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Capitolo trentadue - Olivia

Io
scelgo
te

IO e Logan ci coordiniamo con i vestiti.
O meglio, io avevo già deciso di indossare un abito in lana verde con un paio di stivali alti marroni, mentre lui, dopo aver adocchiato il mio look e aver deciso di voler essere tremendamente sdolcinato quest'oggi, ha messo a soqquadro l'armadio per riuscire a trovare un maglioncino verde che assomigliasse al mio vestito e ha anche trovato un paio di pantaloni morbidi dello stesso colore dei miei stivali. Per cui, adesso, sembriamo ridicoli abbinati in questo modo. Eppure, Logan è di buon umore ed era da tanto che non lo sentivo ridere così per qualcosa di normale, quindi ho deciso di starmene zitta e di concordare con lui su questa scelta. So perfettamente che non appena i nostri genitori ci vedranno si faranno beffe di noi, ed è una fortuna che i nostri amici non siano presenti per gustarsi questo matchy look del tutto invidiabile.

Stringo la mano di Logan mentre scendiamo le scale. Ogni passo risuona nell'aria, come se le mie emozioni, i pensieri, l'attesa stessero scandendo il ritmo di questo momento. L'odore di cannella, rosmarino e cioccolato si mescola alla luce calda delle candele e delle decorazioni natalizie che rivestono la casa.
Il nostro primo Natale insieme.
È un pensiero semplice, eppure mi riempie il cuore di gioia sapere che sarà solo il primo dei tanti. Tuttavia, questo dolce pensiero viene invaso dall'ansia di incontrare la ragazza che è stata accanto a Logan per tutta l'estate. Per di più, sapendo che qualcosa di brutto è accaduto ieri notte, non so davvero cosa aspettarmi. Ho detto a Logan di averla intravista quando sono tornata con i nonni, ma sono fuggita nella sua stanza prima che lei potesse vedermi. Ho solo visto una lunga chioma nera, un corpo smagrito che mi ha ricordato me stessa qualche mese fa, e un neonato addormentato tra le sue braccia. Rallento il passo e Logan se ne accorge. Quando stringo forte la sua mano, volta la testa per guardarmi e io mi fermo sul penultimo gradino. Dalla cucina proviene un vociare indistinto che mi mette ancora più in agitazione.

«Ti senti bene?» mi chiede con dolcezza, scendendo poi sull'ultimo gradino e piazzandosi di fronte a me.

Alzo lo sguardo e vedo che mi osserva, le sue sopracciglia sono leggermente corrugate. Le sue abili mani si posano sui miei fianchi in una carezza dolce, mentre i suoi occhi trovano immediatamente i miei, e la nostra bolla personale mi permette di calmare i battiti del cuore e di riuscire a regolarizzare il respiro che si era fatto via via più pesante. Il vociare diventa un sottofondo non necessario, perché gli occhi di Logan hanno catturato i miei con forza, trascinandomi nel suo mondo.

«Sì» mormoro, con voce tremante. Poi scuoto appena la testa. «No, non proprio» ammetto, distogliendo lo sguardo. «Sto... sto cercando di prepararmi, tutto qui.»

Logan ride piano, e il suono mi avvolge come una coperta calda.
«Prepararti? Liv, stai solo per conoscere una mia amica. Non è un colloquio di lavoro.»

Sospiro, e le parole che voglio dire si ammassano tutte insieme.
«Beh, non è proprio una semplice amica...»

Ma lui mi ferma prima che possa proseguire. «Lo è invece. Ti ho già spiegato che tra noi non c'è stato nulla e mai ci sarà, anche perché non è attratta dagli uomini e in ogni caso io non sarei interessato.»

«Questo l'ho capito. È solo che è... diverso. È come se stessi entrando in una parte della tua vita che non conosco. Non so cosa aspettarmi, e questo mi fa sentire insicura.»

La sua espressione cambia, diventa più seria, come se comprendesse fino in fondo quello che sto cercando di dire. Mi prende la mano, intrecciando le sue dita con le mie, e in quel semplice gesto c'è tutta la calma che mi serve.

«Liv, Megan è stata una parte fondamentale della mia vita quest'estate. Ero solo, avevo provato a tagliare fuori chiunque dal mio mondo e lei, con la sua semplice presenza, è riuscita a farsi spazio togliendo mattone per mattone di quell'enorme muro che mi ero creato. So che non è colpa tua il fatto che non ci fossi, sono stato io ad allontanarti, ma comunque così è andata. Però tu sei il mio presente. Tu sei tutto ciò che conta per me adesso. Fanculo al passato, dico sul serio.»

Cerco di sorridere, ma so che lui può vedere la tensione che ancora mi agita.

«Non sto dicendo che la voglio fuori dalla tua vita. Non lo vorrei mai. Ho solo paura di non riuscire a piacerle, di non essere all'altezza delle aspettative che sicuramente si è fatta su di me, di non essere in grado di darle lo stesso supporto che le dai tu.»

Logan scuote la testa e la sua espressione torna dolce.

«Ma io non te lo sto chiedendo, amore. Ho deciso da solo di immergermi nella sua vita fino a questo punto per poterla aiutare, e non permetterò a nessun altro di imbarcarsi in questa situazione. Mi farebbe davvero piacere se tra di voi nascesse un'amicizia, ma se così non fosse non ci sarebbe nessun problema. Tu devi fare solo quello che ti senti, Liv.»

«Se solo fossi a conoscenza di tutta la storia... Forse potrei capire meglio cosa vi lega e agire di conseguenza avendo un quadro più completo.»

Logan espira, si porta alla bocca le mie mani e le bacia con gentilezza.

«Te lo giuro qui e ora, saprai tutta la verità, che sia dalla mia bocca o dalla sua. Ma non è una bella storia, Liv. Per questo vorrei che affrontassimo il discorso in un altro momento, farlo adesso significherebbe rovinare il nostro primo Natale insieme...»

Mi pianto i denti nel labbro inferiore annuendo, poi sospiro sconfitta.
«Sono d'accordo.»

«E comunque, sappi che sei la persona più autentica che abbia mai conosciuto. Megan vedrà quello che vedo io, ne sono sicuro. E anche se non dovesse essere cosi», continua, accarezzandomi il dorso della mano con il pollice, «non cambierebbe nulla per me.»

Resto in silenzio per un momento, colpita dalla sicurezza nelle sue parole, ma ancora un po' incerta. Abbasso lo sguardo, incapace di sostenere il suo per troppo tempo, come se i miei dubbi potessero tradirsi da soli. Ultimamente mi sembra di aver perso l'audacia nei suoi confronti.

«Ti credo, Logan, ma... a volte ho paura di non essere abbastanza per te, soprattutto quando mi devo confrontare con persone che hanno condiviso un momento importante della tua vita. È irrazionale, lo so, ma non posso farne a meno.»

Rialzo lo sguardo su di lui. Mi sta guardando con una dolcezza che scioglie e allenta quel nodo di insicurezza che mi stringeva lo stomaco. Poi sorride, in quel suo modo un po' malizioso, e mi sfiora il mento per sollevarmi il viso, costringendomi a guardarlo negli occhi.

«Ascoltami bene, Liv, perché quello che sto per dirti non te lo ripeterò un'altra volta: tu mi rendi felice come nessuno è mai riuscito a fare, sei la prima persona che ha visto tutto di me, le cose belle e... quelle che a volte faccio fatica ad accettare io stesso. Eppure, sei ancora qui. Sei stata tu a farmi credere che ci potesse essere qualcosa di buono anche nei momenti peggiori, e mi hai fatto vedere la luce quando tutto sembrava troppo buio.»

Lo fisso con gli occhi leggermente lucidi, e non posso fare altro che perdermi un attimo in quella luce che solo lui sa emanare.

«Quando sono con te, Liv, sento di essere una persona migliore. È come se il mondo avesse senso, come se potessi costruire qualcosa di reale, qualcosa che non è solo un sogno. Tu sei il mio equilibrio, la mia forza e il mio cuore.»

Una lacrima calda mi scivola lungo la guancia e si scontra con il mento mentre annuisco con foga e gli sorrido, intrappolando tra le dita il suo morbido maglioncino. Sento il cuore che inizia a sciogliersi quando le sue labbra si posano sulla mia fronte, costringendomi a respirare a pieni polmoni e a chiudere gli occhi per una frazione di secondo. Quelle parole sono esattamente quello che avevo bisogno di sentire da lui.

«Sai già tutto quello che provo per te, Logan. È esattamente quello che provi tu. Mi fido ciecamente di te» sussurro sul suo collo. «In ogni caso, se durante il pranzo combinerò qualche disastro, sarà tutta colpa tua» dico, tentando di smorzare la tensione con un sorriso che però non può vedere.

Logan ridacchia e scuote la testa, i suoi occhi verdi che brillano di divertimento quando mi scosto da lui per poterlo guardare in faccia.

«Non mi dispiacerebbe salvarti, sai? Ma credimi, non ce ne sarà bisogno.»

Un silenzio confortevole cala tra noi, e io mi lascio trasportare da quello sguardo. Poi, senza pensarci, mi sollevo sulle punte e lo bacio. È un bacio leggero e dolce ma, quando lui risponde, il mondo sembra sparire. C'è solo Logan, con il suo calore, il suo respiro e la certezza di quel momento. Quando ci separiamo, sono decisamente più tranquilla.

«Se bravo con le parole, sai?»

«Sì, e anche con i baci» replica lui, ridendo piano.

Lo guardo non riuscendo a nascondere il sorriso, poi scoppio a ridere.

«Ora basta, andiamo prima che mia madre si metta a urlare come un'isterica perché siamo sempre in ritardo.»

Logan mi stringe la mano in un gesto rassicurante.

«Andiamo, te la presento» mi sussurra piano, il suo sorriso che mi fa sentire un po' più sicura.

Entro nel salotto cercando di mantenere un'aria calma e raccolta, anche se dentro percepisco ancora un tumulto difficile da ignorare. Noto subito che l'unica persona presente è Megan, seduta su una poltrona accanto al divano, mentre i nostri genitori e i nonni sono nella grande cucina a parlare a gran voce. Logan mi ha fatto sapere poco fa che il bimbo si chiama Chester, e ora lo ritrovo addormentato tra le braccia di Megan, avvolto in una copertina azzurra. Mi colpisce subito il contrasto tra la sua figura esile avvolta in un semplice abitino nero, e i segni che porta sul viso: le cicatrici sulle guance ancora fresche sembrano quasi una traccia indelebile dei momenti bui che deve aver attraversato. Nonostante tutto, però, ha un'espressione dolce sul viso, ma anche un po' tesa, come se anche lei avesse timore di incontrarmi.

«Liv» dice Logan in tono gentile quando le arriviamo di fronte, come se percepisse la tensione nella stanza. «Questa è Megan, e lui è Chester, ma già lo sai.» Indica entrambi, poi mi guarda con un sorriso incoraggiante, come per farmi capire che andrà tutto bene.

Faccio un respiro profondo e avanzo verso di lei.

«Ciao, Megan» dico, cercando di mantenere il tono più naturale possibile. «È un piacere conoscerti.»

Megan mi guarda con occhi attenti e un sorriso timido, come se cercasse anche lei di capire come muoversi.

«Il piacere è mio, Olivia. Logan mi ha parlato tanto di te.»

Mi sforzo di sorridere, anche se sento le guance andarmi a fuoco e il collo chiazzarsi di rosso. Nonostante tutto, provo comunque una leggera stretta allo stomaco. So che è stata lì per Logan in momenti che posso solo immaginare grazie ai suoi brevi racconti su quest'ultima estate, e ho paura di apparire superficiale o fuori posto.

«Davvero? Spero solo cose belle allora» scherzo, tentando di rompere il ghiaccio.

Megan sorride un po' di più, rilassandosi, e io cerco di non soffermarmi troppo sui segni del viso.

«Sì, soprattutto quando ha ripetuto fino a sfinirmi quanto fossi bella. E aveva ragione, devo dargliene atto» dice, strizzando l'occhio a Logan.

Lui scuote la testa, fingendo di essere offeso, e la sua mano si posiziona con dolcezza sui miei reni.

«Ehi, io non esagero mai, soprattutto quando si tratta di lei.» Mi indica, e nello stesso istante la testa di James fa capolino dal salotto.

«Logan, puoi venire un attimo? Ho bisogno che mi aiuti con le bottiglie di vino.»

Lui inarca un sopracciglio.

«Non puoi cavartela da solo?» gli chiede, e James alza gli occhi al soffitto.

«Se avessi potuto cavarmela da solo non ti avrei chiesto aiuto, non ti pare?»

Logan fa una smorfia guardandomi per un attimo, come se avesse paura a lasciarci sole. Gli sorrido con dolcezza, anche se dentro vorrei urlargli di rimanere.

«Va' pure. Io e Megan aspetteremo il tuo ritorno con trepidazione» scherzo, ricevendo in cambio una smorfia divertita da parte sua.

«Oh, sì» conferma lei. «Conteremo i minuti fino al tuo ritorno.»

Logan alza entrambi i medi nella nostra direzione mentre si allontana e sparisce oltre la soglia. Mi siedo sul divano ritrovandomi a ridacchiare insieme alla ragazza che per me è ancora una sconosciuta, poi il silenzio cala tra di noi. Megan, dall'altro lato, sembra ancora un po' incerta, come se stesse cercando di capire se mi va a genio o meno. Così prendo un respiro profondo e alzo lo sguardo su di lei.

«Chester è... dolcissimo» le dico alla fine, notando come il bimbo si muove piano tra le sue braccia. «Ti somiglia tanto.»

Lei abbassa lo sguardo sul piccolo, accarezzandogli delicatamente la testolina.

«Grazie. È tutto quello che ho» dice in un sussurro, e nei suoi occhi leggermente velati dalle lacrime vedo una dolcezza che mi colpisce in pieno petto. Percepisco, in qualche modo, tutta la forza e la fragilità che si celano dietro quello sguardo.

«Dev'essere difficile fare tutto da sola» dico piano, cercando di farmi strada nel suo mondo. Quando pianta i suoi occhi scuri nei miei, mi agito sul posto, come se avessi toccato un tasto dolente e ora non sapessi come uscirne. «Sì, sai, Logan mi ha accennato al fatto che sei sola....e che ti occupi di tutto tu...»

Lei annuisce, continuando a guardarmi negli occhi.

«È così infatti, ma devo ringraziare Logan se sono qui adesso. Mi ha aiutata davvero tanto, e solo felice di sapere che tu ci sei per lui. Ha bisogno di te, Olivia.»

«Liv» le dico in un soffio. «Puoi chiamarmi Liv.» Accenno un sorriso che lei ricambia più che volentieri.

«E tu puoi chiamarmi Megs, se ti fa piacere ovviamente.»

Annuisco, sorpresa, e la tensione che avevo accumulato sulle spalle scivola via in un soffio. Le sue parole mi hanno sorpresa, non c'è alcuna rivalità che devo temere, nemmeno ostilità dalla sua parte. Anzi, sembra quasi grata che io sia nella vita di Logan, e non posso fare a meno di pensare a quanto io sia stata sciocca nel pensare che la situazione tra noi potesse essere diversa. C'è solo stima reciproca e lealtà.

«Logan è una delle persone migliori che conosca» ammetto, abbassando di poco lo sguardo mentre parlo. «So che tutto quello che ha attraversato lo ha reso la persona magnifica che è oggi, e io non posso fare altro che ringraziare anche te per questo. So che ci sei stata in un momento in cui io non potevo, per cui: grazie.»

Megan sorride, un sorriso velato di malinconia. Tende una mano verso di me, e io non posso fare altro che afferrarla e stringerla tra le mie.

«Forse è così, ma so che adesso è felice grazie a te. Conta solo questo, Liv

Ci guardiamo per un attimo, commosse, e nel silenzio tra di noi sento che qualcosa è cambiato. C'è comprensione, forse anche rispetto, e capisco che non ho nulla da temere da lei. È solo una ragazza che ha lottato per se stessa e per suo figlio, proprio come io lotto ogni giorno per stare accanto a Logan. In quel momento, Chester si muove tra le sue braccia e apre piano gli occhi, fissandomi con uno sguardo confuso e curioso. Mi scappa una risata, e Megan mi guarda divertita.

«Vuoi tenerlo un po'?» mi chiede, con un'ombra di esitazione, come se quel gesto rappresentasse per lei una sorta di fiducia.

La guardo con occhi che brillano.

«Posso?» le chiedo, sorpresa ma allo stesso tempo felice per la risposta. Lei annuisce e mi passa il piccolo con delicatezza affidandomi qualcosa di tanto prezioso. Mentre tengo Chester tra le braccia, sento una strana sensazione di calore nel petto. E quando alzo lo sguardo su Megan, lei mi sorride, un sorriso sincero, e in quell'istante capisco che abbiamo entrambe abbattuto quel muro invisibile che ci separava. Logan rientra poco dopo e ci osserva con un sorriso soddisfatto.

«Vedo che siete già diventate amiche» osserva, con voce allegra e soddisfatta. Si sporge per dare un bacio sulla fronte sia a me che a Chester, e poi si allunga per scompigliare i capelli a Megan, che sbuffa con finta irritazione.

Megan ed io ci scambiamo un'occhiata complice.

«Beh, dobbiamo rimanere unite per riuscire a sopportarti, no?» risponde lei, e io scoppio a ridere.

Logan si porta una mano sul cuore, fingendo di essersi offeso, ma i suoi occhi brillano di puro divertimento.

«Bene, sono fuori gioco. Due contro uno. Mi sembra giusto.»

Proprio in quel momento, James e mamma entrano nella sala da pranzo seguiti dai miei nonni e, come immaginavo, i loro occhi si putano subito su Logan. La nonna è la prima a venirci incontro, il volto truccato in modo fine che lascia intravedere qualche ruga si illumina man mano che si avvicina. Sorride e gli va incontro con quel passo leggero che mi ha sempre fatto pensare che sia capace di mettersi chiunque nel palmo della mano.

«Quindi tu sei Logan» dice, con quel tono affettuoso e deciso che mi fa capire che gli ha già dato il benvenuto, almeno nel suo cuore. Gli avvolge le spalle in un abbraccio affettuoso, come se fosse una cosa del tutto naturale. Sento Logan trattenere il fiato per un'istante prima di rilassarsi e ricambiare l'abbraccio.

«Il piacere è mio, signora.» Cerco di non ridere per il leggero rossore che ora gli imporpora le guance. Lo trovo davvero tenero, perché so quanto ci tiene a fare una buona impressione. Mi lancia un'occhiata ed io mi pianto i denti nel labbro inferiore, alzando appena il pollice nella sua direzione.

«Signora?» La nonna alza un sopracciglio, sorridendo. «Chiamami nonna, ragazzo, o Nancy se preferisci. Ma niente formalità, d'accordo?»

Poi si volta verso il nonno, che è rimasto in piedi a osservarci come se fosse una scena teatrale da studiare attentamente. Mio nonno mi lancia subito uno sguardo protettivo, mentre mia nonna si lascia affascinare dal sorriso sincero di Logan. Ma il nonno... Ah, lui ha già gli occhi ridotti a due fessure. "E qui inizia la parte più difficile", penso tra me e me. Mio nonno è sempre stata la figura più solida della mia vita, quasi un padre per me, e so che ha qualche riserva verso chiunque provi a entrare nel mio mondo. Soprattutto visto come sono andate le cose tra me e Logan quest'estate... S'incammina verso di noi lentamente, mi da' una rapida occhiata, e poi tende la mano a Logan con la sua solita calma severa.

«Signor Edward, è un onore conoscerla» dice Logan, con la voce ferma e rispettosa, mentre stringe la mano del nonno con decisione. Alle nostre spalle, mia mamma e James fanno di tutto pur di non scoppiare a ridere, e io lancio a entrambi un'occhiata di ammonimento. Torno a concentrarmi e trattengo il fiato mentre li osservo, sentendo le dita scivolare via dalla presa di Logan. Il nonno ha quello sguardo impenetrabile e intenso che usa con chiunque si presenti come "possibile pretendente" nella mia vita. Già, peccato che Logan sia molto di più che un pretendente.

«Logan, piacere» risponde mio nonno, la voce tranquilla ma con una punta di gravità.

Non molla la mano di Logan per qualche istante, come se lo stesse mettendo alla prova, valutando ogni aspetto di lui in quei pochi secondi. È il tipo di esame che ha superato una sola persona, lui stesso, anni fa quando ho iniziato a considerarlo una figura paterna.

«Allora, giovane Logan» esordisce con tono deciso, fissando Logan con uno sguardo che avrebbe intimidito chiunque, «dimmi un po', quali sono le tue intenzioni con la mia bellissima nipotina?»

Mi sento irrigidire, ma Logan riesce a mantenere la calma. Nonostante il tono del nonno, lui lo guarda dritto negli occhi e risponde con grandissimo rispetto.

«Signore, la mia unica intenzione è quella di renderla felice ogni singolo giorno.»

Il nonno alza un sopracciglio, senza cedere di un millimetro.

«Ah sì? E pensi di riuscirci? La felicità non è mica così facile da ottenere.»

Logan sorride, con quel suo sguardo sicuro e affettuoso.

«Lo so, signore. Ma sono disposto a provarci con tutto me stesso. Liv è la cosa più importante che ho.»

Mi sento arrossire, un misto di orgoglio e gratitudine che si agita dentro di me. Ma il nonno non è ancora convinto, anche se vedo una leggera scintilla di apprezzamento nei suoi occhi.

«E che cosa fai nella vita?» gli chiede, guardandolo dritto negli occhi. È la classica domanda che usa per "mettere alla prova" chiunque, e so quanto significhi per lui capire subito chi ho davanti.

Logan non esita. «Con tutta sincerità, signore, non ho ancora preso una decisione ufficiale. Ho molte opportunità di carriera sia nell'ambito sportivo che con l'azienda di mio padre. Penso che quando arriverà il momento farò la scelta che più ritengo opportuna per il mio futuro.»

Il nonno annuisce, facendo un cenno quasi impercettibile con la testa come se approvasse, anche se il suo sguardo rimane serio.

«Sono sicuro che farai la scelta giusta» commenta, senza perdere quel tono calmo ma penetrante. «E spero che mia nipote abbia trovato qualcuno che sappia affrontare sfide grandi quanto lei.»

A quelle parole sento il cuore scaldarsi, e devo mordermi il labbro inferiore per non commuovermi.

«Sai, Logan» continua il nonno, «Liv è una ragazza speciale. La conosco meglio di chiunque altro, e so che ha un cuore grande. Non sarei felice se quel cuore soffrisse ancora.»

Logan annuisce, il suo tono è rispettoso ma fermo.

«Lo capisco. E le prometto che farò tutto quello che posso per meritare la sua fiducia.»

«Bene» replica il nonno, alzando il bicchiere che teneva in mano per un brindisi. «Ti terrò d'occhio.»

Logan sorride e alza il bicchiere che intanto Gricelda ha servito anche a noi, con un rispetto che sento sincero. In quel momento, mia nonna coglie l'occasione per cambiare argomento e si rivolge a Logan con un sorriso affettuoso.

«Logan, sai che Liv da piccola aveva paura dei pupazzi di neve?» dice, ridendo.

«Nonna!» esclamo, sentendo le guance arrossire. «Quella è una di quelle cose che nessuno doveva sapere!»

Ma Logan ride, trovando adorabile il mio imbarazzo.

«Davvero? E come mai?»

Cerco di spiegarglielo tra le risate di mia nonna e quelle di tutti gli altri presenti nella grande sala.

«Non lo so, mi facevano paura quei visi bianchi... erano strani, va bene?»

Grazie a dio Megan viene in mio soccorso, con un sorrisetto.

«Oh, io la capisco perfettamente. I pupazzi di neve sono decisamente inquietanti.»

A quelle parole scoppiamo tutti quanti a ridere, dopodiché Gricelda ci comunica che il pranzo verrà servito a breve, per cui ci spostiamo nella sala da pranzo e ci accomodiamo a tavola. Una volta seduti, i nonni iniziano a fare domande a me, Logan e Megan, alcune troppo curiose, ma riusciamo ad affrontarle con serenità, rispondendo e scherzando con loro. Ed è lì, guardandolo, che sento una sensazione di pace profonda. Logan si muove con delicatezza e rispetto, ma senza mai nascondere chi è, come se fosse naturale farsi conoscere davvero, come se volesse essere accettato dai miei nonni perché sa quanto sono importanti per me. Il pranzo prosegue tra risate e battute. La tensione iniziale tra me e Megan si è dissolta e, man mano che parliamo, scopro un lato di lei che non avevo immaginato. Si lascia andare a racconti divertenti su Logan, mentre lui cerca di fermarla con proteste scherzose.

«Ti ricordi quella volta in cui hai cercato di cantare al karaoke di quel bar pieno di gente strana?» dice Megan, ridendo, mentre Logan scuote la testa divertito e imbarazzato.

«Non puoi raccontarlo, Meg. Mi rovinerai la reputazione» risponde gettando un'occhiata ai miei nonni, ma non riesce a trattenere un sorriso. E da quel momento inizia un battibecco tra i due che fa divertire l'intera tavolata, soprattutto James, che si lascia andare ad una profonda risata quando scopre cose imbarazzanti sul figlio. È forse la prima volta che si lascia andare in questa maniera, e l'occhiata carica di dolcezza e gratitudine che mi lancia mamma ad un certo punto, mi fa capire che per lei sono la figlia migliore del mondo. Le sorrido alzando il calice nella sua direzione e mimando un 'ti voglio bene" che ricambia senza esitazione.

Dopo il dolce, ci spostiamo tutti quanti nuovamente nel salone, dove James fa partire la musica e tutti si accomodano sui divani e sulle poltrone davanti al caminetto, sazi e felici. Ad un certo punto, Logan si alza e si avvicina a mia nonna con un gesto galante.

«Nancy, posso avere l'onore di un ballo?»

Nonna gli sorride, sorpresa e lusingata, posandosi una mano sul cuore.

«Oh, certo, giovane Logan. Non ballavo da un'eternità» gli risponde, e il nonno alle sue spalle sbuffa alzando gli occhi al cielo.

La guardo mentre ballano, sentendo un nodo di emozione crescere dentro di me. Lui è lì, con la mia famiglia, e sembra far parte di tutto questo da sempre. Poi, il nonno si alza e si avvicina a me, tendendomi la mano con un sorriso nostalgico.

«Tesoro, concederesti anche a me un ballo?»

Percepisco il cuore battermi forte mentre prendo la sua mano, sentendo tutta la forza e la dolcezza del suo gesto.

«Con tutto il piacere del mondo, nonno.»

Lo seguo verso il centro della sala, dove la musica di sottofondo fluttua dolcemente nell'aria. Le luci soffuse creano un'atmosfera intima, e l'intera stanza sembra svanire mentre ci muoviamo insieme, circondati dalla calda luce delle candele.

«Sei cresciuta così in fretta» mormora il nonno, mentre mi tiene stretta a sé. Il suo viso è segnato dal tempo, ma i suoi occhi brillano di una saggezza e di un amore incondizionato. «Ricordo quando ti tenevo in braccio e ti cantavo quelle vecchie canzoni che mi avevano tramandato i miei genitori e che tu trovavi adorabili.»

Sorrido, immaginandomi bambina, le sue braccia forti e rassicuranti che mi cullavano. «Eri un grande cantante, nonno» dico ridendo. «Dovresti riprendere a farlo.»

«Oh, no» risponde, scuotendo la testa con un sorriso affettuoso. «Ho appeso il microfono al chiodo, credo.» Fa una pausa, il suo sguardo diventa serio. «Ma ballare con te? Questo non smetterò mai di farlo.»

Sentendo la sua mano calda sulla mia vita, mi sento protetta come quando ero bambina. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, e devo sollevarli al soffitto per non scoppiare a piangere.

«Mi mancate tanto» confesso, il tono della mia voce un po' tremolante. «Non vi vedo più quanto vorrei.»

«Ma noi ti pensiamo sempre» risponde, il suo tono sincero e carico di dolcezza. «La vita è frenetica, ma vogliamo che tu sappia che siamo qui per te, qualunque cosa accada. Sai che puoi sempre rifugiarti da noi se ne senti il bisogno.»

Le sue parole mi riempiono di un calore avvolgente.

«Lo so, nonno. E vi voglio bene.»

La musica cambia, una melodia dolce e nostalgica avvolge il momento, e ci lasciamo trasportare dal ritmo lento muovendoci in circolo, abbracciati senza nessuna voglia di staccarci.

«Ti ricordi la nostra danza sotto le stelle, quella notte d'estate?» chiede, il suo viso illuminato da un sorriso affettuoso.

«Certo! Mi hai fatto vedere le costellazioni» rispondo, ridendo. «E mi hai raccontato storie di quando eri giovane, bello e talentuoso.»

«Sì, e ne eri così affascinata» dice, lasciando un sorriso nostalgico affiorare sulle sue labbra. «Ma tu non hai bisogno di guardare le stelle per sentirti speciale. Hai dentro di te una luce che brilla di luce propria, piccola mia.»

Le sue parole mi colpiscono dritto al cuore.

«Grazie, nonno» sussurro con un nodo alla gola. «Significa molto per me.»

«Ricorda sempre che il mondo può essere duro, ma tu sei forte. Devi solo credere in te stessa» mi incoraggia, la sua voce un po' più seria. «E non dimenticare mai da dove vieni.»

Annuisco, cercando di trattenere le lacrime.

«Non lo dimenticherò. Grazie per avermi insegnato tutto questo.»

La musica continua a suonare, e mentre balliamo, ci scambiamo sguardi che valgono più di mille parole. È un momento di connessione, di comprensione silenziosa. I nostri cuori battono all'unisono, e sento che tutto il calore della mia famiglia è racchiuso in questo abbraccio.

«Sei il mio orgoglio, Liv» dice infine, con una voce tremante. «E sarò sempre qui per te.»

Sento che il mondo esterno scompare, e in quel momento, esisto solo io e lui.

«E io per te, nonno.»

Mentre la musica svanisce lentamente, rimaniamo lì, abbracciati, la gioia di essere insieme che risuona in ogni nota. È un Natale che porterò nel cuore, un ricordo da custodire per sempre. Alla fine, quando torna ad appoggiarsi indietro sulla poltrona, ha un sorriso appena accennato sulle labbra e mi lancia uno sguardo affettuoso. È il suo modo di dirmi che approva, che accetta Logan come parte di questa strana famiglia, e io non potrei essere più felice.


Più tardi quel giorno, seduti sui divani siamo rimasti io, Logan e Megan.
Mamma, James e i nonni si sono spostati nel salone adiacente per darci più privacy, mentre noi tre ci stiamo gustando da una buona mezz'ora un vassoio carico di dolcetti natalizi e del dolcissimo spumante.
Le conversazioni si protraggono leggere, tra racconti e risate che si mescolano come il profumo di cannella nell'aria. Mi sistemo meglio sul divano nascondendo i piedi sotto un plaid caldo e mi rilasso tra le braccia di Logan, appoggiato comodamente al divano dietro di me. Ho la pancia piena e la mente libera da ogni pensiero opprimente, e il ragazzo alle mie spalle sembra rilassato in egual modo. Sorride e ride senza remore, non ha la solita espressione carica di tensione e quella maschera che è costretto a indossare ogni giorno per sfuggire al passato.

Logan si sente esattamente dove dovrebbe essere, insieme a due persone che gli infondono tranquillità e che gli danno quel supporto di cui ha sempre avuto bisogno. Il mio cuore si risana a questo pensiero, e un sospiro soddisfatto mi sfugge dalle labbra quando alzo lo sguardo per osservarlo. Mi sorride, poi sporge le labbra per darmi un bacio dolce che sono più che felice di ricambiare. Le sue mani giocherellano con i miei capelli, e io penso che non vorrei essere in nessun altro posto se non tra le sue braccia per sempre.
A un certo punto, Megan ride davvero – una risata autentica, libera, che le illumina il volto e svela una leggerezza che sembra aver lasciato indietro da troppo tempo.

«Sai, Liv» inizia, con un sorriso che sembra carico di ricordi e appoggiando il mento sul pugno chiuso per osservarci meglio. Chester è nella culla al suo fianco e sta dormendo, mentre Megan sembra rilassata appollaiata sulla poltrona accanto al caminetto. «L'estate scorsa è stata... beh, folle. Forse Logan non ti ha raccontato tutto, vero?»

Alzo un sopracciglio, incuriosita, mentre Logan la guarda con un sorriso a metà tra il divertito e l'imbarazzato.

«Oh no, ti prego Megs, evita i dettagli» la interrompe con un tono scherzoso e un'occhiata d'avvertimento.

Ma Megan non si lascia intimidire e mi sorride con aria complice facendo schizzare in alto le sopracciglia scure.

«Ormai è troppo tardi.» Alza il mento con sfida. «Immagina Logan completamente fuori di sé, in pieno agosto, sotto il sole cocente di Santa Rosa.» Mi si stringe il cuore a quel pensiero, al fatto di saperlo strafatto e ubriaco senza nessuno in grado di aiutarlo. Poi Megan riprende a parlare, ed io mi lascio sfuggire un sospiro. «Eravamo lì, solo noi due e i nostri casini... e ci siamo aiutati come potevamo.»

Mi lascio catturare dalle sue parole, curiosa di voler conoscere più nel dettaglio quell'estate. Mi agito tra le braccia di Logan, trovando una posizione più comoda, e lui se ne accorge. Preme la fronte contro il mio collo e le sue mani cercano le mie come se avesse bisogno di un appiglio. Quando le trova, gliele stringo in un gesto solidale. Non andrò da nessuna parte, non più.

«Passavamo le notti sul tetto di casa di mia nonna, o della sua - dipendeva molto da quale tipo di vista volevamo avere sotto il naso -, guardando il cielo carico di stelle e chiedendoci se là fuori ci fosse qualcosa di buono per noi.»

Anche se trovo l'idea molto suggestiva, non posso fare a meno di ridere per scaricare la tensione.

«Un tetto?» Lo immagino in equilibrio precario, e Logan sospira, come se ricordasse con tenerezza quegli attimi volubili. «Non vi siete fatti male, almeno?»

Megan sorride e scuote la testa.

«No, anzi. Quel tetto era il posto dove ci sentivamo... liberi. Ricordo una notte in particolare, Logan era preoccupato per tante cose, aveva paura di non riuscire a uscire da quel tunnel di autocommiserazione in cui era entrato, e io... pure. Non era stato facile trovare il coraggio di aprirmi con lui, non dopo che avevo passato gli ultimi anni della mia vita a combattere per nascondere a tutti quello che succedeva tra le mura di casa. Ma Logan non ha preteso nulla da me, e io ho fatto la stessa cosa con lui, e questo ci ha permesso di trovare un equilibrio che mancava da un po' nelle nostre vite. Anche senza dirci niente, sapevamo che avevamo bisogno l'uno dell'altra per sopravvivere.»

Abbasso lo sguardo, sentendo l'intensità delle sue parole colpirmi in pieno petto con una forza in grado di farmi mancare il fiato. Megan era rimasta al fianco di Logan quando forse nessun altro sarebbe stato capace di capirlo, nemmeno io. All'epoca avevo i miei casini di cui occuparmi e, anche se in quel momento ero convinta che sarei riuscita a gestire anche le cose che preoccupavano lui, soltanto adesso mi rendo conto che non sarebbe stato così. Ho faticato a prendermi cura di me stessa e, con il senno di poi, so che se fossimo rimasti insieme in quel periodo ci saremmo fatti più male che bene. Mi costa ammetterlo, ma quella lontananza ci ha aiutato a essere quelli che siamo oggi, a maturare e a diventare più consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo per il nostro bene.

«E poi» Megan aggiunge con un sorriso malizioso, «c'è stato quel pomeriggio in cui abbiamo preso la mia vecchia bici e ci siamo lanciati giù per la collina verso il centro urlando come dei pazzi. Logan era convinto fosse un'idea geniale, peccato che la bici non avesse più i freni!»

Mi volto incredula verso Logan. «Quindi, tu e Megan avete rotolato giù per la collina con una bici senza freni? Siete impazziti?»

Logan alza le mani come a discolparsi.

«Lo abbiamo fatto urlando, è già tanto che nessuno ha chiamato la polizia. In mia difesa, è stata un'idea di Megan. Ma... è stato divertente, no?»

«Divertente?» Megan solleva un sopracciglio ma trattiene a stento un sorriso. «Sì, finché non siamo quasi finiti sotto a un camion di gelati.»

Butto la testa all'indietro colpendo la spalla di Logan e scoppio a ridere di gusto immaginando la scena, e vengo inondata da uno strano calore all'altezza del petto. Una parte di me è grata a Megan per esserci stata in quei momenti difficili, anche se un piccolo morso di gelosia si fa spazio nel mio stomaco per non aver vissuto quegli attimi insieme a lui, ma dall'altra non posso fare a meno di domandarmi come si sia sentito Logan con lei in quell'estate che io ho passato ad aspettarlo.

«Liv, te lo assicuro, Logan non ha fatto altro che parlare di te» dice Megan con dolcezza, come se avesse intuito il mio pensiero. «Anche nei momenti duri e peggiori, qualunque discorso facesse tutto si riportava a te, a cosa stavi vivendo, a costa stessi provando, a dove fossi e con chi. Anche al fatto che sapeva con certezza che lo stavi odiando probabilmente, e che avrebbe capito se non avessi più voluto avere a che fare con lui in futuro.»

Abbasso lo sguardo, cercando di nascondere il mix di emozioni e Logan preme le labbra contro il mio orecchio, stringendomi più forte tra le sue braccia come se avesse percepito tutto quel trambusto che si è fatto spazio dentro di me.

«È cosi» sussurra facendomi chiudere gli occhi. «Tu eri un chiodo fisso, lo sei sempre stata.» E io torno finalmente a respirare.

«Comunque» Megan riprende, cercando di riportare leggerezza, «la cosa più assurda è stata quando Logan ha deciso che dovevamo andare a vedere un rodeo su in collina che tenevano ogni anno in quel periodo durante una festività. Diceva che mi avrebbe aiutata a distrarmi.»

Riapro gli occhi di scatto.

«Un rodeo? Sul serio?» rido, osservando Logan con affetto e anche un po' di rimprovero. «Sapevi che Megan era incinta, vero?»

Logan alza nuovamente le mani in aria, prima di passarsene una sul viso, cercando di difendersi. «Non doveva mica parteciparvi! Eravamo lì solo per guardare. Credimi, Liv, quando ti porterò a vederne uno dal vivo capirai che tipo di adrenalina si prova ad assistervi.» Poi punta un dito minaccioso su Megan. «Smettila con queste storie! Mi stai facendo passare per pazzo!»

«Anche se» ride Megan, continuando il racconto come se non lo avesse neanche sentito, «a un certo punto siamo dovuti scappare perché uno dei ragazzi lì non era troppo contento della sua presenza. Credo gli avesse rubato qualcosa anni addietro.»

Li osservo entrambi ridere, e lascio che questa scena un po' folle mi riscaldi fin dentro le ossa. In fondo, è così che Logan è riuscito a ritrovarsi, grazie anche a quelle avventure che io non sarei mai stata in grado di offrirgli se fossimo rimasti assieme. Lo so io e lo sa bene anche lui visto la tenerezza con cui mi sta osservando. Siamo arrivati alla stessa conclusione, e devo nascondere la testa contro il suo collo per non scoppiare a piangere.

«Megan» le dico dopo un po', sincera, quando riesco a ritrovare la voce e la tranquillità grazie all'abbraccio carico d'amore di Logan. «Sono davvero grata che tu sia stata lì per lui. Lo dico davvero.»

Lei mi guarda, e il suo sguardo carico di comprensione mi risponde con lo stesso identico rispetto. «Sai, Liv, forse sono io a dover ringraziare Logan. Senza di lui, non so come avrei affrontato quei mesi. Ma ora... ora lui ha te e, come ti ho già detto, è la cosa che più mi permette di prendere sonno la notte.»

Logan la guarda con dolcezza, poi mi tira a sé, i suoi occhi sinceri e pieni d'amore che valgono più di qualunque altra parola che pronuncerà.

«Non cambierei niente di quello che è stato, nonostante il male che ti ho provocato» sussurra. «Per quanto ci potremo perdere, Liv, saprò sempre dove tornare.»


I nostri genitori sono venuti a chiamarci poco dopo, perché era arrivato finalmente il momento tanto atteso: scartare i regali di Natale.
Seduti sotto l'albero a gambe incrociate, tranne i nonni che sono sul divano con un sorriso rilassato sul viso, a malapena contengo l'eccitazione che provo. L'aria è intrisa di calore e dolcezza, il profumo delle candele di pino si mescola con l'aroma della cioccolata calda e del panettone che abbiamo appena finito, e io non potrei essere più grata di fare parte di questa famiglia. La luce soffusa delle luci si riflette sugli addobbi rossi e dorati, e per un momento tutto sembra perfetto, immobile. C'è una serenità così semplice, eppure così profonda, che ci avvolge mentre ci scambiamo pacchetti con sorrisi pieni di aspettative e occhi luccicanti.

Logan si china leggermente verso di me, mettendo tra le mie mani un piccolo pacchetto. La carta è morbida e avvolta con una cura che non mi aspettavo, come se avesse passato un po' di tempo a sistemarla con pazienza. Lui mi osserva con un leggero sorriso mentre lo apro, i suoi occhi attenti a ogni mia reazione. Lo scarto lentamente, assaporando l'attesa, fino a trovare una scatolina di velluto sotto gli strati di carta.

«Aprila» mormora, la sua voce bassa e calda, e io mi sento lo sguardo addosso di tutti i presenti.

Con le dita leggermente tremanti, apro la scatola, e appena vedo quello che contiene sento una fitta al cuore che mi fa mancare il fiato. È quella stessa collana che gli avevo restituito la sera dell'incontro di boxe, la stessa collana che era il mio regalo di compleanno con quel ciondolo a forma di cuore che portavo sempre sotto la maglietta, e che rappresentava tutto quello che avevamo condiviso insieme. Ora però, accanto al cuore, ci sono tre nuovi ciondoli. Alzo lo sguardo su di lui, cercando di non farmi sopraffare dall'emozione.

«Pensavo che non l'avrei più rivista» mormoro con un groppo in gola. Sento gli occhi inumidirsi, e devo costringermi a respirare per non scoppiare a piangere.

«Stavo solo aspettando il momento giusto per ridartela» sussurra di conseguenza, poi si avvicina, indicando con il dito ogni ciondolo. «Questo è il mio cuore» dice piano, fissandomi con una dolcezza intensa, «perché tu sai che ti appartiene, anche se a volte sembra lontano.»

Abbasso lo sguardo, sentendo le lacrime pronte a spuntare.

«Logan...»

Ma lui non si ferma, e passa al piccolo ciondolo a forma di casa.

«Questa è casa nostra» continua, posandosi una mano sul petto. «Non un posto, ma tutto quello che siamo, ovunque ci troviamo insieme. Quella è la nostra casa, tu sei la mia e io sono la tua.»

Sorrido, il mio cuore che batte forte quando gli poso una mano sulla guancia. Alle nostre spalle, mamma e Megan tirano su con il naso. Poi mi indica il ciondolo a forma di albero della vita.

«L'albero della vita è per tutte le radici che ci hanno portato qui, i ricordi, anche quelli difficili, che ci rendono più forti.»

Annuisco, la voce bloccata dall'emozione. Poi, per ultimo, mi mostra il ciondolo a forma di infinito, forse l'unico tempestato di brillanti che mi fa trattenere il respiro per quanto luccica.

«E questo...» sussurra, «è per ricordarti che io non vado da nessuna parte, Liv. Non importa quanto sarà difficile quello che dovremo affrontare, quanto io sia incasinato e complicato a volte. Noi siamo... per sempre.»

Lo fisso, incapace di parlare, sentendo il suo amore in ogni parola e le lacrime sgorgarmi dagli occhi per cadere sulle guance come enormi gocce di pioggia che si schiantano al suolo dopo un temporale. Sollevo di poco i capelli e lui mi aiuta a metterla, le sue mani che sfiorano la mia pelle, calde e sicure, i nostri occhi che continuano a guardarsi senza nessuna voglia di distogliere lo sguardo. Questa è una promessa, e so con tutta me stessa che farà di tutto per rispettarla. Una volta che la collana è al suo posto, mi accarezza leggermente il collo e mi guarda con un sorriso dolce.

«È perfetta» mormoro. «Logan, non dovevi... è il regalo più bello che potessi immaginare.»

Lui sorride, ma c'è qualcosa di più, come un'ombra di mistero nei suoi occhi.

«Beh, non è tutto. Ho un secondo regalo... ma per quello dovrai aspettare.»

Mi scappa una risata.

«Aspettare? Non è da te rendere le cose facili, vero?»

«Mai» risponde, con un sorriso divertito, tirandomi a sé per un leggero bacio sulla fronte. «Volevo darti un bacio vero, ma tuo nonno mi sta fissando come se volesse staccarmi la testa» sussurra, e io scoppio a ridere di gusto.

«Più tardi» dico maliziosamente, in modo che solo lui mi senta, e i suoi occhi brillano per quella promessa carica di sottintesi.

A mia volta, prendo il mio pacchetto e glielo passo, sentendo un brivido di trepidazione mentre lui lo srotola. La carta cade, e quando vede il bracciale i suoi occhi brillano di sorpresa. È un bracciale semplice, di cuoio scuro, robusto, che riflette la sua personalità. Al centro, un piccolo ciondolo a forma di cuore identico al mio, per ricordargli che non importa dove andrà, io sarò sempre lì per lui. Logan lo guarda con attenzione, lo tocca come se fosse fragile, poi solleva gli occhi verso di me, sorridendo.

«Un cuore» dice, la voce un po' incrinata, «proprio come il tuo.»

«Per ricordarti che ci sarò sempre» mormoro.

Logan allaccia il bracciale al polso e stringe la mia mano con delicatezza.

«Ti porterò sempre con me. È... perfetto, Liv. Grazie.»

Ci scambiamo uno sguardo intenso che dice tutto, senza bisogno di parole, il legame tra di noi così forte che sembra quasi tangibile. Sento il calore della sua mano che stringe la mia, e in quel momento ogni dubbio, ogni insicurezza, si dissolve come neve al sole. Poco dopo, mentre ci stiamo ancora godendo quel momento, ci ricordiamo di non essere soli. Così, Logan passa un pacchetto a Megan, un regalo avvolto in carta rossa. Megan lo prende sorpresa, l'espressione incerta ma grata. All'interno c'è una cornice argentata, con una foto scattata di nascosto: Megan e Chester addormentati sul divano, Chester abbracciato alla sua mamma con una tenerezza incredibile.

«L'ho scattata quando non guardavi» mormora Logan, sorridendo. «Mi sembrava... giusto che avessi qualcosa per ricordare sempre quanto siete perfetti insieme e quanto tu sia fantastica come madre.»

Gli occhi di Megan si inumidiscono, poi con uno slancio si fionda tra le braccia di Logan, già pronte ad accoglierla.

«Grazie, Logan. Davvero... questo significa tanto.»

Li guardo sorridendo e commossa, e mia mamma fa lo stesso appoggiando la testa sulla spalla di James. So che anche Logan si è emozionato, ma tenta di nasconderlo con un inutile colpo di tosse. Poi Megan si avvicina a una piccola borsa che teneva lì accanto, prendendo un regalo per lui. Dentro c'è un piccolo portachiavi in legno inciso con la scritta "Fratello nell'anima".

«So che non sono tua sorella» dice Megan con un sorriso timido, «ma per me sei sempre stato come un fratello maggiore. Uno che, quando tutto sembrava buio, ha trovato il modo di illuminare il percorso.»

Logan è nuovamente commosso, questa volta non ci prova nemmeno a mascherarlo, e annuisce piano, stringendo il portachiavi tra le dita.

«Ti voglio bene» le dice, schiarendosi poi la gola.

«Anche io, lo sai.»

Mamma e James osservano la scena con un sorriso, così Logan e io porgiamo loro un pacchetto: all'interno c'è un set di tazze decorate a mano con le parole "Finalmente a casa" che fanno impazzire mia madre, alcune tutine per Abigail e un biglietto per un fine settimana in un centro benessere a Sacramento, dove James ha la tenuta invernale. Mamma ride, leggermente commossa mentre osserva i regali e si sofferma più del dovuto sulle tazze.

