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1) L'incidente


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Sotto un albero spoglio, i cui rami ricoperti di neve, sedeva su una panchina Nozomi, una ragazza che stava aspettando la sua preziosa amica, che questa mattina sembrava essere in ritardo, è strano da parte sua, pensò lei, ma aspettò davanti casa pazientemente, fino a quando non nota che la campanella sarebbe suonata tra dieci minuti, e di quel passo sarebbero arrivate in ritardo, decide quindi di suonare il campanello, inizialmente nessuna risposta. Suona ancora, e ancora, e alla terza volta ebbe un riscontro.

Scusa, scendo subito, un attimo!

Sente dire con tono frettoloso e nel panico, ciò le dava la conferma che si era appena svegliata. Così torna sulla panchina posizionata davanti alla casa e aspetta, pensando che magari aveva fatto tardi il giorno prima, e quindi non era riuscita a svegliarsi.
Finalmente la porta d'ingresso del palazzo si apre ed esce Mizore, vestita con un giubbotto molto imbottito e la sciarpa, alla fin fine si vedevano solo gli occhi del volto della docile ragazza.

Buongiorno, non ti ha svegliata nessuno oggi? La sveglia?

Chiede Nozomi senza nota di rimprovero, pura curiosità, mentre avevano iniziato a camminare per le gelate strade giapponesi, ricoperte di neve, ormai spalata in vari mucchi sul marciapiede.

Mia madre è andata a lavoro presto oggi e non ha pensato a svegliarmi, e non ho sentito la sveglia... mi dispiace.

Spiega con il suo solito tono di voce pacato, a volte quando parlava sembrava che sussurrasse invece.

Non preoccuparti, ma come mai non sei riuscita a svegliarti oggi? Non ti succede mai.

Voleva saperlo da tutta la mattina mentre la aspettava, quindi non si fece scrupoli nel chiedere.

Perché...

Ci fu un lungo silenzio, e Mizore non intendeva andare avanti.

Mh? Perché...?

La spronò a continuare di parlare Nozomi.

Non voglio dirtelo.

Eh? Perché?

Chiese nuovamente, sorpresa dalla risposta dell'amica.

Perché poi ti arrabbi di nuovo dicendo... Quello che dici sempre su Rintaro e gli altri.

Nozomi rimase in silenzio, poi tirò un lungo sospiro, e ancora non dice nulla, sa già che le farebbe una ramanzina sui suoi nuovi amici, infatti era da quando Mizore aveva fatto amicizia con quel gruppo che Nozomi le continuava a dire di stare attenta, e che quei tali erano una brutta influenza per lei. Mizore era stufa in parte di quei continui rimproveri, non ci vedeva nulla di male in loro, e non capiva l'atteggiamento di Nozomi.

Allora non dirmelo, non lo voglio sapere.

In realtà voleva sapere cosa avessero fatto di nuovo a Mizore, nella sua visione dei fatti la stavano portando sulla cattiva strada, non erano brave persone, in tutta la scuola erano conosciuti come tra i peggiori, non erano i primi classificati ma rientrano nella categoria degli indisciplinati, non studiavano mai, non nutrivano interesse per la cultura, durante le lezioni si chiudevano nei bagni, o uscivano nell'area dell'istituto, per fumare e chissà che altro. Nozomi non aveva mai visto Mizore saltare le lezioni con loro, per fortuna, ma le ricreazioni e la pausa pranzo la passavano sempre insieme, inizialmente Nozomi era felice per lei, ma dopo qualche mese di frequentazione della scuola capì che tipi erano, e sicuramente comprese che non erano affidabili né responsabili. Così iniziò ad avvertire Mizore, la quale non capiva perché l'amica si fosse allarmata in quel modo, e trovò il suo comportamento non carino perché si preoccupa per lei, ma irritante. Eppure Nozomi pensava come facesse Mizore a non capire, i suoi voti stavano gradualmente scendendo, e il cambiamento non era affatto indifferente, a scuola tendeva a prendere pochi appunti rispetto a prima, e quelle poche informazioni che si appuntava erano scritte in schemi incomprensibili e confusi, e ora fa anche ritardo, il che per Nozomi non era un grande problema, ma il fatto che c'entravano quei ragazzi, lo era, poiché era sicura che sarebbe accaduto anche altre volte in futuro, e quindi si chiedeva come potesse Mizore dirle che aveva torto, che i suoi amici erano persone apposto.

