Sconosciuti d'ovunque.
Sconosciuti. Attorno a me c'erano solo sconosciuti. Ero appena sceso dal treno con il mio trolley seguito dal mio zaino in spalla e ero seriamente preoccupato da quanta gente era presente in stazione. Scossi la testa, non dovevo divagare, dovevo solo arrivare al mio nuovo appartamento e finalmente concedermi un po' di riposo. Casa mia dovrebbe essere poco fuori dal centro e a me va benissimo così. Non voglio sentire alle due di notte macchine su macchine attraversare le strade trafficate. Uscii dalla stazione e chiamai un taxi. Un quarto d'ora dopo ero a casa. Faceva strano dirlo, non era ancora del tutto casa mia. Tra poco però lo sarebbe stata. Trovai le chiavi del vecchio padrone sul uscio e aprii la porta con esse. La casa era bella e a mia sorpresa trovai i miei mobili già messi a posto. L'appartamento non era né troppo grande ne troppo piccolo, era grande il giusto. Era a due piani: al piano terra c'era il salotto, la cucina e un bagno. Al secondo piano c'era la mia camera e un altro bagno. Presi le scale trasportando dietro di me le valigie e buttai tutto a lato del mio letto. Dopodiché mi lasciai cadere su di esso sfinito, volevo solo dormire ma non ci riuscivo. Presi il telefono e guardai l'ora:
16:30.
Avrei fatto una passeggiata, pensai, infatti cinque minuti dopo ero fuori a visitare la città immensa che mi circondava. A lato delle strade c'erano negozi, su negozi e davanti a esse passavano macchine, autobus, taxi e moto. Poi, notai qualcosa di strano. Una ragazza dai capelli castano con un maglione bianco molto fantasioso sbracciava vicino alla gente davanti a un negozio di fiori. Continuai a camminare indifferente e appena passai davanti a lei sentii che sospirava delusa. Mi sentii in colpa, infondo cercava di fare del suo meglio, così tornai indietro. <<Ciao...!>> La salutai. Leii alzò il viso e tutto d'un tratto passò dal essere scontenta a essere al settimo cielo. <<Ciao! Vuoi comprare qualche fiore?>> Un fiore non mi serviva a nulla, però decisi di acquistarlo comunque per rendere la sua giornata felice. <<Certo!>> Gli risposi allegro e i suoi occhi viola si illuminarono. Probabilmente portava delle lenti, però erano comunque belle. Entrai assieme a quella ragazza e un adolescente dai capelli viola chiaro dietro un bancone mi sorrise. Aveva degli occhi giallo accesi e portava una felpa dello stesso suo colore dei capelli. I jeans che indossava erano leggermente strappati e le scarpe da ginnastica erano delle Adidas nere e bianche. <<Buongiorno, che cosa vuole comprare?>> Mi guardai attorno, c'erano fiori di tutti i tipi: girasoli, tulipani, peonie, margherite...<<Credo che prenderò una rosa, se non le dispiace.>> <<Affatto!>> Si avvicinò a un angolo del bancone e prese da un vaso una rosa rossa profumata. La mise in un piccolo sacchetto trasparente che rivestì tutto il gambo e me la porse. <<Ecco a lei! Sono quattro euro!>> Frugai nelle tasche, non avevo soldi. Impallidì, era un bel problema. <<I-io non ho soldi...>> Il ragazzo viola si bloccò, poi mi porse un sorriso dolce. <<Tranquillo, me li porti domani.>> Mi sorpresi di tutta quella gentilezza e lì ringraziai, non era da tutti avere un dono così bello. <<Comunque io sono Strecatto e lei è Anna, piacere di conoscerti!>>
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