguardo proseguì:
<<Qui non c'è solo in gioco il nostro orgoglio, Edward, io devo proseguire con la mia missione, non perché mi è stato ordinato, ma perché ci sono in ballo innumerevoli vite di innocenti, tritoni o umani che siano. Non posso pagare un prezzo così altro per fini così egoistici, quanti di noi abbiamo perso i nostri cari? Quante famiglie qui negli abissi sono state separete?>> feci una breve pausa per poi proseguire con il cuore in gola: <<C'è troppa sofferenza e molta di essa, sono stata proprio io a contribuirla, per questo non posso arrendermi, lo capisci vero?>>
Il mio ex collega sembrò commosso ed al tempo stesso sconvolto dalle mie parole, per questo a prendere parola fu Rieen chiedendomi come avessi intenzione di agire, considerando che ora agli occhi del mondo sro una terrorista a livello mondiale, così spiegai meglio ad entrambi, visto che anche Edward si poneva lo stesso quesito:
<<Prima che il generale mi accoltellasse, dovete sapere che ho salvato i documenti da me esaminati su una chiavetta USB, dove la sto nascondendo in un posto dove solo io so l'obbligazione. Procederò per gradi, il primo passo sara imparare la lingua dei tritoni, utile in battaglia visto che gli umani non la capiscono. Per scondo sarà imparare a compiere la metamorfosi, potendo di conseguenza infiltrarmi nella base di New York, lì sicuramente vi saranno ulteriori informazioni al riguardo. Solo dopo aver racconto tutti i documenti potrò farmi aiutare da Izumi, hackerare tutte le reti televisive e rivelare rivelando al mondo intero la verità>> feci una breve pausa per fare un riepilogo mentale, per poi proseguire con il mio piano:
<<Dopo aver visto le prove anche il popolo sarà dalla nostra parte, la rivolta sarà inevitabile avendo ormai compreso che le morti dei loro cari sono state solamente a causa di un esperimento, volendo superare Dio. Fatto ciò sarà più semplice portare il Governo a fare un accordo con noi ed vendo tutti contro, compresa anche la popolazione mondiale, non avranno altra scelta che ascoltare le nostre richieste e così via, liberare anche i cuccioli rapiti, fermando questa scia di morti>>
Entrambi i presenti mi guardarono con estrema ammirazione, Rieen addirittura mi elogiò per il mio altruismo, perché volevo ancora aiutare ancora tutti quanti nonostante quello che mi fecero. Edward purtroppo sembrò più umiliato dalle sue azioni, avendo chiuso gli occhi per poter vivere una vita tranquilla. Mi dispiaceva per lui, non era mia intenzione farlo stare così ma non è colpa mia se agì da codardo, però potevo dargli l'opportunità per riscattarsi, poteva unirsi nella nostra causa ed aiutarci con il nostro piano, ma aspettava solamente a lui decidere se voleva unirsi alla resistenza, anche se onestamente avere un altro membro dell'élite oltre me non mi sarebbe dispiaciuto a fatto.
Senza troppi giri di parole esposi anche a lui i miei pensieri, chiedendo successivamente a Rieen se il branco avrebbe fatto storie per l'ingresso di un altro tritone come me, ma a parte una smorfia dovuta alla gelosia non ebbi risposta, ed Edward prese quel silenzio come l'ennesimo rifiuto, lo capì dal suo sguardo ferito dopo la reazione di Rieen, ma al tempo stesso sembrava anche terrorizzato all'idea di dover entrare nel branco, anzi fu proprio lo stesso Edward ad ammettere sconsolato che ci provò tante di quelle volte da averci perso le speranze al riguardo, per poi brontolare sotto voce qualcosa su "ecco lo sapevo" o "E sempre la stessa storia".
Stava già per immergersi quando lo fermai immediatamente, ed ignorando lo sguardo furibondo di Rieen provai a convincerlo:
<<Non pensare di scappare, credi davvero che lasci vagare da solo un mio ex compagno d'armi? Se hanno accettato me accetteranno anche te, tanto il mio padre biologico è il capobranco, mi basterà convincere lui>>
Rieen a quell'affermazione se ne uscì dicendo una frase non proprio opportuno al momento, borbottando che quando mi pareva a me era mio padre, quando non avevo interessi personali lo chiamavo semplicemente per nome. Purtroppo Edward lo senti, ed indicando quel gelosone che non erano altro mi disse intimorito dalle sue parole:
<<Non credo sia una buona idea, lui ad esempio non è molto contento di accettarmi nel branco>>
Senza alcun indugio gli dissi di lasciar perdere quel apatico di Rieen, in quanto faceva così non perché lo considerava troppo umanizzato, ma perché era semplicemente geloso di me, specificando che anche fino a un attimo fa aveva fatto il pazzo per un piccolo e misero bacio per afferrare Edward per un braccio, conducendolo nella nostra tana.
