10-due giorni impegnativi
Nota autore:
La scorsa volta ho avuto problemi con wattpad, difatti non mi aveva pubblicato il capitolo nove, però da quello che ho capito non sta dando problemi solo a me. Pertanto se riscontrate problemi, fatemelo sapere che vedrò come posso risolverli.
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"mi ritrovai davanti a dei ghiacciai, occhi familiari dal colore azzurro innaturale, ed una lunga chioma nera. Il mio incubo divenne realtà, era lui, più invecchiato, ma non potevo sbagliarmi questa volta.
Il cuore mi martellò nel petto in balia di mille emozioni contrastanti: odio, rancore, timore, desideri omicidi..."
Rieen come un supereroe venne in mio soccorso per fermare le mie emozioni turbinanti, si poteva vedere da un miglio di distanza che da li a poco sarei esplosa come una bomba, di fatti mi posò un braccio intorno alle spalle per fermi capire che lui era lì, per me, e non mi avrebbe abbandonata.
Suo padre in tutto questo era ancora lì, fermo, intenti ha fissarmi ad occhi sbranati, neanche avesse visto un fantasma, sbiancò davanti hai miei occhi facendomi battere il cuore a mille per l'agitazione. Sarà mai possibile che fra tanti omicidi si ricordi veramente di ciò che mi ha fatto?
Anche Rieen era come paralizzato, e nella grotta calò un silenzio tombale, sentivano che vi era qualcosa che non andava e come ho detto prima non ero l'unica ad averlo intuito, il povero Ryper, invece era talmente spaventato che temevo in un suo mancamento improvviso.
Ci furono attimi interminabili di silenzio prima che il capo branco, si scosse riprendersi dal suo stato di trans e chiese con una calma innaturale:
<<E lei chi è?>>
Rieen si mise immediatamente dinanzi a me, per poi presentarmi al mio posto capendo immediatamente che ero ancora troppo scossa per poter parlare:
<<Lei è la mia compagna, si chiama Emily, siamo venuti per avere la tua benedizione>>
Suo padre si portò una mano sul mento, intento a fissarmi con aria interrogativa per poi risponderci con tranquillità spiazzando tutti i presenti:
<<Emily, mmm? Bhe, piacere di conoscerti io sono il capo branco ma puoi tranquillamente chiamarmi Sylas>>
Ciò che sorprese tutti e non solo me, fu per il fatto che le sue parole non rispecchiavano i suoi gesti, difatti capì immediatamente che Sylas fosse molto sorpreso di vedermi come se mi avesse riconosciuto, però nonostante tutto si comportava come se fossi un estranea. Però Il fatto stesso se si ricordi di me è strano, se non quasi impossibile Se contiamo anche tutti gli altri bambini cui ha sicuramente portato via i genitori, considerando il suo odio verso il genere umano. In tutto questo potevo anche sbagliarmi, ovviamente non tralasciai questa eventualità, però i fatti parlano chiaro.
<<Emily non dovevi andartene? Andavi di fretta non è
vero?>> intervenne Ryper in nostro soccorso, ma prima che potessi confermare Sylas si intromise dicendo:
<<No, non te ne andrai. Voglio conoscere meglio la compagnia di mio figlio, considerando che era tanto contrario all'amore>>
Mi si formò un groppo in gola per l'agitazione, in che senso non potevo andarmene? Mi voltai verso Rieen in cerca d'aiuto ma ottenni solamente uno sguardo di rimprovero, ed in fondo me lo meritavo, se me ne fossi andata quando me lo disse lui a quest'ora non ero nei guai, tuttavia il desiderio di ottenere risposte fu più forte del buon senso.
Nonostante potevo definirmi ormai una veterana del settore, quando si trattava di affrontare i miei demoni commettevo ancora degli errori, come una principiante.
Sylas, senza darmi neanche il tempo di riflettere mi allontanò da Rieen affermandomi per un braccio, ordinando hai presenti di non seguirci volendo parlare un po' con me in privato.
