XVI La torre
«Chi era?» la domanda sfuggì ad Arya, prima che potesse rifletterci sopra. «Nessuno» rispose.
-George R.R. Martin-
Quarto libro delle Cronache del ghiaccio e del fuoro
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Era nuvolo, e una cappa d'umidità e calura era statica sul litorale. Il nostro Siddharta era fermo, dietro al bancone in... boh, "simil-legno" di un bar, nello stabilimento balneare che la sua famiglia gestiva.
Il ragazzo era piuttosto annoiato, e leggermente stordito dall'aria pesante, tracciava cerchi invisibili sulla superficie azzurrina su cui si era adagiato con i gomiti; mentre qualche ciuffo nero gli ricadeva sulla fronte fondendosi al sudore. Egli alzò tristemente gli occhi alla sua sinistra, ove un re del mare giaceva sulla sabbia, e le sue carni marcivano infette e purulente.
Avrebbe voluto commentare a sé stesso, così, tanto per esprimere un opinione; ma temeva che le riflessioni negative potessero offendere l'animale, e davvero non trovava rispettoso sussurrare un "poveraccio..." o un "Mi fa una pena..." era un cavolo di... cetaceo-squalo-coso gigantesco: si fossero incontrati in mare aperto, Siddharta non sarebbe sopravvissuto.
Un gruppetto di persone intanto si avvicinava alla carcassa. Il ragazzo rimase semplicemente a fissarli, perdendosi ancora un po'nei suoi pensieri.
-Che schifo eh?-
La voce fuori campo fece sobbalzare Siddharta per lo spavento.
-Cristo... mi hai fatto prendere un colpo.-
Il ragazzino dai capelli biondicci e lunghi quasi fino al collo che noi conosciamo con il nome di Mago ridacchiò. -Scusa- si poggiò coi gomiti sulla siperficie di legno sabbiosa e rovinata -non volevo spaventarti, sono qui per... sai, no?- fece un cenno con la testa in direzione del cetaceo-squalo-coso.
L'altro vi tornò con lo sguardo un attimo, mugugnando quello che doveva essere un sì.
Non aveva molta voglia di parlare: la vista dell'animale lo intristiva davvero troppo... eppure in qualche modo ne risultava affascinato, pur avendo paura di ammetterlo ad alta voce (sempre per rispetto del cetaceo-squalo-coso, sia chiaro)
-Dì un po', hai mai visto un animale del genere?- riuscì a dire alla fine.
-No...- il tono del Mago era vago, mezzo incantato; probabilmente nemmeno lui riusciva a distogliere lo sguardo.
La folla intanto andava a farsi via via più grande. I due notarono con certo stupore che i componenti erano per la maggior parte ragazzi e ragazze; certo, magari da lontano un sedicenne ed un ventenne non erano poi tanto diversi, ma di teste grige, brizzolate, o ben provviste di alopecia ce n'erano poche.
-Cosa fanno?- chiese Siddharta, senza però aspettarsi una risposta vera e propria.
-Beh...- inutile dire che invece la ricevette senza tanti problemi.
-Sai, di solito controllano se l'animale è ancora vivo...- fece una pausa, agitando la mano destra -E in questo caso vediamo bene che purtroppo non è così, e poi...-
-E poi?-
Il Mago sbuffò. -E poi si mettono a parlare: fanno discorsi, attirano altra gente, gridano a gran voce i diritti dell'animale... si fanno sentire insomma. Ma prima chiamano la protezione animali... o il WWF... o la polizia...- ci pensò un attimo -No, la guardia costiera.- alzò lo sguardo e annuì un paio di volte. -Sì, la costiera-.
-Huh...-
Il ragazzo dagli occhi neri pensava che magari, finché non fosse arrivata la... Marina militare o quel che era, sarebbe potuto andare a dare un'occhiata; una creatura grande come due Cotral* in fila spuntata dal nulla non si vedeva tutti i giorni... A proposito di cose spuntate dal nulla...
Guardò il biondo con sguardo dubbioso e occhi socchiusi. -Tu da dove sei uscito esattamente?-
Mago alzò le sopracciglia, e guardandosi attorno un paio di volte rispose -Sai, credo di essermi materializzato dal pavimento- gettò uno sguardo alle assi di legno biancastre e sabbiose -Curioso no? Sarei dovuto sbucare a Bora Bora, ma- fece spallucce -A quanto pare sono qui-.
-Sssì...- Siddharta non era proprio dell'umore; voleva solo andare a vedere più da vicino, e magari ascoltare quello che gli altri avevano da dire, e magari vedere la guardia costiera all'opera, e magari... e magari avrebbe potuto anche parlarci, con quel bellissimo cetaceo-squalo-coso; nel senso NON parlarci veramente, ma... insomma sì, fare un dialogo pieno di domande retoriche o senza risposta, e in effetti anche senza domanda: un flusso di coscienza, un qualcosa...
-Mia sorella di solito organizza manifestazioni del genere- disse Mago. -Mi ha chiesto se volevo venire... che dici, ci avviciniamo?-
Domanda retorica ed inutile: OVVIO che andarono. Incontrarono una quarantina di persone, e si resero conto che forse due Cotral era un numero di autobus troppo basso, per la creatura, si intende.
Ora, del suo colore scuro, nerissimo, della sua epidermide liscia, delle sue enormi palpebre calate, della sua mastodontica coda piatta, sottile, eppure imponente, delle sue pinne dorsali lacerate, della sua gigantesca bocca semi-aperta... sanguinante, della sua "espressione" addolorata e terribilmente umana, del lezzo di pesce e decomposizione, non posso dirvi assolutamente nulla; poiché mai, e ripeto mai occhio umano avrebbe dovuto vedere tale splendore; così come mai e poi mai, ne avrà una vivida descrizione.
Siddharta, colto da un picco d'empatia, sentì come uno strano calore nel petto. Si avvicinò il più possibile alla bestia; allungò la mano sinistra e la fece lentamente scivolare su quella che pareva la patina liscissima e vischiosa di... una confezione di gel per capelli appena aperta. Non seppe se rimanere sbalordito o schifato.
-Ehi tu!- almeno cinque persone, il nostro moro incluso, si voltarono. -Allontanati da lì: le balene spiaggiate si riempiono di metano- si fermò. Doveva essere autoesplicativo? Che... in che senso? Doveva essere importante? QUELLA era una balena? Il ragazzo non si mosse di un millimetro, né scostò la mano.
-Vuol dire- il tizio fuori campo sospirò -Che se qualcosa scombussola il cadavere- mimò un'esplosione con le mani, come stesse parlando ad un bambino -boom-
Lo avrebbe capito un poppante, lo capì anche Siddharta; che si allontanò di un paio di metri ad una certa velocità, ignorando come poté il tono saccente e mleducato del tale.
Ma ora spostiamoci di qualche metro anche noi, vi và?
Sì lo so, è caldo...
Lo so, il cetaceo-squalo-coso è davvero bello da vedere...
Che vuol dire che vi fanno male i piedi? È un libro!
Va bene facciamo che mi sposto solo io e vi riferisco tutto, ok?
Dunque, a qualche metro dai nostri due impavidi ed ignari kamikaze, al centro della piccola folla radunatasi; la già citata sorella del Mago gridava con un megafono in mano.
Aveva diciotto anni, lei, capelli di un castano spento (color topo, avrebbe detto qualcuno) lunghi fino al seno, due occhi di un verdino anonimo strabordanti di determinazione, un corpo equilibrato, ed una voce... per niente roca, ma con la stessa forza ed anima di quella di un caporale.
Cosa diceva?
Pfff!
Non siete voluti venire, ve lo dirò un'altra volta!
A Siddharta piacque subito la sua energia.
-Com'è che si chiama tua sorella?- chiese.
-Mh?- Mago mugugnò senza degnarlo di uno sguardo: aveva gli occhi spalancati, immobili sul mostro marino. Le iridi Avevano assunto un aspetto quasi vitreo ed inanimato, e pareva che se le avesse mosse anche solo di un millimetro, il suo bersaglio sarebbe sparito nel nulla... pareva davvero, che stesse guardando qualcosa... -Non è importante- fece spallucce, rispondendo con tono statico.
Attesero lì ancora un'oretta; Siddharta non capiva davvero se la vista del cadavere lo affascinasse, o gli provocasse nausea. Sapeva solamente che ogni volta in cui, nel suo fissare vago, incontrava una parte del corpo che gli ricordava il fatto che il cetaceo-squalo-coso una volta era stato vivo, imponente, terrificante e... di nuovo vivo, ma vivo davvero, lo stomaco gli si chiudeva, e la testa gli girava.
All'arrivo della guardia costiera, dovettero andarsene.
-Ti faccio compagnia al bar?- chiese il biondino con tono fiacco.
Siddharta si voltò scocciato verso gli ombrelloni: non c'era nessuno; inoltre il registratore di cassa era quasi del tutto vuoto.
-Fanculo il bar- disse quasi tra sé e sé; chiuse tutto quello che poteva chiudere e salì sulla sua bici: credeva (e faceva bene) che visto l'animale spiaggiato, quel giorno nessuno avrebbe messo piede in mare.
I due pedalarono qualche chilometro sulla ciclabile, scambiando occasionalmente commenti sull'accaduto, o tirando fuori argomenti casuali che sì! In una qualsiasi altra giornata sarebbero stati trampolino di lancio per chissà quali discorsi; ma che in quella mattinata di lutto, conducevano solo ad un silenzio imbarazzante.
Eventualmente riuscirono a raggiungere una sezione di spiaggia rocciosa, perlopiù composta da scogli, massi, e piccoli moli per pescatori di passaggio.
Si sedettero sulla banchina più lontana da terra, e rimasero qualche attimo incantati a fissare l'orizzonte...
Voglio dire, il nostro cercatore non si mosse di un millimetro, e perciò non fece caso al Mago; che nel mentre aveva tirato fuori dal suo zainetto (quale zainetto?) una lattina.
-Hai una birra?- il moro aggrottò le sopracciglia. -Puoi?-
Il biondo prese un sorso. -Perchè? Non è mica un super alcolico-
Siddharta sorrise. -Per quanto ne so, potresti avere tredic'anni- gli rubò la bevanda di mano -Queste cose dovresti lasciarle ai grandi- bevve: era calda ed amarognola, in più il retrogusto di alluminio era piuttosto forte; sì passò un paio di volte la lingua sul palato, facendola schioccare.
-Anche i tredicenni bevono birra- esordì il Mago.
-Non è- fece un sorrisetto di scherno -illegale?-
L'altro riprese la sua bevanda, indicò con un cenno del capo un punto indistinto nella direzione da cui erano venuti -E quello?- bevve -Quello non è illegale?-
La già traballante gioia di Siddharta andò a sfasciarsi in quell'istante: il retrogusto vomitevole della lattina, l'odore del mare e l'immagine dell'animale si fusero in un orgia di sensazioni ribbutanti.
Piegò la bocca in una strana espressione compunta. -Magari la considerano come... boh, un trofeo di caccia-
-Scusa che?-
-Beh sì!- nel suo tono c'era una certa irritazione -Un'altra prova per far vedere che l'umanità è tanto figa da riuscire ad uccidere una cosa che sicuramente nemmeno sapeva che esistessimo e che in natura ci avrebbe ammazzati in un attimo-
Sospirò pesantemente, mentre rimandava per abitudine i capelli all'indietro con la destra.
Mago bevve ancora; anche lui schioccò la lingua con espressione schifata. -Ti sei fatto condizionare dal discorso di mia sorella eh?-
Che comunque è stato veramente bello: ben strutturato, fatto apposta per far leva sui sensi di colpa... è un peccato che non l'abbiate sentito!
Roteò gli occhi. -Forse...- deglutì nella speranza di far passare quel sapore indicibile.
Il biondo passò la lattina: doveva sembrare il più possibile un atto di gentilezza. (Per maggiori informazioni acquistare il manuale d'istruzioni de "come diventare uno scaricabarile")
-È un'oratrice nata, ma quando comincia a farti sentire una merda, dovresti smettere di ascoltarla-
-No, ha ragione- roteò la lattina mezza piena... che avrebbe dovuto farci? -Ci crediamo tutti di essere "sto cazzo" e non ci fermiamo davanti a nulla-. Si voltò verso l'amico socchiudendo gli occhi. -Ma ci pensi mai cosa prova il Mare? A sentir crescere una creatura per così tanti anni dentro di sé e poi... e poi portarla a morire di persona?-
Siddharta ebbe un tremito; per riflesso portò la... birra? Alle labbra. Grande errore.
-Hai ragione... dev'essere orribile- abbozzò un sorrisetto -L'hai presa a cuore, 'sta situazione, eh?-
Il moro poggiò lo schifo davanti a sé... anzi, leggermente più vicino a Mago. -Pure tu però... ho visto con che occhi da invasato lo guardavi-
-Controllavo la sua aura- il biondo lanciò un'occhiata fulminea alla lattina. -Tentavo di vedere se il suo spirito ci fosse ancora-
Sisdharta non credeva propriamente in quel genere di cose, ma comunque aveva una certa curiosità. -Quindi?-
-Quindi...- Mago prese la birra e se la passò di mano in mano, dimenticandosi per un attimo del sapore acido. -C'era un minimo... un qualcosa, ma era davvero debole: spero vivamente che la sua anima sia tornata negli abissi, perché se quella che ho visto non era una semplice traccia lasciata indietro...- scosse la testa, mandando giù una sorsata. -Allora...- non disse più nulla.
-Che schifo- sussurrò Siddharta, affranto e dubbioso.
-Già, che. Schifo... Ma solo a me 'sta cosa fa vomitare?- il biondo alzò ben in vista la lattina di 3 luppoli e mezz (marca molto famosa e stimata)
-Fa vomitare- confermò l'amico senza esitazione.
Ridacchiarono entrambi.
-Vedi i casi della vita? Quando ti convinci che una cosa è buona, anche se chiaramente fa schifo; ti fidi del nome e la provi e riprovi finché non ti autoconvinci- Mago si avvicinò ad un cestino e la buttò via. -Noi però andiamo contro il sistema-.
Sarà stato mezzogiorno oramai. I due si avviarono alle bici.
-Ma quindi tua sorella? Com'è che si chiama?-
-Nessuno- rispose serio.
-Stai... citando il Trono di Spade, o è una cosa su cui riflettere?- Siddharta non aveva mai visto la serie, ma un'infarinatura base ce l'aveva.
-Che domande- con uno schiocco metallico il ragazzo alzò il cavalletto -Ovviamente citavo il Trono di Spade- iniziò a pedalare. -Ci si becca!-
-Ciao!-
Anche lui andò per la sua strada.
E poi, le ore pomeridiane passarono in un lampo.
E poi, verso le 00:15, il sonno raggiunse il nostro ragazzo.
E sognò, ECCOME se sognò!
Si ritrovò in una sala d'attesa per un attimo che parve infinito.
Era circondato da quelli che a molti sarebbero parsi fantasmi, ma che a lui semplicemente... sembravano esseri viventi.
-Siddharta- sentì chiamare da una specie di altoparlante.
Si alzò, dirigendosi verso una porta; non sapeva cosa fosse, né perché stesse andando... ma lo fece.
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Allora, interessati al discorso della ragazza? Bene, bene... ma non dovrete lasciarvi influenzare; potete prendere appunti, se volete; potete farvi un'opinione, se vi compiace; potete andare in giro a raccontare i pro e i contro, già...
Ma non convincetevi del tutto, o uscire dall'ovile si rivelerà più difficile di quel che pare.
* Cotral: servizio autobus del Lazio.
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