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16- non possono essere vivi

Nota autore:

Anche per questo capitolo sono stata aiutata da Grazy, grazie al suo aiuto, ed il suo impegno il testo è decisamente migliore del solito. Per questo ci tengo a specificarlo, nonostante i suoi impegni trova sempre il tempo di aiutarmi.

Pertanto grazie di cuore.

Ora vi lascio alla lettera.

********

Proprio come gli ho chiesto, Rieen mi ha portato dal suo branco di buon grado, rassicurandomi di stare tranquilla, perché nessuno avrebbe potuto scoprire la mia vera identità, promettendo di non perdermi di vista neanche un minuto; tuttavia mi raccomandò di evitare alcune zone della grotta per non incontrare il capo branco, ovverosia suo padre ed anche per non incappare in eventuali problemi. Com'è che si diceva? Ah sì, prevenire è meglio che curare.

<<Pensi davvero che funzionerà? Non credi sia troppo rischioso?>> mi chiese per l'ennesima volta quell'ansioso.

Ma il reale motivo per il quale Rieen era fortemente preoccupato, non derivava per il potenziale rischio che correvo nel suo branco, ma bensì per il mio piano di intrusione nella base di Osaka; infatti consisteva nell'intrufolarmi al tredicesimo piano sotterraneo, più precisamente alla porta numero tre. Fino ad ora non c'ero mai stata, venendomi vietato puntualmente l'accesso e da bravo soldato che ero, non facevo insistenze al riguardo; tuttavia ora non dovevo più preoccuparmi del protocollo militare, pertanto potevo entrare anche con la forza.

Avendomi diseredata ed anche messo una taglia sulla mia testa per crimini contro l'umanità, mi avevano dato il permesso di usare maniere poco ortodosse senza più preoccupazioni.

Ero più che certa che lì ci fossero delle risposte, ciò che rafforzava la mia ipotesi consisteva specialmente per il numero esorbitante di guardie di sicurezza addette tutte
ad un solo piano. I primi giorni non ci diedi troppo peso, ma dopo avermi cacciata e per non parlare di tutte le prove in mio possesso, messe accuratamente nella pennetta USB era palese che li vi era qualcosa di strano, un qualcosa che avrebbe fatto luce una volta per tutte su questa faccenda.

Il timore maggiore di Rieen consisteva appunto nell'alto rischio di non uscire viva da lì, ritenendola una missione impossibile per via della numerosa sorveglianza. Quello che ancora non riusciva a comprendere è che io non ero una comune ragazza, ma un soldato ben addestrato. Avevo fatto tante di quelle missioni di questo genere, che quest'ultima potevo considerarla tranquillamente una missione di spionaggio, pertanto sarebbe stata una passeggiata.

Un altro punto a mio favore stava nella mia vasta conoscenza della base di Osaka, ci avevo lavorato tanto di quel tempo che conoscevo l'edificio a memoria per non parlare anche dell'effetto sorpresa, nessuno si sarebbe minimamente aspettato che avrei fatto irruzione dopo neanche un giorno dalla mia condanna a morte. Nel frangente che pensavo a ciò, notai che l'agitazione di Rieen non si era placata neanche di un po', pertanto gli spiegai tutto per rassicurarlo, temendo in un suo infarto da qui a breve, ricordandogli soprattutto chi ero e cosa sapevo fare, sottolineando di non lasciarsi ingannare dal mio aspetto minimo, in quanto sapevo uccidere un uomo in cento modi diversi.

Ma a discapito di ciò che si poteva pensare non ero così perfetta, proprio in questo momento stavo affrontando la sfida più ardua di tutta la mia intera vita, ovverosia dover mangiare per forza pesce crudo per non destare sospetti. In parte non era così strano che loro non cucinavano il cibo, vivendo in mare non avevano la necessità, in più iniziavo fortemente a credere che il loro apparato digerente si sia anche sviluppato per sopportare questo genere di schifezze, ma non potevo dire altrettanto di me, solo al pensiero mi causava un conato di vomito... Solo Dio sa quanto volevo una pizza.