Sbrighiamoci che siamo in ritardo.

Fa notare Nozomi accelerando di un po' il passo, e Mizore subito estrae il cellulare per controllare l'orario, e solo in quel momento realizza che stanno in estremo ritardo, la campanella era già suonata e loro erano appena partite, così inizia subito a correre, la sua amica la rincorre con un sorriso nato dal vedere la reazione di Mizore, doveva ancora essere addormentata.
Corrono fino alla loro classe, e con il fiatone entrano salutando la professoressa per poi sedersi ai propri posti.
Dopo tre ore, suona la campanella che segna l'inizio della ricreazione, Nozomi stava per andare da Mizore, la quale era seduta a due banchi di distanza da lei, quando un tale le si avvicina, uno dei suoi nuovi amici, così prudentemente senza farsi notare si avvicina per sentire cosa le dice.

Ehi, potresti insegnarmi a fare quel problema di matematica che non ho capito bene?

Ok, ma...

Il ragazzo non la lascia finire di parlare che continua a fare il suo discorso.

Bene, allora scambiamoci i numeri così possiamo metterci d'accordo e vederci uno di questi giorni!

Esclama entusiasta, d'altra parte Nozomi sentiva qualcosa che la irritava, qualcosa che in quella scena le faceva male, come una stretta al cuore, ma tutto ciò che pensava in quel momento era: non fidarti di lui, non vuole studiare, non è interessato a quello.
Voleva dirlo ad alta voce, ma un pensiero nella sua testa la ferma "e allora?", "lei fa quello che vuole, se è interessata a quel ragazzo, cosa ci vuoi fare? Perché vuoi fermarla da questo normale sentimento umano?".
Rimane perplessa, ma decide di ignorare quelle domande, e allo stesso tempo non avanza, aspetta, perché alla fine non spettava a lei mettere parola, soprattutto quando non capisce perché vorrebbe.

... Però non ho capito nemmeno io quel problema.

Ah...

Rimane in silenzio per un attimo, un po' nel panico, non era una cosa che aveva preso in considerazione, così cominciò a pensare velocemente ad altre motivazioni per passare del tempo con lei.

Beh non mi piace studiare comunque, quindi potremmo lo stesso vederci questi giorni a fare altro?

Nozomi si sentiva quasi in apnea per tutto il tempo che distanziava la domanda dalla risposta di Mizore, ancora non sapendo il perché di questa sua sensazione, e quando finalmente rispose tirò un enorme sospiro di sollievo.

Questi giorni non posso.

L'amico rimane stupito dalla breve risposta della ragazza, data senza dare spiegazioni di nessun tipo, forse non gli era mai capitato di essere rifiutato in quel modo da qualcuna. D'altro canto Nozomi era felice, non comprendeva perché, ma si disse che era perché Mizore era riuscita a capire le intenzioni di quel ragazzo, quindi è ancora la ragazza che ha sempre conosciuto, non una che fa le cose senza pensare, e che quindi non si sarebbe dovuta preoccupare più di tanto delle sue nuove amicizie, se la sa cavare si ripeteva. Naturalmente non era solo quella la natura delle sue ansie.
Il ragazzo salutò l'amica andando via deluso, e Nozomi riesce ad avvicinarsi a Mizore prima che qualcun altro le parlasse. Voleva solo fare due chiacchiere, mentre Mizore fraintende le sue intenzioni.

Ho rifiutato il suo invito, quindi di cosa devi rimproverarmi?

Eh? Guarda che non me ne frega assolutamente nulla della tua vita sentimentale! Fa ciò che vuoi, non devi fare le cose in base a quello che penso.

Non l'ho fatto per quello, non mi piace, e ho capito che non voleva studiare.

Nozomi era rimasta un po' perplessa nonostante le spiegazioni, era davvero così fastidiosa a tal punto che anche se voleva solo parlarle, Mizore pensava che volesse farle una ramanzina? Aveva forse esagerato dicendole ripetutamente di stare attenta a quegli studenti?
Non nascondeva a se stessa che ne era molto triste, come poteva pensare che la sua unica intenzione era quella e non che le fa piacere parlare con lei?
Nel mentre la ricreazione finisce, e alla seguente pausa dalle lezioni, ossia il pranzo, Nozomi era sicura di volersi scusare con Mizore, dimostrare che le sue intenzioni non erano negative, in modo tale da togliere l'astio creatosi tra loro per via di ciò.
Però, appena si alza dal banco, qualcuno la aveva nuovamente preceduta, e intorno al banco di Mizore si crea un gruppo di ragazzi, e insieme escono dalla classe. Perse così la sua occasione, nella sua visione delle cose Mizore le era stata portata via, senza che lei potesse far nulla, ma si risolleva di morale pensando che l'avrebbe fatto all'uscita da scuola, visto che abitano relativamente vicine tornavano sempre a casa insieme.

Ohi Nozomi, pranzi con noi?

Le chiese una sua cara amica, Natsuki, seguita da Yuko. Annuì, così unirono i banchi e iniziarono a mangiare. Per tutta la durata del pasto, Nozomi era silenziosa, pensava a come avrebbe dovuto dire a Mizore che le dispiaceva, ma soprattutto, cosa farà in caso non la perdoni?

Ohi, Terra chiama Nozomi! A cosa pensi per tutto il tempo?

Rispose cercando di sviare il discorso, giustificandosi dicendo che non aveva dormito granché.

È per via di Mizore?

Nozomi cambiò espressione d'un tratto, non le piaceva quella sensazione di essere esposta alla realtà, poiché è vero, nella sua mente vi è sempre quella ragazza, per motivi a lei sconosciuti, ma essendo amiche da molto era normale per Nozomi pensare a lei per tutto il tempo, era normale non vedere l'ora di vederla ogni mattina come se fosse l'unico motivo per la quale si alza dal letto e trova la forza per affrontare una giornata scolastica.

No, ho una vita, non ho tempo per pensare a lei tutto il giorno.

Yuuko e Natsuki la guardava come per dire che è inutile mentire a se stessa, tanto ormai è l'unica che la pensa in quel modo, infatti le sue due amiche avevano riconosciuto il sentimento di Nozomi per via del modo in cui parla di Mizore, come si approccia con lei, e soprattutto quando è triste o un po' giù di morale è sempre perché è accaduto qualcosa con lei, oramai lo sapevano, avevano passato gli anni delle medie come amiche, così alle superiori sono andate tutte nella medesima scuola e per puro caso si trovavano nella stessa classe.
La campanella suona e le lezioni iniziano nuovamente, le quali trascorsero velocemente per Nozomi la quale aspettava con ansia, letteralmente, l'uscita, in modo tale da parlare con Mizore e chiarirsi per bene.
Appena fu l'ora di uscire, Nozomi fu nuovamente delusa dalla vita, sembrava che la sua amica l'avesse sostituita anche per il ritorno a casa, infatti è stata lei ad andare da Nozomi a fine lezioni per avvertirla che sarebbe tornata con i suoi amici oggi. Il suo dispiacere fu immenso, e ancora una volta, si giustificò pensando che lo era perché non ha potuto scusarsi con Mizore.
Tutto il pomeriggio lo passò a pensare e pensare, cosa avrebbe dovuto fare per farsi perdonare? Un semplice scusa non sarebbe bastata... Le era venuta in mente l'idea di invitarla a casa sua a studiare, magari le avrebbe offerto la merenda e chiesto se volesse rimanere a cena, e nel mentre chiedere infinitamente scusa e che non le avrebbe più detto nulla riguardo alla negativa influenza dei suoi amici.
E così fu, il giorno dopo durante la mattina, l'unico momento in cui Nozomi riusciva effettivamente a parlare con Mizore, le propose di andare a studiare da lei, le avrebbe detto della cena più in là, e accettò, era alquanto felice, sarebbe riuscita a passare un po' di tempo da sola con lei, e forse a farsi perdonare, in caso contrario almeno ci aveva provato. Così dopo scuola tornarono insieme, Nozomi era un po' in ansia, Mizore lo aveva notato, poiché era più silenziosa del solito, ma non le aveva detto nulla, aveva la sensazione che qualunque cosa fosse l'avrebbe scoperta. Arrivarono a casa, Nozomi abita da sola per cui come al solito vi è silenzio, si posizionano sul basso tavolino in salone sedendosi per terra. Tirano fuori i libri e iniziano a studiare in silenzio, generalmente anche se vi era silenzio, il che capitava spesso, non si sentiva nessuna tensione, invece questa volta c'è qualcosa di diverso, è per via dell'astio dei mesi passati che si riversa ora. Nozomi per spezzare un po' il silenzio si alza per prendere qualcosa da mangiare in cucina, si ferma lì un attimo per ragionare, doveva riprendersi e tornare in sé, prende un grande respiro e pensa "ora le chiedo se vuole cenare qui, e mentre mangeremo le chiederò scusa". Porta i biscotti, e dopo qualche minuto di pausa dallo studio inizia a parlare.

