Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo sedici - Olivia

Si fa l'abitudine a tutto,

anche al continuo peggioramento

di ciò che già era ai limiti

della sopportazione.

(John Maxwell Coetzee)

QUALCUNO tossisce, qualcun altro si schiarisce la voce, ed una terza persona borbotta parole incomprensibili sottovoce. D'accordo, i nostri amici non sono proprio fan di questo momento intimo tra me e Logan, ma non potrebbe fregarmene un accidenti. Dovrebbe in realtà, mi ricorda la mia vocina interiore.
Anche se con riluttanza, stacco lentamente le labbra dalle sue, il giusto per permettergli di prendere finalmente un respiro profondo. Tiene gli occhi chiusi e la bocca dischiusa, come se si aspettasse di ricominciare da dove abbiamo interrotto, eppure non riesco a muovermi, sono come paralizzata.

Ho appena baciato Logan e mi è piaciuto da morire, mi era mancato da morire.

In questo momento, rimanere salda con la mia decisione è forse una delle cose più difficili che ho mai fatto. Ho immaginato questa situazione per mesi interi, il suo sapore mi era mancato così tanto che se non fosse stato per i nostri amici, non sarei riuscita a staccarmi da lui tanto facilmente. Logan apre piano i suoi occhioni verdi, inchiodandomi con lo sguardo. Non posso fare altro che immobilizzarmi sotto la sua occhiata penetrante, sentendo il cuore esplodermi nel petto quando nelle sue iridi chiare riesco a leggere tutto l'amore che prova nei miei confronti.

La sua mano è ancora chiusa saldamente attorno al mio braccio come a volermi tenere lì con sé, come se avesse paura che potessi sfuggirgli, e il mio corpo è tutt'ora incastrato tra le sue gambe riverse a terra. Sono sua, gli appartengo come lui appartiene a me, ed è una sensazione così bella da farmi paura. Le dita premono delicatamente sulla sua guancia fredda prima di scendere a sfiorargli il mento, dove una spruzzata di barba appena ricresciuta mi solletica la pelle. Lo sento rabbrividire al mio tocco mentre piano piano i suoi occhi abbandonano l'opacità per tornare vispi e meno confusi. Deglutiamo insieme, e la verità dietro le mie parole torna a piombarmi addosso come un uragano.

Gli ho detto che lo amo, la verità più assoluta, ma ho anche ammesso che tornare insieme a lui in questo momento sarebbe una follia e non perché io non lo voglia.
Dio solo sa quanta voglia ho di fiondarmi tra le sue braccia e far sì che tutto torni come prima, ma perché sono sicura che mi spezzerebbe il cuore un'altra volta.

«Stai bene?» riesco a chiedergli con voce incerta, mentre osservo il suo petto alzarsi e abbassarsi con una cadenza regolare.

Da quando ha iniziato a soffrire di attacchi di panico? Perché sono certa che questo non fosse il primo. La volta in cui ebbi il primo attacco di panico mi ricordo che mia madre telefonò ai soccorsi, stavo così male che pensavo non sarei sopravvissuta quel giorno, invece non era che ansia sotto forma di vedova della morte. Logan ha saputo gestire il suo nel miglior modo possibile, e questo mi lascia intendere che ne abbia già avuti altri e che abbia imparato a governarli abbastanza bene.

Annuisce con riluttanza. «Sì, io... Sto bene.»

Butta fuori l'aria d'un colpo sbattendo le palpebre. Stacca la mano dal mio braccio lasciandomelo formicolare, poi prova a rialzarsi su gambe incerte. Lo sto aiutando a tirarsi su quando Mason mi sposta da un lato per poter abbracciare il suo migliore amico. Barcollo all' indietro finendo dritta tra le braccia di Ellie, che me le avvolge attorno al corpo coprendomi da un freddo che fino a quel momento non avevo percepito.

Mason appoggia le mani dietro al collo di Logan e fa pressione finché questi non lo guarda negli occhi. «È tutto okay? Che cos'è successo?»

Logan incrocia il mio sguardo per una frazione di secondo, poi torna a guardare il suo migliore amico. «Niente. Il casino là dentro mi ha mandato in confusione. Sto bene, voglio solo tornarmene in dormitorio.»

«Stronzate, Logan. Che cosa ti ha fatto avere un attacco di panico? E non rifilarmi la cazzata che la musica era troppo alta» insiste sotto la smorfia di Logan, che sono certa volesse davvero convincerlo che la causa fosse proprio quella. «Guardami» insiste.

«Mase, va tutto bene santo cielo!» Gli stringe le mani a coppa dietro la testa. «A volte succede e non posso prevederlo, ma ora mi sento meglio. Sono solo stanco, tutto qua.» Logan incrocia nuovamente il mio sguardo, questa volta nei suoi occhi passa un lampo di dolore talmente evidente da farmi smettere di respirare.

Mason segue il suo sguardo prima di voltarsi verso di me con uno scatto. Non credo di averlo mai visto così tanto incazzato e vulnerabile come quando si tratta di Logan, suo fratello, il suo migliore amico. Ho visto la stessa rabbia riversata sul viso di Ellie, per cui so che quello che mi dirà adesso non mi piacerà per niente. Mi costringo a prendere un respiro profondo facendomi forza.

«Cosa cazzo gli hai detto, Liv? Perché il minuto prima vi ho visti ballare insieme, e quello dopo non riusciva più a respirare!» sbraita nella mia direzione.

«Mason!» Logan lo richiama mettendosi di fronte a lui e allargando le braccia, ma il suo amico non ha intenzione di ascoltarlo. Infatti, lo aggira e viene verso di me, così vicino da riuscire a sentire il suo cuore battere all'impazzata. Ha gli occhi arrossati e fuori dalle orbite, è completamente fuori di sé.

«Io... » balbetto sotto il suo sguardo di fuoco.

«Tu cosa, cazzo? Sono sempre stato zitto in questi mesi, ti ho sempre supportato e ho tentato in tutti modi di farti capire che Logan non stava bene! Pensavo lo avessi compreso tu stessa quando lo hai rivisto, e invece che cercare quantomeno di aiutarlo e stargli vicino come merita, tu che fai? Giochi con i suoi fottuti sentimenti?»

Jackson si irrigidisce e fa un passo avanti quasi ringhiando, ma io lo fermo allungando un braccio. «Va tutto bene» lo rassicuro, senza distogliere lo sguardo da Mason.

In contemporanea, Logan afferra il suo migliore amico e lo trascina indietro prima di posargli le mani dietro al collo. «Mason» abbaia, costringendolo a guardarlo dritto in faccia. «Non è colpa sua. Olivia è stata chiara sin da subito, sono io che ho deciso di provarci comunque.»

«Ti ha permesso di ballarle addosso dandoti false speranze, Logan, ed io credo che tu abbia già dovuto sopportare abbastanza nella tua vita non trovi? Se non vuoi stare con lui», alza la voce per far sì che io lo senta, «allora girargli al largo e permettigli di rifarsi una vita maledizione!»

Faccio un passo indietro come se mi avesse schiaffeggiata. Tremo percependo freddo in tutto il corpo, smetto quasi di respirare per la brutalità di quelle parole. Il suo discorso ha fatto male tanto quanto una coltellata nel petto, e nonostante il dolore mi ritrovo ad essere d'accordo con lui. Lo sto forse illudendo? È colpa mia se ogni giorno Logan cade sempre più a pezzi? Ellie, dietro le mie spalle, inveisce contro il suo ex ragazzo, ma non riesco a percepire le sue parole. I miei occhi annebbiati dalle lacrime sono puntati in quelli di Mason, freddi come il ghiaccio, così distanti da farmi rabbrividire.

Riesco a sentire solo pezzi di discorsi, vedo Logan esaminargli a lungo il viso per poi esclamare ad alta voce: «Di che diavolo ti sei fatto? Hai preso qualcosa, porca puttana?» Ma io non credo sia questo il vero motivo che l'ha portato a schiaffarmi in faccia una verità che non sarei mai riuscita ad ammettere a me stessa. Amo Logan più della mia stessa vita, e lo vorrei con me senza però averlo effettivamente. Non posso sopportare l'idea che si rifaccia una vita, però al tempo stesso non sono disposta a costruire un futuro con lui. Ipocrita ed egoista.