«Beh, dopo il matrimonio di ieri mi sembra più che appropriato» dice, abbracciandoci entrambi.

«Grazie, ragazzi.» James si sporge verso di noi, abbraccia Logan e dà un bacio in fronte a me.

«Ecco, allora tocca a noi.» Mamma ci passa un sacchetto sottile, dove troviamo all'interno un album di foto artigianale, pieno di momenti preziosi catturati da lei e James: immagini di me e Logan in momenti semplici, colti alla sprovvista, che parlano di legami e affetti autentici e dell'amore vero che proviamo l'uno per l'altro.

«È... bellissimo» sussurro, voltando ogni pagina con cura per paura di rovinarlo. Logan al mio fianco sorride come un bambino mentre accarezza le foto, per poi ringraziare i nostri genitori. Mamma mi stringe la mano e mi da un bacio affettuoso sulla guancia.

«Sapete quanto vi amiamo e quanto la vostra felicità conti per noi» dice con un sorriso affettuoso che ricambio in un tacito ringraziamento.

«Sei la migliore» le sussurro.

Infine, I nonni si avvicinano con un sorriso complice, e il nonno mi porge un pacchetto avvolto con cura, mentre la nonna mi osserva con un'espressione dolce e compiaciuta. Lo apro lentamente, sentendo l'emozione crescere, trovando all'interno un medaglione antico incorniciato in argento e decorato con un motivo intricato che sembra tessere fili invisibili tra passato e presente. All'interno, vi è una foto sbiadita dei miei bisnonni, che mi guardano con sguardi sereni e fieri.

«Questo medaglione ha attraversato generazioni» mi spiega la nonna. La sua voce calda è anche rassicurante. «È stato il legame che ha unito la nostra famiglia, e ora speriamo che sia il tuo.»

Il nonno annuisce, aggiungendo: «Non è solo un gioiello, Liv, ma un promemoria di tutto ciò che siamo e delle persone che ci hanno dato forza. Vogliamo che porti sempre con te le nostre radici, anche mentre crei la tua strada.»

Guardo entrambi con gli occhi di nuovo ricolmi di lacrime, poi mi alzo e mi fiondo nelle loro braccia che profumano di infanzia e casa, e il mio cuore scoppia di gioia per l'ennesima volta in questa giornata magnifica. Con il medaglione tra le mani, sento un profondo senso di appartenenza, come se il passato e il futuro si fondessero in quel gesto. Li tengo stretti entrambi, grata per il dono e per il legame indissolubile che rappresenta. Ci guardiamo tutti intorno, i regali ormai aperti e sparsi tra di noi, e sento che ogni singolo oggetto ha racchiuso un pezzo di amore, un pezzo di noi.

Dopo aver spiluccato gli avanzi del pranzo, Mamma e James si ritirano nella loro stanza, i nonni fanno la medesima cosa e Megan porta a dormire il piccolo Chester.
Io e Logan rimaniamo soli in salotto, stesi entrambi sul divano a ripercorrere con la mente la giornata di oggi. Sono così stanca che sento gli occhi chiudersi, soprattutto perché non fa altro che accarezzarmi i capelli in gesti dolci e rilassanti, finché la sua voce non mi riporta del tutto al presente.

«Spero tu non sia troppo stanca, perché hai un altro regalo che ti aspetta» dice, facendomi sollevare lo sguardo su di lui.

Gli sorrido maliziosa. «Sai che non rinuncerei mai a fare l'amore con te.»

Le sue labbra hanno un fremito, dopodiché scoppia a ridere.

«È questo che pensi? Che il mio regalo per te sia del buon sesso?»

Inarco un sopracciglio, confusa.

«Non lo è?»

Scuote la testa divertito.

«No, ma quello avverrà dopo, stanne certa.»

Alzo gli occhi al cielo.

«E quindi?»

«Quindi» Si sporge per baciarmi dolcemente. «Vai a cambiarti, ti ho lasciato un abito sul letto che devi indossare, poi raggiungimi qua.»

Do' un'occhiata al mio aspetto, ormai trasandato e con qualche macchia di sugo sul vestito verde.

«Non vado bene così come sono?»

Logan ridacchia ancora.

«Per me potresti venire anche coperta di stracci e saresti comunque bellissima, ma quando scoprirai che cos'è fidati, mi ringrazierai di aver indosso qualcosa di mozzafiato.»

Lo guardo socchiudendo appena gli occhi.

«Non mi dai nemmeno un indizio?»

Le sue labbra catturano nuovamente le mie con gli angoli sollevati all'insù.

«No. Vai, ti aspetto qua» dice, prima di spingermi via con una pacca decisamente inappropriata sul sedere.

La notte è limpida e l'aria pungente quando finalmente scendo dalla macchina di Logan e il vento mi scompiglia i capelli. Mi infilo velocemente il cappotto, ma l'aria riesce comunque a infilarsi sotto il tessuto schiantandosi sulla mia pelle e facendomi rabbrividire. Il bellissimo vestito che indosso, di un blu scuro tempestato da brillanti e con spalline sottili è davvero la cosa più bella che i miei occhi hanno mai visto, ma... porca miseria che freddo! Mi sfilo i tacchi alti lasciandoli in macchina e affondo i piedi nella terra fredda quando Logan mi raggiunge e, da quassù, Los Angeles è solo un'infinita distesa di luci che scintillano come un cielo stellato e che brilla insieme alla sua bellezza. Mi ha portata nello stesso posto del nostro primo appuntamento, su per quella collina in cui il panorama di notte è invidiato da molti. Siamo soli, sospesi in questo punto tra il cielo e la terra, dove la città sembra un ricordo distante e ogni luce un pensiero lontano. Davanti a noi, una panchina solitaria, come se stesse aspettando di essere spettatrice di qualcosa di speciale, di eterno.

Logan si gira verso di me, e il suo sguardo mi cattura. È come se mi vedesse per la prima volta, come se in quell'istante il mondo si fosse ristretto a noi due soltanto. Indossa un completo blu scuro che rispecchia il mio, e che sembra fondersi con l'oscurità della notte, ma i suoi occhi verdi, intensi e misteriosi, brillano fissi su di me, racchiudendo un mondo intero che forse non mi ha ancora svelato del tutto. Sono avvolta in un abito blu che scintilla sotto le luci lontane, e per un attimo mi sento parte di quel cielo capovolto, un riflesso delle stelle. Sento il suo sguardo sulla mia pelle, sui miei occhi pieni di emozione, sulle mie labbra che non riescono a contenere un sorriso incerto. Ogni battito del mio cuore si confonde col suo, e tutto sembra così perfetto, così spaventosamente bello da farmi tremare il cuore.

«Sai» rompo il silenzio mentre la sua mano stringe la mia e mi accompagna verso la panchina, facendomi poi sedere. Nascondo i piedi sotto le gambe, e la mia voce è appena un sussurro. «Non avrei mai immaginato un Natale come questo, non pensavo che sarebbe stato così fantastico festeggiarlo con una nuova famiglia. Con te, tutto ha un senso... persino quelle interminabili chiacchiere a tavola.»

Logan ride, ma c'è un'ombra di tensione nei suoi occhi, un'ansia sottile che posso quasi percepire.

«Hai notato come tuo nonno mi guardava ogni cinque secondi?» dice, tentando di scherzare. «Sembrava cercare di capire se farmi fuori o provare ad accettarmi sul serio.»

Sorrido, poi scoppio a ridere, stringendo le braccia intorno a me per contrastare il freddo. Tuttavia, sento il calore delle sue parole avvolgermi come una coperta. Quando Logan mi passa un braccio intorno alle spalle, il suo respiro è irregolare, e sento la sua insicurezza quasi palpabile.

«Fidati di me, se avesse deciso che non gli vai a genio a quest'ora te ne saresti accorto. Lui e mia nonna nascondono molti cadaveri.»

Logan ridacchia, ed entrambi ci voltiamo a fissare la distesa di luce sotto di noi.

«Lo capisco, sai? E sono felice che tu abbia avuto lui come figura paterna per tutta l'infanzia. Ha cresciuto una donna incredibile, forte e di una bellezza interiore invidiabile» mormora girando la testa per guardarmi, e io subito premo la fronte contro il suo petto. Poi continua, la voce bassa e carica di emozione, «Ogni istante passato con te mi rende più sicuro di ciò che provo... E ogni secondo lontano mi fa sentire come se mancasse una parte di me.»

Lo guardo, e il mio cuore batte all'impazzata. Sento che sta per dirmi qualcosa, c'è un peso nei suoi occhi, una decisione che lotta per farsi strada.

«Liv...» inizia, ma le parole sembrano impigliarsi nella sua gola. «C'è qualcosa di importante di cui voglio parlare...»

I miei occhi si riempiono di curiosità, ma anche di apprensione, mentre lui si schiarisce la gola, raccogliendo coraggio. Poi, in un gesto che sembra uscito da un sogno, si inginocchia davanti a me. Lo guardo, incredula, e vedo la sua mano tremare appena mentre tira fuori un anello che brilla alla luce della città lontana.
Porto una mano alla bocca, sorpresa, sento gli occhi che si riempiono di lacrime e lo stomaco che si contorce in subbuglio, proprio come la mia mente. E in quell'istante, sotto quel cielo capovolto, capisco che tutto ciò che ci serve è proprio qui, in questa notte, tra le sue mani e nel suo sguardo che mi chiede di restare, per sempre. La sua voce trema quando finalmente parla, e i suoi occhi ricolmi di lacrime fanno piangere me per prima.

«Una sera, non molto tempo fa, mi inginocchiai di fronte a te esattamente come adesso, e ti dissi che quello che stavo per fare non era ciò che ti aspettavi. In quel momento, il mio cuore batteva forte, un misto di ansia e anticipazione. Ogni parola che ho pronunciato era carica di significato, e il tuo sguardo, colmo di curiosità, mi rendeva ancora più nervoso.

«Ti promisi che la prossima volta che mi sarei inginocchiato in questo modo, sarebbe stato per chiederti quella cosa che ti aveva tolto il respiro. La gioia che provavo era intensa, ma il pensiero della responsabilità che stavo per assumermi mi faceva tremare le mani. Ti guardavo e sentivo l'amore pulsare tra di noi, come un filo invisibile che ci univa, e sapevo che in quel momento avrei dovuto essere all'altezza delle tue aspettative. Ti promisi che sarebbe stata una promessa per l'eternità.»

La felicità che mi riempie il cuore è accompagnata da un leggero nervosismo mentre lo ascolto, incapace di frenare le lacrime e il tremore di cui il mio corpo è ormai scosso.

«Desideravo ardentemente che tu potessi vedere quanto significassi per me. Ed eccomi qui, oggi, per mantenerla. Con ogni fibra del mio essere, spero di renderti felice e di farti sentire amata, come tu hai sempre fatto con me. Sposami, Liv. Non oggi, non domani, e forse nemmeno tra un paio di mesi. Sposami quando sarà il momento giusto, quando il mondo smetterà di mettersi tra di noi e le nostre vite troveranno finalmente il loro posto, incastrandosi perfettamente come pezzi di un puzzle. Sposami quando non ci saranno più incertezze, quando ogni paura sarà solo un ricordo lontano e saprai con ogni fibra del tuo essere che la persona che sono, quella che hai accanto adesso, è quella con cui vuoi svegliarti ogni mattina.»

La guardo intensamente, i suoi occhi verdi che brillano nella luce soffusa della città sotto di noi.

«Sposiamoci quando saremo entrambi più consapevoli, quando avremo vissuto abbastanza da sapere che ogni risata condivisa è un tassello che ci avvicina di più, e quando le lacrime non saranno altro che cicatrici di battaglie passate. Sposami, Liv, quando il mio sguardo ti farà sentire che hai trovato tutto ciò che cercavi, tutto ciò che hai sempre desiderato.»

Sfioro il suo viso, asciugando una lacrima che gli scivola sulla guancia e sporgendomi verso di lui per sentire la morbidezza delle sue labbra sfiorare le mie.

«Fino ad allora, viviamo ogni momento, godiamoci questo presente che è solo nostro. Ma vorrei che tu portassi quest'anello al dito, per ricordarti ogni giorno che ovunque io sia, qualunque cosa stia facendo, chiunque abbia intorno... sarò sempre tuo. Sarò sempre la persona che ti ama, la persona pronta a darti il cuore, l'anima e la vita.»

Mentre Logan è inginocchiato davanti a me, tutto intorno sembra dissolversi. Il freddo della notte, la vastità della città sotto di noi, ogni singolo pensiero si perde, lasciando solo lui, il suo sguardo profondo e quell'anello che luccica tra le sue dita. I suoi occhi mi tengono stretta, catturano ogni mio respiro, e non posso fare a meno di perdermi in quell'universo che vedo riflesso dentro di lui.

La sua voce, rotta da un'emozione che riesco quasi a sentire come fosse mia, rompe il silenzio: «Liv, vuoi stare con me, per sempre?»

Le sue parole mi arrivano al cuore, e per un momento non riesco a rispondere, come se il mondo intero si fosse fermato a osservare questo istante. Sento il mio petto riempirsi di un amore così intenso che sembra traboccare, che scivola fuori attraverso le lacrime che mi velano gli occhi. Nessuno mi ha mai guardata così. Nessuno mi ha mai fatto sentire così infinitamente amata, come se ogni mia imperfezione fosse perfetta per lui. Con un respiro profondo, cerco di calmare il cuore impazzito, ma il mio sorriso è più veloce della mia voce, e scoppia sulle mie labbra prima che io riesca a parlare.

«Sì» sussurro, e la parola è appena un soffio, ma è così vera, così piena, che racchiude ogni emozione che ho provato per lui. «Sì, Logan, voglio stare con te per sempre.»

In quell'istante, il suo volto si illumina di una gioia così pura che mi fa mancare il fiato. Sul suo viso appare un sorriso disarmante, uno di quelli che riservava solo a me, e mi fa sentire come se fossi l'unica persona al mondo per lui. Si alza lentamente e io lo avvolgo in un abbraccio che vorrei non finisse mai, lasciando che le mie braccia si stringano attorno al suo collo e il mio viso trovi rifugio contro il suo petto. Sento il battito del suo cuore, forte e sicuro, e mi sembra di poter restare lì per sempre, ascoltando quella musica che ormai conosco come fosse parte di me.

«Non posso credere che questo stia succedendo davvero» gli dico, la voce tremante di commozione, sentendo un calore inarrestabile che mi avvolge.

Le sue mani scorrono tra i miei capelli, come se anche lui volesse imprimere ogni dettaglio di questo momento nella memoria. Poi, solleva il mio mento con una delicatezza che mi fa sciogliere, e i suoi occhi si posano nei miei, un rifugio di dolcezza che mi sembra impossibile descrivere.

«Ogni giorno ti amo più di prima, Liv» sussurra, e posso sentire la verità di quelle parole, una promessa silenziosa che mi stringe il cuore.

Lo guardo, un sorriso timido e felice che mi increspa le labbra.

«Sarà sempre così?» gli chiedo, quasi con la paura di svegliarmi e scoprire che è solo un sogno.

«Sempre» risponde, con una certezza che riscalda ogni mia insicurezza, ogni paura.

Poi, senza distogliere lo sguardo, si avvicina e mi bacia. È un bacio che sembra contenere tutte le promesse di questa notte, un bacio che parla di tutte le cose che forse non sappiamo ancora, ma che insieme impareremo a scoprire. Sento il suo tocco leggero sulla mia mano, e quando mi infila l'anello al dito, un brivido mi attraversa. Guardo quel piccolo cerchio scintillante, quel simbolo che dice più di mille parole, e mi sento completa, come se ogni pezzo di me fosse finalmente al suo posto.
Logan mi stringe a sé, e restiamo lì, avvolti in quel silenzio che non è vuoto ma pieno di tutto ciò che proviamo. Sotto questo cielo capovolto, tra le luci della città e le stelle, so che ho trovato la mia casa. Non importa dove andremo, cosa affronteremo: con lui, ogni cosa trova il suo senso.

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