Ehi, ti va di rimanere qui a cena?

Non posso.

Risponde senza la minima esitazione, il che prende alla sprovvista Nozomi, che era fiduciosa del fatto che avrebbe accettato, o almeno ci sperava molto.

Mi vedo con Kenshi, Yu, Rintaro e gli altri del gruppo, mi hanno chiesto se volevo andare a una festa con loro e ho accettato.

Oh, capito, che tipo di festa?

Mizore rimane in silenzio, non voleva rivelarle che quella festa sarebbe stata piena di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti e che sarebbe avvenuta in una casa abbandonata, ed era sicura che ci sarebbero state quelle cose, glielo avevano detto più volte e avevano inviato sul loro gruppo le foto. Non era decisamente il tipo di festa per lei, eppure si era decisa ad andare, ed era anche cosciente che rimanendo in silenzio dinanzi alla domanda di Nozomi significava svelarle tutto, ma non aveva il coraggio di far uscire la sua voce, sapeva che la sua amica la capiva sempre anche quando non diceva nulla, quindi parlare o no in questi casi serve a poco. O almeno di questo si era convinta.

Non dirmi che quei ragazzi hanno in mente qualcosa di illegale... ? Non mi stupirebbe...

Mizore rimane silente, non afferma la teoria dell'amica, e neanche la nega.

Mizore, dimmi almeno si o no...

Dice con tono preoccupato, se non voleva dirglielo, allora doveva esserci qualcosa sotto.

Non voglio.

Afferma con fermezza alzandosi di scatto in piedi, stringendo i pugni, Nozomi inizialmente rimane sorpresa, ma poi segue i movimenti dell'amica e si alza anche lei.

Perché dovrei dirtelo?

Dice con tono serio, e un po' arrabbiato.

Potrebbe essere pericoloso! Tua madre lo sa?

No, non voglio più che le persone mi trattino come una bambina, non c'è bisogno che io dica a te e a mia madre qualsiasi cosa faccia!

Nozomi rimane stupita, quando mai Mizore alzava così tanto i toni? Era forse successo una volta, ma non di più, era però la prima volta che se ne usciva con una frase del genere, e Nozomi faceva fatica a capirla.

Ma... cosa stai dicendo?! Non mi importa se non vuoi dirlo a me, ma devi avvertire tua madre, cosa c'entra l'essere trattati come una bambina?!

A sua volta Nozomi, senza quasi accorgersene, risponde con voce ancora più rabbiosa di quella di Mizore, poiché in preda alla confusione.

Sono grande ormai... Quale adolescente va a dire al proprio genitore che va a una festa piena di alcolici e sostanze stupefacenti?!

Ecco qui la certezza della natura della festa, allora Nozomi non sapeva cosa fare, sapeva solo che la sua amica si stava perdendo, per qualche motivo che non capiva Mizore necessitava di questo, d'altra parte quest'ultima proprio ora cercava di comunicarle cosa stava provando, ma nessuna delle due riusciva a capire l'altra.

Almeno dille che esci... Non fare le cose di nascosto, o la farai preoccupare! E ti rendi conto che stai andando oltre il limite? È pericoloso... Io non capisco più cosa tu stia pensando! Non è da te tutto ciò...

Mizore si avvicina a Nozomi, come se da un momento all'altro potrebbe saltarle addosso per la rabbia.

È questo il punto... Sono stufa... Di essere la solita Mizore dalla quale nessuno si aspetta niente di azzardato, perché non puoi capire una semplice cosa come questa?!

E tu come puoi non capire che sono solo preoccupata per te?!

Urla Nozomi a sua volta, con una nota di puro dispiacere nel suo tono, era tremendamente preoccupata, tutto ciò che voleva era non perdere più nessuno.

Ti odio quando fai così, che eviti ciò che ti dico, e non provi nemmeno a metterti nei miei panni!

Beh allora... Allora ti odio anche io! Perché stai impazzendo questi ultimi tempi con quella gente! E perché ti stanno portando vi...

Non riuscì a finire la frase "perché ti stanno portando via da me". Detto quello Mizore si sentì colpita dalle sue parole, e senza dire più nulla offesa prende la sua borsa e si infila le scarpe mentre esce di fretta. Nozomi si ritrova in un attimo da sola, non voleva dire davvero tante di quelle cose... Voleva solo che la sua preziosa amica stesse attenta, ma così facendo riconosce di aver peggiorato le cose.
Si accascia a terra nel buio e silenzioso salone di casa sua, sperando che tutto si sistemerà, e in cuor suo sapeva anche che era spaventata per via di quel ragazzo che l'aveva approcciata a ricreazione chiedendole di uscire, è vero che lo aveva rifiutato, ma non è mai detto che lui non riproponga, o che altri si offrano, e non è detto che a Mizore non piacciano. Non riusciva a identificare bene il perché non riusciva a vedere la sua amica con qualcuno in modo romantico, o anzi le faceva male solo pensarlo, ma una parte di lei sapeva chiaramente l'origine di quel malore.

Mizore piuttosto innervosita va a casa, sua madre è a lavoro fino a tardi, quindi non c'è bisogno di preoccuparsi, può anche tornare tardi e lei non se ne accorgerà. Mentre si preparava per uscire pensava a come avrebbe dimostrato a Nozomi che aveva torto, sarebbe andata e tornata sana e salva. Voleva anche dimostrarle che non aveva più bisogno del suo aiuto, si sentiva come se Nozomi fosse infastidita dal suo essere così introversa e insicura, voleva cambiare, pensando che una volta riuscita nel suo intento la sua amica sarebbe stata più contenta, inutile dire che era tutto il contrario. Ad un tratto un rumore riporta alla realtà Mizore, era il suo cellulare che suonava, lo prese ed era Yuta, il "tassista", ossia l'unico che possiede la macchina perché frequenta l'ultimo anno, è tra i più grandi. Risponde e lui gli dice di scendere poiché era lì sotto, e di sottofondo si sentono le voci di tutti gli altri che scherzano tra loro a voce alta. Una volta attaccato il telefono andò in bagno, si guardò allo specchio appoggiando le mani sul lavandino, inizia a fare dei respiri profondi cercando di tranquillizzarsi, questa era la sua prima volta che andava a una festa simile, con gente che conosce da poco, e soprattutto senza Nozomi. Scese le scale del palazzo e si ritrova davanti a una macchina abbastanza grande nera, con i finestrini abbassati e i suoi amici che entusiasti la chiamavano affacciandosi. Entrò nella macchina e subito si sentì schiacciata, infatti erano in cinque nei posti da tre dietro la macchina, e davanti vi erano Yuta, il guidatore, e accanto Rintaro, il ragazzo che aveva chiesto a Mizore di uscire uno di quei giorni.

Lo so, è scomodo, mi dispiace, vuoi il mio posto? Possiamo fermarci e fare a cambio.