«Non ho preso nulla! Lasciami maledizione! Sto solo dicendo la verità, Logan, ed è giusto che anche lei sappia quant'è grande il dolore che ti crea! Ti stai distruggendo per colpa sua!» Mason è una radiolina a cui hanno tolto le batterie e che ora non si può più spegnere. Lui e Logan continuano ad urlarsi addosso verità e parole difficili da mandare giù, mentre io inizio a sentire il mondo vorticarmi addosso. Non so quando Ellie si stacca da me per avvicinarsi ad un Mason rabbioso inveendogli contro, o quando Jackson le corre dietro per evitare che possa farsi del male, non mi lascio il tempo di osservare cosa accade dopo perché rientro barcollando nella confraternita mischiandomi agli studenti travestiti.

Vado dritta verso il bancone della cucina, dove diversi ragazzi stanno tenendo una partita di beer pong. Li ignoro sorpassandoli, afferro una bottiglia in vetro e mi preparo il cocktail più forte che io abbia mai assaggiato. Verso dentro al bicchiere qualsiasi cosa mi capita a tiro, non me ne preoccupo, dolce o amarognolo non è importante in questo momento. Ho solo bisogno di non pensare, di scordare una verità che mi ha bruciata all'interno come benzina sul fuoco, di dimenticare il dolore che ho visto sul viso di Logan. Ho sempre creduto che fosse stato lui a farmi a pezzi, quando solo adesso mi rendo conto che la stangata finale gliel'ho data io.

Tracanno il bicchiere di carta sentendo la gola andarmi a fuoco e reprimendo il conato che minaccia di risalirmi l'esofago. Non sentendomi meglio, mi riempio un altro bicchiere che finisco in un sorso, alcune gocce mi scivolano lungo il mento e poi giù fino al collo. Mi passo una mano sulle labbra riprendendo fiato. Sento diversi ragazzi ridacchiare alle mie spalle, li sento parlare di me e sento i loro occhi bruciarmi la schiena. Li ignoro socchiudendo le palpebre, appoggio entrambe le mani al bancone stringendolo con forza. Le parole di Mason tornano a farsi prepotenti nella mia testa facendomi annaspare in cerca d'aria, per cui torno a riempirmi l'ennesimo bicchiere con le mani che tremano così tanto da fare traboccare quasi il tutto. Dopo il quarto bicchiere di Vodka liscia con qualcosa di dolciastro che non riesco a identificare, i miei sensi iniziano ad offuscarsi, lasciando scivolare via piano piano il dolore.

«Vacci piano West Coast, o vomiterai tutto nella mia cucina» sobbalzo per lo spavento. Reed mi arriva alle spalle togliendomi il bicchiere dalle mani, silenzioso come un felino.

Sbuffo scostandomi dagli occhi questa stupida frangia che avrei voglia di tagliare del tutto. Roger Rabbit si appoggia al bancone di fianco a me e incrocia le braccia studiandomi dapprima le labbra dischiuse in una smorfia, poi gli occhi ancora velati dalle lacrime.

Tiro su con il naso passandomi una mano sotto il mascara sbavato. «Ti prego, non invitarmi mai più ad una di queste feste. Io non... » stringo gli occhi scoppiando a piangere, e la sua mano calda mi si posa sulla schiena, carezzandomela con così tanta dolcezza da fare aumentare il mio pianto. «Non posso farlo... non ero pronta a rivederlo e...» Prendo un respiro profondo stritolandomi la maglietta tra le dita. «Io...»

«Ehi, va tutto bene.» Reed mi fa voltare verso di lui prima di stringermi tra le braccia, la sua mano continua ad accarezzarmi la schiena mentre invita alcuni dei ragazzi presenti nella cucina a lasciare la stanza. «Va tutto bene, Olivia. Prendi un bel respiro, forza» mi incinta cullandomi come una bambina. «Ecco brava, così.»

Lo stringo così forte da farmi mancare il respiro, buttando fuori tutto il dolore che stavo trattenendo negli ultimi giorni. Ferire Logan era una delle ultime cose che volevo fare questa sera, privarlo del sorriso che mi ha fatto innamorare perdutamente di lui non era nei miei piani. Avrei voluto baciarlo come si deve e non per farlo tornare a respirare, stringerlo forte a me e ballare con lui tutta la notte sotto questa musica così forte e assordente capace di sovrastare paure e rimpianti. Avrei voluto non aggiungere quel "ma" dopo avergli detto ti amo, accogliere quel sentimento che ancora ci unisce e acconsentire che rientrasse nella mia vita con una violenza tale da scuotermi.

Eppure, la paura di venire nuovamente lasciata sola ha avuto la meglio. Sono terrorizzata dall'idea che possa abbandonarmi, per cui negli ultimi giorni ho fatto tutto ciò che era in mio potere per prendermi da lui quanto più potevo. Ho stretto e allentato la presa un centinaio di volte perché sapevo che così facendo non avrebbe mollato, avrebbe continuato a lottare per noi e per il nostro amore.
Tuttavia, così facendo l'ho distrutto a poco a poco, ed è una delle cose che non potrò mai perdonarmi.

Smetto di singhiozzare cercando di rilassarmi, e ricordandomi troppo tardi che probabilmente ho macchiato la salopette di Reed tra trucco sbavato e pittura sul viso. Mi allontano da lui facendo una smorfia quando noto effettivamente il disastro che ho combinato, disastro che non miglioro nemmeno quando tento di sfregare via i colori con il dorso della mano. Reed segue con lo sguardo il mio gesto e poi scoppia a ridere allontanandomi del tutto da sé.

«Be', questa robaccia finirà dritta nella spazzatura domani mattina.» Ridacchiando si studia le chiazze di diversi colori.

Metto il broncio sfregandomi gli occhi. «Mi dispiace tanto, sono un disastro.»

Mi sorride con dolcezza. «Va tutto bene, Olivia, è solo uno stupido travestimento.»

«Si ma Gwen...» spalanco gli occhi facendo uno scatto all'indietro e costringendolo così a lasciarmi andare. «Santo cielo! Gwen adesso se la prenderà con te! O peggio ancora con me e mi farà un occhio nero!»

Reed scuote la testa e appoggia le mani sulle mie spalle, cercando di rassicurarmi.
«Gwen nemmeno se ne accorgerà, e in ogni caso non è niente di grave.» Scrolla le spalle accennando un sorriso. «Puoi smetterla di preoccuparti, adesso?»

Annuisco buttando fuori l'aria. «D'accordo.»

«D'accordo» ripete con un sorriso. «Perciò... vuoi dirmi cosa sta succedendo? E, soprattutto, quanto devo preoccuparmi per il mio Wide Receiver? Perché già è scostante di suo, se adesso tra voi ci sono anche dei problemi...» sibila aria tra i denti guardandosi attorno. «Avrà l'aria da Principe della morte per tutto il semestre.»

Sul viso mi si apre una smorfia. «Farò in modo che non diventi peggio del solito, ma tu cerca di non stargli con il fiato sul collo. Lui...» sospiro. «È colpa mia se...»

«Che state facendo?»

La sua voce mi fa sobbalzare, e di conseguenza fa voltare Reed nella sua direzione. Quest'ultimo toglie le mani dalle mi spalle come se si fosse ricordato della velata minaccia di essere preso a calci in culo, poi incrocia le braccia al petto appoggiandosi al bancone. «Le insegnavo a preparasi un buon Manhattan, non è vero Olivia? Solo che continua a mettere troppo...»

«Lei non può bere» lo interrompe Logan quasi ringhiando. «Perciò allontanati con quel cazzo di alcol, Strattan, e usa le tue doti da barman con qualcun altro.»

Trattengo il fiato a disagio. Reed inarca un sopracciglio confuso, si volta a lanciarmi un'occhiata fugace e poi fa scorrere gli occhi sui diversi bicchieri che mi sono scolata. Dopo di che, torna a fissare Logan. «Cosa significa "lei non può bere"? Perché sono più che certo di averla vista...»

«Puoi lasciarci un momento?» Questa volta sono io ad interromperlo, supplicandolo con lo sguardo di non finire la frase che mi avrebbe letteralmente condannata a morte.

Gli occhi di Logan s'incollano nei miei con foga. Lanciano fulmini e saette nella mia direzione dopo aver notato i diversi bicchieri sul bancone proprio accanto a me. Mi muovo a disagio sotto il suo sguardo di fuoco, e non mi sfugge come tutto il suo corpo sia sia improvvisamente irrigidito.

«Se mi promettete di non causare altre risse» dice Reed, e Logan si premura di lanciargli un'occhiataccia a cui lui risponde con una risatina. «Me ne vado» borbotta fingendosi offeso. Mi sorride rassicurandomi, poi batte piano una mano sulla spalla di Logan prima di uscire dalla cucina.

Logan annulla le distanze venendomi incontro, mi sposta delicatamente di lato per osservare i bicchieri vuoti. Li conta prima di annusare il contenuto, poi si sporge verso di me costringendomi a fare un passo indietro. Mi afferra il braccio prima che possa riuscirci e avvicina il naso alla mia bocca facendomi trattenere il fiato.

Questo gli basta per sentire quello che gli serve, fa una smorfia e ringhia sottovoce sbattendo un pugno sul bancone.
«Fanculo cazzo!» Si avvicina nuovamente, così tanto che mi ritrovo a respirare la sua stessa aria. «Quanti ne hai bevuti?»

«Non è importante» riesco a dirgli.

«Lo è invece! Hai promesso che avresti smesso, Liv! Mi sono fidato di te!»

Stringo gli occhi su di lui. «Non ti ho promesso un bel niente, Logan. Quante cazzo di volte devo dirti che quello che faccio o non faccio della mia vita non sono affari tuoi?»

«Sei incredibile» sbotta. «Matura solo quando cazzo ti fa comodo, per il restante del tempo sei una bambina capricciosa. Volevi ferirmi? Bene, ci sei riuscita, complimenti. Ma farti del male? A quale scopo?»

Inclino la testa all'indietro per guardarlo. «Non era mia intenzione ferirti, eppure Mason ha ragione. Ho sbagliato a comportarmi come se noi due fossimo...» sospiro sentendo un nodo alla gola. «È giusto che tu ti rifaccia una vita lontano da me.»

«Una vita lontano da te?» ripete le mie parole lentamente. «È questo che credi sia meglio per me, eh? Pensi che se non facessi più parte della mia vita le cose sarebbero migliori? Be', ti sbagli di grosso, Liv.» Annulla completamente la poca distanza che ci separava per premersi contro di me.

«Io so per certo che senza di te la mia vita fa schifo, che il mio umore migliora nel momento in cui incrocio i tuoi occhi, o quando la tua risata mi riempie le orecchie, o se il tuo sorriso è la prima cosa che vedo una volta aperti gli occhi al mattino.» Il suo braccio mi circonda il corpo avvicinandomi a sé. Tremo così tanto da non riuscire a nasconderglielo. «Per cui, non me ne frega un cazzo se dovrò lottare con le unghie e con i denti, se dovrò dimostrarti giorno per giorno che stai sbagliando e se questo comporterà soffrire di tanto in tanto. Io voglio te, maledizione. Mi hai sentito? Io voglio te, Liv.»

Le sue labbra sono ad un soffio dalle mie, mi sussurrano tutto ciò come se stesse canticchiando una dolce melodia. Le mie mani appoggiate sul suo petto stringono la tunica tra le dita, le gambe incerte mi tengono su a fatica, il respiro divenuto troppo accelerato mi costringe a sbattere il petto contro il suo. I miei occhi... loro non hanno nessuna intenzione di scostarsi dalle iridi verdi di Logan. Il cuore mi ha tradito ancora una volta, come succede ogniqualvolta lui mi è vicino. Non riesco a ribattere. Non posso farlo, non mi viene nulla in mente che potrebbe spezzare questo incantesimo...

«Ehi, Miller, che ne dici di venire a scatenarti con la squadra? Colin sta...» Ci pensa qualcun altro a mandare in frantumi il tutto.

«Non ora» sbotta Logan, senza però distogliere lo sguardo dal mio.

«Ehm, d'accordo ma secondo me...»

«Ho detto non ora!» alza la voce voltandosi appena perché capisca che non sta scherzando. Il ragazzo si gratta la fronte a disagio, sposta lo sguardo su di me per una frazione di secondo, poi scompare così com'è arrivato.

«Sei davvero scontroso» mormoro quando torna a guardarmi. «I tuoi compagni pensano che tu sia un irascibile Signore delle tenebre, impossibile dargli torto.» Questa volta gli sorrido.

Logan scuote la testa. «Smettila di provare a distrarmi. Non funzionerà.»

Sbatto le ciglia civettuola prima di togliere la mano dal suo petto per farla scorrere sulla sua guancia. Le dita proseguono risalendo la curva del naso e gli delineano il sopracciglio spesso, accarezzano le palpebre e scendono fino allo zigomo. Lo sento inspirare dal naso e rabbrividire ad ogni mio tocco.

«Ne sei sicuro?» gli chiedo. Che diavolo sto facendo?

Vorrei baciarlo così tanto... Non riesco a staccare lo sguardo da lui. I capelli ora blu e così morbidi, la pelle imbrattata di pittura fosforescente che mi ha lasciato colorare senza preoccuparsi di cosa sarebbe uscito visto che sappiamo entrambi che non ho nessuna vena artistica. La mascella affilata ricoperta dall'accenno di barba, gli occhi gentili e le labbra così morbide che mi implorano di baciarle ancora. È così dannatamente perfetto che l'idea di non poterlo più avere come vorrei mi fa a pezzi.

«Liv?»

«Cosa?»

Il suo gemito trattenuto mi colpisce direttamente in mezzo alle gambe. «Mi stai ascoltando?»

Scuoto la testa con un sospiro. «Non proprio.»

«Su che pianeta sei finita?»

Sposto lo sguardo sulle sue labbra e lui se ne accorge. Con il respiro affannoso, torno a guardare i suoi occhi, ma è troppo tardi.

«Andiamo via, ti va?» La sua mano trova la mia in una presa salda, lascio che intrecci le dita alle mie e il mio corpo in automatico si avvicina al suo.

«Sì» dico in un sussurro. «Portami via da qui.»


Raggiungiamo il giardino poco dopo, sulla panchina in cui mezz'ora prima io e Logan parlavamo di amore e costellazioni, Mason e Ellie discutono animatamente e a voce abbastanza alta da farmi intuire la piega del loro discorso. Gira tutto intorno alla loro storia finita male, alla pausa che hanno voluto prendersi e, soprattutto, il Tight End dei Bulldogs è arrabbiato per il travestimento scelto dalla mia migliore amica.
Che cosa le avevo detto?

Lascio che sia Logan ad andare da loro e interrompere quel momento, io me ne sto vicina all'ingresso lontana dalla furia che ancora scalpita in Mason. Poco dopo Ellie alza lo sguardo cercandomi, quando mi vede si alza e viene da me quasi correndo. Ci abbracciamo in simbiosi, ed io mi beo per qualche istante della tranquillità che il suo corpo schiacciato contro il mio mi infonde.

«Stai bene?» mi chiede esaminandomi dalla testa ai piedi. «Mi dispiace così tanto per prima, scricciolo. Avrei voluto inseguirti ma Mason sembrava come impazzito, perciò ho chiesto a Logan di entrare a cercarti al posto mio.»

Annuisco accennando un sorriso e pregando che non si accorga che il mio alito puzza di alcol. «È ancora arrabbiato?»

Ellie fa una smorfia. «Meno di prima, ma anche io sono convinta che si sia fatto di qualcosa. Ora non preoccupartene, me ne sto occupando.»

Mi passo una mano sul viso sfregandomi gli occhi. «È un disastro. Jackson, invece? Volevo dire anche a lui che sto andando via.»

«Non l'ho più visto dopo che gli ho chiesto di lasciarmi sola con Mason» mi risponde, poi inclina la testa studiandomi. «Sei sicura di quello che stai facendo, Liv? Perché possiamo mollare entrambi e andarcene via, lo sai. Scoviamo J. e ce la diamo a gambe come abbiamo sempre fatto.»

Le sorrido con dolcezza accarezzandole una guancia. «So che lo faresti, ed io ti seguirei ovunque lo sai, ma credo anche che entrambe abbiamo qualcosa da risolvere stasera.» Lancio uno sguardo in direzione di Logan, che ora sta abbracciando Mason, prima di appoggiare la testa sul petto di Ellie. «Risolviamo i nostri casini, poi questo fine settimana ci dedichiamo solo a noi due. Che ne pensi?»

Ellie mi stringe forte appoggiando il mento sulla mia testa. «Affare fatto, scricciolo. Mi raccomando, non fare niente che tu non voglia però... allo stesso tempo segui il tuo cuore, a farlo non si sbaglia mai.»

Logan ci raggiunge proprio mentre lei finisce di parlare. Lancia un'occhiata ad entrambe addolcendo lo sguardo. «Sei pronta?»

Annuisco staccandomi dall'abbraccio della mia migliore amica che, prima di tornare da Mason, alza gli occhi su Logan. «Potrà sembrarti strano, ma mi fido di te, per cui non deludermi ancora.»

Logan ricambia quell'occhiata. «La stessa cosa vale per me.» E so che si sta riferendo al suo migliore amico.

Dopo avermi promesso che avrebbe parlato lei con Jackson, io e Logan ci lasciamo alle spalle la festa e tutto il casino che ha portato con sé. Con la sua mano intrecciata alla mia, camminiamo lungo il viale che separa la confraternita dai dormitori di Yale e ne rimango incantata. Le descrizioni di questo posto non rendono giustizia a ciò che vedono i miei occhi; è forse perfino più bella della Columbia. La Yale University è composta da diversi edifici imponenti sistemati a ferro di cavallo, circondata da questo vasto giardino ricoperto da foglie secche e su cui si erigono alberi secolari ormai spogli. La vastità di luci che arrivano dagli immobili attorno, dissipano la nebbia di questo fine ottobre e ci permettono di vedere oltre ad una spanna dal nostro naso.

Logan passa la tessera magnetica sul lettore al lato del muro, poi apre la porta facendomi passare per prima. La sua mano fredda mi si appoggia sulla parte bassa della schiena mentre mi conduce lungo il vasto corridoio fino ad arrivare ad una porta che memorizzo per bene: 24 B. La luna nel cielo è l'unica luce che illumina la piccola stanza fino a quando non viene accesa l'abat-jour sul comodino rivelandone i dettagli: due letti singoli ai lati opposti della stanza, due scrivanie adiacenti sotto la finestra e un paio di armadi talmente piccoli che non avrebbero sicuramente contenuto tutto il mio guardaroba.

Cammino per la stanza tenendomi le braccia avvolte attorno al corpo, osservando le diverse fotografie appese che ritraggono i ragazzi sorridenti nell'ultima partita giocata al Santa Monica. Su uno dei due comodini, in una cornice nera, Mason e Ellie si abbracciano facendo la linguaccia all'obiettivo. Sorrido senza rendermene conto, poi mi volto nella direzione opposta dove vedo una mia foto attaccata al muro di fianco ad uno dei due letti. Il mio cuore perde un battito a quella vista, ed una lacrima minaccia di scivolarmi sulla guancia. Intanto, Logan ha appeso entrambe le nostre giacche dentro il suo armadio e si è tolto gli stivali.

Mi si avvicina con passo leggero e segue la direzione del mio sguardo. «Te l'ho scattata mentre dormivi, eri così bella e serena che non ho resistito» mormora. La sua bocca si posa sulla mia spalla nuda, depositando un bacio così leggero da farmi rabbrividire.

Chiudo gli occhi abbandonandomi a quel tocco. «Ho una paura fottuta, Logan.»

«Hai davvero usato la parola con la F?» ridacchia sottovoce, facendomi comparire un piccolo sorriso sulle labbra.

«Vuoi punirmi per questo?»

Logan si immobilizza, mi volta verso di lui osservandomi dall'alto. Le sue dita si posizionano sotto il mio mento, tirandolo su per farmi incrociare i suoi occhi. Nel mentre, le mie mani si sono aggrappate con forza alla sua tunica e lo costringono a non allontanarsi.

«Di cosa hai paura?» mi chiede con voce roca.

«Di tutto.»

«Sii più specifica, Liv.»

Esito, buttando fuori un po' d'aria. «Di te, di questo, di noi. Ho paura di svegliarmi domani mattina e di rendermi conto che non è stato altro che un sogno bellissimo. Ho paura che tu possa andartene nuovamente lasciandomi sola, ho paura che questa volta il mio cuore non regga tutto il dolore.»

Scuote la testa con forza, le mani si intrecciano dietro al mio collo costringendomi a piegarlo all'indietro. Il suo viso si fa più vicino al mio, il suo naso perfetto mi sfiora prima la fronte, poi scivola dalla tempia fino alla guancia e arriva al collo. Inspira il mio odore ed io faccio lo stesso, accarezzandogli la schiena con gesti lenti ma controllati. Sto tremando e non ho paura di farglielo vedere, non ho paura di questo.

«Ci andremo piano, Liv. Sono qui per toglierti tutte queste paure e dimostrarti che le cose sono cambiate. Non ho intenzione di andare da nessuna parte, piccola, te l'ho promesso.»

«Non credo di essere pronta. Io non...» sospiro chiudendo gli occhi per una frazione di secondo prima di riaprili e incatenarli nei suoi. «Ci vorrà molto tempo prima che io riesca di nuovo a fidarmi di te, e nel frattempo cosa faremo? Continueremo questo tira e molla all'infinito?»

Logan scrolla le spalle senza esitazione. «Non m'importa, detto sinceramente. Ho una paura fottuta anche io, Liv, ma preferisco darci una possibilità anziché lasciarti andare e chiedermi per tutta la vita se non ho fatto l'ennesimo errore.»

Mi si blocca il respiro. «Sei davvero pronto a ricevere una serie di "no"?»

«Sì, sono sicuro.» Sfiora il naso contro il mio in modo dolce. «Sono stanco di essere un codardo che non vuole impegnarsi seriamente per paura di fare soffrire l'altra persona. Combatterò per te, Liv, e combatterò per noi.»

Ho un groppo in gola che non mi permette di pronunciare una sola parola, quindi mi limito ad annuire. Sono sul punto di scoppiare a piangere un'altra volta, di lasciarmi avvolgere dalle sue braccia e di morire inalando il suo profumo di casa. Mi sto trattenendo dal baciarlo e portarmelo a letto solo per coprire quella voragine nel petto che mi ha creato andandosene. Voglio lui, la sua bocca e le sue mani dappertutto.
Che cosa ho fatto di buono per meritarlo? Lui vorrebbe che io lo perdonassi per tutto il dolore che mi ha creato, ma penserebbe ancora la stessa cosa se sapesse a cosa sto pensando?

«Vuoi farti una doccia? Posso prestarti i miei vestiti.» Torna a parlare riportandomi alla realtà.

Quando annuisco, consapevole di dover lavare via tutta la serata appena trascorsa, Logan tira fuori dal cassettone una maglia larga e un paio di pantaloni del pigiama a cui dovrò fare almeno cinque risvolti in vita, poi mi scorta fuori dalla stanza e fino ai bagni. Controlla che siano liberi, poi mi passa gli indumenti e un piccolo beauty-case nero con i suoi effetti personali, tra cui lo shampoo e il bagnoschiuma.
Lo ringrazio con un sorriso e, dopo aver posato l'asciugamano sul lavandino, va ad appoggiarsi al muro tirando fuori il telefono dalla tasca.

