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Appuntamento con Giorgio.

Ero lì fermo nel parco pensieroso a aspettare Giorgio, in anticipo di dieci minuti e il mio "amico" non si era ancora presentato. Passarono pochi minuti dove stavo fermo come uno stupido in mezzo al parco, mentre continuavo a ascoltare Symphony di Zara Larsson con la sua forte voce acuta, così tanto da spaccare i vetri di una finestra. Guardai il panorama attorno a me: c'era gente che portava i cani a spasso e panchine ogni settecento metri accompagnate da una massa di alberi impetuosi. La pianta di fronte al mio viso aveva dei rami che si intrecciavano formando una grande verde chioma rigogliosa, esposta al mite sole che inondava tutto. Mi ci avvicinai e appena fui davanti a essa. ci salii sedendomi sul ramo in mezzo. Mi sdraiai su di esso mettendo la testa contro l'albero e la vista verso il cielo. Le mani in tasca, il vento fresco e il sole che mi scaldava era un mix perfetto.

I've been hearing symphonies
Before all I heard was silence
A rhapsody for you and me
And every melody is timeless
Life was stringing me along
Then you came and you cut me loose
Was solo singing on my own
Now I can't find the key without you
And now your song is on repeat
And I'm dancin' on to your heartbeat
And when you're gone, I feel incomplete
So if you want the truth
I just wanna be part of your symphony
Will you hold me tight and not let go?
Symphony
Like a love song on the radio
Will you hold me tight and not let go?

I minuti passavano lentamente: sembravano infiniti e Giorgio non era ancora arrivato. Mi voleva dare buca? Accesi il telefono e guardai l'ora leggermente spazientito:

15:03.

"Sarà solo in ritardo" pensavo, ma non ne ero certo. Più che pensarlo, lo speravo.

Erano ormai le 15:13 e non era arrivato.  Mi aveva tirato il pacco, illuso me. Perché lo aveva fatto? Avevo detto qualcosa di sbagliato? Sentii pronunciare il mio nome e guardai giù dal albero: un ragazzo dai capelli castani arruffati che indossava una grossa felpa bianca della Levis e dei jeans strappati mi chiamava. <<Giorgio?>> domandai e lui fece un cenno col capo accompagnato da un sorriso luminoso. Sorrisi di rimando e rimasi sollevato mentre gli porgevo la mano: <<Vuoi salire?>> <<Ehm...>> titubò, ma poi la prese afferrandola saldamente. Lo tirai sù (con fatica) e si sedette accanto a me. <<Pensavo non saresti venuto.>> dissi senza guardarlo, io contavo su di Giorgio. <<Ma scherzi, Alex?>> rispose ridendoci su. <<Io-...>> mi guardò e si bloccò sussultando. Era spaventato per la mia cicatrice: pensavo fosse diverso e invece era come tutti gli altri. <<Scusa, io...>> alzai la mano per stopparlo e si fermò dispiaciuto. <<Tranquillo, ci sono abituato.>> dissi con un sorriso così falso che neppure la Barbara D'Urso usa in tv. <<So che non dovrei chiedertelo...ma come te la sei fatta?>> spalancai gli occhi impietrito e lo guardai con i bulbi oculari fuori dalle orbite. Sospirai e chiusi gli occhi, pensando se dovevo dirglielo o no. Dovevo fidarmi? <<Va bene.>> gli risposi sperando che poi non si sarebbe messo a trattarmi come una vittima. <<Quando avevo circa quindici anni, stavo litigando in cucina con mio fratello, Xela.>> tolsi lo sguardo da Giorgio e lo posai sulle mie mani. <<Ero furioso con lui perché continuava a dire cose private di me alla mia ragazza.>> strinsi i pugni per il ricordo, era veramente un infame quando voleva. <<Ero preso dalla rabbia e lo spinsi per terra. Così alzò anche lui le mani...Ma...In modo molto peggiore.>> Ricordo ancora oggi  la furia che provavo contro di lui e le urla confuse che riempivano il silenzio di quella casa vuota. <<Non so come, si ritrovò con un coltello in mano...e...hai capito.>> chiusi gli occhi ripensando a quella sera, da quel giorno in poi iniziò l'inferno: tutti i miei amici sparirono e la mia ragazza mi lasciò. Non volevano stare con un "mostro". <<Mi dispiace Alex, veramente tanto, anche per prima.>> e mi abbracciò, un gesto che non mi sarei mai aspettato. Un gesto che diceva più di mille parole, un gesto che trasmetteva affetto e solidarietà, un gesto che diceva che ero importante per lui. Arrossì e apprezzai davvero tanto, quel Giorgio aveva qualcosa di diverso dagli altri. Okay, okay. Non criticatemi. Va bene, ho detto prima che non era diverso dagli altri, ma ho sbagliato ok? "Errare è umano" dicono, poi non so se io sono un alieno o altro. Restituì l'abbraccio e sul grande albero di quel parco diventammo amici.

Angolo autrice:

Allora ragazzi, io sono euforica di questo capitolo. Mi piace molto, sinceramente. L'edit di Gacha Life che vedete prima di iniziare il capitolo lo ho fatto io: ditemi poi se volete che ne faccia altri. Comunque volevo invitarvi a seguire questa bella ragazza (_Fire_Moon) che mi infonde ogni volta nei commenti autostima (grazie mille, veramente. Ti stimo troppo QwQ) e nient'altro di nuovo. Spero che comunque vi sia piaciuto questo pezzo della storia (con la famosa rivelazione della cicatrice di Alex :O) e anche l'edit! Ciao ragazzi!♥️☁️

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