3-una lunga ripresa
Belnarn e Ryper avevano ragione, dovevo affrontare la situazione di petto se volevo risolvere i miei problemi. In vita mia non sono mai scappata da niente e nessuno, per questo stavo così male e non riuscivo a rialzarmi, difatti come dicevano loro, solo l'idea di poterlo fare mi aveva dato la forza di parlare.
Purtroppo solo in tre ad essere consenzienti a questo piano, il primo ad esporre tutta la sua indignazione fu Rieen, il disse con tono irritato:
<<Ti rendi minimamente conto che razza di assurdità intendi fare? Sei una ricercata, ti sparerà a vista, ed ora che ha la scusa per ammazzati non esiterà un secondo>>
Anche Sylas disse la sua, stranamente d'accordo con il figlio, erano rare le occasioni in cui concordavano su qualcosa, ed evidentemente l'odio per Garenth era uno di quei momenti che li univa come mai prima d'ora:
<<Mio figlio ha ragione, ti ho già perso una volta, non me ne staro fermo a guardare mentre ti perdo per la seconda volta>>
Anch'io provavo un forte risentimento verso il generale, difatti non volevo ne difenderlo ne perdonarlo tanto facilmente, ciò che desideravo era solamente sfogarmi come si deve, pur troppo nessuno mi capiva, tantomeno Madaz, limitandosi a ripetere le stesse parole di Rieen dette in modo diverso, per non parlare di Izumi che sbraitava come un matto, dicendomi di ascoltare gli altri, affermando che Belnarn e Ryper erano dei pazzi incoscienti, il quale non si curavano della mia incolumità.
Dopo quest'ultima affermazione da parte sua scoppiò un vero calvario, si erano divisi in due fazioni urlando gli uni contro gli altri senza curarsi minimamente di ciò che pensavo io. Il piano del piccolo Ryper mi fece capire quando profondamente imparò a comprendermi, conosceva il mio tremendo carattere pertanto sapeva che questa era l'unica soluzione, sì, anche Rieen mi conosceva bene tuttavia era troppo protettivo nei miei confronti e ciò offuscava il suo giudizio, c'è da dire che fra i due il più maturo è appunto il piccoletto.
Però pensandoci bene in teoria ci erano già riusciti considerando che il loro scopo era quello di farmi parlare, così lo feci notare anche hai presenti, azzittendoli una volta per tutte, permettendomi così di spiegarmi meglio:
<<Non sto dicendo che andrò da lui e faremmo la pace, ma deve comprendere il male che mi ha causato. Lo consideravo un padre, un mentore, un esempio da seguire! E poi com'è andata a finire?>> feci una breve pausa per evitare che le lacrime prendessero il sopravvento, per poi aggiungere con voce roca:
<<Per me era tutto il mio mondo, ho sacrificato la mia infanzia per i suoi ideali, che poi si sono rivelati puramente egoistici. Ho il dito di fargli capire quanto mi ha delusa, che lo ritenevo un uomo migliore, ma in realtà non e migliore delle creature che tanto detesta, voi tritoni e sirene siete più umani di qualsiasi altro>> indicai Rieen e Ryper aggiungendo al mio discorso:
<<Loro ad esempio, si sono dimostrati più fedeli e leali di qualsiasi altra persona a me inizialmente cara, deve capire che qui, l'unico mostro e lui e non voi>>
Tutti rimasero nel più completo silenzio, intenti a fissarmi fra lo stupore e l'incredulità per un paio di minuti. L'unico a prendere parola fu Belnarn correggendo un punto del mio discorso, Rispodnedomi a muso duro che non dovevo riferirmi a loro come una specie a parte, in quanto io ero una di loro ovverosia una sirena, aggiungendo in fine con tono brusco che questo mio podo di pormi nei loro confronti era scorretto, specialmente nei confronti di chi mi era stato sempre accanto.
