Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

14 ~Come le ali per le farfalle~ ✔

Quella mattina mi risvegliai con il manoscritto di mio padre tra le braccia. Era la prima notte che riuscivo a dormire senza svegliarmi di botto, senza sudare e, soprattutto, senza quella brutta sensazione di cadere nel vuoto.

Il lutto ha una dimensione talmente privata che non esiste un modo giusto per viverlo, io mi ero abbandonata a una sofferenza muta, fatta di ricordi e di domande.

Mia madre non aveva cercato di confortarmi né tantomeno di forzarmi a fare qualunque cosa non fosse strettamente necessaria, per la prima volta nella sua vita mi aveva rispettato.

Il dolore riconosce il dolore.

Oltre ogni previsione, io e Valeria, stavamo condividendo qualcosa di profondo e intenso che non aveva nulla a che fare con la ginnastica che, nella maniera più assoluta, era l'unico filo che ci legava.

Era passata una settimana dal giorno in cui mio padre se ne era andato.

Se prima consideravo il giorno più brutto della mia vita quello in cui il mio sogno di entrare nella squadra nazionale era sfumato, ora non c'erano dubbi; non c'è niente che può battere la morte.

Il colpo che avevo subito era mostrato dalla mutazione del mio corpo: la pelle si era ingrigita, i muscoli, solitamente gonfi e sodi, erano diventati delle protuberanze molli, il mio viso si era affilato scoprendo, ancor di più, i miei zigomi pronunciati che adesso troneggiavano sul mio volto facendomi sembrare più vecchia.

Perfino io, guardandomi allo specchio del bagno, stentavo a riconoscermi. Sembrava che un parassita mi avesse asportato la linfa vitale contro la mia volontà, quell'input che non mi permetteva di arrendermi di fronte alle difficoltà di cui, io che mi dedicavo a raggiungere un traguardo al limite dell'impossibile, avevo bisogno.

Mi misi seduta sul letto, posai la testa sulla ringhiera in ferro battuto e poggiai i fogli sulle mie ginocchia. Iniziai a leggere il manoscritto, solamente il titolo mi provocò delle fitte allo stomaco.

15/04/16

Cara Giusy,

ho deciso di scrivere questo piccolo diario per te, per poter dare libero sfogo ai miei pensieri che spero potranno servirti più avanti. Mi conosci bene e sai che preferisco scrivere; ma forse è solo deformazione professionale!

Oggi sono andato a ritirare le analisi dal medico, era una settimana che mi svegliavo con l'emicrania e con delle leggere convulsioni, non ho detto nulla a te e la mamma per non farvi preoccupare, pensavo fossero solo dovute al fatto che non trovo più l'ispirazione per il mio ultimo romanzo e che, la casa editrice, mi ha dato un ultimatum.
La causa in realtà è un'altra, ho la leucemia.
Il medico mi ha detto di rivolgermi a uno specialista, cosa che farò.

Domani dirò tutto alla mamma ma, quello che mi resta difficile fare, è dirlo a te. Hai già sofferto tanto, il fatto che il tuo papà biologico non ti abbia voluto neanche vedere appena nata, è un fardello che ti porterai dietro per tutta la vita, io spero solo di avere in qualche modo colmato quel vuoto. Perciò, dirti che potrei andare via anche io, è la cosa più insopportabile che mi potesse capitare.

Non ho paura della morte Giusy, quella prima o poi arriverà, ho paura di lasciarti sola, ho paura che, quando non ci sarò più, tu possa perdere la strada giusta.

È per questo motivo che ogni giorno stampo una pagina di questo diario, non so, se e quando, la morte arriverà, ma tu devi sapere che io ti amo più di quanto abbia mai amato me stesso.

Le lacrime iniziarono a scendere senza che avessi la capacità di fermarle. Leggere quelle parole rendeva tutto ancora più reale. Avrei voluto saperlo prima, avrei voluto potermi preparare, accettare l'idea che la vita è fatta di equilibri precari.

Mi chiedevo se, nel caso mi avesse preparata, sarei stata lo stesso qui ad avvizzire come gli alberi d'inverno. Mi asciugai le lacrime per evitare che, le pagine del manoscritto, si bagnassero e non potessi più leggerle.

22/04/16

Cara Giusy,

Ieri sei tornata a casa dalla palestra molto arrabbiata, Valeria mi ha raccontato ciò che era successo. Anche se non l'avesse fatto, me ne sarei accorto lo stesso. Non mi hai salutato con la tua solita allegria, non mi hai dato un bacio sulla guancia ma, soprattutto, non mi hai raccontato la tua giornata. È raro che succeda, tu sei la mia migliore amica e sei abituata a dirmi tutto, ma non quella sera.

Ho cercato di spiegarti l'atteggiamento di tua mamma, anche se certe volte i tuoi pregiudizi sul suo comportamento austero, offuscano la tua capacità di ragionare; lei sa che il tuo più grande sogno è quello di partecipare alle Olimpiadi, ne parli da sempre, da prima ancora di capire il vero significato di quella parola, e lei ti sta aiutando. Forse ora sei troppo piccola per capire, ma sono sicuro che un giorno la ringrazierai, per tutto.

Valeria è una persona fredda ma ti garantisco che ha un cuore d'oro, devi solo scavare in profondità. Siete più simili di quanto credi, di me ti puoi fidare perché, voi due, siete le uniche persone che amo in modo incondizionato e a cui, se fosse necessario, darei la vita.

Tesoro, rifletti su questo, ti salverà il giorno in cui io non potrò essere lì a consigliarti.

P.S Questa mattina ho assaggiato la minestra che ti avevo preparato per cena e che era avanzata! Come hai fatto a finirla? Era disgustosa, perdonami!

La sua dote più grande era quella di riuscire sempre a strapparmi un sorriso, anche adesso che non c'era più. Dio si sarebbe presto reso conto di aver tarpato le ali a una persona magnifica, una di quelle talmente rare da essere un faro in grado di illuminare l'oscurità.

30/04/16

Cara Giusy,

oggi hai passato la notte fuori per la prima volta, sono stato in pensiero fino a quando non sei tornata, non mi ero mai sentito così! Ho sempre paura che possa succederti qualcosa di brutto, non prendermi per pazzo!
Devo ammettere che oggi Valeria è stata cattiva con te. Ho preso le tue parti ma, ieri, ho confessato a tua mamma del cancro. È distrutta anche lei Giusy e fare finta di niente le sta costando molto.
Inoltre volevo dirti che ho voluto scrivere un pezzo di questo diario per chiederti scusa, quando mi hai abbracciato mi hai chiesto di prometterti che ci sarò sempre, e io ti ho detto di sì. Eppure il "nostro sempre", sarà diverso.

Sarò sempre nel tuo cuore, ti guiderò sempre nella vita e ti ascolterò sempre non appena mi chiamerai.

Il "nostro sempre" andrà al di là di ogni luogo e compresenza, non tutti possono permettersi un sempre di questo tipo!

Ti amo
Tuo, papà.

Tenni stretto il fermaglio a forma di farfalla che mi aveva regalato, sussurrai il suo nome.

Mi sentii meglio.

Forse aveva ragione, le sue parole potevano salvarmi. Iniziai a sentirlo più vicino a me, in un posto che, sempre, sarebbe stato nostro.

7/5/16

Cara Giusy

Oggi è il giorno prima della gara di Jesolo, non so come dirti quanto mi rendi orgoglioso di te, non importa come finirà, tu sei la mia stella.

Ieri, però, sono arrivati gli accertamenti dell'oncologo, inizierò la chemioterapia, ma dalle parole del medico ho capito che non mi rimane molto da vivere. Mi ero promesso che, se avessi saputo che il tempo stava per scadere, ti avrei parlato. Ma come faccio ora? Domani è uno dei giorni più importanti della tua vita, puoi riscattarti per il fallimento dello scorso anno e prenderti qualcosa che doveva essere tuo.

Sei forte, determinata e sicura di te, non conosco nessuno con la tua forza di volontà, sei destinata a primeggiare e non sarò di certo io a impedirti di spiccare il volo.

Spero che, quando leggerai questo diario, mi perdonerai, per tutto.
Lo faccio per il tuo sogno, perché è anche il mio. Voglio che tu possa avere il meglio dalla vita, mia piccola Giusy.

Sei la figlia migliore che potessi desiderare.

Mio padre parlava di perdono mentre io non avevo nulla da rimproverargli; tutto quello che aveva fatto nella vita era stato pensato per il mio bene, per fare in modo che io potessi raggiungere il mio sogno.

Un sogno che, ad oggi, stavo buttando via.

Nella testa mi si insinuò un pensiero, mollare adesso sarebbe come sputare sulla memoria di mio padre.

9/5/16

Cara Giusy!
Ce l'abbiamo fatta!!!

Sei stata FANTASTICA, ti muovevi con sicurezza e decisione, ogni passo, esercizio e salto era studiato e preciso. Sono così orgoglioso di te da non avere parole, non sai quanto mi hai reso fiero.

Ti guardavo e ho capito quanto tu sia cambiata, sei diventata una donna, sei passata dall'essere bruco all'essere una splendida farfalla.

Il Brasile ci aspetta, ne sono sicuro! Spero che tu sia emozionata così come lo sono io!

Ti amo piccola grande Giusy

Continuavo a sfogliare il manoscritto, leggevo di fretta tutte le piccole dediche che mi aveva fatto, riuscivo a piangere, ridere e poi piangere di nuovo.

È strano come, in questo momento, lo sentivo vicino anche se era lontano chissà dove. Forse è vero che, quando ci sono delle persone che hanno un posto speciale nel tuo cuore, il loro ricordo resterà vivo come un fuoco che arde.

29/5/16

Cara Giusy,

Questa settimana sono stato molto male, ero debole e stanco per la chemio, spero di non averti ferito con la richiesta di togliermi i capelli ma, vederli così deboli e spenti, mi mettevano ancora più tristezza.

Non tutti avrebbero fatto quello che ti ho chiesto, Valeria si è rifiutata; tu invece hai capito quanto fosse importante per me, quanto, la vista dei capelli che cadevano uno ad uno, mi ricordava che il mio tempo stava volgendo al termine.

Sei stata forte Giusy!
Sei la mia roccia.

L'amore che provo per te va al di là di qualunque cosa, ricordatelo sempre.

P.S. La chemioterapia mi ha debilitato ma non mi ha impedito di creare un CD per te, non vedo l'ora di dartelo! È una raccolta di sedici tracce che hanno rappresentato una parte importante della mia vita, spero di riuscire a raccontarti la storia di ognuna di esse e, soprattutto, spero che ti piacerà ascoltarle.

P.P.S. Ci ho messo una settimana intera per scaricare sedici brani musicali!!! Io e la tecnologia non andremo mai d'accordo, un pomeriggio dovrai darmi qualche lezione!

Tu sei la mia roccia, papà!

10/6/16

Cara Giusy,

Sono felicissimo di averti dato il CD! Ti si sono illuminati gli occhi quando hai letto il tuo nome scritto con il pennarello e, stasera, quando tornerai dalla palestra, voglio spiegarti ad una ad una le canzoni e ciò che significano per me!

Abbiamo dormito abbracciati, tu non ti sei accorta ma ti ho coccolato per tutta la notte, sei cresciuta bambina mia, sei diventata una donna stupenda, ti auguro il meglio.

Inoltre ho una bella notizia! Oggi mi sento meglio, meno stanco e affaticato, forse posso rientrare in quel 20% di persone che sono riuscite a sconfiggere il cancro. La cosa che più mi fa emozionare è che forse riuscirò a venire con te a Rio, vederti vincere le Olimpiadi sarebbe un dono sceso dal cielo, anche se non vincessi, vederti lì sarebbe l'emozione più forte e intensa che un padre possa ricevere!

Stamattina, io e la mamma, stavamo guardando i prezzi per i biglietti aerei, non vedo l'ora di essere lì a fare il tifo per te, il Brasile merita di vedere la tua stella brillare!

Ti amo farfalla mia,
Papà

Questo è stato l'ultimo.
L'ultimo suo pensiero.
Poi è arrivato l'uragano.

***

Dopo più di venti giorni da quel dannato evento, capii che dovevo allenarmi per mio padre, dovevo ripagarlo per tutto ciò che aveva sempre fatto per me, dovevo alzarmi da questo dannato letto che stava diventando la mia tomba. Presi il cellulare e lo controllai veramente, per la prima volta, dal giorno del funerale, c'erano tantissime chiamate e messaggi ma, in particolare, c'erano un centinaio di chiamate da un numero sconosciuto. In quel momento non feci caso a nulla, dovevo solamente andare in palestra.

Indossai il body e preparai la borsa con la lentezza che ormai mi contraddistingueva, i miei muscoli erano stati a riposo per troppo tempo, poi andai in cucina e mangiai una di quelle barrette che sostituiscono i pasti, mia madre ne andava matta, forse era per questo che era magra come un chiodo.

Inizialmente, uscire di casa dopo tutto quel tempo, fu traumatico. Mi sentivo spaesata, come se vedessi ogni cosa per la prima volta, e mi sentivo tutti gli occhi puntati addosso. Camminavo a passo svelto dovendomi tenere i pantaloni per evitare che mi scendessero, ero dimagrita tantissimo, persino il body non mi aderiva più perfettamente alla pelle.

Appena varcai l'ingresso principale vidi Enrico che si stava prendendo un caffè alla macchinetta automatica. Quando si girò e si accorse di me lanciò un grido di sorpresa. «Giusy come...», iniziò a dire mentre un suono acuto e meccanico annunciava che la sua bevanda era pronta.

«Sono tornata, quando iniziamo?», esclamai con l'adrenalina che mi saliva nelle vene facendomi vibrare la voce.

«Veramente...», si grattò la testa imbarazzato.

«Cosa?», gli chiesi in modo irruento.

«Giusy non sei più venuta, tua madre mi ha raccontato tutto quello che è successo e sono tremendamente dispiaciuto, ma non credo tu sia pronta».

«Stai scherzando? Mi preparo per questo momento da una vita!», sbottai.

Sul suo volto si dipinse un'espressione dispiaciuta e allo stesso tempo severa.

«Lia è più pronta di te ora. Guardati, hai perso tono muscolare, è rischioso farti ricominciare», si toccò il mento lisciandosi la barba leggera e poi mi fissò, «non c'è più tempo», sentenziò come se fosse la mia condanna a morte.

«Lo vedremo», sostenni il suo sguardo come se lo stessi sfidando.

Mi sarei impegnata con tutta me stessa, non potevano togliermi anche questo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro