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Capitolo 8: ritorno al passato

Katherine's pov
La serata a casa di Juliet era andata bene, ci siamo divertite tanto. Abbiamo un visto un thriller che ci ha fatte pisciare addosso a entrambe, solo che a una veramente. Mentre stava andando a prendere un po' di Coca-Cola in cucina sentendo un rumore inquietante si è pisciata addosso e ha rotto il bicchiere che teneva in mano. Ho riso per mezz'ora mentre July era un cadavere vivente.

La scuola era andata come sempre, uno schifo. Ma July la sapeva rendere migliore di quello che era. Lei è speciale per me, ci conosciamo da quando avevamo cinque anni e da lì siamo diventate amiche, lei mi trattava benissimo, diceva che ero la sua principessa, che doveva proteggermi, che lei era il mio cavaliere e che avrebbe chiesto a suo fratello un' armatura adeguata per proteggermi. Mai ricevuta. Io non la cagavo molto, stavo con le altre mie amiche un pelo più normali, però non mi dispiaceva farmi chiamare principessa da lei, mi sentivo importante per lei e questo mi compiaceva.

Ci siamo legate alle elementari quando ho perso tutte le mie amiche perché erano in altre classi. Fu allora che iniziai a stare con lei. Era un po' stramba anche alle elementari, si vestiva da maschio tutti i giorni, con tuta e maglia larga, però cambiava tuta e maglietta tutti i giorni, ogni giorno aveva qualcosa di nuovo. I capelli amava tenerli legati con una coda alta e portava delle scarpe da ginnastica. Io non ero così, mi vestivo con una sola gonna, perché anche a quei tempi non eravamo proprio benestanti e  mia madre aveva deciso di farmi tenere sempre la stessa gonna,tutti i giorni, quella verde della principessa e il ranocchio: adoravo quella storia, mi stupiva come una principessa si potesse innamorare di una rana. Un mostriciattolo così brutto, blah. Le magliette le cambiavo, però mi piaceva tanto quella rossa scuro con sopra Hello Kitty, non lo guardavo però mi piaceva la gattina. Le scarpe erano sempre le stesse, non ne avevo altre, quelle che facevano la luce colorata quando camminavi. E ogni giorno portavo sulla testa la mia corona da principessa delle fate. La adoravo.

Lei era sempre ostinata a difendermi, da tutto, chiedeva nome e cognome alla persona che voleva parlare con me, un po' pesante, ma simpatica. Invece quando il pericolo non c'era stava con me a chiacchierare e giocare. Era divertente.

Diventammo migliore amiche quando persi mio padre, fu l'unica che stava con me 24 ore su 24. Dormiva da me quasi tutti i giorni anche se le mancavano i genitori. Io la imploravo di tornarsene a casa dai suoi genitori dicendo - almeno tu che ce li hai- dato che gli mancavano (una frase molto solare)ma lei continua a ripetermi - posso soffrire per qualche sera per te, visto che tu soffrirai per tutta la vita- anche lei come me, "felicità portaci via" una frase anche, poco rassicurante però era piccola, a me bastava che lei stesse da me, mio fratello si occupava di noi, poi la sera spariva, io non sapevo dove andasse, ora lo so: ad alcolizzarsi e drogarsi, mentre Jack ci faceva ridere con le sue storielle.

Alle medie abbiamo trovato un'amica, Chicchi, avrebbe dovuto essere in una classe più piccola ma era del nostro stesso anno, perché aveva fatto la primina, era simpaticissima. eravamo il trio migliore del mondo. A Chicchi piacevano gli animali perciò decise di diventare il cavallo, anche se eravamo grandi dovevamo comunque essere qualcuno, io ero la principessa, July il mio cavaliere e Chicchi il cavallo. Io avevo cambiato outfit, jeans, magliette aderenti di tutti i colori e scarpe da ginnastica, July era sempre sportiva, pantaloni aderenti neri di tuta, magliette corte, coda alta e varie scarpe da ginnastica, ma quelle che preferiva erano quelle della Nike. Invece Chicchi portava dei vestiti, mille colori, uno più bello dell'altro, una fascia che cambiava in base al colore del vestito, e un filo di mascara ogni giorno.

Abbiamo legato molto quando mio fratello se ne andò a Oxford University ( dov'è tutt'ora) in terza media. Io ero  molto legata a mio fratello perché, quando non si drogava o alcolizzava era la persona che adoravo di più insieme a Jack. Annabeth non mi piaceva molto, era sempre la più amata da mia madre e Jack ed io la odiavamo per questo, Andrew invece la adorava, diceva che era un panino con tanta maionese per via dei suoi capelli. Odiavo Annabeth anche per questo, aveva anche molte attenzioni da parte del mio fratellone. Chicchi mi rassicurava e mi parlava delle sue tre sorelle più grandi, diceva anche lei avrebbe voluto un fratello così più grande di lei e così stavamo le ore a parlare dei nostri fratelli, così mi passava la malinconia.

