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6) Studio

Natsuki...

Non potevo rimanere lì, non perché mi interessino gli sguardi degli altri, infatti ho sempre detto e pensato che ciò che gli altri pensano di me non mi importa, ma non è del tutto vero. Mi interessa solo del pensiero di una persona, mi interessa solo del suo sguardo, e proprio quell'unica persona ha sentito ciò che desideravo  non scoprisse mai, ed è per questo che sono fuggita, anche se non so dove... Sto solo camminando a passo spedito nel luogo più lontano possibile da lei. La cosa peggiore di questa situazione è che non riesco a essere arrabbiata con Nozomi, perché ha ragione alla fine... Solo... Non volevo che Yuko lo sapesse così... Avrei preferito che le cose tra noi rimanessero come erano, non voglio più guardarla in faccia, sicuramente mi odia adesso... Se non altro non ricambia, è andato tutto perduto... Inoltre sono stata davvero crudele con Nozomi, so che sta passando un brutto momento, ha perso tutto tempo fa, lo aveva riacquistato con Mizore, e ora ha perso anche lei in un certo senso. So anche che tutto ciò che fa è causato dal dolore che prova e le ci vorrà tempo per accettare che ora quella è Mizore, spero per lei il prima possibile. Tornando alla mia situazione, mi trovo nel corridoio, fin quando non mi accorgo che la sua voce mi sta chiamando a distanza, non è possibile... perché mi sta correndo dietro?!
Alla vista di Yuko che corre nella mia direzione, non riuscendo ad affrontarla, decido di fuggire ancora e nascondermi nella classe inutilizzata, dove quindi non c'è mai nessuno,  sarebbe contro il regolamento entrarci, ma in quel momento non ci avevo neanche pensato, non era importante. Entro e chiudo la porta. Con il fiato corto mi fermo per riprendere coscienza di quello che sta succedendo, mi sembra di star impazzendo, sembra che i miei organi interni stiano combattendo tra di loro, sono in uno stato puramente conflittuale, e queste sensazioni aumentano quando sento la porta aprirsi.

《Finalmente non puoi più fuggire...!》

Mi giro di scatto, sapevo che mi avrebbe trovata, del resto questa classe si trovava dietro l'angolo del corridoio dunque deve aver intuito che fossi entrata proprio qui. E' davvero finita...

《Y-yuko... Perché mi hai seguita?!》

《È questo tutto ciò che riesci a dirmi ora?》

Rimango in silenzio a guardare verso il basso, stringendo i pugni, non so davvero cosa dovrei dirle, vorrei solo piangere e andare via da qui, e invece sono alle strette.

《Vorrei solo saper...

《Per favore, possiamo... Dimenticare ciò che ha detto Nozomi, fingere che non abbia detto nulla e continuare a comportarci come facevamo prima di questo litigio?

Speravo con tutto il cuore che avrebbe semplicemente detto "va bene", e che lo intendesse realmente, e domani staremo di nuovo a bisticciare tra noi due per cose insulse. Si, preferirei che quel frustrante ciclo si ripeta all'infinito piuttosto che non avere più neanche quello.

《Eh? Ma cosa stai dicend...》

《Ti prego, dì solo di si... Ti chiedo solo questo.》

Continuo con la mia supplica guardando verso il basso, non avendo il coraggio di incontrare il suo sguardo, penserà che sono realmente ridicola in questo momento...

《Va bene...》

Riesco a tirare un sospiro di sollievo, per poi uscire velocemente da quella classe che sembrava starmi soffocando, e ancora non sono riuscita a vedere che espressione stesse facendo quando ha accettato la mia proposta... Spero davvero che tutto possa continuare ad essere come è sempre stato.

Nozomi...

Per lo meno, sarà l'unico giorno, non recupereremo un programma in una giornata, è ovvio, ma non ho intenzione di prolungarmi oltre, sta diventando troppo stancante questa situazione.

《Kasaki-san... Non riesco proprio a capire perché viene questo risultato...》

All'ennesima richiesta di rispiegarmi il problema da parte di Mizore emetto un sospiro.

《Ma te l'ho appena svolto io, cosa c'è che non va?》

《Scusami è che... Vorrei capirlo... Se me lo fai tu è inutile, ma se non vuoi spiegarmelo non fa niente.》

Dopo quelle parole inizio a sentire un sentimento di frustrazione interiore, come un grande fastidio, questo perché non riesco a ignorarla. Quando mi dice le cose con quel tono... Con quello sguardo... Nonostante so che lei non è quella "vera"... Io non riesco a tirarmi indietro.

《Ok ok! Te lo spiego, ma solo questa volta, ok?》

Mi guarda con uno sguardo pieno di gratitudine, non la capisco proprio, e poi perché essere entusiasti per studiare? Matematica fra le altre cose...
Impugno così la penna e inizio passo per passo a rifare l'esercizio sul suo quaderno, e per farlo inevitabilmente mi sono avvicinata a lei, la distanza tra le nostre braccia non è molta, anzi, sento quasi che se mi muovo poco di più entrerò a contatto con il suo braccio... Per qualche ragione, questo semplice pensiero sembra farmi sudare.
Le spiego ogni passaggio per bene, con lo sguardo fisso sul foglio, fin quando non lo alzo leggermente e come se la mia mente fosse andata in tilt mi fermo a osservare il suo volto, soffermandomi poi in particolare sulle sue labbra...

Kasaki-san? Per caso ho qualcosa in faccia?

La sua voce mi fa tornare in me e mi discosto da lei tornando alla mia posizione iniziale. Per colpa delle parole di Natsuki mi sembra di star impazzendo, questi giorni non ho fatto altro che pensare a quelle, e quindi a Mizore, a quella che era e quella che è.

N-no... Allora hai capito adesso?

Si, grazie mille.

Dice sorridendo leggermente, di nuovo mi soffermo a osservarla, quel suo genuino sorriso... Così dolce che non riesco neanche a spiegarmelo... Eppure... Devo ripetermi ancora: non è lei, devo starle alla larga. In seguito un lungo e assordante silenzio si propaga nella camera, fin quando lei non prende parola.

Kasaki-san, ho notato che non c'è nessuno a casa, i tuoi genitori stanno lavorando?

Rimango in silenzio con l'intenzione di non risponderle, è come se ogni cosa che lei faccia mi provochi dolore, il suo solo esistere in queste condizioni mi provocava sofferenza, ma ancor di più quello che dice...

《No.》

Dico guardando dall'altro lato rispetto a Mizore, sperando che non dica altro.

《Vivi... da sola?》

Chiede con timore. Ignoro la sua domanda lasciandola con il dubbio, non ho voglia di parlare della mia situazione, e cerco di evadere da quella situazione.

《Bene hai capito in fretta l'esercizio di prima. Possiamo finire qui.》

Mi guarda con un po' di disappunto nello sguardo.

《Ma abbiamo fatto solo qualche esercizio di matematica...》

《Non vanno bene?》

《N-no va bene...》

Sospiro nuovamente... perché stai facendo quell'espressione triste?

《Ascolta, ora ho da fare quindi non possiamo continuare, la prossima volta di nuovo a casa mia, facciamo tutto il resto, ma dopo...》

Mi interrompe finendo la frase per me.

《Non ti darò più fastidio, dopo la prossima volta, te lo prometto.》

Dice prostrandosi in ginocchio davanti a me, portando la testa totalmente verso il basso.

《Non c'è bisogno di essere così drammatici.》

Alza lo sguardo un po' confusa.

《Oh scusa è che mi hanno detto di fare così in queste situazioni...》

Dice timidamente con tono della voce basso, con lo sguardo che punta di lato per via dell'imbarazzo delle sue azioni. Questa scena provoca in me una piccola risata.

《Ahaha, credo che tu abbia preso troppo alla lettera quello che ti hanno insegnato, non è necessario prostrarsi in quel modo, e non per qualcosa di così piccolo...》

《Grazie mille.》

Afferma senza darmi neanche il tempo di finire ciò che stavo dicendo.

《Uhm per cosa?》

《Per insegnarmi tutte queste cose.》

《Ma no... Non devi ringraziarmi per queste sciocchezze...》

《Sai...》

Inizia con l'intenzione di continuare la frase, con un tono inaspettatamente triste, ma poi si ferma all'improvviso e si alza, in seguito prende la sua borsa che aveva lasciato sul mio letto.

《Grazie ancora, ora è meglio che vada.》

《Oh... Si, ti accompagno alla porta.》

Mi alzo anche io e l'accompagno fino all'ingresso aprendole la porta, dalla quale lei esce.

《Ci vediamo a scuola allora.》

Dico io per salutarla. Risponde solo con un leggero sorriso, per poi andare via. Questa ragazza... Mi domando cosa le passi per la mente... Non riuscivo a capirlo prima che perdesse la memoria, ma per lo meno le sue intenzioni le intuivo dopo anni di amicizia, ora invece non riesco più a capire nulla, come se ci fosse una porta che mi impedisce l'entrata dei suoi pensieri, anche di quelli che si trovano più in superficie, ma non ho la chiave giusta per entrare e dare anche solo una semplice occhiata, non che mi interessi, più che altro mi incuriosisce cosa potrebbe pensare una persona che ha perso la memoria, all'inizio le prime volte che l'ho vista dopo l'incidente continuavo a pensare che fosse stata totalmente svuotata dai suoi pensieri e dal suo essere, non mi sembrava reale, non mi sembrava che pensasse, non so come io abbia potuto pensare una cosa simile sino ad ora che ho visto quelle espressioni... E mi domando cosa volesse dirmi prima quando ha detto solo "sai...", ma è inutile pensarci, forse non era niente di che.


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