Rieen ovviamente provò ad obbiettare, ma il capo branco con un veloce e potente colpo di coda sul pelo dell'acqua fece capire che il suo era un ordine e non una richiesta. Ryper era totalmente terrorizzato, mentre quel infame di Belnarn se la rideva di gusto sotto i baffi.
<<Padre, forse è meglio se vengo con voi. Emily è in un ambiente nuovo, si sentirà spaesata forse è meglio per lei avere accanto qualcuno che consce>>
Sylas guardò con sguardo furente il figlio, sicuramente odiava quando qualcuno lo contradiceva ed essendo un capo era anche normale. Tuttavia Rieen non si lasciò intimorire e con più caparbietà di prima si fece avanti, rispondendo a suo padre a testa alta afferrandomi per un braccio:
<<Perché ogni volta che si tratta di me devi sempre complicare le cose, è la mia compagna mi sono innamorato, che problema c'è? Ora dobbiamo andare, il suo branco l'aspetta>>
Sylas guardò suo figlio in cagnesco, per poi togliere bruscamente la sua presa dal mio braccio, e rispondergli con uno strano tono di voce:
<<Lasciala, devo parlare solo lei, tu non c'entri niente in tutta questa storia>>
Rieen ancora una volta non si lasciò intimorire e guardandolo duramente, senza abbassare lo sguardo gli rispose nuovamente:
<<Certo che centro, lei è la mia compagna di vita>>
Gli altri avendo già capito come sarebbe andata a finire la situazione si dileguarono con la velocità della luce, lasciando solo noi tre nella immensa grotta.
E come da aspettarsi, i due lanciarono la mia mano per poi iniziare a lottare fra di loro, non lasciandosi sfuggire i peggio insulti. Rieen venne persino ferito ad un braccio nella lotta ed alla coda, facendomi non so perché scattare in avanti usando i propulsori ad acqua di Scarlett. Mi posizionai davanti a Rieen con le braccia divaricate, fissando Sylas con il mio sguardi freddo e glaciale lo minacciai di impulso:
<<Toccalo solo con un dito e spargerò con il tuo sangue le pareti di questa grotta>>
Rieen mi urlò di togliermi di mezzo, ma lo ignorai, non potevo distogliere lo sguardo dal Tritone arrabbiato altrimenti avrei dimostrato debolezza e ciò significava morte assicurata. Ciò che successe dopo mi sconvolse, perché nonostante si vedesse chiaramente che fosse arrabbiato, egli con il mio intervento si fermò all'istante distogliendo per qualche strana ragione lo sguardo. Era tutto come quella maledettissima sera di tanti anni fa, perché non voleva guardarmi negli occhi? Anche Rieen rimase di sasso nel vedere ciò che era successo.
Mi scossi bruscamente per distogliermi da questi pensieri, non era il momento di pensare a ciò, dovevo agire al più presto sennò Sylas avrebbe potuto ripensare al suo attimo di bontà ed attaccarmi, per tanto dissi con tono autoritario:
<<Bravo>> lo elogiai per beffegiarlo, per poi aggiungere con tono sicuro e deciso: <<Ora dia le sue scuse a suo figlio, non ha fatto niente di male per meritarsi un simile trattamento>>
Rieen mi sussurrò di starmi zitta e di non dire assurdità, in quanto suo padre non chiedeva scusa a nessuno perché è il capo branco, tuttavia le sue parole furo smentite immediatamente quando Sylas sussurrò al figlio quelle fantomatiche paroline che gli avevo ordinato di dire, facendo uscire gli occhi fuori dalle orbite al povero Rieen per lo stupore.
Dopo qualche secondo, schiarendosi la gola aggiunse imbarazzato:
<<Mi dispiace per ciò a cui hai assistito, non volevo dare spettacolo, tuttavia mio figlio avvolte non sa stare al suo posto>>
Di risposta lo guardai malamente. Forse era meglio cambiare discorso o l'avrei insultato, così gli risposi a muso duro: <<Volevi parlarmi no? Sono qui, sputa il rospo>>
Egli di risposta fece un lieve sorriso, per poi rispondermi con delle strane parole: <<No, a ripensarci non è ancora il monto, quando sarai pronta parleremo>> detto ciò si immerse e se ne andò, senza aggiungere nient'altro.