Difatti proprio in questo momento, Ryper mi portò un piccolo merluzzo crudo, il quale emanava un odore davvero nauseabondo. Ad occhio e croce doveva essere un esemplare già morto da tempo, intuibile soprattutto dai pezzi mancanti di esso con tanto di vermi che vi fuoriuscivano, forse per la scarsità di pesce si accontentavano anche di mangiarli in via di decomposizione, per me invece era impensabile, per di più avevo anche lo sguardo del resto del branco fisso su di me, situati a poca distanza da noi tre. Il loro interesse nei miei confronti non era solo per la diversità della mia coda, a quello ormai si erano abituati più o meno, ma principalmente perché fissavo quel pesce come se fosse una bomba inesplosa, con l'orrore dipinto in volto. Perché a me? Provai ad avvicinarlo alla bocca, ma poco prima di morderlo il tanfo di marcio che emanava quel pesce mi fece tirare indietro. Preferivo morire di fame, piùtosto che beccarmi una tenia o qualche altra malattia mortale.

Ryper, vedendo il mio palese disgusto, provò a convincermi elogiando le qualità benefiche del pesce ma ogni suo tentativo fu vano, ottenendo come unico risultato di farmi serrare istintivamente la bocca. L'odore era davvero insopportabile, per non parlare di quei cosi che si muovevano, no era troppo per me! Vedendo il tentativo fallito del fratello, anche Rieen entrò alla carica, provando a sua volta a convincermi usando addirittura incitamenti inutili e per di più umilianti, dicendo le stesse parole del fratello, ma in maniera diversa.

Nonostante i loro ridicoli tentativi anche se non volevo, sapevo di dovermi fare forza e mangiare quello schifo, però il tanfo della carcassa in putrefazione mi faceva ribollire lo stomaco dal disgusto. Occhi neri, il colorito andava sul grigiastro, piccoli vermi che gli fuoriuscivano... Di certo tutto ciò non mi aiutava a farmi coraggio, per non parlare dell'odore che impregnava l'intera grotta, l'avevo già menzionato l'odore? Bhe meglio ripeterlo per sicurezza.

Stavo per gettare la spugna quando sentì Rieen e Ryper parlottare fra di loro. Il fratello più grande gli diceva che se proprio non ce la facevo poteva mangialo lui, in quanto non aveva ancora mangiato, ma il più piccolo si oppose fermamente, sostenendo che già c'è n'era poco se poi non mangiavo non sapevano quando avrebbero potuto assicurarmi un altro pasto e ciò mi fece sentire uno schifo. Davvero un bambino si era tolto il pane dalla bocca per nutrire me? Dopo ciò che avevo sentito dovevo almeno dargli un morso, il problema era trovare il coraggio.

Pertanto feci un grosso respiro per infondermi coraggio, nel frangente che chiudevo gli occhi come per ingannare me stessa e dopo di ciò diedi un piccolo morso, inondandomi le papille gustative con il suo sapore rivoltante. Faceva talmente schifo che mi era persino impossibile descrivere il sapore di quel pesce, in quanto stavo combattendo con tutta me stessa per non vomitare pure l'anima, rischiai persino di sputare il tutto svariate volte, ma dopo alcuni minuti a soffrire come una dannata, riuscì ad ingoiare quell'orrore.

Rieen e Ryper mi lodarono immediatamente, sottolineando quanto fossi stata brava, nonostante le pretese che aveva la mia specie, non capendo che qui non era un problema di specie, ma che neanche un mostro deforme e stupido come un uccello avrebbe mangiato spontaneamente questo schifo... Poi dovetti ricredermi quando mi voltai e vidi Riafy ingurgitare sia quello schifo in un colpo secco, per poi finire il tutto con una scorpacciata di gamberetti vivi. Ma lui era semplicemente stupido e rivoltante.

Il problema era che avrei voluto lasciarlo al piccoletto, considerando che non si era neanche nutrito sapevo di non poterlo fare, dato che mi stavano guardando tutti e non volevo destare sospetti; tuttavia il problema era finirlo, se per un singolo boccone ci avevo messo così tanto, non oso immaginare il tempo che mi ci vorrà per finirlo. Comunque sia ero anche ben cosciente che dovevo abituarmi a ciò, erano gli unici che in questo momento potevano darmi asilo, e non potendo tornare dalla mia gente dovevo sforzarmi un po di più, per quanto mi sia difficile. Onestamente ne rimasi molto delusa dal loro comportamento: avevo lottato, ucciso per loro e questo fu il ringraziamento? Pensavo che fossimo una famiglia, ma evidentemente mi sbagliavo. Il colmo dei colmi consisteva proprio che le stesse creature a cui avevo dato la caccia ed ucciso, in questo momento mi sostenevano, offrendomi addirittura protezione. Sì, molti di loro non erano consapevoli della mia vera identità, tuttavia quattro di loro erano consci della mia natura, ma nonostante ciò non dicevano nulla al riguardo. Ciò mi diede da pensare, per un'intera vita li ho accusati di non essere in grado di provare alcun tipo di emozione, che invece erano perfettamente in grado di provare.

Ma nonostante tutto i conti non mi tornavano, erano stati loro a chiamarmi per far luce sui tritoni, ma quando ero quasi vicina a dei risultati efficienti mi avevano condannato, ma perché? Cosa li spaventava in questo modo? Cosa volevano nascondere?

Questi pensieri mi tolsero l'appetito, come potevo mangiare sapendo che ero stata tradita da coloro che servì con tanto onore? Davanti ad Izumi non mi sembrò il caso di manifestare questo mio dolore; tuttavia ora non riuscì più a trattenermi, scoppiando in lacrime davanti a loro, con ancora il merluzzo in mano.

Rieen sorpreso dalla mia reazione come prima cosa pensò ovviamente che si trattasse del pesce, difatti mi disse che non dovevo sforzarmi se non riuscivo a finirlo, in quanto avrebbe pensato lui ad una scusa al riguardo, ma lo fermai prima che potesse continuare, rivolgendogli uno sguardo afflitto, ed egli senza ulteriori spiegazioni, capì immediatamente cosa mi affliggeva e come se mi fosse entrato nella testa, mi disse con tono confortante:

<<Posso capire come ti senti, ti fidavi di loro per te erano come una famiglia ed invece ti hanno punita, perché sai fare fin troppo bene il tuo lavoro e questo non è giusto, ma ci siamo noi con te ricordatelo, non ti volteremo mai le spalle>>

Intervenne anche Ryper, che posandomi una mano sulla spalla mi disse a sua volta con tono ricuorante:

<<So che è difficile da accettare un simile torto, ma non temere perché non tutti i mali vengono per nuocere, vedrai che la verità nonostante tentino di nasconderla a tutti i costi, verrà a galla>>

Ringraziai entrambi con uno sguardo gentile, nonostante fossero tritoni mi fidavo pienamente di loro, essendo sempre pronti a tendermi una mano amica nei momenti di sconforto. Ciò mi causò anche un forte senso di colpa che mi logorava l'animo, meritavano delle scuse da parte mia, specialmente dopo tutto quello stavano facendo per me,
ma prima che potessi aprir bocca uno strano Tritone emerse nella pozza centrale a pochi passi da noi, attirando così tutta la mia attenzione. La sua coda era molto simile a quella di Ryper, solo che i suoi erano colori più sgargianti ed accesi, rispetto al piccoletto. Quella del tritone ad essere onesti mi ricordava più un mille piedi per via delle stranissime pinne laterali che appunto sembravano delle zampe, sì, anche Ryper li possedeva, però in numero estremamente ridotto rispetto a lui. Stentavo a credere che fosse un vero tritone, ma poi mi ricordai le parole di Rieen, il quale mi spiegò ché ogni tritone era differente a seconda dei mari che occupava. Per via della somiglianza con Ryper, sapendo che quest'ultimo era un incrocio con un nordico dedussi che il tritone misterioso doveva venire per forza dai mari del Nord. 

Appena i nostri sguardi si incrociarono egli mi guardò come se fossi un fantasma, sbiancando davanti i miei occhi. Non credo avesse capito che sono umana, però dal suo sguardo mi fece pensare che mi conoscesse già, ma questo è impossibile, perché prima d'ora non l'avevo mai incontrato, così chiesi informazioni a Rieen sul suo conto,
Spiegandomi sottovoce l'identità del tritone sospetto:

<<Il suo nome è Kisar, è un vecchio amico di mio padre e capo branco del can del Nord. Si conoscono da quando sono ragazzini, ed ogni tanto viene a trovarlo>> fece una breve pausa per poi aggiungere con tono apprensivo:
<<Ti conviene stargli lontano, è persino più aggressivo e violento di mio padre, di fatti lui a differenza di sua, egli non fa distinzione di sesso se deve punire un trasgressore>>

Da come me lo ha descritto sembrava un tritone spietato, ma il suo sguardo mi mostrava altro, sembrava così... Non spaventato, ma bensì sorpreso direi; tuttavia mi sentivo combattuta, Rieen mi ha avvertito di stare alla larga ed in teoria avrei dovuto fare così, però era strana tutta questa faccenda, anche Madaz in teoria era molto violento con gli umani, ma poi nei miei confronti si dimostrò tutt'altro, dunque una parte di me spingeva per andare avanti anche su questa pista. Ryper guardandomi negli occhi capì immediatamente che non mi aveva convinto appieno, pertanto sottolineò ancora una volta quanto sia pericoloso.

Eppure ero certa che anche quì avrei trovato delle risposte, forse lui sapeva qualcosa riguardo la coincidenza della morte dei miei genitori e lo sfocio della guerra o del perché i tritoni sembravano avere tanta simpatia per me, ma per parlare con Kisar dovevo prima liberarmi di Rieen, cosa non affatto semplice visto che mi è attaccato come la colla. Dovevo escogitare un piano...

Mi guardai attorno per cercare una soluzione al riguardo, quando il mio sguardo si posò su Belnarn, egli era impegnato a fare il casca morto con una sirena, facendola ridere come un'oca giuliva ad ogni sua squallida battuta. Se attiravo la sua attenzione da questa parte avrebbe portato l'amico con sé, dandomi così qualche secondo di vantaggio. Per quanto riguarda Ryper, lui non scaturiva un problema, era facilmente seminabile. 

Senza perdere altro tempo detti il via al mio piano, chiedendo a Rieen di portarmi qualcos'altro da mangiare che non sia avariato, non specificai cosa mi serviva giusto il tempo per farlo allontanare quel tanto che bastava per non farmi vedere da lui, ed una volta che si allontanò chiesi a Ryper dell'acqua potabile, ai tritoni non serviva ma io essendo umana ne avevo bisogno ed andò a cercarmela, dandomi trenta minuti in più di vantaggio. Senza sprecare ulteriore tempo schizzai velocemente verso Belnarn, gli posai delicatamente una mano sulla spalla e scusandomi con la signorina lo presi un secondo in disparte, per poi dirgli con fare innocente:

<<Belnarn, perché non vai con Rieen a caccia? Lo vedo un po' teso e penso che abbia bisogno di un amico in questo momento>>

Egli in risposta inarcò un sopracciglio, per poi rispondermi con scetticismo: <<A me sembra stare bene! Dì la verità, cosa stai tramandando?>>

Non avevo messo in conto che oltre essere squallido, poteva essere anche intelligente, così gli dissi con un sospiro di sconsolazione:

<<Ho bisogno che lo distrai, per favore, devo assolutamente fare alcune domande a Kisar>>

Egli appena sentì le mie reali intenzioni sgranò gli occhi dandomi successivamente della pazza e che avrei dovuto evitare di pensare a simili sciocchezze in quanto fosse troppo pericoloso. Ma non potevo arrendermi così facilmente, pertanto insistetti ancora una volta, ma prima che potessi avere risposta Rieen tornò da me con un altro schifoso pesce in mano, fissando con uno sguardo interrogativo l'amico.

Belnarn guardò prima me e poi Rieen, per poi roteare gli occhi trascinando via l'amico con la forza lontano da me, portandolo chissà dove ignorando pesantemente le lamentele di quest'ultimo. Ero conscia che non avrebbe potuto trattenerlo a lungo, pertanto mi diedi una mossa, raggiungendo Kisar dal capo branco.

Appena raggiunsi l'area che Rieen mi vietò categoricamente li vidi in lontananza a discutere, dai toni e dai gesti sembravano abbastanza agitati entrambi, così incuriosita mi avvicinai a loro, stando sempre ben attenta a non farmi sentite, nascondendomi dietro ad uno scoglio per ascoltare meglio la loro conversazione:

<<Sylas, cosa intenti che sono tutti vivi? Perché ci hai nascosto una cosa così importante?>> Disse Kisar quasi urlando al padre di Rieen.

