About You
Marinette gettò l'ennesimo progetto del bozzetto a cui sta lavorando da ormai tre settimane, facendolo rimbalzare sulla pila di fogli accartocciati che già occupava il cestino della spazzatura e svegliando così la povera Tikki, che fino a pochi secondi prima riposava beata sul letto della sua padroncina.
<<Tutto bene, Marinette?>> chiese la creaturina ancora assonnata, volando fino alla scrivania e sedendosi sulla spalla della ragazza.
<<Oh, perdonami Tikki: non intendevo svegliarti.>> si scusò Marinette, sinceramente dispiaciuta.
<<Non importa. Cosa c'è che non va?>>
<<È questo bozzetto... mi sta facendo impazzire. Non riesco a trovare un'idea per renderlo un lavoro originale e di classe.>>
<<Tutti i tuoi disegni sono di classe e pieni di personalità: non hai nulla di cui preoccuparti, devi solo aspettare e l'ispirazione verrà da sé. Io ho fiducia in te.>>
Marinette sorrise intenerita, accarezzando la testolina del piccolo Kwami. <<Ti ringrazio, ma questa volta non sono sicura che riuscirò a cavarmela: ormai non manca poi tanto al concorso, ed io sono ancora al punto di partenza.>>
<<Non hai idee?>>
<<No, nessuna. È come se avessi perso tutto il mio talento, sempre che io ne abbia mai avuto.>>
Questa volta, Tikki si sistemò con sicurezza davanti al viso della ragazza, gli occhi azzurri animati da un misto di tenerezza e decisione. <<Tu sei piena di talento, Marinette: Jagged Stone continuerebbe a chiederti di disegnare i suoi costumi o le copertine dei suoi album se così non fosse? Per non parlare di Gabriel Agreste: avrebbe forse scelto di far indossare il tuo berretto a suo figlio per una delle sue sfilate se tu fossi priva di talento?>>
Marinette arrossì, chiudendo le mani a coppa in modo che il Kwami potesse sedervici, mordendosi un labbro con espressione colpevole. <<Hai ragione, Tikki, mi dispiace. Non era mia intenzione autocommiserarmi. È che sono molto distratta in questo periodo...>>
<<Per quello che è successo con Maestro Fu?>>
<<In parte.>> Le guance della ragazza si accesero del colore di un peperoncino. <<E in parte per quello che è successo dopo... oh, ma che egoista che sono!>> esclamò poi. <<Maestro Fu ha dovuto lasciarci per colpa mia ed io sto qui a pensare ad Adrien!>>
La creaturina sorrise dolcemente. <<Non sei un'egoista, Marinette: sei un'adolescente. E quello che è successo non è stato colpa tua.>>
<<Sì invece.>> mormorò tristemente la ragazza. <<Sono stata io guidare Papillon fino al nascondiglio del Maestro, è colpa mia se lo ha trovato. Ero così presa dai miei sentimenti da commettere un errore che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Sono davvero una pessima LadyBug...>>
<<Ora basta!>> s'infuriò Tikki, piantando il suo sguardo deciso in quello malinconico della padrona. <<Tu sei forse la migliore LadyBug di sempre. Sei gentile, altruista, coraggiosa e creativa. Daresti te stessa per proteggere i Parigini. Tutto questo non viene cancellato solo perché hai commesso un errore. Certo, la Miracle Box è finita nelle mani di Papillon, ma sei riuscita a riprenderla e ora sei il nuovo Guardiano. E poi, è da parecchio che Papillon non Akumizza qualcuno. Questo è il momento giusto per essere solo Marinette.>>
<<Hai ragione... l'unico lato positivo di questa situazione è che la farfalla è tornata nel suo bozzolo.>>
<<Esatto, e ora puoi dedicarti a te stessa, alle tue creazioni e ai tuoi sentimenti.>>
<<Già...>> mormorò la ragazza. Volse lo sguardo alle innumerevoli foto di Adrien che ricoprivano la sua bacheca: da ognuna di esse, il volto del ragazzo le sorrideva spensierato, negli occhi quel luccichio di divertimento che ne esaltava il verde vivo.
<<Ti manca?>> La vocina di Tikki, stavolta dolce e carezzevole, la distolse dai suoi burrascosi pensieri.
<<Sinceramente non lo so.>> rispose Marinette con un sospiro. <<Sono talmente confusa su quello che è successo...>>
Il Kwami piegò la testa da un lato. <<Che intendi dire?>>
<<Vedere Adrien e Katami mi ha... sconvolta, ma credo che questa fosse la cosa giusta da fare, farmi da parte intendo. E finché Adrien è felice, lo sono anch'io. Chissà, forse la mia reazione era solo un riflesso di quello che mi aspettavo di provare; o magari le mie emozioni erano autentiche, ma non ne sono certa. È come se fossi divisa tra quello che credevo di dover provare in una situazione del genere e quello che invece provo davvero. Ho bisogno di tempo per me stessa, per capire i miei veri sentimenti ed elaborare l'accaduto, senza ragazzi. Sì, credo sia così...>>
<<E Luka?>>
Un timido sorriso si dipinse sulle labbra della ragazza, mentre un rossore diffuso le inondava le guance. <<Luka è... magnifico. È sempre così dolce e attento nei miei confronti, e c'è sempre quando ho bisogno di un amico. Io... non posso dimenticare la dichiarazione che mi ha fatto dopo essere stato Akumizzato, né la splendida canzone che ha composto per me. E non riesco a negare quanto questo mi lusinghi... ma non posso prenderlo in giro. Sarò sincera con lui. Per me, lui è solo uno straordinario amico. Io ora ho bisogno di...>>
<<...tempo.>> completò Tikki, sorridendo.
<<Esatto. E poi, credo che Chloé abbia una cotta per lui!>> rise Marinette, trascinando in una risata anche la creaturina.
<<Povero Luka!>> esclamò il Kwami, divertito.
La ragazza fece un sorriso sibillino. <<Chi può dirlo...>> Tornò a guardare la scrivania, dove il suo disegno giaceva ancora incompleto. <<Spero solo di prendere la decisione giusta.>> sospirò.
<<Ne sono certa, Marinette. E non preoccuparti: scommetto che per il bozzetto troverai un'idea favolosa.>> la incoraggiò Tikki.
<<Non so... questa volta non credo che riuscirò a cavarne un ragno dal buco...>>
<<Non mi piacciono i ragni... preferisco le coccinelle.>>
Il volto della ragazza si accese di entusiasmo. <<Coccinelle! Ecco l'idea! Oh Tikki, sei un genio!>>
***
<<Tutto qui? Prima di questa situazione potevo avere molto più Camembert!>>
Adrien si massaggiò le tempie, contemplando l'idea di sbattere la testa al muro pur di non dover più sentire le lamentele di Plagg. <<Provaci tu a far arrivare in camera dieci chili di Camembert senza che sembri sospetto!>> esclamò il ragazzo, ormai al limite della sopportazione.
<<Lo farei se tu mi lasciassi uscire da queste quattro mura.>>
<<E lasciarti Cataclismizzare tutta la casa? Preferisco tenerti sotto controllo.>>
<<Non essere tanto tragico, i dinosauri se l'erano cercata. Ma io sono una divinità quantistica e per incanalare il potere ho bisogno di avere lo stomaco pieno.>>
<<Oh certo, mi scusi egregio Plagg. Lamentati pure di mangiare qualche pezzo di formaggio in meno mentre il mondo è in piena crisi.>>
<<Signorino, capisco le tue pungenti crisi d'amore ma non prendertela con me.>> disse la creaturina, volando lontano.
Adrien sospirò. <<Scusami, Plagg. Non avevo intenzione di sfogarmi su di te. Perdonami.>>
La testolina del Kwami spuntò da uno dei calzini del ragazzo, facendo sorridere quest'ultimo. Plagg si avvicinò lentamente al padrone, le braccia ancora conserte e il volto oscurato da un broncio impertinente. Adrien fece un sorriso colpevole. <<Scusami. Hai ragione, me la sono presa con te ingiustamente. Mi dispiace, sono solo un po' nervoso.>>
<<Perché è da molto che non vedi la tua fidanzatina?>> frecciò la creaturina, nascondendo a malapena il tono disgustato nella sua voce.
Il ragazzo o fulminò con lo sguardo. <<Non è solo lei. Mi mancano tutti i miei amici. Nino, ovviamente, e Alya. Max, Kim, Rose, Mylène... anche Chloé se devo essere sincero. So che lei è diversa da come vuole sembrare. Può anche essere dolce se lo vuole.>>
A dire la verità, Plagg lo ascoltava appena. Aveva appena recuperato dal mobiletto un altro pezzo di Camembert e lo osservava come una belva che studi la preda prima di attaccare. Fece scattare la coda e un luccichio gli animò gli occhi felini, prima che ingoiasse il formaggio in un sol boccone. Ma questo non impedì al ragazzo di continuare.
<<In realtà... pur sentendo molto la mancanza dei miei amici, non ho subìto quella grave sensazione di perdita che ha colpito molte persone durante la quarantena. Forse è perché sono stato abituato a rimanere a casa da solo e perché tutto sommato ho te...>> rifletté, sovrappensiero.
<<Grazie tante.>> brontolò il Kwami.
Adrien lo ignorò. <<Ma a vedere lo sguardo di Nino quando parla di Alya... cioè praticamente ogni volta che ci sentiamo... mi chiedo, non dovrei sentirmi anch'io così nei confronti di Katami? Insomma, non siamo ancora una coppia ufficiale, ma se davvero io ne fossi innamorato non dovrei avere sempre lei per la testa? Non dovrei pensare e ripensare a quei suoi occhi azzurri...>>
Plagg drizzò le orecchie, improvvisamente attento. <<Katami ha gli occhi castani.>> lo corresse. Fortunatamente, il ragazzo non si accorse della punta di soddisfazione che inondava il tono della creaturina. In compenso, arrossì visibilmente. <<Ma certo... castani... ehm, che dicevo?>>
<<Stavi parlando di come dovresti continuamente pensare a lei.>> fece il Kwami, lo sguardo acceso dal divertimento.
<<Già... allora perché non è così? ...ma no, probabilmente è come dico. Dopotutto, Katami ed io non ci conosciamo da molto e non abbiamo una vera e propria relazione. Sì, dev'essere questo. Sarà tutto molto più facile quando questa quarantena sarà finita e potrò rivederla.>>
<<Marinette ha gli occhi azzurri...>> disse Plagg, in tono casuale.
Adrien lo guardò. <<Che c'entra Marinette?>>
<<Andiamo. La prima volta che sei uscito con Katami l'hai lasciata sola sul ghiaccio per inseguire Marinette.>>
<<Era una mia amica e stava male.>>
<<Una tua amica dagli occhi azzurri. Senza contare che eri al tuo primo appuntamento con un'altra.>>
<<Non era un appuntamento. E poi, anche LadyBug ha gli occhi azzurri.>>
<<Dunque pensi ad una ragazza mentre stai per iniziare una relazione seria con un'altra?>>
Ancora una volta, le guance del ragazzo s'imporporarono. <<Ma sta' zitto.>> farfugliò. E tornò a concentrarsi sui suoi esercizi di pianoforte mentre alle sue spalle il piccolo Kwami sorrideva soddisfatto.
***
<<Mi manchi tanto...>> ripeté Alya, ormai per l'ennesima volta durante quella conversazione.
Attraverso lo schermo, il volto di Nino le sorrise dolcemente. <<Mi manchi anche tu... ma hey! Non appena potremo rivederci faremo una splendida partita a Super Pinguino!>>
La ragazza rise. <<Sei una vera frana a quel gioco.>>
<<Colpa tua che mi distrai!>>
Si sorrisero reciprocamente; finché...
<<Siete rivoltanti! Finitela!>>
Alya alzò gli occhi al cielo. <<Devo andare, Nora rompe.>>
Nino rise. <<Immagino sia diventato difficile avere la propria privacy ora che siete tutti e sei a casa.>>
<<Privacy? Cosa sarebbe?>>
<<Giusto.>>
<<No, dico sul serio: sarà la quarantena, ma la casa sembra improvvisamente troppo piccola.>>
Il ragazzo sorrise. <<Ci sentiamo più tardi.>>
<<D'accordo.>>
Si guardarono con tenerezza, prima che la ragazza staccasse la chiamata. Subito, Nora entrò nella stanza. <<Era ora! Se aveste iniziato a litigare su chi dovesse attaccare non avrei retto. Forza, muoviti: la cena è in tavola.>>
<<Arrivo.>>
Mentre la sorella usciva, Alya si prese un attimo per guardare la sua camera: aveva alcune foto con Nino, altre con Marinette, altre ancora coi compagni di classe e altre ancora raffiguravano invece la supereroina di Parigi, LadyBug. Osservò lo schermo del computer con la pagina del suo LadyBlog aperta e sorrise malinconicamente: era strano per una ragazza attiva quanto lei trovarsi costretta in casa, senza avere molto da fare. Ma appena si decise ad uscire e vide i suoi attorno alla tavola a chiacchierare tranquillamente, si rese conto che quella quarantena le aveva dato l'occasione di passare più tempo con la sua famiglia. Per qualche secondo fu persino grata... finché Ella ed Etta quasi la investirono mentre si rincorrevano, e Alya dovette aggrapparsi alla porta per non cadere.
Sbuffò. <<Sì: la casa è decisamente troppo piccola.>>
***
Chloé guardò di sottecchi Mr. Carly, il suo orsetto giallo abbandonato in un angolo della camera. Si alzò lentamente e lo prese, stringendoselo al petto, poi tornò a sedersi sul letto. Osservò il suo amico di sempre, l'unico con cui potesse mostrarsi per quello che era, e sospirò pesantemente.
<<Non guardarmi così. Lo so che quello che ho fatto è sbagliato, ma per una volta volevo davvero essere la regina di qualcosa...>> mormorò, riferita alla sua ultima Akumizzazione. <<Per una volta volevo che qualcuno mi notasse, mi considerasse importante...>> Fece un sorriso amaro, trattenendo le lacrime. <<Sabrina si sta allontanando e Adrien ora ha quella Katami... perfino Kim ha smesso di farmi la corte, tanto sono patetica. Sei tutto quello che mi rimane.>>
Aspettò qualche secondo, poi fece una piccola smorfia. <<No, il supereroe serpente è cotto di quell'antipatica di Marinette. Lei è così dolce, gentile, praticamente perfetta.>> disse, con tono di scherno. Poi sospirò. <<La verità è che lei è sempre generosa con tutti, perciò tutti la amano. Io invece non piaccio a nessuno. Lo so che mi comporto male...>> continuò. <<...ma qualcuno dovrebbe cercare di capirmi, invece non importa a nessuno.>>
Ci fu altro silenzio, poi Chloé parlò di nuovo, mentre le guance le si coloravano di rosso. <<È davvero carino...>> rifletté. Poi scosse la testa. <<Ma hai visto i suoi vestiti? Dico, nessuno può vestirsi così male! Non è dignitoso, nemmeno se hai quei magnetici occhi azzurri che distolgono l'attenzione dal tuo abbigliamento...>> le si smorzò la voce, e un piccolo sorriso si fece spazio sul suo viso. Sospirò. <<Per fortuna ho te, che sei sempre al mio fianco.>>
Strinse Mr. Carly, il peso sul petto un po' alleviato. Poi, si sentì gelare il sangue. Si voltò teatralmente verso le telecamere che lei stessa aveva fatto installare nella camera e si ricompose, nascondendo l'orsacchiotto dietro la schiena. <<Beh? Sto provando per una commedia! Fatevi gli affaracci vostri!!>>
***
Tikki scrutò con un sospiro il cielo pieno di stelle mentre un raggio della mezzaluna illuminava la terrazzina della panetteria. Quel giorno festeggiava il suo tremilacinquecentesimo ciclo e le sarebbe piaciuto festeggiarlo con gli altri Kwami, ma non era stato possibile. E detestava ammetterlo ma... le mancava Plagg. Ogni volta che LadyBug e Chat Noir si incontravano, riconosceva nel supereroe il carattere fastidioso ma dolce del Kwami e lui la faceva divertire. Tornò a guardare la luna, prima di accorgersi che una piccola ombra scura si stagliava nitidamente sulla luce argentea dell'astro. Socchiuse gli occhi, tentando di capire cosa fosse, poi li sgranò, mentre Plagg si scagliava verso di lei atterrando al suo fianco sulla chaise longue colorata.
<<Tanti auguri, Zuccherino.>> la salutò il Kwami, sorridendo spensierato.
<<Plagg? Ma... cosa ci fai qui?>>
<<Festeggio il tuo ciclo con te.>> rispose quello tranquillamente.
<<Il tuo padrone sa che sei qui?>>
<<Nah.>>
<<Non puoi sparire così, senza ragione.>>
<<Senza ragione? Ma scherzi? Sono rimasto a corto di Camembert!>>
Per un attimo sul visino di Tikki ci fu un'aria incerta. Plagg sorrise. <<E poi non potevo lasciare il mio Zuccherino solo nel giorno più importante dell'anno.>>
Il Kwami rosso trattenne un sorriso. <<Non ti lascerò rubare il Camembert.>>
L'altro rise. <<Mi sei mancata.>>
<<Anche tu.>>
E tra un sorriso, una battuta e un'ode al Camembert, la conversazione continuò fin quando le tenere luci dell'alba sorsero a illuminare il profilo ancora addormentato di Parigi.
Plagg guardò l'altro Kwami. <<Devo andare ora. Ma ci vediamo presto.>>
Tikki fece un sorriso triste. <<Va bene.>>
La creaturina nera si avvicinò e schioccò un piccolo bacio sulla fronte dell'altra. <<Non temere, Zuccherino. Andrà tutto bene.>>
E con un ultimo sorriso si allontanò, perdendosi nella luce immensa dell'alba.
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