Chicchi ci lasciò al liceo, doveva trasferirsi, dalla periferia di Manhattan i suoi avevano deciso di cambiare quartiere di New York. L'addio fu bruttissimo, senza cavallo July ed io eravamo molto più scomode.

Al liceo, Juliet ed io decidemmo di cambiare scuola, una meno costosa della prima, almeno io dovevo cambiarla, Juliet decise di seguirmi. Eravamo da sole in un nuovo liceo, e io iniziai il mio lavoro, il mio tremendo lavoro. All'inizio piangevo come una disperata, andavo da lei, ma Juliet, nei primi tempi, era terrorizzata e anche un po' disgustava da me. Cercava di nasconderlo ma si vedeva, come biasimarla, mi facevo schifo da sola, ero disgustata da me stessa, poi ha deciso di lasciare stare e mi ha consolata. Non la ringrazierò mai abbastanza per questo, ha deciso di mettere davanti la nostra storia che il mio lavoro, che ragazza d'oro. E così finisce la storia: lei rimase.

Tomas's pov
Martedì, ecco il giorno in cui mi sarei dovuto scusare con Alex per aver fissato il culo di Angeline. Andai a scuola togliendomi dalla testa tutti i problemi: dovevo scusarmi, c'avevo pensato tutta la notte e mi facevo schifo da solo, insomma io l'avrei ridotto in cenere Alex, credo, come ho già detto non ho mai avuto una fidanzata, però immagino, che se qualcuno fissasse il culo di mia cugina Bianca lo ucciderei con le mie stesse mani.

Entrai in classe, prima ora: storia. Una materia inutile, tanto sono tutti morti. Comunque la maestra attaccò subito a spiegare, così mi immersi nei miei pensieri ripassando il discorso che dovevo fare ad Alex. Me lo ripassai e riripassai, mi dispiaceva troppo.

- vero signor Smith?- chiese la prof alzando un sopracciglio

Sarà perché avevo dormito poco, sarà perché ero troppo concentrato, ancora non lo so il perché della mia risposta - porca puttana Bernard quante volte ti devo dire che mi devi chiamare Tomas, Tomas cazzo non è difficile- dissi pure scocciato.

- scusi?!?- chiese scioccata la prof mentre tutta la classe scoppiò a ridere. In quel momento capii.

- o madonna!! Scusi!! Scusi! - dissi mezzo divertito anch'io dalla faccia della prof mezzo preoccupato. Ma con questa frase diede di matto, lei era molto religiosa,

- vada nell'ufficio del preside, come osa insultare mio marito?! Rispetto!! Rispetto verso la Madonna e mio marito!!!Oh Bernard!- esclamò mettendosi le mani sul petto e chiamando suo marito con tristezza.

Così andai nell'ufficio del preside, questo mi sgridò per la terminologia che avevo usato e poi mi spiegò che il signor Bernard era il defunto marito della prof. Porco cane che figura.

Per fortuna dal preside ci rimasi per un'ora e così mi rimase inglese che passò velocemente. Intervallo, bene, benissimo! Corsi dal mio gruppo.

- per caso sapete dov'è  Alex? È con Angeline? - chiesi mentre continuavo a ripetermi il discorso mentalmente. Ma loro scossero la testa. - è assente- risposero questi. Non era giornata.

Decisi di marinare le ultime ore di scuola e chiesi - dove abita?-una volta raccolte le informazioni corsi fuori da scuola per andare a scusarmi a casa sua.

Toc toc
Bussai con il fiatone e mezzo morto, no, non era la mia giornata.

- sì? Ah Tomas sei tu, che ci fai qui? - in casa sua c'era la musica ad alto volume e persone che non conoscevo che ridevano come pazzi e urlavano cose senza senso.

- stai marinando la scuola?- chiesi cercando di vedere qualcosa di più dietro di lui

- come te, vuoi entrare? Qui ci divertiamo- disse spalancando la porta, esitai prima di entrare, c'era un motivo se non andavo più a feste e robe simili.

- fra dai, so che sei venuto a scusarti per Angeline, ti perdono se entri- mi ricattò, così lo seguì in salotto e una volta arrivati mi fermai un secondo, c'era una coppia sullo stipite della porta agli antipodi della porta dove stavo io che stavano limonando pesantemente, molto pesantemente, si stavano mangiando. Lì vicino c'era un tavolo, dove c'erano due ragazzi, una sopra l'altro che stavano scopando, così, davanti a tutti, lui con i pantaloni e mutande alle caviglie ma con la maglietta, la ragazza in reggiseno anche lei senza nulla in basso, che muoveva il bacino in modo sensuale, facendo entrare praticamente anche la pancia del ragazzo, mentre anche loro limonavano ed emettevano gemiti di piacere. Ma la maggior parte della gente era attorno ad un tavolino, sopra delle poltrone marrone scuro che ridevano come pazzi, bevevano e giocavano a " obbligo e verità" .

