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Capitolo 1: Katherine

Katherine's pov
Aggiunsi della panna al sugo che stavo preparando da ben 30 minuti. Lo so, è tanto, però diciamo che l'ho bruciato un paio di volte. Un record dato che la prima volta l'ho  bruciato almeno sei .

Presi il mestolo di legno ormai tutto scheggiato e bruciato per via dei svariati anni che possedeva, e lo usai per stabilire se la pasta fosse cotta. La assaggiai e mi accorsi che lo era , forse un po' scotta ma chi se ne  frega. Spensi il fuoco sia della pasta che del sugo e la scolai.

- Annabeth! Jack! A tavola!- chiamai mentre stavo correndo per la cucina alla ricerca di una ciotola. Sentì qualcuno correre in cucina, mi voltai e  vidi la mia piccola Annabeth. Le sorrisi e la invitai a prendere posto,  trovai la ciotola, misi all'interno la pasta e il sugo, mischiai il tutto e la servì a quest'ultima, che chiuse gli occhioni verdi e aspirò a pieni polmoni il buonissimo odore che emanava il sugo.

- salmone?- chiese riaprendo gli occhi e sbattendo le palpebre

- sì, non so perché il venerdì ho voglia di cucinare, insomma, di mettermi all'opera! E anche perché oggi nel test di inglese ho preso una " B"- le confessai il motivo di quella cena speciale servendo il piatto di Jack che mi guardava annoiato commentando - allora dovresti festeggiare molto più di così visto che è la prima volta-

- sei felice?- mi chiese Annabeth cercando di attirare l'attenzione su di lei e non sul fratello che ghignava così  io lo guardai storto in silenzio con la bocca semiaperta - sì molto- le risposi distogliendo lo sguardo assassino da Jack

- non  ti vedo molto felice Kathreen, mi chiedo come mai- commentò alzando un sopracciglio e guardandomi con occhi di chi la sa lunga.

Lo fulminai con lo sguardo e lui rispose con un ghigno - certo, però sai è inglese, avrei preferito matematica- mentii e guardai il pavimento per non sostenere quel facciamo angelico di mia sorella minore. Mi sedetti e iniziai a mangiare la pasta. Era buonissima! Che strano!! Molto più buona delle altre volte!

- nessuno mi dice che la pasta è più buona delle altre volte?- dissi con poca voce dato che avevo la bocca piena ma con tanto entusiasmo, non che ne mi interessasse molto, insomma cucinare non era un mio hobby, però dato che non avevo scelta ogni tanto assaggiare qualche mio piatto buono non era così male , specialmente per questo piatto dato che il sugo essendo molto complicato da cucinare lo provavo da molto tempo. - sì è vero!!- esclamò mia sorella con la bocca piena e tutta la faccia sporca. Gliela pulì con il mio tovagliolo e la ringraziai.

Tornai a mangiare, azzannando con gli occhi il piatto, tanta fame avevo.

Ad un certo punto vidi con  la coda dell'occhio vidi Jack prendersi un altro piatto.

Rise tra me e me mentre  Annabeth diceva - Anche Jack la pensa come me - e rise ancora mentre Jack le faceva un dito medio - JACK!! Non fare il segnaccio ad Annabeth! Ne ad un'altra bambina di 12 anni!!- lo sgridai e lui mi fece il dito medio mentre Annabeth mi guardava male - a te posso farlo- si giustificò Jack

- ehi io non sono una bambina!- protestò subito dopo Anna.

- Silenzio! Allora, primo: Annie, tesoro mio, per me rimarrai una bambina per sempre, anche in tomba. Secondo: Jack puoi farlo a me certo- risposi sorridendo all'ultimo che avevo interpellato che, ghignò e alzò ancora la mano pronto per farmene un altro, ma io presi subito parola - certo, se vuoi preparare da mangiare, lavarti i vestiti e asciugarteli da solo per un mese puoi  continuare pure a farmelo- dissi vedendolo abbassare la mano e sbuffare, avevo rimesso ordine in quella cucina.

Calò il silenzio per qualche minuto che Annabeth ruppe con una domanda - che ore sono?-  mi si irrigidirono tutti i muscoli, sapevo a cosa si stava riferendo.

- è ancora presto- risposi con tono deciso e gelido prendendo un pezzo di pane per fare la scarpetta.

- Katherine Jackson dicci che ore sono- ribatté alla mia risposta mio fratello in modo gelido

- non mi chiamo così Jack, se vuoi interpellarmi sai che devi usare "Kathreen"- lo sgridai cercando anche di sviare  l'argomento.

