Not friends anymore.
11:30 p.m.
Sono ancora seduto sul albero e anche se il parco è chiuso, io sono rimasto lì sopra a ragionare. Guardai il telefono, che proiettò una forte luce azzurina sul mio volto, accecandomi. Qualche secondo dopo, riuscì a vedere circa i cento messaggi inviati e le cinquantatré chiamate perse dove tutti si domandavano dov'ero finito. Non volevo rispondere: avevo il cuore in frantumi e io volevo solo lasciarmi andare a quel profondo e buio abisso di malinconia.
Mi sentivo...vuoto.
Volevo piangere.
Volevo riniziare da capo.
Mi sdraiai su quel ramo ruvido e guardai le stelle infinite che si trovavano sopra la mia testa. Stranamente le riuscivo a vedere chiaramente, nonostante i lampioni per strada e qualche minuto dopo riuscii a vedere la Stella Polare. Per la sua lucentezza era sempre stata amata da astronomi e sinceramente non me ne era mai importata più di tanto. Però ora mi sorgeva una domanda: perché continuava a brillare? Aspettate, ora mi spiego: Tutti nella vita nasciamo per uno scopo, ma quelle stelle per cosa erano nate? Per illuminare la galassia? Può essere...E io?Per cosa ero nato? Per cosa vivevo?
Sbuffai lasciandomi cadere con le gambe a penzoloni giù per l'albero. Troppe domande complicate per i miei gusti, dovevo solo rilassarmi e lasciarmi andare. Mentre sbadigliavo sentii una voce a me familiare che mi chiamava e cercai di capire chi era. <<Alex!>> Quella persona aveva una voce leggermente acuta ma anche allo stesso tempo calma, come se stesse cercando di tranquillizzare qualcuno. <<Alex, dove sei? Alex!>> La sua voce divenne sempre più acuta e in cerca di aiuto. <<Alex, ti prego rispondimi! Alex!>> Adesso la voce di quel ragazzo era diventata disperata e riuscì a capire chi era: Giorgio. Senza pensarci, pronunciai il suo nome con un urlo e mi tappai subito la bocca. Non lo avrei mai voluto avere con me in quel momento, infatti sul momento me ne pentii. <<A-Alex?!>> disse in un sussulto e qualche secondo dopo mi vide, ma (per mia sfortuna) cercò di raggiungermi. Si staccò la cannula e buttò la bombola dall'altra parte del cancello, dopodiché scavalcandolo. Riprese il "suo ossigeno portatile" e infilò la cannula nel naso, per poi dirigersi sotto il mio albero. <<Alex, che fai là su?! é da tutto il giorno che ti cerchiamo!>> Abbassai lo sguardo con gli occhi lucidi, ripensando a tutto ciò che mi era successo. Credo abbia visto i miei occhi colmi di lacrime, perché la sua voce si addolcì. <<Ale...Che cosa è successo?>> mi chiese e io scossi il capo, indifferente. <<Ma niente...Tanto sono io lo schifo, vero?>> Il suo viso passò dal essere confuso al essere terrorizzato. <<M-Ma lo sai, che io n-non dicevo veramente...>> Scesi dalla pianta e feci per andarmene senza parole, ma lui mi abbracciò da dietro, bloccandomi. Mi irrigidì e non volli le sue bugie per una volta, così lo spinsi via. Il mio amico mi sorrise. Ve lo posso giurare, aveva sorriso. <<Mi spiace se ho deluso anche te...>> Affermò e mi sentii colpevole, infondo era tutto partito da me. <<Sai, mi manca ridere e sembrare stupidi, insieme, io e te.>> Mentre lo dicevo, un singhiozzo si intromise e lo guardai con le lacrime. <<Faccio schifo; Giò.>> Affermai aprendo le braccia e cercando di non piangere mentre lo dicevo. <<Ormai lo sanno tutti...>> Lasciai penzolare le braccia e non mi trattenni più: scoppiai in un pianto fragoroso e disperato che sembrava non avere fine. Giorgio si avvicinò e mi abbracciò forte, ma io continuai a rilasciare lacrime, infradiciando la sue felpa blu della Vans. <<Scusa Alex, sono stato anche io uno s*****o...>> borbottò e gli dissi che mi dispiaceva anche a me. Volevo che finisse questa tortura, chiamata anche dolore. Poco dopo mi staccai e con la manica della felpa mi pulì il naso gocciolante, ora diciamo che era tutto apposto tra noi due. A quel punto ci guardammo negli occhi: li ricordo ancora, i suoi ripieni di speranza ma allo stesso tempo spaventati come se in quel momento la sua mente non trovasse una via di fuga.
Così, d'istinto lo baciai.
Fu intenso e fu il bacio più vero che diedi in vita mia.
Fu il bacio migliore tra tutti.
Mi piaceva Giorgio e lo avevo finalmente capito in quel momento.
Qualche minuto dopo ci staccammo e gli dissi con "LEGGERO" imbarazzo che mi piaceva. Lo scrutai e lui sorrise sussurrandomi all'orecchio che anche a lui gli piacevo. <<D-davvero?!>> affermai sussultando e lui fece un cenno col capo. Ero felicissimo, mi sentivo realizzato finalmente. Senza fargli aggiungere un'altra parola, lo baciai di nuovo e lo portai a casa mia, soddisfatto. Avevo in mente di fare qualcosa di molto...azzardato. Appena arrivammo, lo condussi in camera mia mano nella mano e lo continuai a baciare sorridente. Giorgio, come se avesse capito i miei intenti, mi fece cadere con lui nel letto e mi svestì velocemente, senza difficoltà. Io feci lo stesso con lui e dopo di che lo continuai a baciare. Era tutto perfetto insieme a lui. 15 Marzo, un giorno da non dimenticare.
Giorgio's POV:
Mi risvegliai di nuovo nel letto di Alex, ma questa volta non ero sorpreso, ero felice. <<Hey..Svegliati...>> gli sussurrai e lui con un grugnito poco felice si svegliò. <<Alex...Devo chiederti una cosa...>> Il mio amico (?) si alzò di scatto con i suoi capelli blu spettinati e mi guardò, chiedendo cosa succedeva. <<V-Vuoi essere il mio fidanzato?>> balbettai e lui mi baciò, sottolineando un sì entusiasto. La mia felicità esplose e con un abbraccio lo feci ribaltare sul letto. Sapevo che non eravamo più amici, ma qualcosa di più bello e impressionante. Sentii le guance avvamparsi mentre baciavo Alex e un pensiero mi passò per la mente e lo accolsi con euforia.
Ora.
Finalmente.
Il vuoto dentro di me.
Si era chiuso.
Ora ero completo.
Angolo autrice:
Ciao ragazzi! Come va? Spero tutto bene e spero anche che il capitolo vi sia piaciuto! TheBadNauts avverata a quanto pare! Scusate per la piccola parte un pochino pervertita...Noi ci vediamo a un prossimo capitolo, alla prossima!🤍☁️
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