Mi unì disgustato dal "panorama", insieme ad Alex a questi ultimi, mi sedetti vicino a due ragazzi che ridevano come pazzi.

- ok bella raga ora c'è uno del mio gruppo che ho a scuola, l'unico con un po' di cervello e con un bel bel po' di muscoli. Volete vedere con che compagni ho a che fare. Facci vedere i tuoi muscoli Tomas! Levati la maglietta- disse incitandomi, io un po' rosso in faccia mi alzai in modo da poter far vedere a tutti, mentre una ragazza di cui non vidi la faccia disse - se togli anche i pantaloni non c'è problema-

Tolsi la maglietta e in molti rimasero senza parole, mentre Alex annuiva soddisfatto della reazione dei suoi amici.

- visto?- disse ridendo agli altri

-ma è vero che fai a botte con quelli di quinta?- chiese un ragazzo particolarmente sconvolto.

- sì - dissi solamente molto in imbarazzo mentre questo spalancava bocca e occhi.

- allora che ne dite? Può giocare anche lui?- chiese Alex divertito dal ragazzo di prima. Un sì generale si innalzò e così mi rimisi la maglietta e mi sedetti al mio posto di prima.

- bene si inizia, George, piccolo pene che non sei altro, obbligo o verità?- chiese Alex facendo ridere un po' tutti

- obbligo, palla stirata- rispose mentre Alex cercava un buon obbligo

- bacia le tette di Victoria- disse perfidamente, mentre lui faceva una faccia pervertita, si avvicinò alla ragazza e - con mio stupore- si levò la maglietta e il reggiseno senza problemi, mentre il ragazzo le baciava il seno, risero tutti come pazzi, ma io non ridevo, non riuscivo a ridere di tale schifezza, così presi la bottiglia di Vodka e presi un grande sorso. Magari quando sarei diventato ubriaco avrei riso. Quando ebbero finito, tutti risero come pazzi e dopo qualche secondo calò il silenzio.

- bene bene tocca a me, allora be' Tomas, facciamolo a te, obbligo o verità?- mi chiese. Per fortuna in passato ci avevo giocato anch'io e sapevo benissimo che in realtà il gioco si chiamava " obbligo o obbligo" , perché se sceglievi verità, all'inizio tutti sbuffano e si lamentano, poi iniziano a chiamarti " senzapalle" e poi ti sbattono fuori, non è una cosa bella da fare se non conosci nessuno, per niente.

- obbligo- risposi facendolo ridere , molto probabilmente perché aveva già l'obbligo pronto sapendo che avrei scelto proprio questo.

- che ne dici di baciare la fig- incominciò venendo interrotto da Alex, mentre io spalancavo gli occhi terrorizzato, quando giocavo io a obbligo e verità non lo facevamo così volgare.

- amico, vacci piano, almeno all'inizio, ha bevuto poco, se lo ricorderà, inizia con poco- ma sapete che amo proprio Alex?!!

- oook allora bacia il collo di Claudia-disse sbuffando, ok posso accettarlo, mi guardai attorno per vedere una ragazza che si metteva in posizione, vidi una biondina con occhi verdi  con un grande seno in bella mostra dato che era in reggiseno, che spostò la testa.

- ah no, Claudia cara, tu vai sopra di lui, e dato che lui non deve fare nulla perché non è ancora abbastanza ubriaco, tu muoverai i fianchi... sai come- ok ora quel " sai come" mi metteva paura, lei si avvicinò a me e si sedette sopra, poggiando la sua intimità esattamente sopra il mio bellissimo amico, che forse avrebbe avuto una bellissima erezione.

Iniziai a baciarle il collo e lei cominciò, invece a muovere i fianchi sfregando la sua "cosa", chiamiamola cosa, sul mio "coso". Non pensavo però che lo facesse così bene, pensavo che l'erezione sarebbe arrivata dopo un po', invece no, dopo tre secondi quella Claudia là, ce l'aveva fatta. Smisi di baciarle il collo e lei mi sorrise dolcemente e se ne andò.

- bene ooora tocca a me- dissi, e da lì partì non ricordo più nulla, l'alcol aveva fatto effetto. Non mi ricordai proprio nulla.

Quando mi svegliai nel mio letto, sentii una puzza di vomito soffocante. In qualche modo ero tornato a casa e anche  ai tempi prima dei problemi, per fortuna che non ricordavo nulla, altrimenti mi sarei sentito male adesso e sarebbero iniziati di nuovo i problemi.

Spazio autrice
Ok questo è un po' più lungo no? Spero vi sia piaciuto!! Scusate per la volgarità di questo capitolo, veramente, però diciamo che la festa era immaginata così, mi spiace ancora. By puppies ♥️️🤗

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