Lo guardo incerta. «Hai intenzione di rimanere qui?»

I suoi occhi si staccano dallo schermo per incontrare i miei. «È venerdì sera, Liv, e siamo nei bagni di Yale che vengono condivisi da chiunque. Non ho intenzione di lasciarti qui da sola con la possibilità che a qualche ubriaco venga in mente di intrufolarsi in doccia con te.»

Resto ammutolita. «Pensavo che questo fosse il bagno delle donne.»

«No, questi sono gli unici in questo piano e vengono condivisi.»

«Perciò tu... voi vi fate la doccia con le ragazze?»

Logan inclina la testa. «È già successo, ma in tutte le occasioni tendono a venire in gruppo in modo che nessuno possa dare fastidio a chi la fa per prima. Mi sembra un metodo eccellente, in effetti.» Ci riflette su per qualche secondo prima di scrollare le spalle.

Una stupida fitta di gelosia mi colpisce, al punto che devo dargli le spalle per evitare che veda il mio disappunto palesarsi sul viso. Se l'idea che lui abbia visto qualche ragazza nuda mi da fastidio? Decisamente sì. Se la possibilità che una di loro abbia visto il suo corpo scolpito sotto il getto dell'acqua calda mi fa arrabbiare? Sì, al punto che vorrei urlare e rivendicare ciò che è mio, era mio...

Senza nemmeno controllare che si sia voltato, alzo le braccia e mi tolgo il top, poi abbasso le mani e mi faccio scivolare via la gonnellina rimanendo solo con gli slip. Tolgo anche quelli sentendo la schiena andarmi a fuoco, segno che Logan mi sta osservando eccome. Entro completamente nuda nella doccia e tiro la tenda con così tanta forza da averla quasi staccata. Il rumore dell'acqua che scroscia sovrasta quello del mio cuore che batte come impazzito, e in poco tempo il bagno si riempie di una nuvola di vapore. Lavo un paio di volte i capelli con il suo shampoo che profuma di pino, massaggiandoli con delicatezza, poi mi insapono il corpo sfregando via tutta la pittura. Solo dopo essermi assicurata di non avere più alcuna traccia di colore, esco dalla doccia e mi avvolgo nell'enorme asciugamano che Logan si preoccupa si sporgermi, questa volta con lo sguardo puntato al pavimento.

«Laggiù ci sono i phon per asciugarti i capelli.» Volto lo sguardo nella direzione indicata finché non li intravedo. «Cambiati, nel frattempo mi faccio anche io una doccia.»

Non ha ancora finito la frase che la tunica gli cade ai piedi, rivelando il suo petto ampio e muscoloso, le braccia toniche e le gambe scolpite da un duro lavoro. Poco dopo, anche i boxer fanno la stessa fine, mettendo in mostra il suo pene grande ed eretto. Sbarro gli occhi e le guance mi vanno in fiamme. Letteralmente in fiamme alla vista del suo corpo immacolato che ho immaginato per mesi interi. Mi giro così velocemente che per poco non scivolo sul pavimento umido. Logan ridacchia alle mie spalle fino a quando il rumore dell'acqua non sovrasta la sua voce.

«Era proprio necessario metterti in mostra così?» lo rimbecco, stringendo le braccia sotto al seno.

«Hai iniziato tu, pensavo fossimo liberi di guardarci nudi senza nessun problema» replica alzando la voce ancora ridendo.

Mi volto nella sua direzione, dove ora non vedo nulla oltre i suoi piedi nudi. «Be', mi dispiace se ti sei fatto illusioni, ma non è così! Perciò, la prossima volta ricordati che non sei da solo in questo bagno se non vuoi che tutti vedano le tue nudità!»

La sua faccia insaponata fa capolino dalla tenda. Lo sguardo di Logan scivola sul mio corpo, e le sue labbra si piegano in un mezzo sorriso. «Forse ho frainteso, eppure mi sembra di aver udito un pizzico di gelosia nella tua voce.»

Le guance mi vanno di nuovo a fuoco, così tanto da sentire la pelle pizzicarmi, e devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non sfregarmi le mani sul collo. Mantengo lo sguardo nel suo. «Hai decisamente frainteso.» Bugiarda del cazzo.

Annuisce ancora con un sorrisetto a fior di labbra. «Già, certo

Una volta aver tirato nuovamente la tenda, ne approfitto per asciugarmi il corpo e poi per infilarmi l'enorme maglietta nera e i pantaloni del pigiama che, come previsto, mi stanno decisamente larghi. Faccio un doppio nodo in vita per evitare che mi cadano, poi provo a districarmi i capelli con la mano prima di asciugarli velocemente con il phon. Quando ho quasi finito, Logan spegne il soffione della doccia e mi chiede di passargli l'asciugamano che ho usato. Glielo lancio dritto in faccia appena sbuca dalla tenda, facendolo scoppiare a ridere. Cammina a piedi scalzi fino al lavandino per afferrare quello più piccolo con cui si tampona i capelli, ed io mi perdo ad osservargli la schiena ampia baciata da tratti scolpiti, con alcune goccioline d'acqua ricadergli verso la vita coperta dall' asciugamano.

È talmente bello che mi si secca la bocca. Diventa arida come il deserto. Ed è in quel preciso istante, in cui nemmeno mi rendo conto che mi sto bruciando il cuoio capelluto a forza di fissarlo, che capisco sarà una lunga notte.

Sono le due quando rientriamo nella sua stanza, camminando lentamente per evitare di svegliare tutto il piano. Mi precipito ad osservare fuori dalla finestra quando Logan fa cadere l'asciugamano per terra. Fruga nel cassetto in cerca della biancheria pulita, e solo dopo essersi infilato un paio di pantaloni della tuta si lascia ricadere sulla sedia girevole della scrivania.

«Pensavo di ordinare qualcosa, hai fame?» mi chiede.

«Sì, un po'.»

Mi giro lentamente verso di lui che, soddisfatto dalla mia risposta, mi lancia una lunga occhiata penetrante. «E sia.»

Nel mentre che detta l'ordinazione al ragazzo dall'altro capo del telefono, salgo sul suo letto e mi prendo la briga di sistemare un cuscino accanto al muro prima di appoggiarmici contro. Piego le gambe e poi ne afferro uno più piccolo che mi porto sul grembo. Devo tirarmi su un paio di volte i pantaloni che sento scivolare ogni volta che mi muovo, poi prendo un bel respiro e afferro una ciocca di capelli rotolandomela al dito. Non so perché sono così nervosa, è solo Logan dannazione. Eppure, la sua presenza mi fa quasi schizzare il cuore fuori dal petto, credo di avere uno sciame di api che si ribellano nello stomaco e sento le dita delle mani come intorpidite. Forse è l'alcol che ho bevuto a rendermi così suscettibile, o forse è il modo in cui mi sta guardando in questo momento. Devo spostare l'attenzione su altro prima di farmi venire un infarto.

«Ho una domanda» gli dico, catturando la sua attenzione.

Logan, che ora ha posato il telefono sulla scrivania e si sta sorreggendo la testa con una mano, si limita a sorridere. «D'accordo. Spara.»

«Hai detto di aver passato l'estate dai tuoi nonni materni, come sono? Parlami di loro.»

Sospira. «Sono come la maggior parte dei nonni: buoni e testardi. Vivono in una fantastica casa vicino a Bodega Bay, che è una località marittima non troppo lontana da Santa Rosa, immersa nel verde e nella natura. Fino a qualche anno fa mio nonno si occupava della fattoria adiacente, ma adesso che i proprietari sono morti stanno rivendendo tutto il casolare e quindi lui è tornato a fare il suo vecchio lavoro: produrre vino. Ha quasi ottant'anni ma si sente ancora un ragazzino di venti.» Ride facendo comparire quelle meravigliose fossette.