Appena rimasti soli mi precipitai da Rieen, per controllare le sue ferite ed accertarmi che quel mostro non gli avesse fatto danni seri, si anche Rieen era un tritone ma lui era diverso dagli altri della sua specie ormai è un dato di fatto.
Solo dopo averlo esaminato dalla punta dei capelli alla punta della coda tirai un sospiro di sollievo nel costatare che non era nulla di grave, se non qualche graffio superficiale, per sua fortuna ero intervenuta in tempo, tuttavia il suo sguardo sembrava ancora perso nel vuoto, ed ovviamente preoccupata che qualcosa non andasse gli dossi immediatamente:
<<Rieen cosa ti prende? Stai così male?>> chiesi preoccupata.
Egli si scosse, per poi rispondermi seriamente:
<<Non è normale che non ti abbia ucciso, ed in special modo che ti ha dato persino retta, portandolo persino a scusarsi con me... Non è da lui>> mi fissò intensamente per poi sussurrarmi spaventato:
<<Tu chi diavolo sei veramente?>>
************
*Dal punto di vista di Rieen*
Stavo riaccompagnando Emily alla spiaggia, dopo quella domanda non ci rivolgemmo più la parola, sembrava confusa tanto quanto me. Ammetto che forse avevo esagerato un po', però la reazione di mio padre non fu normale, come minimo se fosse stata un altra sirena al suo posto, che per di più non faceva neanche parte del branco avrebbe dovuto ucciderla senza pensarci due volte. Non solo ha osato intromettersi in un suo scontro, ma si è anche permessa di dargli degli ordini, dunque il fatto che sia ancora viva dopo di ciò o è un miracolo o c'è qualcosa sotto.
Onestamente optai più per la seconda opzione, ero fermamente convinto che dietro lo strano comportamento di mio padre nei suoi confronti si celava un collegamento che non riuscivo capire. Se vogliamo proprio fare due conti, con questa volta fanno ben due volte che Sylas gli ha risparmiato la vita.
Ed anche se i tutta questa storia ci capivo ben poco, neanche potevo lasciare le cose con Emily in questo modo, nell'ultima nostra litigata era sparita per settimane e non osavo immaginare questa volta per quanto tempo sarebbe stata via, non potevo sopportare di non vederla più, così prima che uscisse dall'acqua la fermai per un braccio, ed evitando il suo sguardo le sussurrai:
<<Ti prego perdonami>> non volevo perderla di visita, anche se non avevo alcuna possibilità con lei, lo so. Mi bastava poterla vedere ogni giorno, ascoltare il suono della sua voce, non chiedevo di più. <<Non volevo offenderti, è che ero rimasto sorpreso per il comportamento di mio padre>>
Mi aspettavo che si arrabbiasse ed invece fuori fa ogni mia precisione Emily mi abbracciò facendomi congelare sul posto, il cuore mi batteva a mille e per qualche strana reazione, e nonostante fossi in acqua il mio corpo iniziò a perdere liquidi per conto suo....
<<Perché ti scusi? Sono io a dover scusarmi. Si, sono orgogliosa ma so riconoscere i miei errori, se me ne fossi andata quando me l'hai detto tu non saresti stato ferito. Perdonami Rieen>>
A quelle parole contraccambiai al braccio senza pensarci due volte, non mi sembrava neanche vero, non mi stava trattando con freddezza come al solito... tuttavia però non volevo neanche illudermi, perché ciò significherebbe soffrire così staccandomi dell'abbraccio cambiai discorso:
<<Tuttavia dobbiamo indagare sull'accaduto, sento che c'è qualcosa di più dietro questa faccenda. Qualcosa che potrebbe mettere fine a questa guerra>>
Emily fece si con il capo, per poi rispondermi in comune accordo: <<Lo penso anch'io, farò qualche ricerca al riguardo e tornerò da te>>
Non so con precisione se la mia idea era pazzia momentanea o solo un sentimento egoistico, tuttavia volevo andare con lei, nella sua base ed aiutarla con le indagini. Se lei era decisa a rischiare la vita venendo nel nostro branco, allora dovevo darmi da fare anch'io:
<<Procurami dei vestiti, voglio venire con te!>>
Emily sgranò gli occhi dallo stupore per poi rispondermi con tono preoccupato: <<Sei sicuro? Se scoprono che sei un Tritone, per te sarà la fine, non rivedrai mai più il mare>>
Gli sorrisi, per poi rispondergli con tono sicuro: <<Finché ci sarai tu al mio fianco sono certo che non accadrà nulla del genere>>
Emily mi sorrise, e dalla spontaneità in cui lo fece capì che era sicuramente colpita, così senza perdere altro tempo andò alla riva, dissotterrò dalla sabbia i suoi vestiti che erano posti all'interno di un baule, li indossò e mise al loro posto la coda di pesce per poi nascondere nuovamente il baule sotto la sabbia. Dopo di ciò prese uno stano affare
quadrato e metilico con cui vi parlava spiegando ad egli cosa doveva portare e dove, ed una volta finito il tutto mi disse di aspettare che arrivassero con il cambio.
La guardai perplesso, come potevano arrivare gli indumenti senza muore un dito? Mah, gli umani sono proprio strani lo sempre sostenuto. Ma se mi dice di aspettare così farò mi fidavo di lei, e per passare il tempo ci sedemmo sulla riva a parlare del più e del meno.
Emily mi raccontò molto della sua vita, strano ma vero, però lo fece, purtroppo non potetti dire di essere felice di ciò che udì, la sua intera vita l'aveva passata ad allenarsi, a sparare, combattere e non era normale. Questa guerra aveva effetti negativi non solo su di noi, ma anche su di loro, ma la cosa peggiora in tutto questo era che ad Emily andava bene così, lo diceva con una tale freddezza che non era normale, lei non conosceva i piccoli piaceri della vita come farsi una nuotata con tuo amico a parlare di scemenze, o peggio ancora, provare i piaceri dell'amore, secondo il suo modo di pensare queste cose che avevo appena elencato era uno spreco di tempo non essendo utili alla protezione del genere umano, sottolineando il fatto che poteva tranquillamente farne a meno.
D'altro canto io non ero d'accordo, cos'è una vita senza amore? Insomma, ammetto che in passato non ero neanch'io interessato, ma solamente perché le sirene erano tutte uguali, sembravano fatte con lo stampino non avevano desideri propri, si limitavano ad accontentare i desideri del compagno ed io volevo una donna forte, che non conosceva la parola "non ci riesco", ed ora che l'avevo trovata eccomi qui, a soffrire per un amore che non sarà mai corrisposto.
Emily notando che mi ero accigliato, preoccupata mi posò una mano sulla spalla, cercando di indovinare sul perché di quella mia espressione:
<<Hai paura che ti scoprono? O sei ancora preoccupato per il comportamento di tuo padre? Qualsiasi cosa ti sta preoccupando in questo momento, sappi che puoi sfogarti con me>>
So che era sincera, si vedeva dal suo sguardo che ora mi considerava un alleato fidato e non più un nemico da sorvegliare, tuttavia non potevo dirgli la verità, anche perché sapevo già la risposta avendomela data inconsciamente, così la rassicurai mentendogli che si trattava solamente di un po' di ansia, non avendo mai fatto questo genere di cose, ed effettivamente era anche vero, a differenza dei miei fratelli io ero l'unico a non usufruire della mia capacità di mutazione per attaccare gli umani anche perché non ho mai mangiato carne umana, solo al pensiero mi veniva da vomitare.
*******
*Emily*
Le sue parole mi colpirono molto, era così ansioso di dover andare sulla terra ferma, non voleva fare brutte figure non sapendosi comportare adeguatamente, ciò non so perché però mi fece una grande tenerezza. Ma prima che potessi provare a consolarlo di nuovo, apparve Izumi, e come una fura gettò i vestiti che gli avevo chiesto verso Rieen e successivamente, gettandosi hai miei piedi iniziò a piagnucolare di non lasciarlo mai più in compagnia di quel tiranno mostruoso.
Anche se non fece nomi, ero certa che si riferisse a Garenth, in passato durante il mio addestramento aveva fatto piangere molte reclute per i suoi addestramenti disumani. Tuttavia nonostante l'aspetto cadaverico per via della stanchezza, lo trovavo anche in ottima forma, era più muscoloso di quando lo lasciai, tralasciando ovviamente le occhiaie spaventose. Izumi, ancora chinato hai miei piedi alzò la testa nella mia direzione per poi continuare a piagnucolare:
<<Non puoi capire l'inferno che ho passato>> fece una breve pausa per poi correggersi: <<Cosa abbiamo passato. Non dormiamo da giorni e se falliamo ci nega i pasti intensificando gli allenamenti a tutti quanti>> mi abbracciò una gamba per poi aggiungere quasi disperato: <<Non lasciarci più, a nome di tutti ti promettiamo che smetteremo di lamentarci, in special modo gli altri seguiranno le tue direttive alla lettera, saremo i tuoi burattini, perciò non sparire più ti prego>>
Lo scostai in malo modo dalla mia gamba, potevo capire il suo stato d'animo, io ci sono crescita con Garenth finno dalla più tenera età, tuttavia non poteva fare lo smidollato in questo modo, anche se, parte della colpa è stata mia visto che fui fin troppo magnanima con loro. Solamente non volevo andarci troppo pensante fin dal primo giorno, so già che al mio ritorno riceverò una bella ramanzina da parte di Garenth.
<<Non fare la femminuccia>> dissi con tono di rimprovero, per poi voltarmi verso Rieen e dirgli con tono frettoloso: <<E tu sbrigati a farti spuntare le gambe. Vestiti ed andiamo o del lavoro da fare>>
Rieen annui, ed una volta prese le sembianze umane lasciando sconvolto il povero Izumi, si vestì, dirigendoci successivamente verso la base di Osaka, specificando chiaramente al mio collega di tenere segreta la vera identità di Rieen, fatta eccezione per Garenth che l'aveva già incontrato ovviamente.
Spero solo che anche gli altri soldati, nel vedermi, non reagiscano allo stesso modo di Izumi, perché sennò mi sarei data subito alla fuga.
********
Come previsto una volta messo piede dentro la base centrale di Osaka, tutte le reclute mi furono a dosso, piagnucolando di gioia su come fosse bello rivedermi. Erano talmente entusiasti che non notarono minimamente la presenza del povero Rieen, intento ad osservare la scena con enorme stupore, di fatti dopo che si furono calmati quelle mezze specie di uomini, si avvicinò al mio orecchio per poi chiedermi incuriosito:
<<Ma fanno sempre così quelli?>>
Storsi il naso, per poi sussurrargli a mia volta: <<Veramente e strano anche per me, fino a qualche giorno fa mi odiavano>>
Ed ora chi lo sente Garenth, sicuramente mi farà una sonora ramanzina sulla mia cattiva gestione addestrativa, al solo pensiero rabbrividivo. Ecco perché quando mi convocò nel suo ufficio provvisorio, assegnatoli per l'occorrenza ero un fascio di nervi, per non parlare delle occhiatacce di rimprovero che lanciava prima a me è poi al povero Rieen. Che sicuramente si stava chiedendo sul perché avessi portato il nemico alla base.
Tuttavia anche se visibilmente contrariato dalla presenza del Tritone, non iniziò da lui, anzi mi elogiò:
<<Volevo farti i complimenti, Izumi lhai addestrato bene, in più ora capisco del perché avevi scritto che era una recluta molto dotata, non solo non si arrende ma sa anche spronare i suoi compagni come un vero Lieder. Tuttavia>>
ecco lo sapevo che c'era un ma...
<<Perché hai portato il nemico qui?>> fini la frase con una nota di rimprovero.
Così senza perdere tempo raccontai tutto ciò che avevo vissuto ieri, specificando ovviamente anche il mio strano incontro con il capo branco, ma appena lo menzionai Garenth cambiò espressione per poi sbattere malamente le mani sulla scrivania urlando di non continuare con questa scemenza del complotto. A prendere parola, con mio grande stupore fu Rieen, che senza abbassare lo sguardo gli rispose con tono deciso:
<<Emily ha ragione, anche nel mio branco c'è qualcosa di strano, anzi per meglio dire vi è qualcosa di marcio. Emily mi ha fatto notare una cosa alquanto curiosa, inizialmente non l'avevo notato però anche Madaz, il protettore della stirpe reale guardò in maniera strana Emily, quasi come...>> Rieen si bloccò di colpo, assumendo un espressione indecifrabile.
<<Quasi come? Finisci la frase>> intervenne Garenth stranamente agitato.
Rieen si pizzicò il mento per vari minuti, per poi passare hai suoi capelli, giocherellando con alcune ciocche prima di rispondere con un espressione confusa:
<<No, niente è impossibile....>> questa volta mi intromisi anch'io, dicendo a Rieen che per quanto potesse sembrare assurda la sua opinione, doveva dirla ugualmente, ed egli, ancora confuso al riguardo si decise finalmente ad esporre i suoi pensieri, proseguendo nel suo discorso:
<<Sia mio padre che Madaz anno guardato Emily come se la conoscessero già. Per mio padre mi sembra improbabile che si ricordi di lei, ha ammazzato talmente tanti umani che mi sembra difficile che se ne ricordi di uno in particolare. Riguardo a Madaz invece mi sembra impossibile, lui da sempre è addetto alla protezione dei figli del capo branco, per non parlare che non ha mai visto un umano, neanche può prenderne le sue sembianze come noi>>
In effetti ha ragione, è strano. <<Forse mi ha visto da lontano, se ciò che hai detto e vero forse mi ha visto in compagnia di Ryper, più volte mi sono incontrata con lui di nascosto>> provai a trovare una spiegazione al mistero.
<<Che cosa?>> dissero contemporaneamente Rieen e Garenth con tono accusatorio.
<<Davvero? Vi sembra proprio il momento?>> mi lamentai. Certe volte non li capivo, in una situazione simile ciò che gli sconvolgeva erano i miei incontri con Ryper? Davvero? Con tutto quello che sta succedendo davo per scontato che era una notizia irrilevante.
Rieen anche se stranamente contrariato nei miei confronti, ignorò la sua ultima domanda, per poi rispondermi: <<Ma anche così non ha senso, se davvero vi ha visto parlare vicino alla riva o doveva intervenire e di conseguenza ti avrebbe attaccato, o doveva dare l'allarme al branco. Ma anche in quel caso i conti non tornano, perché anche mio padre è stato strano nei tuoi confronti>>
L'intervento di Garenth attirò nuovamente la nostra attenzione su di lui, prendendo parola alla conversazione:
<<Emily prima mi ha detto che ogni branco ha la sua caratteristica identificativa, e mi hai anche detto che la tua coda artificiale non possedeva nulla di tutto ciò. Avendo specificato questo, forse stavano soltanto cercando di capire da quale branco provenivi, e questo spiegherebbe lo sguardo strano di Madaz ed anche il comportamento inusuale di tuo padre>>
Rieen dopo l'osservazione di Garenth sembrò convincersi della sua teoria, ed onestamente anche per me era l'unica opzione plausibile. Finito con il riassunto al generale, spiegai del perché Rieen si trovasse alla base:
<<Generale, lui e voluto venire per aiutarmi. Esattamente come noi, egli desidera la fine di questa assurda guerra, ma non sarà fattibile se non scopriamo le reali motivazioni per cui e sfociata>>
A quelle parole Garenth storse il naso, lasciandosi travolgere dalle emozioni per un brevissimo istante. Sembrava... Preoccupato? Perché mai, in fondo avevo fatto un osservazione più che giusta, tuttavia egli sembrò parecchio contrario al riguardo, rispondendomi di fatto:
<<Sappiamo già la reale motivazioni, sono per via dei pescherecci, ma anche noi abbiamo il diritto di nutrici>>
E qui lo volevo, non so perché si ostinasse a non voler vedere, tuttavia io avevo il compito di svolgere un buon lavoro tralasciando il mio odio per quelle creature per un bene superiore, ma allora perché Garenth non vi riusciva? Così senza abbassare lo sguardo, lo contraddì dicendo:
<<Ma non è corretto, non può essere il cibo la reale motivazione, per due ragioni. La prima è che hai pescherecci è stato vietato lo sbarco in acqua così come ogni altra imbarcazione, secondo, ma non meno importante, dopo una mia perlustrazione dei fondali marini, ho notato che le barriere coralline sono vuote, dunque dove sono i pesci?>> fermai la mia spiegazione per vedere gli sguardi di Rieen e Garenth, è notando la loro confusione decisi di farla più breve e precisa: <<Andiamo ragazzi, se non siamo noi umani a prendere il loro pesce, allora chi è stato a prenderlo? O per meglio dire, chi lo sta prendendo?>>
Rieen mi guardò davvero sconvolto dalla notizia, per poi chiedermi incredulo: <<Ma lo prendete voi, ho visto delle imbarcazioni che lo pescavano non tanto tempo fa>>
Questo è impossibile, è vietato entrare in acqua a qualsiasi imbarcazione che non sia dei militari, dunque se ciò che diceva è vero allora lo stavano pescando a posta, violando la legge decretata nel duemila venti, del vieto di pesca. Così chiesi se ne era sicuro, informandolo sul mio ragionamento di poco fa, considerando che non era al corrente delle nostre leggi, alchè ancora più stupido esclamò dubbioso:
<<Se ciò che dici è vero, ciò significa che veramente il governo o come lo chiami tu sta nascondendo qualcosa>>
Garenth stava già per dire la sua, ma fu malamente interrotto dall'arrivo del generale Akihiko, che venendomi seduta nell'ufficio del generale S1 con uno sconosciuto esclamò impacciato:
<<Ah e tornata, quindi immagino che non servi più una spedizione di soccorso!>>
Garenth annui con il capo e lo congedò ringraziando le forze armate di Osaka per la loro disponibilità al riguardo, dopo di ciò una volta rimasti soli il generale ci diede il permesso di andare, affermando che avremmo proseguito la conversazione in seguito, avendo un po' di lavoro da sbrigare.
<<Penso che il tuo generale non c'è la racconti giusta!>> se ne usci Rieen una volta che ci fummo allontanati dall'ufficio di Garenth.
Prima di rispondergli fermai un soldato, ordinandogli di far venire Izumi alla sala informatica sotto mio ordine, e dopo di ciò fissando Rieen con disappunto, gli risposi con fermezza:
<<Non dirlo neanche per scherzo, il generale Garenth è il soldato più onorevole che esista, il migliore su piazza. Non infrangerebbe mai la legge, ho notato anch'io che si comporta in maniera strana, ma ci sarà un altra motivazione dietro al suo comportamento, ne sono certa>>
Rieen sapendo che era come un padre per me non osò contraddirmi, sicuramente per non litigare, tuttavia da come scrollò le spalle capì chiaramente che era abbastanza scettico sul Generale.
In parte anche lo capivo, non lo conosceva ed è sempre stato trattato con ostilità, tuttavia sapevo che era un dubbio infondato, Garenth non farebbe nulla di male, ne tantomeno un qualcosa che potesse incitare questa guerra assurda.
Ora però dovevamo concentrarci su quesiti più importanti, ovvero scoprire la verità dietro tutta questa faccenda...
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