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Guance rosse come fiamme.

Mi risvegliai sdraiato su due siede ciano in un corridoio bianco pallido e sentivo che la mia testa stava per esplodere peggio di un asteroide. Intorno a me tutto puzzava di alcol e la cosa mi faceva voglia di fare vomitare, da incoronare il tutto una figura sfocata mi stava scrutando da molto vicino e diciamo che mi senti per un attimo in un videogioco horror. Non capivo chi era, ma dopo poco lo riconobbi. <<Lyon...>> Dissi in un sussulto confuso e lui scosse il capo, infastidito. <<Alex...>> affermò morsicandosi la lingua. Hai fatto davvero una cosa deludente, lasciatelo dire.>> Mi girai dalla altra parte ancora scossumbalato e feci un "sì" con la testa. Mi veniva da piangere, facevo schifo a quanto pare. Giorgio probabilmente era morto pure per colpa mia, non sapevo nulla su di lui ora. <<Guardami.>> Mi disse con tono duro e voltai la testa verso il mio amico. Le lacrime minacciavano di uscire ma non volevo sembrare debole, non questa volta. <<So tutto, Alex.>> Continuò e sussultai dallo stupore. Come aveva fatto? <<Giorgio ha rischiato di morire per quella c*****a.>> Lyon sfoderò un sorriso a trentadue denti e chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo. <<Giorgio è vivo, Alex.>>  Mi rimisi in piedi di scatto e balbettai un "che cosa" confuso. <<Sì, è vivo.>> ripetè sorridendo e mi precipitai frettolosamente nella stanza 306, quella di Giorgio. 

Dentro c'erano Stefano, Anna e Strecatto che chiacchieravamo felicemente con il mio amico, vivo e vegeto. Appena fui davanti lui, Giorgio mi osservò allibito, assieme ai miei amici che mi incitavano a farmi avanti. Ormai le piccole gocce che mi rigavano il viso erano impossibili da trattenere e mi buttai a pelle di leone sul mio amico. <<M-mi d-dispiace.>> borbottai tra i singhiozzi. Mi sentivo uno schifo a averlo trattato così. Sentii delle mani delicate che mi presero il viso e cappi che Giorgio voleva che lo guardassi. <<é tutto okay ora.>> disse con tono dolce, ma io sapevo che infondo non lo era. <<Mi spiace anche a me, per averti urlato quelle cose...>> Abbassò lo sguardo dispiaciuto ma io scossi la testa per contraddirlo. <<Infondo era la verità...>> sussurrai e lui mi diede un bacio sulla fronte, per confortarmi. Avvampai e diventai rosso peperone, anche se dobbiamo essere sinceri...Mi era piaciuto. Il nostro momento magico venne interrotto da Anna, che stava urlando continuamente "Ship" mentre io, imbarazzato, la fulminavo con lo sguardo. Cinque minuti dopo, mi spiegarono l'intera situazione: Giorgio tra due settimane avrebbe fatto un intervento per i polmoni, a quanto pare avrebbero sostituito i suoi organi "ammaccati" con degli altri sani. Se sarebbe andato bene il mio amico sarebbe tornato alla sua normale vita e se fosse andato storto tutto ciò che rimaneva di lui sarebbe stata un tomba...

Ero fermo a osservare l'enorme centro commerciale colorato in cui mi trovavo: io e Giorgio eravamo a assaggiare dei mini tacos che ci offriva una signorina, mentre gli altri andavano a caccia di vestiti, tecnologie e cibi...<<Ho una fame tremenda...>> mi lamentai mentre la mia pancia brontolava rumorosamente. <<Tu hai SEMPRE fame.>> sottolineò Giorgio, trascinandosi dietro la flebo. Notai che le persone intorno a noi ci fissavano, ma il mio amico (a differenza mia) era molto a disagio, come se loro avessero potuto giudicarlo per ciò che era. <<Ignorali.>> affermai, ma lui non ne sembrava molto convinto. Sapevo come ci si sentiva e volevo aiutarlo, ma avevo paura di fare dei danni irreparabili nel suo cuore. <<La società non possono capire quanto tu sei unico, rispetto a loro. >> spiegai arrossendo un po' troppo e lui come ringraziamento, mi regalò un sorriso smagliante. <<Mai quanto te!>> disse ridacchiando, ma io scossi il capo con le guance che andavano in fiamme. Mentre passeggiavamo tra quei vasti e enormi negozi sentii il calore del suo corpo e le nostre mani che si sfioravano tra di loro, come alla ricerca di qualcosa che non riuscivano a trovare. Si toccavano sempre di più, come il vento leggero che ti accarezza il viso durante una mite giornata di estate, finché lentamente si intrecciarono come i ruvidi rami di un albero. Nello stesso millesimo di secondo guardammo le nostre mani e ci guardammo nel viso: Gli occhi di Giorgio brillavano di qualcosa a me sconosciuto...era...la speranza? La conosco! Questa, era la speranza di credere in qualcosa che è molto lontano da noi. La avevo intravista in molte persone, pure negli occhi di Stefano quando aveva visto per la prima volta Mario, intento a creare pozioni chimiche nel suo laboratorio. Ma nei miei occhi non è mai nata quella scintilla e mai succederà, a quanto pare.

*Flashback*

<<Alex Nauts.>> mi chiama la professoressa a voce alta durante l'appello e io di scatto mi alzò dal mio banco urlando il solito "presente" mattutino. Goffamente, faccio per sedermi e (non so come ringraziarti miss Sfiga) la mia sedia si ribalta. Cadendo verso il terreno, vedo le facce dei miei compagni pronte a scoppiare dalle risate. Appena toccai terra tutti scoppiano a ridere. Con indifferenza, rimetto la sedia a posto e guardo i miei compagni sorridenti. Con una faccia impassibile e gli occhi spenti li scrutai, ma loro ebbero pure da ridire su questo.

<<APATICO!>>

<<NERD!>>

<<MOSTRO!>>

Mi toccai la cicatrice e guardai la mia "ragazza". Aveva abbassato lo sguardo imbarazzata, invece che difendermi. Tipico delle persone false, pensai e una nuvola nera di delusione mi avvolse. Piansi in silenzio e finalmente capii che era troppo tardi: Nel mio silenzio, avevo urlato "aiuto" troppe volte, ma la gente era troppo egoista per pensare agli altri.

...

*Fine flashback* 

Angolo autrice:
Ciao ragazzi! Come va? Spero bene, scusate tanto il ritardo del capitolo ma spero che vi sia piaciuto comunque! Qualcosa tra Alex e Giorgio sta nascendo a quanto pare... però a me sembra che questo capitolo che ho fatto non sia venuto benissimo, fatemi poi sapere voi cosa ne pensate! Alla prossima!🖤⚡

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