- smettila di far così Kathreen perché la differenza è minima- ripose lui alzando gli occhi al cielo

- non per me e penso che tu mi debba rispettare come io faccio con te-

- non hai risposto però- ricominciò mio fratello, acuto

-non mi scocciare, ci sarà traffico- risposi iniziando  ad innervosirmi, lo so che era un suo diritto sapere che ore fossero però non potevo allarmare anche Anna. - questa non è una risposta- disse in tono rabbioso come se stesse per scoppiare.

- allora Jack smettila di rispondermi così, ti ho già detto di non scocciarmi -

- DICCI CHE CAZZO DI ORE SONO!!- ruggì Jack alzandosi violentemente facendo spaventare Annabeth che trattenne il respiro. La guardai preoccupata e scattai verso di lui. Quando qualcuno spaventa, fa arrabbiare, ferisce, o le fa provare emozioni poco piacevoli di qualunque tipo alla mia Annabeth io perdo le staffe.

- Comprati un orologio va bene?!? E non ti permettere mai più di alzarti da tavola in quel modo urlandomi contro e spaventando Anna, sono stata chiara?- gli risposi con tono pacato ma gelidamente guardandolo malissimo, cosa che lo fece rabbrividire un pelo mentre si risedeva - non lo farò più, va bene?! Ora dimmi che ore sono!- disse in tono un po' risentito e pentito. Io a quel punto non potei resistere ulteriormente e sospirai rispondendo - 10:36 contento?-sentendo un altro silenzio agghiacciante piombare in cucina mi innervosì ancora di più. Finì il piatto, mi alzai, presi quello di Annabeth quello di Jack e li lavai, in silenzio.

- farà il turno notturno?- domandò preoccupata mia sorella con gli occhi spalancati e le mani sulla bocca. Mi girai verso quest'ultima con sguardo intenerito  e, anche se non ero proprio brava a rassicurare la gente , cercai di rassicurarla - ma va! Io..ci sarà traffico sicuramente- non stavo usando un tono convincente, non lo sapevo usare se manco io ci credevo, mi risultava altamente difficile. Finì di fare la cucina e imposi ai miei fratelli- a letto- con tono rigido, non riuscivo a sopportare mia madre certe volte. Vedendo che non avevano proprio intenzione di andarsene me ne uscii a passo spedito, decise così, Anna di uscirsene dalla cucina un po' intimorita e cosa che fece anche Jack sbuffante dai miei modi di fare. Se sapessero qualcosa in più su di me, o almeno se sapesse qualcosa in più  Annabeth, Jack già sapeva tutto, non avrebbe più tanta preoccupazione per una cosa simile.

Accesi il telefono guardando un po' Instagram mentre aspettavo che la mia sorellina si cambiasse.

- Katy- chiamò con poca voce ma piena di dolcezza, da lontano. Mi fiondai in camera nostra per andarle a dare la buonanotte, la vidi nella sua vestaglia celeste con i bordi di pizzo bianco, quest'ultima  era di mia nonna, che l'aveva regalata a mia madre che poi diede a me e infine io la donai a lei. Si sdraiò sul letto scrutandomi, io le rimboccai le coperte, cercai di sorriderle con dolcezza e me ne andai dalla camera : dovevo prepararmi. Misi dei pantaloni aderenti neri, cercai una canottiera nera, me la sistemai in modo che fosse molto scollata, presi la mia giacca di pelle bianca e andai in bagno.

Presi il mio eye-liner nero e me lo passai sugli occhi, presi dal beauty-case il mio mascara e il rossetto. Aprii il tappo del mascara e me lo misi spalancando i miei occhi azzurri gelidi come la notte e freddi come il ghiaccio, a volte mi stupivo perfino io della loro freddezza, non pensavo di averceli così.

Sbattei le palpebre un paio di volte dopo averlo messo e infine presi il rossetto rosso, aprì il tappo e ruotai la rotella per farlo salire. Feci per posarlo sulla mia labbra ma la mia mano si fermò a metà strada, mi guardai per lunghi istanti allo specchio, era sempre una grande fatica guardare allo specchio quella ragazza, povera, orribile,bella solo fuori, perché dentro era un disastro, uno scherzo della natura che non aveva amici, tranne una, una santa perché un mostro così nessuno lo avrebbe accettato. Se la gente giudicasse me per ciò che ero veramente  mi sa che non mi guarderebbe manco più  in faccia, anche se nessuno lo fa. Tutti guardavano il mio seno grande o il mio fondoschiena abbondante, sia uomini che donne, i primi mi guardavano come se fossi un dolcetto da mordere al più presto mentre le ragazze mi guardavano con disgusto e invidia . Sospirai e mi misi il rossetto velocemente per far finire quella tortura. Lo chiusi e manco lo rimisi a posto, spensi la luce e corsi verso la porta con le chiavi in mano che pendolavano.