Così quel mostro ha anche un nome, penso che me l'aveva anche detto, ma non ricordo i nomi dei miei nemici, tanto a breve sarà un uomo morto. Comunque sia ancora non riuscivo a capire a chi si stesse riferendo Kisar, così aguzzai l'udito per ascoltare anche la risposta di Sylas:

<<E come potevo dirlo Kisar, se dicevo anche agli altri che i loro figli erano vivi, ma non si ricordavano di loro, avrei portato solamente sofferenza. A quel tempo mi sembrò la soluzione migliore, saperli morti per loro era meglio della verità>>

Forse si riferiscono ai cuccioli rapiti dai militari, quindi Sylas aveva prove certe che erano vivi, ma com'era possibile che i figli non si ricordassero dei propri genitori? Forse li rapivano da neonati? Questo spiegherebbe tutto.
Kisar, tuttavia non si accontentò della risposta di Sylas e passandosi freneticamente le mani nei suoi capelli castani  gli rispose con tono turbato:

<<Quindi, ci sono buone probabilità che anche mio figlio sia vivo?>>

Sylas abbassò il capo, per poi rispondere con tono rammaricato: <<Non l'ho visto al tempo, ma credo che sia possibile. Se lei è viva, allora è plausibile che anche gli altri che non sono riuscito a rintracciare lo sono>>

Kisar a quella risposta diede di matto, afferrò il suo amico per poi sbatterlo contro la parete della grotta, iniziando ad urlargli le peggio parolacce, accusandolo di essere: meschino, crudele, doppiogiochista ed incurante del benessere del suo branco. In un primo momento Sylas non reagì, lasciando sfogare il suo amico, perfettamente conscio che Kisar era solo sconvolto da una simile rivelazione, tuttavia dopo che lo lascio sfogare per bene lo scostò con calma, per poi rispondergli con il dolore dipinto in volto:

<<Sai cosa si prova a perdere l'amore della tua vita, vedersi portare via il frutto del vostro amore e per di più, quando finalmente la ritrovi, lei non si ricorda di te>> Sylas si fermò un secondo per trattenere le lacrime che volevano uscire copiose, per poi proseguire con voce roca per via dello sforzo:

<<Quel giorno ho perso mia moglie, uccisa senza alcuna ragione da quegli esseri ignobili, e mia figlia che amavo più della mia stessa vita, quando incrociò il mio sguardo iniziò a tremare spaventata da me, suo padre. Quel giorno una parte di me è morta insieme a loro>> si fermò un secondo per tentante di ricomporsi, per poi proseguire nel suo discorso: <<Capisco il tuo dolore amico mio, solamente non volevo che anche gli altri soffrissero le stesse pene che mi porto da tutta una vita, questo dolore non se ne andrà mai, perché lei non si ricorderà mai di me, sarò sempre e solo un estraneo ai suoi occhi>>

Le parole di Sylas mi colpirono profondamente come un uragano in tempesta, egli aveva una figlia. Gli avevano portato via sua moglie e cancellato dalla memoria di sua figlia di ricordo si suo padre. Le sue parole, così piene di dolore e risentimento mi fecero capire un po’ il suo stato d'animo, tuttavia il dubbio si infinittiva, se sua figlia era viva, dov'era? Ma soprattutto cosa c'entrava con la morte dei miei? Non riuscivo a trovare una soluzione a queste domande, però Rieen doveva sapere cosa avevo scoperto, perché se riuscivo a riportarla nel branco forse avrei potuto porre fine a questa maledetta guerra per davvero.

Solo ascoltando le sue parole mi resi conto dell'orrore che commise la mia gente: avevano distrutto delle famiglie, ucciso migliaia di innocenti il quale volevano solamente condurre una vita normale, eravamo noi i mostri.

Non avevo bisogno di ascoltare altro, ciò che avevo sentito era più che sufficiente per potermi immergere e tornare alla pozza centrale. Ma al mio ritorno ritrovai Rieen e Ryper che mi fissavano con disappunto, mentre Belnarn scrollò le spalle come per volermi dire che aveva fatto tutto il possibile, ma conoscendo quel tritone e l'odio che nutriva per me non mi stupiva che non fosse riuscito nell'intento.