Propone il ragazzo, il quale sembra realmente preoccupato. Ma Mizore disse di no, per prima cosa non voleva cedere alle premure di quel ragazzo, secondo le sarebbe dispiaciuto che qualcun'altro sarebbe rimasto nella sua situazione al posto suo. Arrivarono nel luogo, una casa abbandonata che quasi cade a pezzi, anzi, il soffitto non esisteva quasi più, dovevano essere due piani ma del secondo era rimasto solo metà pavimento. Al piano terra dunque, pieno di terra e piante che erano cresciute al suo interno, iniziano a sistemarsi su sedie e sporchi divanetti che si trovavano lì, e su un tavolino posano gli alcolici, della polvere bianca e delle erbe. Di quelle cose Mizore non sapeva assolutamente nulla, se non che non doveva prenderle, neanche se qualcuno glielo avesse chiesto. E fu esattamente ciò che accadde. Mizore sedeva su un divanetto da sola a contemplare il cielo che poteva vedere solo alzando la vista, con la musica nelle orecchie che avevano messo con una cassa ad alto volume, era davvero stata un'idea giusta andare lì? Pensava, fin quando il ragazzo interessato a lei le si avvicina.

Ohi vuoi fare un tiro? Ti giuro che è pazzesco!

Mizore guarda l'amico, con in mano una specie di sigaretta, solo più grande. Presto Mizore nota che Rintaro non è più in sé, ride per ogni sciocchezza, o anche se nessuno dice nulla, ride da solo. Vedendo gli effetti di quelle sostanze scosse la testa.

Dai almeno un bicchiere di vodka bevilo!

Mentre insisteva arriva dietro di lui Yuta, con i suoi soliti occhiali da sole anche quando è buio, e posa una mano sulla sua spalla.

Se non vuole... Sniff... non la infastidire.

Disse con una pausa ispirando aria dal naso, come se avesse aspirato qualcosa di fastidioso da esso. Mizore non ne sapeva molto, ma non era sciocca, inoltre l'odore proveniente dalla sigaretta di Yuta non era normale, sapeva benissimo cosa fosse, sapeva riconoscere una sigaretta qualunque da una canna.

Yuta-senpai, non dovr...

Ragazzi venite! Ho un'idea, torniamo in città a fare casino con le bombolette spray per strada?!

Urla per sovrastare la musica Junko, in modo molto euforico. Mizore ora iniziava a preoccuparsi più di prima, voleva avvertire il suo senpai guidatore di non assumere quelle cose se doveva guidare, ma l'avevano interrotta, e non l'avrebbero ascoltata comunque, inoltre oramai Yuta aveva fatto uso di droghe e alcol, era troppo tardi.

Certo, abbiamo la macchina apposta.

Afferma Yuta iniziando a incamminarsi verso la macchina, gli altri urlavano dalla gioia di aver avuto l'approvazione di quello che veniva considerato il loro capo, che spesso faceva in modo che non facessero sciocchezze facendoli uscire da ogni guaio, ma quella sera non sembrava rispettare molto questo ruolo, o forse pensava che come al solito sarebbe andato tutto liscio. Prima di uscire i ragazzi si riprendono le sostanze stupefacenti inserendole accuratamente nei loro zaini, ignorando tutte le bottiglie di alcolici lasciandole lì a marcire. Mizore non voleva salire in macchina con un guidatore che a malapena ricordava il suo nome, ma poi si fece presto convincere dagli altri, ma in realtà non aveva altra scelta in quanto non sapeva come tornare a casa da quel posto sperduto.

Ha guidato altre volte in quello stato e non è mai successo nulla, non preoccuparti!

Così le dicevano, e lei non avendo scelta, gli credette. Salirono così in macchina, di nuovo uno attaccato all'altro, e durante il viaggio Mizore ripensò al litigio con la sua amica, pensava che magari aveva esagerato dicendo a Nozomi che la odiava, si stava amaramente pentendo di averlo detto, pensava, come hanno potuto parole del genere uscire dalla mia bocca? L'intenso dolore per l'accaduto non le lasciava tregua. Doveva scusarsi al più presto. A dire la verità, caso volesse che in quell'istante anche Nozomi pensò le stesse cose, iniziò a pensare di dover accettare gli amici di Mizore, e fare pace, e quel "ti odio" che le aveva riferito solo perché la sua amica glielo aveva detto, le faceva male il solo pensiero di averlo potuto formulare, del resto l'odio era l'ultima cosa che provava nei confronti di Mizore. "Scusami, mi potrai mai perdonare?". Proprio in quegli istanti, quella fu l'ultima cosa che Nozomi e Mizore pensarono prima che quest'ultima sentisse un rumore forte, uno stridore, era la macchina che aveva sterzato in modo improvviso per evitarne un'altra, rumori si sovrapponevano e la macchina si stava muovendo troppo, si stava ribaltando, Mizore non capiva più nulla, era accaduto tutto troppo all'improvviso, e infine senza riuscire a pensare ad altro, se non a Nozomi, vide tutto nero. 

Un sabato mattina come molti, Nozomi non riesce a dormire e si sveglia alle sette del mattino. La sera prima non voleva pensare più a niente, e sommersa dal dolore di quel litigio era andata a dormire presto, per cui quando la mattina accese il cellulare si ritrovò varie chiamate perse, con sua sorpresa, dalla madre di Mizore verso mezzanotte. Non capiva il perché, fatto sta che non si fece molte domande e decise di volere subito la risposta e la chiamò.

Finalmente sono riuscita a contattarti, Nozomi-chan!

Ehi, è successo qualcosa?

Si, qualcosa che devi assolutamente sapere... Su Mizore.

La voce della madre era preoccupante, Nozomi si allarmò subito, sembrava quasi piangere, e allo stesso tempo era fin troppo agitata rispetto a come è solitamente.

Ieri è avvenuto un incidente stradale e... Mizore si trovava nella macchina delle vittime, non so perché stesse lì, io non potevo saperlo non mi ha detto niente e... e...

Quelle parole suonavano surreali a Nozomi, che si era appena alzata.

Non preoccuparti, non è colpa tua, ma... Mizore...

Non riusciva a continuare la frase, perciò lo fece la madre.

Sono appena tornata dall'ospedale dopo averci passato la notte e sta bene, anche gli altri ragazzi nella macchina non sono in condizioni gravi, non si è fratturata nulla, si è solo slogata una spalla, con un po' di fisioterapia andrà tutto bene, però...

Stava per dire ciò che più la turbava, ma Nozomi entusiasta di sentire che non era accaduto nulla di grave si entusiasmò interrompendola.

Fantastico! In.. In che ospedale si trova?

Le riferisce il luogo, la via e il modo per raggiungerlo da casa sua.

Prenditi cura di Mizore mentre non ci sono, per favore.

Non preoccuparti, ci penso io.

Era così piena di speranze per la vita come non lo era mai stata, poiché dopo un incidente poteva andare molto peggio, invece si era solo slogata una spalla. Di corsa si veste e prende i soldi, esce e si ferma a comprare dei dolci per la colazione, due ciambelle appena sfornate dal forno che piace tanto sia a Mizore che a Nozomi, spesso la mattina andavano lì, oppure la sera mentre tornavano da scuola per fare merenda. Con il solito sacchettino bianco si dirige in ospedale, fortunatamente era vicino, e quindi lo raggiunge con grande facilità. Entra all'interno e chiede di Mizore, subito la trovano e le indicano la stanza, e quando arriva davanti alla porta di essa, prende un bel respiro, e con un sorriso entra nella camera, in modo silenzioso in quanto era presto e poteva ancora star dormendo. Invece trova Mizore sveglia seduta sul letto con la schiena appoggiata al muro, così felice di poterle già parlare si siede sullo sgabello posizionato accanto al letto.

Buongiorno! Ho portato le ciambelle per colazione, sarai affamata. Quindi ieri sera non è andata bene, eh? Mi dispiace davvero, sono dispiaciuta anche per quanto accaduto ieri a casa...

Aveva iniziato a parlare entusiasta alla vista di Mizore non ferita, ignorando il volto dell'amica, persa tra le sue parole che andavano avanti senza fermarsi, fin quando non riesce a trovare modo di interromperla.

Scusami... ma chi sei?

Dopo quella frase un assordante silenzio si impadronisce della piccola stanza d'ospedale e viene interrotto solo dal rumore della busta con la colazione scivolata dalle mani di Nozomi.





Ehii salve a tutti, spero che questa storia saffica di una delle mie ship preferite vi piacerà :)

Mi spezza il cuore solo scrivere tutto ciò :,)

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