Ricevetti un messaggio, così mi bloccai. Il cuore prese a battere velocemente sperando che fosse quello che desideravo tutte le volte. Accesi il telefono e scoprì  che era la mia unica amica  Juliet che chiedeva se fossi già arrivata. Risposi sospirando delusa e poi spensi  il telefono. Aprii la porta di casa, come molte, moltissime volte, senza provare alcun sentimento uscii, chiusi la porta a chiave e  andai, andai incontro all'oscurità. Ormai ci ero abituata, le cose andavano così punto.

3 ore dopo

Tornai a casa tranquillamente, assaporandomi la fredda aria di novembre in periferia di Manhattan. Controllai i miei soldi, sospirai e continuai a camminare chiudendo, certe volte, gli occhi per pochi secondi, ormai ciò che facevo non mi scalfiva più come una volta, non mi spezzava il cuore, perché ormai quasi non ce l'avevo più.

Aprii la porta di casa mia e ritrovai mia madre tutta tremante a terra, piangente con i vestiti stracciati e la testa poggiata sulle ginocchia. " oh che qualcuno sia con me " pensai, non credevo più in nessun dio o dea, o spiriti della natura. Prima sì, ci credevo, ed ero anche molto religiosa, ma dopo, quando ci siamo trovati in questa situazione ho smesso di credere in quelli ipocriti, mi faceva male pensare che una creatura divina, Dio o Cristo avrebbero il cuore di lasciarmi così, da sola, lasciare una ragazza che non aveva mai fatto nulla di male a nessuno.

Mi avevano spedita in quell'inferno senza avermi mai giudicata. Sospirai pesantemente e alzai gli occhi, abituata anche a questa situazione, ero abbastanza stanca della mia vita, molto. Sarà stata la seconda volta in un mese che le capita, non potevo sopportare il fatto che ogni volta che le chiedevo il racconto, alla fine, non lo trovavo mai così tremendo.

- sono scappata per poco, pochissimo, mi volevano stuprare!! Capisci?! Mi volevano...- sospirai, annuii e la feci alzare - mamma erano ubriachi, ciò non significa che ti volevano stuprare, ora vatti a fare una doccia calda mettiti in pigiama, dimentica quello che è successo solo per sta notte e vai a letto. Chiamami se c'è bisogno, domani ne parleremo con più calma, va bene?- le dissi con il tono più calmo del mondo, lei annuì e se ne andò in bagno strisciando coi piedi.

Sospirai e andai in camera dove trovai la mia sorellina amata che dormiva, i boccoli biondi ricoprivano il suo faccino perfetto, troppo perfetto per essere vero. Il corpo era immobile se non quando inspirava e espirava l'aria . Sembrava un quadro. Un quadro senza imperfezioni. Il quadro più bello del mondo. Ogni cosa, ogni particolare sembrava studiato.

Mi stesi fregandomene del fatto che fossi vestita e truccata, e di quello che mi circondava, tranne, ovviamente, la mia Annabeth, l'unica persona che sapeva meno di tutti, ma a cui tenevo più di tutti, più di me stessa. Così mi addormentai.

Lei era il mio tutto, la mia felicità, in quella vita senza senso. La luce di una stella nella notte più nera, la voce dolce e candida nel silenzio glaciale, la speranza. Ogni decisione, ogni azione, prima di compierla, pensavo a lei e, a come avrebbe reagito. Se fosse stato un vantaggio per lei, o uno svantaggio. Ogni cosa, anche se per me sarebbe stato  un grande peso sulle spalle, l'avrei portato tutta la vita e anche di più, pur di farla vivere felice, anche in questa situazione troppo difficile.

Spazio autrice!!
Eccomi con una nuova storia solo per voi, lo so, lo so continuo a farne una e cancellarla o lasciarla a metà😅 però per piacere capitemi, ero molto occupata ma volevo comunque andare avanti, alla fine ha vinto la scuola come sempre🙄😒 e va beh! Questa storia l'ho praticamente finita, o almeno non l'ho scritta ma ce l'ho tutta nella mia bellissima testa🙈, dal primo capitolo all'ultimo. Comunque, spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo della mia prima storia originale. Ci vediamo la prossima volta, ciao cuccioli!!😘♥️️

Ecco la famiglia di Katherine:

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