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I mostri sono le cose più belle che esistano

Ero in piedi a osservare quel sperduto Giorgio annuire alla dottoressa che gli spiegava le cure che doveva fare.

Lui era sempre stato un piccolo bambino indifeso e insicuro in un enorme mondo dove l'oscurità è proprio dietro l'angolo.

Pensai, mi ricordava la citazione di Gandalf a Bilbo Baggins nel ultimo film di Lo Hobbit: "Sei solo un piccolo individuo in un vasto mondo, dopotutto." (@loatennis approva) Quella frase, valeva anche per Giorgio. Era solo un piccolo bambino sperduto in un mondo troppo confuso e difficile per lui. Per questo, io lo aiuto. È il mio dovere, io non voglio abbandonarlo. Resta mio amico nonostante tutto e gli amici non si abbandonano, sopratutto nel momento del bisogno. Appena la dottoressa si allontanò, io mi avvicinai e gli presi la mano con dolcezza. <<Ehy.>> mormorai e lui mi guardò con un sorriso triste. <<Ha detto che devo fare una cura, chiamata Chemioterapia.>> Gli strinsi forte la mano e Giorgio ricambiò, come per ringraziarmi che ero lì, con lui. <<Facciamo un giro?>> Gli chiesi e il mio amico amico fermo nel letto, accettò. 

Due minuti dopo eravamo in corridoio a osservare l'ospedale con la musica sparata nelle orecchie. Lui, con la bombola per l'ossigeno e io con il telefono. Stavamo ascoltando "Wanderlust" di Alfa, è una canzone che ha spopolato molto da diverso tempo, a quanto pare.

Dimmi solo cosa vuoi fare
Io che ho riempito pure di lacrime il mare
Sai ne ho versate tante di lacrime amare.
È tutto un prendere o lasciare, che scegliamo?
Tu ti sei lasciata prendere la mano,
Ma non ci voglio pensare.
E ho perso aerei,
Ma la meta non è poi così lontana.
Ed ho persi treni,
Senza mezzi, ma vado per la mia strada.
La farò a piedi,
Però casa mia non la metterò in vendita
Se perdo la ragione, è perché tu sei la ragione,
Di quel mio senso di perdita che non mi lascia più.

A quel punto, non so come, mi lasciai trasportare dalla musica e iniziai a cantare in mezzo al corridoio, fregandomene di tutto e tutti.
<<La vita è una stazione, c'è chi viene e chi va...>> Guardai Giorgio e lui mi sorrise continuando la canzone. <<Ma fra tutte le persone vorrei che tu stessi qua...>> Da lì, tutti ci guardarono ma non fummo in imbarazzo, anzi: eravamo contenti. Di essere solo noi due, contro il mondo, a cantare liberamente per lasciare andare i problemi. <<È tutta immaginazione, io vivo dentro Wanderlust!>> Urlai e lui si girò euforico, come se gli avessero appena detto che era guarito da quella maledetta malattia. Lo presi con facilità (dato da quando era magro) e me lo misi sulle mie robuste spalle correndo per i corridoi, cantando a squarciagola. Non mi ero mai sentito meglio, io e lui assieme, senza regole, liberi da tutto. 

Mi voltai a guardare a destra e sinistra mentre correvo freneticamente con Giorgio sulle spalle e notai che stavamo passando davanti al reparto di pediatria, dove venivano ricoverati molti bambini. <<Giò, ti va di fare un salto da quelle piccole pesti?>> <<Ok!>> approvò e ci infilammo dentro. In una sala aperta a tutti, vidi dei ragazzi e bambini che giocavano o parlavano tra loro. Una voce familiare proveniva da dentro, ma non gli diedi molta importanza. <<Bambini!>> urlai entrando nella stanza, sempre con Giorgio in spalla e calò il silenzio. <<Andiamo a fare un giro tutti insieme?>> Un grido di "sì" levò da tutte le labbra dei ragazzi. Li osservai attentamente e vidi sopratutto adolescenti sui quattordici e quindici anni che si avvicinavano a me. Qualcuno aveva delle ossa rotte, qualcun'altro si portava una flebo appresso e qualcuno ancora aveva lo stesso problema di Giò. La cosa che mi sorprendeva, è che nonostante la mia cicatrice, nessuno era spaventato di me. Feci scendere dalle mie robuste spalle Giorgio e lui condusse in corridoio tutti i ragazzi, come se lui fosse la loro guida. Controllai che ci fossero tutti e notai una figura al buio in un angolo, intenta a osservarmi. <<A-Alex...?>> mi chiamò, ma io non riuscì a capire chi era. Questa si fece avanti e la riconobbi: aveva i capelli color verde fosforescente e portava una felpa con cappuccio sempre verde ma più scuro. Indossava dei jeans strappati neri e delle All Stars bianche. <<X-Xela...?>> Lui annuì e indietreggiai allibito. <<Tu...Qui...Perchè?>> Il mio gemello scosse la testa con un triste sorriso e disse che era venuto qui perché faceva volontariato. <<Sono cambiato.>> affermò come per scusarsi cosa era successo in passato, ma non volevo ascoltarlo. <<Anche io lo sono.>> feci per andarmene, ma lui mi bloccò. <<A-Alex...Mi dispiace per tutto...Veramente...>> Scossi la testa sorridendo e mi girai verso di lui. Aveva le lacrime agli occhi, non avrei mai pensato avrebbe reagito così. <<Sei già stato perdonato, tranquillo.>> Xela mi abbracciò forte e con fare felice disse che doveva andare. <<Ci vediamo, Alex!>> urlò e io lo salutai con una mano. Ero felice, che ora era tutto apposto. Mi ero levato un peso finalmente.

Mi diressi verso il corridoio e una piccola bambina sugli otto anni mi fermò. Certo che lo hanno tutti questo vizio di bloccarmi quando devo svolgere qualcos'altro. <<Signore?>> mi chiese e io la squadrai da capo a piedi. Aveva un camice da ospedale e il volto ricoperto da cicatrici. Mi spaventai nel guardarla in volto lì per lì, ma poi mi accorsi che era una bambina veramente bella e le ferite la rendevano ancora più carina. Mi inginocchiai per parlarle faccia a faccia e lei mi spiegò la situazione. <<Quei ragazzi mi hanno chiamato mostro.>> Affermò indicando tre adolescenti appoggiati al lucido muro dell'ospedale. Non sembravano affatto affidabili e neanche simpatici. Rimasi spaventato da che reazione potrebbe aver avuto la bambina da quella parola: a volta poteva rovinarti l'esistenza. <<Cos'è un mostro?>> chiese e tirai un respiro di sollievo, per fortuna non ne sapeva il significato. La presi in braccio e la guardai negli occhi. I capelli neri che scendevano lungo la schiena e i suoi occhi azzurri mi osservavano confusa. <<I mostri sono le cose più belle che esistano.>> dissi con dolcezza e la sua risata felice si sparse in tutta la struttura per diffondere gioia.

Angolo autrice:
Ehi, ragazzi! Come va? Spero tutto bene, volevo solo scusarmi se ci ho messo molto a scriverlo e pubblicarlo, ma con la scuola ho molte cose da fare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo alla prossima!🪐♥️

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