Rido anche io. «Non sanno cosa significa starsene con le mani in mano. I miei nonni sono identici, sgobbano dalla mattina alla sera perché vogliono farlo e non perché ne sono obbligati. Hanno una fantastica pensione che si sono guadagnati dopo anni di duro lavoro, ma è come se nemmeno gli importasse.»

Logan annuisce. «Mia nonna ha compiuto ottantacinque anni il mese scorso, la sera prima ha festeggiato con una mega torta e il mattino dopo stava seguendo mio nonno nei campi per poi concludere la giornata a casa di una famiglia di cui si occupa delle pulizie. Sono tremendamente cocciuti!»

Scuoto la testa divertita, poi faccio un sospiro teatrale. «Io sto sognando la pensione. Non appena la prenderò voglio trasferirmi in un posto esotico e sperperarla tutta in champagne e caviale.»

Logan scoppia a ridere contagiando anche me. «Roba da ricchi. Ti facevo più una da Chardonnay e aragoste.»

«Che ne dici di una bottiglia di vino qualsiasi e un buon piatto di sushi?»

Gli si illuminano gli occhi. «Ah, ora riconosco la mia ragazza.»

Il modo in cui dice la mia ragazza mi scalda il cuore. Lo fisso con un sorriso e sporgo il piede per dargli un leggero colpetto alla gamba. È così sexy quando scoppia a ridere afferrandomi la caviglia, che vorrei conoscere tutte le barzellette più stupide del mondo solo per sentirlo ridere ancora e ancora e ancora. Dio, stasera non riesco proprio a controllare i miei pensieri.

Trattengo uno sbadiglio quando fuori inizia a diluviare, ed entrambi gettiamo un'occhiata alla finestra nel momento in cui un lampo squarcia il cielo illuminando la stanza. La sua presenza è così rilassante che potrei anche addormentarmi, se poi aggiungiamo il massaggio che mi sta facendo al piede...Mmh...

«Ho un'altra domanda» dico, facendogli inarcare un sopracciglio.

«In realtà toccherebbe a me» mi fa notare con un sorriso.

Scrollo le spalle. «Sei stato in silenzio per almeno cinque minuti, perciò hai perso la tua occasione. Senza dargli tempo di replicare, gli pongo la domanda che più mi assilla da quasi due ore. «Quando hai iniziato a soffrire di attacchi di panico?»

Il suo sorriso si smorza all'istante facendo comparire grandi ombre nere sotto gli occhi. Si muove a disagio sulla sedia non trovando una posizione che più lo fa stare a suo agio, per cui ad un certo punto si alza imprecando e viene a sedersi accanto a me. Il letto scricchiola sotto il suo peso facendomi incurvare appena in avanti. Spalanco la bocca quando mi ruba il cuscino che ho in grembo per appoggiarci al suo posto la testa. Le mani mi rimangono a mezz'aria, indecise su dove appoggiarsi.

«All'incirca cinque mesi fa, la sera in cui ho capito dov'eri finita e in cui ho immaginato quello che ti stesse succedendo.» I suoi occhi si sollevano verso il soffitto ad osservare un punto in particolare, mentre le braccia sono incrociate sul petto. «Poi ne ho avuti molti altri quasi per tutta l'estate, alcuni venivano in momenti ben precisi mentre altri erano totalmente fuori luogo. Inizialmente non ho capito subito cosa mi stesse succedendo, ma man mano ho iniziato a ricordare cosa capitava a te e come ti sentivi, per cui ho collegato le due cose. Non è stato facile capire come gestirli, e a volte mi prendono così forte da non sapere come uscirne. Fortuna che stasera eri lì.»

«Mi dispiace tanto» sussurro con un groppo in gola.

I suoi occhi ora incrociano i miei, che si accorgono subito di come ho iniziato a respirare pesantemente. Fa per alzare la testa, ma le mie mani si infilano nei suoi capelli trattenendolo lì. Si spostano poi per tenergli il viso, i polpastrelli dei pollici accarezzano l'accenno di barba sulle sue guance e delineano il labbro inferiore.

Logan si tranquillizza all'istante socchiudendo appena gli occhi.
«Spero che tu voglia rimanere qui, perché non ti lascerò andare da nessuna parte stasera» mormora.

«E se ad un certo punto invece lo volessi?»

«Che intendi dire?»

Non so come rispondere, per cui mi prendo un momento prima di farlo. «Ho una proposta da farti.»

Apre gli occhi di scatto e sposta la testa all'indietro per scrutarmi con curiosità. «Ti ascolto.»

Mi porto il pollice alla bocca per mordicchiare una pellicina, ma prima che possa riuscirci Logan mi afferra la mano e la tiene stretta tra le sue.
«Sono solo io, Liv, puoi dire qualunque cosa tu voglia.»

Deglutisco. «Mi odierai dopo averlo fatto. Mi odierai così tanto da volere che io me ne vada.»

Scuote la testa con evidente confusione. «Non accadrà.»

Voglio baciarlo. Dio, voglio disperatamente baciarlo e annullare finalmente questa stupida distanza ma, quando sto per aprire bocca, bussano alla porta. Logan è riluttante a lasciarmi andare, ma poi si costringe ad alzarsi per aprire la porta al ragazzo delle pizze. Resto così colpita dalla vista del suo corpo immacolato che perdo la concentrazione e a malapena mi accorgo del cartone rotondo che deposita in mezzo a noi, da cui sento fuoriuscire un profumino invitante di salame e formaggio. La pancia decide di brontolare proprio in quel momento, facendo ridere il ragazzo che mi sta di fronte. La sua risata è così bassa e sensuale che è come una stilettata in mezzo alle gambe. Arriva dritta dritta nel mio punto più sensibile facendomi bagnare come se fosse la prima volta.

Logan apre il cartone offrendomi una fetta di pizza che mi sporge insieme ad un tovagliolino di carta. La divoro in meno di un minuto e poi mi sporgo a prenderne un altro pezzo come se non mangiassi da giorni. Sono così concentrata sulla pizza da non accorgermi che lui ha smesso di mangiare e ora mi sta osservando.

«Hai bevuto per le cose che ti ha detto Mason?»

Rallento la masticazione e ingoio prima di rispondergli. «Tra le altre cose.»

«Quello che ha detto... Ti vuole bene sul serio, Liv, ha solo avuto una brutta giornata. Non può essere l'alcol la soluzione ad ogni problema, lo sai vero?»

«Non ce l'ho con lui, però so che in fondo a ragione. E per quanto riguarda l'alcol... È la via più semplice che mi concede di smettere di pensare per un po'.»

«Per questo motivo vorrei che continuassimo le lezioni di boxe, sono certo che sia la soluzione migliore per aiutarti.»

Alzo gli occhi nei suoi. Quando intravedo il rivolo di formaggio a bordo delle sue labbra e mi rendo conto che vorrei leccarglielo via, prendo coraggio e do vita ai pensieri che continuano a frullarmi in testa da quando sono entrata nella sua stanza.
«E se ci fosse anche un altro modo per allontanare questi problemi?» gli chiedo.

È incuriosito, lo vedo da come i suoi occhi prendono a brillare. «Ti darò tutto quello che vuoi se mi prometti di stare lontana dall' alcol.»

Annuisco spostando di lato il cartone della pizza. «Tutto tutto?»

Cammino a carponi verso di lui, che ora si è appoggiato di schiena al muro per osservarmi famelico. Una volta che gli sono abbastanza vicina, prendo coraggio e mi siedo a cavalcioni su di lui. Logan trattiene il fiato sollevando le mani in aria, preso alla sprovvista e incredulo del mio gesto. Dopo essermi messa comoda e aver assicurato che le nostre parti intime sfregassero sotto il tessuto, afferro entrambe le sue mani e me le posiziono sulla schiena.

«Liv.»

Il mio nome sulle sue labbra sembra più una supplica, una preghiera. Gli stringo le mani dietro al collo costringendolo a buttare indietro la testa. Appoggio la fronte contro la sua e inspiro il suo odore senza nemmeno nasconderlo.

La sua mano destra scorre sulla mia schiena in modo lento, mentre l'altra scende più in basso verso la vita. «Che cosa vuoi, Liv?»