Rimasi di stucco alle sue parole, non lo feci a posta ed effettivamente aveva ragione, facevo ancora molta fatica a comprendere che ormai, anzi no, che sono sempre stata uno di loro. Pertanto stavo già per porre le mie scuse ai presenti ma fui interrotta bruscamente dall'intervento degli altri, prendendo le mie difese, accusandolo di essere troppo brusco nei miei confronti, però Belnarn aveva ragione, stavo per intervenire nuovamente considerando che si era scatenata una piccola faida su di lui, non fu semplice, ma alla fine riuscì a prendere parola, rimproverandoli:
<<Smettetela, Belnarn ha ragione, devo accettare la verità, anche se è dura ammetterlo>>
Egli per la prima volta mi guardò con gratitudine al posto del disprezzo, ma durò molto perché in un nano secondo tornò ad odiarmi come sempre, ma se ciò non fosse successo, onestamente mi sarei preoccupata di una sua morte imminente o una malattia allo stadio terminale.
Rieen per tutto il tempo mi guardò con disappunto, non condividendo le mie scelte su Garenth ma non osò contraddirmi, sapendo grazie alle esperienze passate avrebbe significato una vera è propria guerra fra di noi, litigando come animali furiosi per delle ore intere, se non giorni.
L'unico che osò contraddire le mie scelte fu Sylas, fregandosene di ciò che volevo mi vietò, con voce autoritaria di andare da Garenth, specificando che le sue parole non erano una richiesta ma bensì un ordine.
Rieen e Ryper sapendo ciò che sarebbe accaduto da lì a breve si allontanarono leggermente da me, Madaz e Belnarn notando i loro sguardi lo imitarono, raggiungendoli quasi spaventati, ed Izumi bhe lui poverino non sapeva dove scappare essendo sulla terra ferma, ma anch'egli percepì il pericolo.
Non ci volle molto tempo che esplosi come da loro previsto in una sfuriata, urlando a a gran voce:
<<NON PUOI DIRMI COSA POSSO O NON POSSO FARE>>
Sylas non essendo abituato ad una simile mancanza di rispetto nei suoi confronti, per via del suo grado di capo branco, in un primo momento si sbigottì, poi però anch'egli mi ripose con il mio stesso tono di voce:
<<ORA PARLI? PRIMA NO PERÒ, MA PER PIANGE PER IL TUO FINTO PAPARINO PERÒ LE TROVI LE PAROLE>>
Scherza spero, non vorrà mica mettersi allo stesso livello di Garenth, come poteva pretendere che lo mettessi al primo posto? Per me Sylas era un estraneo che mi aveva mentito tutto qui, ai miei occhi non era tanto diverso dal generale, entrambi mi avevano deluso. Era più che normale che le azioni di Garenth mi avessero tradita e lui non aveva alcun diritto di criticarmi per ciò, per tanto gli risposi a tono:
<<SEI SOLO UN BAMBINO VIZIATO, COSA PRETENDI DA ME, EH?>> Allargai di scatto le braccia per poi farle ricadere pesantemente sui fianchi proseguendo indignata: <<LUI E STATO MIO PADRE PER COSÌ TANTO TEMPO CHE È NORMALE CHE MI SENTA COSÌ, MA TU NO, PRETENDI CHE TI AMI PIÙ DI LUI, PIÙ DI TUTTI, QUANDO A MALAPENA SOPPORTO LA TUA VISTA>>
Detta l'ultima parola mi pentì immediatamente quando notai lo sguardo ferito di Sylas, ma ormai era troppo tardi per rimangiarmi quelle parole dettate dalla rabbia, pertanto mi immersi e con un potente colpo di coda, notai talmente veloce da sembrare un siluro sparato da un sottomarino, rimanendo strabiliata persino io dalle mie capacità. Provarono a raggiungermi, tutti ad eccezione di Sylas ovviamente, ma fu tutto inutile, li seminai in un istante.
Persino io avevo compreso di essere stata troppo cattiva con lui, egli c'entrava niente con il mio dolore mi limitai a sfogarmi su di lui, ciò che mi fece perdere la ragione fu l'ordine che mi impartì, dopo una vita a prendere ordini sentivo di voler essere libera, senza nessuno che mi imponesse di fare o non fare determinate cose. Questa per me era la prima volta che desideravo qualcosa per me stessa, volevo essere la padrona della mia vita.
Però Sylas non mi impose quel ordine per dispetto o perché voleva controllarmi, bensì per proteggermi, a modo suo era preoccupato per me temendo che potesse ferirmi ulteriormente... Ed anche perché era chiaramente geloso di Garenth, tuttavia non se ne poteva fare una colpa di ciò. Nonostante comprendevo i miei errori non sarei mai tornata indietro per scusarmi, non ho intenzione di umiliarmi in questo modo, chiedendo scusa... non l'ho mai fatto fin ora è non inizierò di certo ora, perché neanche poteva poteva pretendere che mi lasciassi controllare la vita in questo modo, l'unica padrona a decidere se volevo parlargli o no.
Per evitare di essere trovata andai alla spiaggia dove incontrai per la prima volta Ryper, essendo isolata e difficilmente raggiungibile era impossibile per loro mandare dei soldati, in più sapevo proteggermi benissimo da sola, infondo rimango un ex militare e non uno qualunque, uno addestrata fin dalla nascita per combattere in qualsiasi occasione.
Mi avvicinai alla riva, fissando la bellezza di Awajishima, non so perché ma ora, in questo preciso momento, mi sembrò meravigliosa, più del solito: tutte queste piccole isolette, il mare cristallino, la sabbia soffice e morbida sotto di me... mi dava senso di tranquillità assoluto.
Rimase lì per delle ore senza neanche accorgermene intenta a fissare il tramonto, quando qualcuno che emerse dall'acqua attirò la mia attenzione. Avevo dato per scontato che fosse Rieen, pertanto quando notai che mi sbagliai rimasi molto sorpresa nel vedere il piccolo Ryper, intento a fissarmi con aria dispiaciuta.
Si sedette accanto a me in silenzio, aspettando pazientemente che le onde gli idratassero la coda, intento a fissare il tramonto assieme a me con un espressione sconsolata. Lo guardai con la coda dell'occhio, ed il fatto che fino ad ora non osò parlare mi fece capire che il suo malumore non aveva nulla a che fare con il litigio di prima fra me è Sylas, pertanto ormai incuriosita gli chiesi cosa non andasse ed egli, facendo un sospiro profondo, mi rispose tenendo sempre lo sguardo rivolto verso l'oceano:
<<Sai, io darei tutto ciò che ho di più caro al mondo per essere nei tuoi panni>>
Lo guardai con aria confusa, proprio non riuscivo a capire come faceva ad invidiarmi, stavo attraversando un anno talmente doloroso è difficile da sopportare, che nessuno sano di mente avrebbe voluto essere nei miei panni ed eccezione di lui, perciò mi venne spontaneo chiedermi il perché. Tuttavia imparai dalla lezione di prima e senza giudicarlo gli chiesi bon tono pacato a cosa si stesse riferendo, egli sorridendo amaramente mi rispose:
<<Vedi, bene o male nel branco ti hanno accettato tutti, ovviamente fatta eccezione per Belnarn. Io D'altro canto non sarò mai accettato da nessuno, per il semplice fatto che sono come direbbe un essere umano... un incrocio. Teoricamente anch'io sono un primogenito, tuttavia non mi è stato permesso di imparare la metamorfosi perché non mi considerano tale, tu invece sei stata sempre accettata, nonostante i tuoi trascorsi con gli esseri umani>> fece una breve pausa per poi aggiungere amaramente: <<Io non vengo neanche considerato come un tritone>>
Ora capiva un po' meglio il suo dolore, anche fra gli esseri umani l'essere accettati fra la società era un punto molto dolente per molti: spesso ti emarginavano per un semplice difetto fisico, chi aveva ideali differenti rispetto la massa, perché era semplicemente grasso, troppo magro e così via dicendo. Fra la società dei tritoni più o meno il principio era lo stesso, anche qui vi erano delle disparità sociali, proprio come gli esseri umani.
Provai molta pena ascoltando le sue parole perché Ryper non meritava questo trattamento, per me non era diverso bensì hai miei occhi appariva come il più dolce e buono di tutti loro, per non parlare della sua empatia, l'esempio più lampante di ciò che affermavo consisteva appunto per tutto quello che ha fatto per me, Ryper si preoccupò solamente della mia salute, mi portava i pesci cotti sapendo che mai è poi mai avrei mangiato crudo quel pesce disgustoso.
Si fece carico dei miei problemi quando egli ne aveva già abbastanza per conto suo.
Mi vergognavo di me stessa, da quando sono diventata così debole? Davvero mi va bene che un bambino già emarginato di suo mi protegga? Dovrei essere io a prenderlo sotto la mia ala e non il contrario... No, basta dovevo riprendermi mi ero lasciata fin troppo andare pertanto posando una mano sulla sua spalla gli dissi con tono confortante:
<<Gli altri non ti accetteranno ma per me sei speciale Ryper, unico ed insostenibile>>
Egli mi guardò con occhi umidi, commosso dalle mie parole per poi chiedermi con un filo di voce se pensavo realmente ciò che avevo detto e quando confermai con un gesto del capo egli mi regalò un sorriso raggiante per poi rispondermi a sua volta che anch'io ero speciale per lui.
Vedendo l'emotività del ragazzo decisi di cambiare discorso, per non causargli ulteriori stati d'animo negativi, così gli posi alcune domande:
<<Ryper avrei alcune domande da porti, nel tuo discorso di prima ci sono due punti che non capisco in pieno, che ne dici di fare due chiacchiere visto che devo vivere con voi, per adattarmi dovrei interessarmi un po' di più, no?>>
Ryper capii immediatamente le mie reali intenzioni e ringraziandomi con un sorriso mi incitò a farli più domande possibili, pertanto gli chiesi tornando a fissare il tramonto, ormai quasi scomparendo dietro l'immensità del mare creando una sfumatura rossastra rendendo il tutto come un meraviglioso dipinto:
<<Prima hai detto che non ti è stato insegnato a trasformarti, quindi non è una cosa che i primogeniti sanno fare per natura?>>
Ryper scosse il capo, per poi specificare:
<<No, non è una cosa innata, spesso ci vogliono anni di studio e preparazione, molti addirittura scelgono di non imparare a farlo perché è molto doloroso>>. Fece una brevissima pausa, per poi spiegarsi meglio:
<<Di solito sono i membri più anziani ad insegnare ai giovani primogeniti la metamorfosi. Per anni, prima del tuo arrivo il ruolo da insegnate lo ricopriva lex capo branco, ovverosia il padre di Sylas. Egli però non mi ha mai ritenuto degno dei suoi insegnamenti, per questo non ho mai imparato a farlo>>
Nonostante la sua dettaglia spiegazione ancora non capivi perché si ostinavano così tanto a ripudiare un altro l'oro simile, nonostante era un incrocio fra un tritone del Sud, ed una sirena del Nord, rimaneva comunque un primogenito, in più, da quello che capì ora l'ex capobranco era morto, pertanto perché ora non prendeva lezioni, ora che non vi era nessuno che l'ostacolava? Posi queste domande al piccoletto, ed egli facendo un altro sospiro di sconsolazione, rispose con tono afflitto
<<Per tutti quanti io non sono altro che uno scherzo della natura, pertanto anche se non c'è più il padre di Sylas non sono ancora accettato nel branco, sì, mi difendono in caso di pericolo, ma perché devono, non perché vogliono farlo. Neanche i miei fratelli mi accettano, prima del tuo arrivo neanche Rieen era da meno rispetto agli altri, solo quando ha visto che io sono riuscito ad avvicinarmi a te in qualche modo ha iniziato a trattarmi meglio, ma non per affetto nei miei confronti>>
Fece una breve pausa per poi rispondere alla seconda domanda: <<Per me ora è troppo complicato imparare a fare la metamorfosi, essendo una cosa che si impara intorno hai due anni di età, non dico che sia impossibile, ma senza aiuto non potrò mai imparare e per come si evolvono le cose, nessuno me lo insegnerà mai>>
Forse potevo risolvere questo problema, se io ero più accettata di lui nel branco, forse a me lo avrebbero insegnato, una volta che sapevo come fare, la sera quando nessuno ci vedeva avrei potuto insegnarlo anche a lui.
In fondo per me non era inusuale addestrare allievi della sua età, quand'ero New York capitava spesso che il generale per via dei vari impegni, assegnava a me il compito di addestrare le reclute più piccole, ripensando a ciò capì che il tempo trascorso con lui forse non era stato del tutto una perdita di tempo, ma potevo usare queste cose contro di lui, come un coltello a doppia lama. Pertanto gli proposi la mia idea ed egli mi guardò nuovamente con uno sguardo piano di gioia, quasi sul punto di commuoversi nuovamente.
Ma siccome proprio non sopportavo di vederlo piangere, cambia immediatamente discorso una volta avuta la sua approvazione, per poi chiedergli l'altro punto che non mi quadrava:
<<Io sapevo che i primogeniti avevano tutti quanti la coda nera, ma la tua non lo è, perché?>>
Ryper a questa domanda si spostò di poco per farmi vedere il retro della coda e vicino alla pinna caudale vi era una piccola macchiolina nera, dopo di ciò mi spiegò che per una questione di adattamento i tritoni del Nord si differenziavano appunto in questa cosa.
Per adattarsi meglio all'ambiente circostante, per via delle numerose barriere coralline, anche i primogeniti avevano la coda come qualsiasi altro membro del branco in modo tale da mimetizzarsi meglio con la natura è l'unico modo per distinguere un primogenito da un tritone o una sirena qualsiasi, era appunto quella piccola macchiolina vicino alla pinna caudale.
L'immensità del mare e la grande variazione mi sorprese, l'oro a differenza degli umani avevano un'enorme capacità di adattamento, e ciò mi diede da pensare, anch'io quando non sapevo di essere una sirena, a differenza degli A6, gli S6 anno una capacità di adattamento superiore alla norma, ed ora capivo anche il perché.
Eravamo talmente immersi nelle chiacchiere, che non ci rendemmo conto del tempo che scorreva, ormai notte inoltrata decidemmo che era meglio tornare alla pozza, altrimenti ci avrebbero dati per dispersi, ma prima volevo affrontare un'altra questione molto importante con lui, prima di tornare al branco:
<<Ryper sei stato tu a capire cosa mi serviva realmente per riprendermi, si il dolore c'è ancora, tuttavia almeno ora ho ripreso a parlare, per questo volevo ringraziarti.
Volevo soltanto precisare che non sei pazzo come ti anno definito, ma che invece hai dimostrato di conoscermi meglio di chiunque altro>> feci una breve pausa per poi proseguire con un dolce sorriso: <<Grazie nanerottolo>>
Ryper rispose al mio ultimo complimento con un sorriso pieno di imbarazzo, sicuramente non era abituato a tutte queste attenzioni , ma come lui non aveva abbandonato me, neanch'io gli aerei voltato le spalle ne a lui né tanto meno a Rieen, che in tutto questo arco di tempo mi era sempre stato accanto, sostenendomi in qualsiasi occasione.
Si Rieen si era opposto sull'idea che io incontrassi il generale, ma più per paura che mi accadesse nuovamente qualcosa o potesse ferirmi nuovamente, quindi potevo pure lasciargliela passare. Egli mi conosceva da tanto di quel tempo che oramai gli era permesso opporsi a me, avendo ormai capito come affrontare certi argomenti senza litigare ma Sylas no, lui agiva solo per egoismo, mi voleva tutta per se senza pensare ai miei desideri.
Sospirai pesantemente all'idea di dover tornare alla Pozza principale, non volevo incontrarlo, specialmente dopo la nostra ultima litigata, ma non potevo neanche lasciare il piccoletto in balia di quei bulli che lo emarginavano solamente perché non era come loro e soprattutto, non potevo abbandonare Rieen.
Così di comune accordo, io e Ryper decidemmo ritornare insieme per spalleggiarci a vicenda in caso di bisogno.
Sapevo già che Sylas nel vederci rientrare a quest'ora si sarebbe arrabbiato tantissimo, specialmente perché nel branco, per via dei militari che ci davano la caccia, rientrare prima del tramonto era una regola rigidissima. E come previsto, al nostro ritorno ci fu una severa ramanzina sul nostro comportamento, ma a farcela non fu il capobranco come mi aspettavo bensì Madaz, che per qualche ragione prese le sue veci, anzi, ad essere più precisi egli non si presentò proprio. Forse l'avevo ferito un po' troppo, ma di certo non mi aspettavo che era così suscettibile.
Finita l'infinita ramanzina andai direttamente da Rieen, il quale anche lui non mi guardava neanche negli occhi, sembrava come... Arrabbiato, possibile? Ma perché mai lui dovrebbe essere arrabbiato con me? In fondo avevo litigato con suo padre, mica con lui, pertanto gli chiesi esplicitamente cosa lo turbasse ed egli fissandomi duramente negli occhi mi rispose:
<<Questa volta mi hai davvero deluso, posso capire che ti senti ferita e tradita, ma questa volta hai esagerato.>> fece una breve pausa, e facendo un sorriso amaro proseguì dicendomi: <<Sai, quando qualcuno mi chiedeva come facessi a sopportarti, prendevo sempre le tue difese descrivendoti come: una donna forte, autoritaria, sicura di sé ed eccezionalmente straordinaria nella lotta; ma non mi sarei mai permesso di dire che sei una persona cattiva, tuttavia con l'ultima frase che hai detto a papà lo sei stata. Perché di lui si può dire tutto, fatta ad eccezione per i suoi figli, il quale li ama più di ogni altra cosa al mondo>>
***
Con le sue parole capi perché non era venuta a cercarmi, avevo dato per scontato che qualsiasi cosa facessi giusto o sbagliata che fosse mi avrebbe appoggiato, ma Rieen era un tritone giusto, con grandi valori morali, non faceva distinzioni fra razze, ma guardava soltanto quello che c'era nel cuore di una persona o Tritone o sirena che sia. Come prima cosa abbassare lo sguardo, troppo mortificata per reggere il contatto e con un filo di voce gli sussurrai la parola "mi dispiace" per poi aggiungere in mia difesa:
<<So di aver esagerato, tuttavia devi metterti anche nei miei panni, dopo ciò che ho vissuto, ho preso le parole di Sylas come un ordine, e ciò mi ha fatto ripensare a tutti gli ordini che mi furono imposti da Garenth. Non volevo essere cattiva con lui, volevo soltanto avere la possibilità di scegliere le mie azioni, di scegliere ciò che voglio fare senza più nessuno che mi dice come devo comportarmi, cosa devo provare o tanto meno chi devo essere>>
Rieen sospirò pesantemente, è togliendosi quella faccia arrabbiata nei miei confronti mi fece un sorriso caloroso per poi rispondermi con tono confortante:
<<Emily, non serve che a me spieghi certe cose, ti conosco abbastanza bene da sapere del perché fai ciò che fai. Ma con nostro padre è diverso, lui in fin dei conti non ha mai passato del tempo con te, non ti conosce come ti conosco io. Sai,ci è rimasto molto male sentendo che non puoi neanche vedere la sua faccia>> fece una breve pausa, ed abbracciandomi forte prosegui dicendomi:
<<Voglio solo che tu capisca che tutti noi vogliamo soltanto il tuo bene, ma tu devi anche collaborare, perché non possiamo aiutare chi non vuole essere aiutato. Ma soprattutto, se non permetti a nessuno di entrare nel tuo cuore, non potrai vedere le meravigliose esperienze che ti stai perdendo>> Fece una breve pausa per poi proseguire con enfasi: <<Davvero non capisci che finalmente hai l'opportunità di avere un vero padre che ti ama realmente e farebbe di tutto per te?>>
No che non capivo, come potevo comprendere una cosa che non avevo mai avuto, ma per lui... per Rieen ero disposta a tentare, così gli risposi con un filo di voce:
<<Non ti prometto niente, ma almeno cercherò di essere più gentile con lui>>
In più da domani mi sarei dovuta allenare duramente per recuperare l'anno perduto, e dare il benservito a tutti coloro che mi hanno tradito ma soprattutto riportare i membri dell'elite dove meritano di stare, ovverosia qui, nel branco insieme a noi.
D'ora in poi sarà guerra.
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