Tuttavia io ero troppo scossa per scusarmi con loro, una simile notizia era troppo anche per me, sapere che l'uomo che ho odiato per tanto tempo aveva una famiglia, rapita
dalle stesse persone che servì con tanta dedizione a spada tratta mi fece rabbuiare. Chi era nel giusto? E chi nel torto? Ma soprattutto, chi era il vero cattivo? Ormai non sapevo più a chi credere. Non ci volle molto che anche i ragazzi intuissero che qualcosa non andava in me, così Rieen preoccupato mi chiese immediatamente cosa mi fosse successo e se Kisar o Sylas mi avessero fatto qualcosa. Prima di spiegare anche a loro ciò che avevo sentito, li portai in un angolino della grotta dove nessun'altro poteva udire ciò che stavo per dire, ed una volta che mi assicurai che non vi erano ficcanaso ad ascoltare il mio discorso oltre noi quattro, anche se non volevo Belnarn non potetti farci niente pertanto iniziai a spiegare. Parola per parola tutto ciò che sentì da quei due, con il risultato che rimasero sconvolti tanto quanto me.

Ci furono minuti interminabili di silenzio prima che qualcuno prendesse parola, il primo a parlare fu Belnarn bofonchiando con tono ancora scosso:

<<Quindi il primo figlio di Sylas non è Rieen, ma bensì la figlia che gli hanno rapito>>

<<Ma tutta questa storia non può essere vera>> intervenne Rieen, per poi specificare i suoi dubbi: <<Come ben sapete, i tritoni e le sirene non possono stare troppo a lungo fuori dall'acqua, in quanto morirebbero per disidratazione. Quindi se mio padre ha realmente una figlia, rapita anni fa dagli umani non può essere viva, essendo stata strappata dal mare per troppo tempo>>

Anche Ryper concordò con il fratello, specificando che se avesse avuto veramente una figlia come primogenita tutto il branco lo sarebbe venuto a sapere, e non era così, per poi aggiungere al discorso per spiegarsi meglio:

<<Le primogenite femmine vengono chiamate matriarche e sono molto rare, solo in branco è possibile trovarne una. Come ben saprai, avendolo già spiegato, i primi figli avuti dalla prima compagnia scelta hanno per diritto di nascita la successione come capobranco e questo vale anche per le femmine, che appunto vengono chiamate matriarche. Quindi se la primogenita fosse stata realmente femmina, per di più rapita, il branco avrebbe avuto il diritto di saperlo>>

Questa volta a prendere parola fu Belnarn, che intromettendosi nella conversazione disse anche la sua:

<<Quello che dici Ryper è giusto, tuttavia devi anche contare il fatto che se realmente ha una figlia ed è stata realmente rapita, il branco non avrebbe avuto un successore e così facendo il nostro clan si sarebbe sciolto, in quanto le regole vietano categoricamente di passare il diritto di nascita al secondo genito amenochè il primo genito non muoia>> fece una breve pausa per poi prosegue con tono accusatorio: <<E conoscendo il nostro capo branco sono sicuro che farebbe di tutto, persino nascondere un simile segreto per il bene di tutti noi>>

Tutto questo mi creò ancora più confusione, perché le argomentazioni di entrambi erano corrette, Sylas per il benessere del branco avrebbe potuto veramente nascondere la cosa, ma era altrettanto vero che se l'avevano rapita, strappandola dal mare sarebbe dovuta morire di disidratazione, avendo assistito personalmente cosa accade ad un tritone capace di mutare forma se passa troppo tempo lontano dall'acqua.

Quindi le domande erano due… è ancora viva la figlia di Sylas? E come faceva a sapere il padre di Rieen con precisione che alcuni cuccioli rapiti erano ancora vivi? Dal suo discorso fece capire che alcuni li aveva trovati, però se così fosse dove sono finiti gli altri? Pertanto esposi i miei dubbi anche ai presenti, facendoli cadere nuovamente in uno stato di mutismo.

Nessuno di loro riusciva a darmi risposta perché ciò che avevo sentito era talmente strano ed altrettanto impossibile, da confondere anche loro. Ora però più che mai avevo la certezza che nella base di Osaka, al tredicesimo piano sotterraneo, vi fossero risposte in merito. Dunque in comune accordo con gli altri, decidemmo che la mia irruzione nella base, anche se pericolosa era diventata di fondamentale importanza per avere le risposte che stavamo tanto cercando.

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