Al nostro arrivo come previsto tutti gli sguardi furono su di noi, mentre quello scorbutico di Rieen si lamentò per tutto il tragitto, lamentandosi sul fatto che non poteva rilassarsi neanche un secondo che appena voltava le spalle, qualcuno ci provava con me. Per mia fortuna, Edward era troppo agitato per dar retta alle farneticazioni di quel tritone, difatti l'agitazione era tale che aveva persino il respiro accellerato per paura dell'ennesimo rifiuto, così cercai di rassicurarlo e posandogli una mano sulla spalla gli sussurrai di non preoccuparsi, perché sarei rimasta al suo fianco per spalleggiarlo.
Edward grato dal mio sostegno incondizionato mi regalò un timido sorriso, ma non ebbe il tempo di fare nient'altro che Sylas si piazzò immediatamente davanti a noi, fissando lo straniero con sospetto prima di chiedermi chi fosse, indicando il mio amico già impietrito dalla sua imponenza, per non parlare poi del suo atteggiamento, come se volesse far paura al povero Edward.
Senza perdere altro tempo parlai io al posto del mio ex collega darmi, anche perché non avevo altra scelta era talmente terrorizzato che non riusciva a muovere neanche un muscolo, così spiegai a quest'altro deficente il suo triste destino, sottolineando il fatto che a lui andò peggio rispetto a me perché Edward si ritrovò solo, senza nessuno disposto ad accettarlo. Finì il mio discorso chiedendogli di accettarlo nel branco, sfoderando persino i miei occhioni dolci, la quale li usavo ogni qualvolta che volevo qualcosa da Garenth, sperando che funzionassero anche con lui. Per mia fortuna anche se il soggetto cambiava i miei occhi non fallivano mai, persino Edward né rimase molto sopreso vedendo la reazione del capo branco alle mie moine.
Egli entusiasta si gettò sul mio collo, ringraziandomi svariate volte, stringendomi sempre di più fra le sue braccia, ovviamente il povero Rieen che ormai non ce la faceva più ci separò in malo modo, per poi avvertirlo con un tono di voce davvero molto aggressivo:
<<Toccala di nuovo e ti posso assicurare che la tua permanenza qui durerà soltanto qualche secondo>>
Il povero abbassò lo sguardo mortificato,
che poi nemmeno aveva fatto chissà cosa. Forse Rieen non capiva cosa significava passare tutti quegli anni in solitudine come una bestia, allontanato sia dagli umani la quale lo avevano cresciuto e persino dai tritoni, che avrebbero dovuto accoglierlo a braccia aperte e se non fosse stato per Rieen che mi presentò al branco come la sua compagna non mi avrebbero mai accettata, pertanto perché non capiva la sua situazione così simile alla mia? Sì, mi anno dovuta accettare anche perché sono la figlia primogenita di Sylas, appunto per questo Edward doveva avere tutto il nostro sostegno.
Quindi se Rieen pensava di passarla liscia si sbagliava di grosso, la sua gelosia era fuori controllo. Cosa aveva nel cervello? Davvero pensava che sarei rimasta in silenzio? Senza pensarci neanche un secondo gli tirai uno schiaffo ben piazzato, per poi puntare l'indice contro il petto e minacciarlo a mia volta:
<<Non ti permettere mai più a mancare di rispetto ad un mio ex fratello d'armi, lui ora fa parte del branco tanto quanto te e me, anzi ti dirò di più, lui è un mio amico pertanto se provi un'altra volta a minacciarlo dovrai vedertela con me>>
Rieen mi guardò neanche fossi diavolo, per poi rispondermi a sua volta con tono più alto e minaccioso: <<Forse non ti entra in testa che tu sei la mia donna, anzi sei tu che non devi permetterti di mancarmi di rispetto davanti a tutti>>
Come prego? Sbaglio o Rieen si è permesso di parlarmi in modo maschilista? Sbaglio o Rieen mi aveva dato un ordine? Pensavo che sulla spiaggia ero stata abbastanza chiara, non ero certa dei miei sentimenti, ed anche se provavo un'attrazione per lui ciò non significava che aveva il diritto di vietare ad un mio amico di lunga data di parlarmi o altro, soprattutto se non lo vedevo da da un sacco di anni pertanto non poteva fare quasta scenata per un misero abbraccio, soprattutto se quel gesto era dovuto dalla felicità di essere finalmente entrato in un branco.
Pertanto lo Guardai severamente e gli dissi ciò che pensai un attimo fa, ma al posto di capirmi egli si infuriò ancora di più, urlandomi addosso di fare come mi pare che tanto a lui non interessava più nulla di me, disse che era stufo di sorvegliarmi sempre, neanche fosse un cane da guardia e detto ciò si immerse, spruzzando l'acqua contro il povero Edward con la coda.
Guardai attraverso l'acqua la figura di Rieen che spariva con amarezza, pensavo che avevamo risolto il punto della gelosia, ma evidentemente mi sbagliavo oramai ho capito che non risolveremo mai questo punto... Perché dev'essere così infantile, ah se solo ci fosse Izumi a fargli la predica.
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