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Capitolo III: Respiro

Un respiro è ciò che ci fa nascere, un respiro è ciò che ci fa scegliere, un respiro è ciò che ci emoziona.

Un respiro è ciò che prendeva Aura ogni mattina scendendo dalla macchina e avviandosi a scuola, ancora un altro respiro profondo e varcava quella soglia.
Rimase sorpresa da quante persone vide, probabilmente la parte dello scientifico ancora girovagava per la scuola.

Il suo cuore fece un balzo alla vista di quel ragazzo, ancora una volta ne rimase affascinata.
Quei gesti da persona sicura di se, il modo in cui sorrideva ai compagni, il mondo il cui le ragazze lo guardavano di sottecchi.
Rimase li, sull'uscio del portone d'entrata, a scrutarlo stando però attenta a non farsi notare.

Il momento di ammirazione terminò al giungere di due braccia che le strinsero il collo e un grande urlo: "Auraaaa."
Era Giorgia, quella ragazza aveva una gioia di vivere tale che avrebbe contagiato chiunque.
Era una ragazza con i tratti del viso dolci e armoniosi.
I capelli erano castani e mossi e gli occhi marroni, inspirava dolcezza con quello sguardo innocente e sempre felice.
Aveva sorretto Aura, nonostante il disturbo le stesse facendo scorrere via la vita senza neppure godersela.

Notando la distrazione di Aura la ritirò a sé dicendo: "So già che non ami questo genere di cose, ma questa sera ci sarebbe una festa.
La organizza il ragazzo che hai adocchiato, è un amico di Francesco sai?"
Diede un colpetto con il braccio a quello di Aura e le fece un occhiolino.
Abbassò poi lo sguardo speranzoso e attese qualche secondo, si vedeva che desiderava più di ogni altra cosa andare a quella festa.

Aura prese un profondo respiro come per darsi forza, per trovare coraggio, disse : "Io ci voglio venire, ho bisogno di cambiare aria e conoscere nuova gente."
Sorrise e Giorgia insieme a lei.

Entrarono in classe, avrebbero avuto greco ma dato che il professore mancava sarebbe arrivato in sostituzione un nuovo professore, si vociferava fosse un uomo particolarmente affascinante.

Improvvisamente qualcuno aprì la porta, Aura si girò incuriosita e Giorgia insieme a lei.

Il cuore le si bloccò in gola, il respiro le diventò più pesante e veloce.
Era il Dottor Gagliani.

Giorgia , sottovoce , chiese ad Aura:" Ma non è il tuo psicologo?"

Aura le accennò un si con la testa e le disse: "Sapevo il fatto che la mattina lui insegnasse, ma solo scienze umane.
Cosa ci fa in un classico?"

Il professore, o per meglio dire il Dottor Gagliani , iniziò a parlare: " Buongiorno a tutti ragazzi, io sarò il sostituto del professor Saletti.
Io di regola insegno le scienze umane , ma ho studiato per poter essere anche un professore di latino e greco, perciò sostituirò il mio collega per qualche settimana.
Per chi non lo sapesse, ha avuto dei problemi in famiglia e ciò giustificherebbe la sua assenza."

Lo sguardo dell'uomo si posò su Aura, entrambi trattennero il fiato.
Lui abbassò lo sguardo con un legger sorriso e si mise seduto.
Non aveva idea che Aura fosse in quella classe ma quasi lo sperò quando lo chiamarono per fare sostituzione al collega, quella ragazza era per lui come il miele per le api.
Aura era irrinunciabile per Marco.

Notò che Aura aveva uno sguardo sconcertato ma non volle prestarci troppa attenzione, preferiva pensare che avrebbe potuto godersi i suoi occhi più a lungo rispetto ad una seduta.

La giornata passò velocemente, Aura non fece altro che pensare al dottore e al suo nuovo ruolo di professore di greco.
Migliaia di pensieri affollavano la mente della ragazza.
Magari quella materia sarebbe diventata finalmente interessante con lui.

Le squillò il cellulare, lo tirò fuori dalla tasca e lesse il nome dell'amica.
Il messaggio diceva:"Eii hai già scelto cosa mettere? Io sto andando nel panico."
Aura sgranò gli occhi: "Avevo quasi dimenticato la festa, non ho ancora scelto nulla."

Altri pensieri iniziarono a vagarle per la testa.
Come si sarebbe vestita?
E se veramente avesse incontrato quel ragazzo? Come si sarebbe comportata? Ma soprattutto cosa gli avrebbe detto?
Sarebbe stata capace di aprirsi a tal punto da risultare piacevole?
Dopo quel turbine di dolore in cui era stata incastrata, Aura, diventò timida e chiusa.
Non parlava mai con nessuno, se non con la sua grande amica Giorgia.

Dopo ore passate a provare vestiti su vestiti un senso d'ansia la pervase ma nel momento in cui si guardò allo specchio sorrise. Non sorrise solo con la bocca ma anche con il cuore.
Dopo molto tempo riuscì a sentirsi bellissima.
Vedere come quel vestito bianco, che le stringeva un po' vita, le calzasse così bene la fece sentire piena di vita.
Decise che quella sera sarebbe stata la sua sera, si sarebbe riscattata, avrebbe fatto vedere al mondo che lei era capace di ritirarsi su.

Prese le cuffiette e il telefono e si diresse a casa di Giorgia, abitava a un paio di isolati dal suo. Da li, insieme al fratello di Giorgia, sarebbero andate a quella festa.
Sentiva il suo cuore battere e l'ansia salire, ma ciò non le tolse il sorriso e la voglia di rimettersi in gioco.
Quella sera amò se stessa e come riuscisse a sentirsi viva solamente per una festa.

Le canzoni di Sia le accarezzavano le orecchie, in quel momento stava ascoltando Alive.
Era forse una delle sue canzoni preferite in assoluto, le trasmetteva una tale carica.
Canticchiava il ritornello anche quando non aveva le cuffiette.

Giunse davanti casa di Giorgia e notò che già la stavano aspettando fuori. Salutò entrambi con un gesto della mano frettoloso e montò in macchina.
Il cuore le batteva all'impazzata, mille domande le correvano per la testa.

Giunti a destinazione entrarono insieme nel luogo dove si teneva la festa, la gente aveva già bicchieri in mano e barcollando si spostava nelle stanze.

Gli occhi di quelle persone già erano vuoti e i loro sorrisi incoscienti, Aura per un momento ringraziò il cielo di non essersi mai trasformata in quei volti.
Guardò in giro alla ricerca di visi conosciuti, quando lo sguardo le cadde su quel ragazzo che tanto la affascinava.
Lui si girò nello stesso istante e incastrò i suoi occhi in quelli di Aura.
La ragazza lo scrutò attentamente e non poté fare a meno di pensare a quanto riuscisse ad essere attraente, rimase però incantata da quello sguardo così intenso ed affascinante.

Il ragazzo aveva i capelli tirati leggermente indietro, una camicia blu e dei pantaloni di una tonalità più scura. Ai piedi aveva delle scarpe nere semplici.
Era solo vicino al tavolo delle bibite, dopo aver interrotto quello scambio di sguardi si diresse verso il gruppo della ragazza.

Subito il suo cuore di Aura andò in tachicardia al solo presupporre che lui potesse salutare Francesco e di conseguenza anche lei .
Il ragazzo si avvicinò a loro sorridendo e Giorgia lo abbracciò come se non lo vedesse da anni.
Salutò tutti fino a quando non arrivò davanti ad Aura, la ragazza abbassò subito lo sguardo e lui esortò dicendo:" Dunque tu devi essere la famosa Aura, l'amica di Giorgia, tienimela d'occhio eh."
Il ragazzo accennò un occhiolino verso le ragazze ma Aura a malapena sorrise.
Vedendola in difficoltà allungò la mano verso di lei e disse:" Comunque piacere io sono Elia, un vecchio amico di Francesco."

Aura prese un profondo respiro, alzò lo sguardo e si presentò :"Mi hanno parlato di te. Aura, piacere mio."
Sorrise e strinse la mano di quel ragazzo, o meglio di Elia.

Continuò a rimanere affascinata da quei modi di fare, da quel sorriso.
E se fosse stato lui a farla uscire da tutto quel dolore?
Dopotutto lui era riuscito ad attirare la sua l'attenzione, nonostante lei stesse pensando a ciò che le aveva causato tutto quello che stava passando.

Come aveva detto il dottor Gagliani , lei aveva bisogno di amare ancora.

Tutti abbiamo bisogno di amare ancora e ancora.
Tentiamo di amare ogni cosa: amiamo un'emozione, un sospiro, uno sguardo o persino un libro, ma pur sempre cerchiamo di amare.
Amiamo perché solo così rimarremo vivi, solo così capiremo di essere ancora umani e non macchine da lavoro.
Amiamo, perché l'uomo senza amore è come un libro senza parole: Vuoto.

La musica in quel luogo era assordante, Aura vedeva intorno a se solo gente che si strusciava.
Iniziò Say it right di Nelly Furtado, quella canzone portò tutti sulla pista a ballare.
Per un momento si sentì mancare l'aria, cercò di divincolarsi fra le persone e sgattaiolò fuori.
Sulle scale davanti l'ingresso trovò Elia seduto.

Istintivamente si bloccò e rimase a guardarlo. I capelli del ragazzo erano mossi da quel leggero venticello primaverile.
La notte gli donava ancora più fascino.

Improvvisamente Elia parlò: "Vieni a sederti qui vicino a me." Disse ciò continuando a rivolgere il suo sguardo verso il cielo.

Aura non esitò e si affiancò a lui su quel gradino. Rivolse anche lei lo sguardo al cielo e istintivamente sorrise.

Amava la notte, quelle stelle insieme alla luna l'avevano sempre meravigliata. Poteva rimanere per ore a guardare il cielo.
Amava la notte perché nascondeva ciò che la rendeva insicura, come per magia si sentiva una persona diversa.
La notte è il fulcro di ogni vero sentimento, la notte è il momento della giornata in cui siamo in pace con il mondo. Tutto tace, tranne qualche rana che gracida.
Ma in parte era anche ciò che più la spaventava, la notte non sarebbe mai dovuta passare, altrimenti sarebbe tornata ad essere la ragazza isolata e colma di tristezza.

Elia si girò verso Aura e disse: "Come mai sei qui fuori? La festa non è di tuo gradimento?"
Aura puntò lo sguardo sulle sue scarpe e disse: "Sai, potrei farti la stessa domanda. Cosa ci fai qui fuori? Non ti godi la tua festa?"

Una leggera risata uscì dalle labbra di Elia:" A volte preferisco staccare un po' dalla confusione, guardare le stelle e immaginare. E tanto per la cronaca cara, non si risponde ad una domanda con un' altra domanda."
Stavolta la risata fu da parte di entrambi.

Aura disse:" Sono belle le stelle stasera vero?"
Elia la guardò attentamente e disse:" Mai quanto i tuoi occhi che brillano come poco fa, sai farebbero invidia anche alla stella più bella."

Il cuore di Aura iniziò di nuovo a battere così forte che temeva potesse sentirlo anche Elia.
Per fortuna come leggero sottofondo avevano la musica proveniente dalla casa.

La ragazza sorrise imbarazzata per quell'inaspettato complimento.

Elia le poggiò una mano su una spalla e disse:" Non c'è bisogno di arrossire così per un complimento, con quegli occhi chissà quanti ragazzi avrai incastrato."

Per un secondo Aura bloccò il suo sguardo in quello di Elia e esitante disse:"Lo pensi davvero?"
Elia annuì con la testa e sorrise.
Aura percepì come una scossa dentro di se, forse erano finalmente delle nuove emozioni.

Era tempo ormai che il cuore non le batteva così intensamente, il suo sguardo si abbassò alle labbra del ragazzo.
Aveva una forma così liscia e senza imperfezioni, per un secondo volle quasi poggiarcisi sopra ma ciò fu bloccato da un ricordo.

Federico le stava sorridendo e lei guardava incantata le sue labbra, ci passò l'indice sopra e seguì attentamente la forma.

Elia le disse: "Ei Aura che succede? Ti sei incantata?"
Aura scosse la testa tornando alla realtà e abbassò lo sguardo imbarazzata.
Elia rise fragorosamente e contagiò anche la ragazza.
Una voce femminile interruppe la risata e chiamò Elia: " Elia questa è la tua festa e te ne stai qui fuori? Forza porta dentro la ragazza e venite a ballare."
Aura, dopo qualche, istante la riconobbe.

Sharon.

Il cuore della ragazza perse un battito, Sharon era lì a quella festa.
Elia sarebbe sicuramente andato da lei al rientro.

Elia si girò verso Aura e disse: " Come vedi cara Aura ho delle amiche particolarmente rompiscatole e impiccione. Ti dispiacerebbe se entrassimo, magari a bere qualcosa?"

Quelle parole risuonavano nella sua testa "Ho delle amiche particolarmente rompiscatole..."
Il sollievo ritornò a padroneggiare nel cuore di Aura.

Solo amiche, lo aveva detto lui.

Aura mimò un "No" con la testa e sorrise, si lasciò prendere la mano da Elia e salirono le scale.

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