Santo cielo. La sua voce è così roca... bassa... Un gemito mi sfugge dalle labbra prima che riesca a controllarlo. «Voglio una notte, Logan. Una notte con te.»

Mi afferra i capelli strattonandoli appena per costringermi a buttare la testa all'indietro. Ora ci guardiamo direttamente negli occhi, e non mi sfugge il suo pomo d'Adamo che sale e scende con fatica. «Vuoi fare l'amore con me?»

Scuoto appena la testa. «No. Voglio che mi scopi, Logan. Voglio che per questa notte dimentichi le buone maniere e fai di me ciò che vuoi.»

Sbarra gli occhi incredulo, ma senza lasciarmi andare. Mi muovo appena sopra di lui facendo sfregare i nostri punti più sensibili, la sua presa diventa più salda. Ansimo nello stesso istante in cui a lui scappa un gemito.
«Mi stai chiedendo di portarti a letto come se fossi una sconosciuta qualunque?»

Mentirei se dicessi di non aver sentito il suo dolore mentre pronunciava quella frase.
«Ti sto concedendo qualcosa. Non sono pronta a tornare insieme a te, e non so nemmeno se questo prima o poi avverrà di nuovo, ma so di amarti tanto quanto so di essere attratta da te. Sono sicura che per te sia lo stesso, lo sento, quindi perché sprecare questa possibilità? Sarà solo sesso e...»

«Solo sesso?» ringhia lasciandomi andare i capelli e scostandosi di poco. Faccio forza con le mani per non farlo muovere di un millimetro e lui me lo concede. So che se volesse veramente spostarsi gli basterebbe soffiare nella mia direzione per farmi scivolare via, eppure per qualche strana ragione non lo fa.

«È questo a cui ti riferivi quando mi hai detto che avrei desiderato che te ne andassi? Vorresti passare la notte con me e l'indomani fare finta che non sia successo nulla? Fingere che tra di noi non ci siano sentimenti di mezzo? Ignorare il fatto che ti amo al punto che darei la mia vita per te? È questo quello che vuoi davvero?»

«È questo quello che sono disposta a concederti, il che mi sembra molto di più di quello che abbiamo avuto fin ora, non pensi?»

Le sue mani mi afferrano con forza la testa, e le braccia mi scivolano lungo i fianchi. Sono inerme quando è lui a toccarmi. Potrebbe fare qualsiasi cosa e a me andrebbe bene.

«Io ti amo, Olivia, è voglio più di una notte di sesso fantastico.»

Gli occhi verdi sono annegati dalle lacrime, e questo basta per sentire spezzarsi qualcosa dentro di me. Una lacrima sfugge al mio controllo scivolando sulla guancia, il suo pollice me la scaccia via con dolcezza. Sento il suo cuore battere all'impazzata nella cassa toracica, e so per certo che il mio sta facendo lo stesso.

«Ancora una notte» mormoro, rimanendo salda sulla mia decisione. «Dammi la possibilità di averti ancora una volta, per favore» sussurro.

Logan mi fissa così intensamente da farmi rabbrividire. «E poi cosa succederà? Io tornerò a fare di tutto per riuscire a conquistarti e nel mentre tu continuerai a sfuggirmi via?»

Accenno un sorriso accarezzandogli la barba ispida. «È la nostra specialità, non trovi? Uno dei due che fugge e l'altro che prova a rincorrerlo, ma se questa volta ci concedessimo a vicenda? Se oltre all'amore e i sentimenti mettessimo di mezzo i nostri bisogni? Tu potresti avermi lì con te e io... io non sarò così stupida da pensare che potrebbe durare.»

Il suo sguardo s'incupisce. «Se solo mi dessi l'opportunità di dimostrarti che...»

Scuoto la testa fermandolo. «Una notte, Logan. Prendere o lasciare.»

Sento la sveglia sul suo comodino che conta i secondi che passano, mentre i nostri occhi continuano a darsi battaglia e la sua testa sta decidendo quale strada percorrere. Non so cosa farò se decidesse di non accettare, non so come potrò continuare questa cosa con lui senza sentirmi svuotata ogni volta che lo vedo. Eppure, i minuti passano, e i suoi occhi non hanno nessuna intenzione di staccarsi dai miei. Sto per mollare la presa, girarmi e andarmene da questa stanza cercando di non pensare alle conseguenze del mio gesto, quando finalmente mette a tacere tutte le mie insicurezze in una volta sola.

«Se l'altra opzione è non averti per niente allora... Prendere, Liv.»

La mia bocca è sulla sua nell'istante in cui conclude la frase. Nascosta tra le ombre della sua stanza, riesco a celare il rossore sulle mie guance mentre le sue mani si infilano sotto la mia maglia aggrappandosi alla schiena nuda.

Cullando il suo viso tra le mani, mi stacco dalla sua bocca solo per sussurrargli:
«Sono qui con te, Logan.»

Lui si passa la lingua sul labbro inferiore come a voler intrappolare il mio sapore.
«Lo sei davvero?» mi chiede.

Senza darmi il tempo di replicare, si sporge in avanti per catturare nuovamente la mia bocca in un bacio così prepotente da farmi girare la testa. Mi muovo su di lui cercando di alleviare la pressione che sento in mezzo alle gambe, Logan mi fa scorrere le mani sulla schiena prima di infilarle sotto i pantaloni della tuta. Le sue dita stringono forte il mio sedere premendomi con insistenza contro di lui. Boccheggio in cerca d'aria strattonandogli i capelli che ora sono tornati del loro colore naturale. La sua bocca scende sul mio mento depositando baci delicati, e poi prosegue sul collo leccandolo la vena che pulsa per lui. Butto indietro la testa sentendo formicolare ogni punto che la sua lingua sfiora, tocca e tortura.

«Toglimi la maglietta» gli dico ad un certo punto, sentendo il bisogno di restare senza nulla.

Logan mi accontenta, smette di torturare il mio collo dandomi giusto il tempo di alzare le braccia prima che mi strattoni via la maglia, lanciandola in qualche punto impreciso della stanza. I suoi occhi ora sono puntati sul mio piccolo seno esposto, un ringhio gli esce dalle labbra insieme ad un gemito. Le sue dita mi sfiorano i capezzoli già turgidi, quel che basta per farmi rabbrividire.

«Cazzo, mi erano mancati così tanto» mormora prima di prenderli in bocca succhiandoli e tormentandoli con la lingua e i denti.

Gemo così tanto che il suono mi arriva dritto in mezzo alle gambe, e la stessa cosa succede a lui. Lo capisco dal pulsare continuo del suo pene sotto i pantaloni, dalle dimensioni che ora sono aumentate e dalla rigidità che sento premermi sulla coscia.

«Stai bene?» mi chiede alzando il viso per osservarmi.

«Sì... io...» ansimo quando le dita prendono il posto della bocca. «Non mi ricordavo più quanto fosse bella la sensazione.» Aggroviglio le mani tra i suoi capelli e gli spingo la testa verso il basso. «Non fermarti, ti prego

«Sei fottutamente incredibile, piccola.»

La pelle d'oca prende a punzecchiarmi le braccia, rivelandogli esattamente l'effetto che mi fa. Adoro il suo modo di venerarmi anche in questa occasione, adoro vederlo perdere il controllo in questa maniera. Con uno slancio la mia bocca è di nuovo sulla sua, ed è un intreccio di lingue continuo che mi porta quasi fino all'apice del piacere. Mi stacco da lui con riluttanza, quel che basta per riuscire ad abbassargli i pantaloni della tuta. Logan solleva i fianchi per aiutarmi, ed io glieli faccio scivolare fino alle caviglie per poi lasciarli ricadere a terra. Rimane seduto sul letto con solo un paio di boxer a coprirlo, bello da mozzare il fiato, un angelo travestito da diavolo. Sento la gola secca e ogni volta che deglutisco la saliva sembra sabbia nella bocca.

«Hai intenzione di restare lì a fissarmi ancora a lungo?» mi provoca con un mezzo ghigno.

Scuoto la testa ritornando in me, poi mi avvicino a carponi sfiorandogli l'elastico dei boxer con le dita. Lo sento trattenere il fiato, e questo mi basta per regalargli un sorriso vittorioso. Lo incito ad alzare i fianchi per permettermi di sfilarglieli, gesto che lui esegue senza fiatare Quando il suo pene eretto e gonfio fa capolino, sento il cuore riempirsi di gioia e felicità. Ho già detto quanto mi era mancato? Un luccichio malizioso mi appare negli occhi quando intravedo una gocciolina di piacere sulla punta liscia.

«Sei così bello» dico, con un sorriso timido.

«E tu stai arrossendo per caso? Cazzo!» esclama, alzandosi e sporgendosi ad afferrarmi. «Mi vuoi morto, Liv.»

Le nostre labbra si incontrano in un altro bacio, questa volta più lento e profondo. A questo punto mi accontenterei anche di baciarlo per il resto della notte. Le sue mani scivolano sulla mia vita slegando il nodo e facendo ricadere a terra i pantaloni. Si rimette in piedi sul pavimento e in modo delicato mi spinge di schiena sul materasso.

«Stasera niente preliminari, Liv. Sono così eccitato che durerebbe troppo poco.»

Mi appoggio al bordo del letto e scivolo all'indietro. Lui mi segue, strisciando sopra di me con disinvoltura. Il letto è troppo piccolo per entrambi, eppure lui sembra accorgersene a malapena. Apro le gambe per fargli spazio e lui si preme contro di me facendo aderire le nostre parti intime che fortunatamente non sono più nascoste da nessuno strato. La sua bocca si posa sul mio collo e scivola lentamente fino ai seni, poi più giù sulla pancia rilasciando teneri baci. Entrambi ci esploriamo il corpo con le mani ansimando e gemendo. So di essere dimagrita tanto in questi mesi, ma lui sembra comunque soddisfatto del mio corpo nonostante le rotondità che ho perso.

Gli afferro le natiche con le mani costringendolo a premersi di più contro di me, facendolo ridere di gusto. «Sei impaziente vedo.»

Gli afferro il mento con le dita. «Hai detto tu niente preliminari, Logan, perciò che cosa stai aspettando? Scopami

Mi sorride a mezza bocca facendo comparire la fossetta che tanto amo. Non se lo fa ripetere due volte, mi afferra saldamente la coscia per farmela spalancare ancora di più, premendosi in avanti con i fianchi. Il suo pene si struscia contro il mio clitoride facendomi ansimare. Trattengo a fatica un brivido, il calore che sprigiona il suo petto è rilassante. Cazzo, ho bisogno di averlo dentro di me. Glielo faccio capire inclinando i fianchi verso l'alto, con la mano gli afferro l'erezione e lui geme mordendomi il labbro inferiore.

«Fanculo» mormora contro la mia bocca. «Sarò più che felice di accontentarti.»

Le sue cosce dure e muscolose premono contro le mie quando le nostre bocche si incontrano nuovamente in un bacio da capogiro. Le sue mani scivolano sulla mia apertura in mezzo alle gambe, il pollice sfiora il clitoride facendomi rabbrividire e ansimare. Dopo essersi accertato che io sia pronta e bagnata per lui, scivola dentro di me con un colpo deciso. Ci stacchiamo dal bacio in simbiosi annaspando in cerca d'aria. Logan non mi da il tempo di abituarmi a quella pienezza perché inizia a muovere i fianchi con decisione. Ogni spinta, ogni colpo di reni mi portano sempre più vicina all'apice. Tengo la testa gettata all'indietro, i capelli sparsi sul materasso mentre lui ha la fronte premuta contro il mio collo.

Spinge in profondità, penetrandomi sino in fondo. Gemo di piacere sentendolo ansimare, le mie mani che si intrecciando dietro la sua testa e le sue che mi tengono salde le gambe. Affonda la lingua tra le mie labbra dischiuse, bramoso di riempirmi del tutto. Gemo a quel bacio. Le mie unghie gli graffiano la schiena e fanno la stessa cosa con le sue natiche, incrementando la rapidità delle sue spinte. Non riesco più a resistere, ho tutto il corpo in tensione e un groviglio in mezzo alle gambe che ha bisogno di essere sciolto. E così esplodo in mille pezzettini minuscoli, travolta da un orgasmo così potente da farmi girare la testa, gridando il suo nome diverse volte.

Sento Logan irrigidirsi, cacciare un ringhio profondo interrompendo il nostro bacio, poi tremare sopra di me venendo con un suono così penetrante da farmi rabbrividire. I nostri petti si alzano e abbassano affannati, siamo entrambi sudati e tremanti. Quando finalmente allenta la presa sulle mie gambe, si lascia ricadere addosso a me riversando tutta la stanchezza. Il gomito vicino alla mia testa è l'unica cosa che lo solleva dal non schiacciarmi sul materasso. Sono ancora talmente scossa da non riuscire a parlare, le gambe devono ancora riprendersi dai piccoli spasmi di piacere.

Gli accarezzo la schiena con la mano fino a quando non si stacca definitivamente da me scivolando di lato. I nostri corpi sono schiacciati e sudati su un letto singolo, così vicini da riuscire a percepire il calore che emana. Si porta un braccio dietro la testa, gli occhi rivolti al soffitto, una gamba piegata verso l'alto e l'altra allungata a sfiorare le mie. «Stai bene?» mi chiede con voce roca.

Annuisco incapace di parlare. Faccio per voltarmi verso di lui, ma si è già girato verso il muro e ora mi regala la visuale della sua schiena perfetta e ampia.
«Allora buonanotte» dice.

È ferito. Sento il cuore stritolarsi nel petto. «Logan» lo richiamo posandogli una mano sulla spalla. «Possiamo... Possiamo almeno parlarne?»

La sua testa si sistema meglio sul cuscino. «Parlare di cosa? Sei stata fin troppo chiara, no? È solo sesso» mi ricorda, tirando su la coperta che era finita ai piedi del letto. Me la sistema addosso e poi fa la stessa cosa con sé.

Il respiro mi si mozza in gola. «Si ma...»

«E allora buonanotte. Fammi dormire per favore, domattina devo alzarmi presto.»

E così dicendo, chiude il discorso lasciandomi in balia di tutte le sensazioni ed emozioni post orgasmo. Certo, ero stata io a dirgli che sarebbe stato solo sesso ma avrei voluto comunque potermi accoccolare tra le sue braccia e fingere per un po' che tra di noi andasse tutto bene. Lacrime silenziose mi solcano il viso impedendomi di riuscire a chiudere occhio. Devo reprimere diverse volte l'impulso di toccarlo o sfiorarlo, di accoccolarmi comunque contro di lui in cerca di un conforto.

Mason aveva ragione, e la sola idea che io stia spezzando il cuore a Logan per un po' di buon sesso mi fa sentire uno schifo. «Ti amo davvero» mormoro contro la sua pelle una volta che il respiro gli diventa pesante, segno che si è addormentato. «Scusami se non sono perfetta, se non sono come vorresti. Non dubitare mai del mio amore nei tuoi confronti, Logan.» Gli bacio dolcemente una spalla con le lacrime che ancora mi scendono copiose sulle guance.

Fuori sta ancora piovendo quando scivolo fuori dalle coperte alle prime luci dell'alba. Non ho chiuso occhio, ho passato le ultime ore a rigirarmi nel letto crogiolandomi nel dolore che ho provocato ad entrambi. Un ora fa ho scritto un messaggio a Jackson e l'ho supplicato di venirmi a prendere, per cui mi rivesto il più silenziosamente possibile e, dopo aver afferrato tutte le mie cose, mi avvio verso la porta.

Logan sta ancora dormendo quando decido di andarmene senza nemmeno farglielo sapere, da vera codarda. Quasi scappo come una ladra colta sul fatto, allontanandomi così dall'unica cosa che io abbia mai desiderato per tutta la vita: la felicità. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro