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2) "D'un tratto"

Nozomi...

《Scusami, chi sei?》

Dopo quella frase un assordante silenzio si impadronisce della piccola stanza d'ospedale e viene interrotto solo dal rumore della busta con la colazione scivolata dalle mani di Nozomi.

Rimango per qualche istante senza parole, come se d'un tratto il cuore mi si fosse fermato, come se d'un tratto mi fosse finita la voce, d'un tratto diviene tutto surreale, d'un tratto la persona alla quale tenevo di più, l'unica persona che avevo, mi ha lasciata, per andare chissà dove. 

Ah... Un altro inverno più gelido del solito...

《M-mizore? Sono io...》

Dico balbettando con quella poca voce che sono riuscita a tirare fuori.

《Mizore? Chi è?》

Il mio cuore inizia ora a battere velocemente per l'agitazione, l'espressione che ha in volto è sinceramente confusa, forse anche più di me. Mi alzo in piedi e indietreggio cadendo quasi sulla sedia posizionata dietro di me.

《N-no non scherziamo, che razza di gioco è questo...?》

Sento le mie gambe fragili, il mondo mi è appena caduto addosso poiché non sono riuscita a reggere il peso della realtà. Indietreggio fino a sbattere contro qualcosa, mi giro spaventata ed è un uomo sui cinquant'anni il quale indossa un camice, deve essere il dottore.

《Abbiamo le prime visite?》

Guardo il dottore senza avere la forza di dire nulla, preda del panico, vorrei solo fuggire da qui, ma allo stesso tempo voglio delle risposte.

《Lei è un'amica della paziente?》

Deglutisco e cerco di rispondere annuendo.

《Venga con me, le spiegherò tutto.》

Il dottore esce, e io prima di seguirlo guardo un'ultima volta Mizore negli occhi, sembrava vuota, quella persona non ha nulla a che fare con la Mizore nei quali suoi occhi  ieri si poteva leggere la sofferenza che non sono riuscita a capire. Il dottore mi porta in una stanza e mi chiede di sedermi su una sedia dinanzi alla sua scrivania.

《Mi dispiace che nessuno è riuscita ad avvertirla in tempo, ma la paziente Mizore Yoroizuka ieri ha avuto un incidente stradale dove ha perso la memoria.》

E inizia così a spiegarmi cosa è accaduto esattamente a livello scientifico degli organi, ma la mia attenzione è altrove, la mia mente è come annebbiata.

《Quando... riprenderà la sua memoria?》

Chiedo timorosa della risposta.

《Non possiamo dirlo con esattezza, potrebbe riprenderla tra poco, o mai più, però non le voglio dare false aspettative, ha subito un grave danneggiamento, per cui le possibilità che recuperi tutti i ricordi sono basse.》

Sento come un nodo che si è instaurato all'interno della mia gola, il quale mi provoca soffocamento, anche solo respirare è complicato e doloroso.

《Domani la signorina Yoroizuka potrà tornare a casa, se non sa come comportarsi, le suggerisco di starle accanto come più può, e cercare di ricordarle chi era.》

Starle accanto come meglio posso?

《Anche solo vederla mi fa soffrire...》

Affermo senza pensare per poi alzarmi di scatto e iniziare a correre fuori da quell'ospedale, continuo a correre nonostante l'aria fredda di dicembre che mi penetra nei polmoni procurandomi dolore. Non so cosa fare, a chi rivolgermi, e neanche cosa pensare, mi sembra tutto un sogno, un incubo.
Appena arrivo a casa mi sembra di star morire per via del fiatone, e mi butto sul letto, senza voler pensare a nulla, ma la mia mente ritorna più volte sullo sguardo vuoto e confuso di Mizore, e le sue parole dette con tono monotono, e ogni volta che ripercorro quel momento fa male, come se tutte le cose più crudeli e tremende di questo mondo si siano appena scagliate contro di me. Con tutti questi pensieri in mente mi addormento con ancora i vestiti addosso nonostante sia mattina, malgrado non tendo mai ad addormentarmi durante il giorno, sperando che al mio risveglio questa giornata non sarà stata altro che un brutto sogno...

Sento qualcosa toccare leggermente la mia guancia, è un qualcosa di freddo ma piacevole, e nonostante la temperatura bassa emana un certo calore, è per via dell'affetto? Amore? Ciò mi provoca una lacrima, o forse due, scorrere lungo la mia guancia dolcemente, è una sensazione che non provavo da... Anni. Piano piano apro gli occhi, e appena lo faccio quel qualcosa sparisce, mi metto seduta e ciò che vedo è una lunga distesa di bianco, per terra, in alto, ai lati, tutto interamente bianco, o meglio dire vuoto. 

《Nozomi... Nozomi...》

Sento chiamare il mio nome e subito mi alzo di scatto, è una voce che so di essere abituata a sentire sempre, ma non riesco a capire da dove proviene, ovunque io mi giri le frequenze son sempre tali.

《Non preoccuparti, andrà tutto bene.》

Ora la sento chiaramente, è dietro di me, così mi giro più veloce che posso, come d'istinto, e la vedo, per un frammento di secondo, quasi trasparente come se stesse per andare via, ma la cosa più chiara era il suo sorriso, sembrava quasi stare per piangere, ma il suo sorriso era sincero. Prima di dissolversi del tutto viene verso di me, abbracciandomi, ma prima di poterlo interamente fare sento il mio corpo venire gettato all'interno di una fortissima corrente che mi separa da lei, cerco di allungare la mano per raggiungerla, ma è troppo tardi.

IIn seguito a un forte sussulto, come se il cuore stesse per uscire fuori dal mio corpo,  mi sveglio di soprassalto posizionandomi istintivamente seduta, con il respiro che non vuole sentirne di calmarsi, e le lacrime che scendono senza il minimo controllo.

《Uff... Strano... Perché... Sto piangendo?》

Devo aver fatto un incubo, forse sui miei genitori? Però è da tanto che non li sogno, ma immagino che sia stato quello. Guardo il cellulare e noto che sono le... sei di sera?! Mi sono addormentata per una giornata intera... Mi trascino in bagno dove cerco di asciugare quelle lacrime, con la pesantezza in corpo come se avessi legati ai piedi due pesanti macigni, e uno sulle spalle. Decido di farmi una camomilla per tranquillizzarmi in quanto il respiro è tornato a ritmi stabili solo da poco. Almeno per oggi e domani, decido di non pensare a nulla, non voglio più sentire nulla, non ho le forze per provare nulla...
E così passo il fine settimana sotto le coperte, non riuscivo nemmeno a mangiare, solo domenica sera mi preparo qualcosa per via dei crampi allo stomaco che iniziano a diventare insopportabili.

La mattina seguente mi sforzo di riprendermi per andare a scuola, così mi alzo e seguo la mia solita routine mattutina, eccetto per il fatto che... Quando esco, non aspetterò Mizore una volta passata davanti casa sua, come ero solita fare fino a qualche giorno fa, ma camminerò da sola, lungo questa strada piena di neve spalata ai lati, e gli alberi quasi del tutto spogli, e un silenzio assordante. Solitamente capitava che anche se in compagnia di Mizore vi erano momenti di assoluto silenzio, ma era diverso, era come se il silenzio non fosse un gran problema, neanche ci pensavo, ero a mio agio, e solo il fatto di avere Mizore accanto a me mi tranquillizzava, mi faceva sentire bene. Ora invece, sono in compagnia di me stessa in totale balia del silenzio, esattamente come era prima di incontrarla... Arrivo ed entro nella struttura scolastica, entro in classe senza guardare nessuno in faccia e mi siedo al mio banco posando la mia testa su di esso. Accade però una cosa che non avevo previsto, ossia tutti intorno a me parlano di lei, la voce si è già sparsa, come è possibile? Ah certo, lo avranno detto i suoi amici a tutti quanti. Anche se ho lo sguardo rivolto verso il basso sento tutti gli sguardi diretti verso di me, odo la gente bisbigliare tra di loro "Che tragedia!", "Speriamo che riprenda la memoria presto" "Non la conoscevo bene... Ma Nozomi se non sbaglio era molto amica con lei, giusto? Poverina..." "Chissà come l'ha presa la famiglia, e... i suoi amici, in particolare quella ragazza lì, deve essere distrutta."

Zitti... penso in continuazione, già lo so, smettetela di parlarne, non voglio più sentire nulla di questa faccenda. Mentre ero immersa nel pensare ciò sussulto al tocco di una mano sulla mia spalla scattando in posizione dritta.

《N-nozomi,- dice Natsuki balbettando spaventata dal mio scatto improvviso - come stai?》

Mi chiede con sguardo preoccupato seguita da Yuko, anche lei con uno sguardo triste rivolto verso il basso.

《Sono stata meglio, ma cosa ci possiamo fare, no?》

Affermo senza lasciar trapelare il minimo sentimento. Natsuki mi guarda stranita dalla mia risposta.

《Ma cosa vai dicendo!? Lei è importante per te no? Non sei un minimo triste? O almeno non vuoi provare a farle torn...》

《Smettila...》

Dico con voce tremante guardando verso il basso.

《Natsuki basta... Andiamo a sederci sta arrivando la professoressa.》

Le dice Yuko trascinandola via. Siamo evidentemente tutti scossi da questo accaduto... Ma ora che ci penso, non è qui? Forse la madre non la fa venire oggi a scuola? A dire il vero, meglio così, il pensiero di una Mizore che non mi guarda, una Mizore per la quale io non sono altro che una delle "tante altre persone che esistono in questo mondo", una Mizore per la quale io non sono neanche un'amica, non può esistere in questo mondo, mi rifiuto di crederci.

《Va bene ragazzi, sedetevi. Non so se avete già sentito la spregevole notizia... Ma una vostra compagna, Mizore Yoroizuka, in seguito a un incidente ha perso la memoria. Statele vicino come più potete, assistitela, capirete anche voi che sarà confusa. Uno di questi giorni affiderò a uno di voi il compito di seguirla con i compiti, e di farle da guida nuovamente per la scuola.》

Una volta detto questo, la porta si apre ed entra la ragazza protagonista dell'incidente, è davvero l'unica che ha subito gravi conseguenze... Quale sfortuna più grande... Prende posto ed è esattamente come l'ultima volta che l'avevo vista, disorientata, e soprattutto vuota, è come un essere che è appena nato con un corpo da sedicenne con quindi le facoltà di parlare, pensare, camminare.
Vorrei ignorarla, ma il mio sguardo ricade sempre verso di lei, i nostri sguardi si sono anche incrociati varie volte, e ogni volta fa incredibilmente male, ma come posso fare per far smettere questa sofferenza? Forse l'unico modo è evitarla, e piano piano la dimenticherò, non dovrebbe essere così complicato, giusto? La giornata passa così, e ho anche fatto pace con Natsuki, lei mi ha chiesto scusa per aver insistito, io le ho risposto che non fa nulla, alla fine siamo tutti scioccati, soprattutto noi che eravamo le più vicine a lei. 
Passano circa due giorni, anche se è un processo lento, sento che sto iniziando a farmene una ragione, presto riuscirò a riprendere energie, e continuerò la mia vita tranquillamente, e Mizore sarà solo un lontano ricordo della mia adolescenza, si forse... Riesco a vedere una via d'uscita da questa sofferenza, se continuo così io...

《Nozomi, sarai tu ad avere il compito di fare da guida a Mizore per la scuola, e a seguirla per recuperare il programma, siamo intesi?》







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