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Capitolo 6

Era una sera come le altre, Katniss si stava preparando per andare al lavoro.
Ultimamente aveva il turno di notte e con lei - grazie ad uno strano caso del destino - c'era anche Greg.
Si mise un paio di pantaloni attillati verde militare e sopra una camicetta bianca. Indossò un paio di scarpe da ginnastica per essere più comoda e poi uscì in fretta di casa facendo attenzione a non svegliare i suoi famigliari addormentati.
Decise di andare al distretto a piedi, visto che era largamente in anticipo e poi una passeggiata non le avrebbe fatto di certo male. Aveva bisogno di tempo per poter riflettere liberamente sulla situazione con il suo collega, visto che ormai non pensava ad altro. Erano passate un paio di settimane dal loro bacio ma Katniss non riusciva a togliersi dalla mente quella sera.
Ogni volta che stava con suo marito, aveva paura di scoppiare a piangere e rivelargli quello che era successo. I sensi di colpa la stavano uccidendo e non vedeva l'ora di liberarsi da quel pesante fardello.
Era talmente concentrata che non si accorse nemmeno di aver preso una strada diversa dal solito. Tutto era buio, un paio di lampioni costeggiavano la via ma erano rotti - forse da ragazzi ubriachi che non avevano niente di meglio da fare.
Si accorse di essere finita in quel posto solo quando sentì il rumore di una bottiglia di vetro che viene calciata a terra.
Si girò di scatto allarmata, scrutò con occhi attenti ogni centimetro di strada dietro di lei ma non si accorse di nulla di strano.
C'erano solo un paio di cassonetti stracolmi di rifiuti e qualche lattina lasciata in giro. Si accorse subito che quella non era una via sicura e cercò di tornare indietro sulla strada principale e più trafficata. Il battito del suo cuore era cresciuto a dismisura e, per un attimo, Katniss ebbe paura che potesse uscirle dal petto.
Ma era troppo tardi ormai... tutto successe così in fretta.
Quell'uomo incappucciato era comparso davanti a lei all'improvviso, distinse chiaramente la forma della pistola che aveva in mano pronto a spararle.
Sapeva bene che in casi come quelli, era necessario gridare per attirare l'attenzione di qualche passante così magari il malvivente sarebbe scappato impaurito senza torcerle un capello.
Oppure la voce sembrava essere morta in gola, era terrorizzata. Sentì il sangue gelarle nelle vene e pregò solamente che qualcuno la potesse salvarla.
«Tu mi hai distrutto la vita.»  Sussurrò la figura umana abbassandosi il passamontagna ed
il cappuccio.
Katniss lo riconobbe nimmediatamente: era un ragazzo di nome Chris o forse Charles - non si ricordava con precisione - ma sapeva benissimo chi fosse ed immaginò solo il peggio.
Aveva avuto a che fare con lui mesi prima, quando - per sbaglio - il ragazzo e suo fratello erano stati coinvolti in una sparatoria con degli spacciatori di droga.
Chris (o Charles) ed il fratello erano in quella zona casualmente e, con altrettanta casualità, Katniss e la sua squadra erano passati di lì all'inseguimento di una macchina.
Il gruppo di criminali aveva capito che ormai per loro era finita e così avevano fermato l'auto vicino ai due ragazzi. Uno di loro si era gettato sul fratello di Chris e l'aveva preso in ostaggio.
Katniss aveva cercato di far ragionare l'uomo ma aveva peggiorato solo la situazione.
Quel giorno, una vittima innocente morì sotto occhi altrettanto innocui.
Non si era mai perdonata per la sua sfrontatezza, pensava che con due parole piene di umanità sarebbe riuscita a placare l'animo dello spacciatore invece era finita solo con il causare la morte di un ragazzino dodicenne. Quell'uomo non voleva finire in prigione e non gli importava se l'avessero ucciso o no, ormai la sua vita non aveva più un senso mentre quella della sua vittima era ancora da scrivere.
Chris era rimasto traumatizzato dalla perdita, e lei non poteva biasimarlo: si era sentita morire dentro quando aveva visto il piccolo corpo cadere a terra esanime  ma aveva avuto la lucidità di premere il grilletto per sparare all'uomo.
«Chris, mi dispiace.» Sussurrò e sentì le lacrime inondarle gli occhi. Riviveva ogni notte quella scena, era il suo primo omicidio in diretta e la sua prima vittima.
«Non sono venuto qui per sentire le tue cazzo di scuse! Sto cercando la mia vendetta personale. Ti ucciderò come tu hai lasciato fare a quell'uomo che ha messo fine alla vita di mio fratello Jordan.» Urlò il ragazzo, tanto che fece sobbalzare Katniss. Indietreggiò fino a raggiungere il muro che costeggiava la via: era in ufficialmente in trappola.
Chris le premette la pistola contro lo stomaco e le sorrise sadico, nei suoi occhi c'era cattiveria e sete di sangue.
La donna non sapeva cosa fare, era troppo spaventata e non riusciva a smettere di piangere. Le lacrime le rigavano calde le guance.
«Chris, ragiona!» Sussurrò in un momento di lucidità. «Se mi ucciderai, finirai in prigione.»
Doveva guadagnare tempo e magari cercare di sviare le intenzioni del suo aguzzino.
Intanto, non facendosi vedere, mise una mano nella tasca e fece partire la chiamata d'emergenza dalla radio che aveva in dotazione ogni agente. Sperò solo che i suoi colleghi sarebbero riusciti ad arrivare in tempo.
«No! No!» Continuava a ripetere il ragazzo. «Non mi interessa se finisco in prigione! Mi hai rovinato la vita!»
Il suo viso era pauroso, gli occhi erano iniettati di sangue e la sua bocca contratta in un'espressione malefica.
«Ti giuro, Chris, che non volevo! Ho cercato di fermare quell'uomo dall'uccidere tuo fratello. Ho tentato di farlo ragionare ma...» Si fermò un attimo, le parole le uscivano a fatica tra un gemito di paura e l'altro. «È successo tutto così in fretta, lui ha sparato e voi eravate nel posto sbagliato al momento sbagliato.»
«Sta' zitta!» La voce spaventosa del ragazzo riecheggiò per tutta la strada buia. Katniss sentì la canna della pistola contro lo stomaco, premeva facendole male.
Pensò che fosse finita... era sicura che il ragazzo di lì a poco le avrebbe sparato.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare contro la parete fredda e sporca.
La sua mente la portò subito alla sua famiglia, ai suoi figli e a suo marito. Avrebbe voluto tanto salutarli prima di andarsene, se solo avesse saputo che quella sarebbe stata l'ultima che li avrebbe visti.
Chris tentennava, aveva paura anche lui.
Ma all'improvviso, Katniss si sentì forte. Il rumore delle sirene della polizia le fece capire che i suoi colleghi erano vicini. Pochi secondi e l'avrebbero trovata.
«Cosa cazzo hai fatto?» Urlò il ragazzo vedendo che la prima volante era a pochi metri da loro.
Successe ancora tutto troppo in fretta, tirò fuori un coltello - perché l'arma da fuoco che aveva in mano era finta - e favorito dalla poca luce, colpì ripetutamente Katniss. La donna si accasciò a terra.
Appena sentì la portiera dell'auto aprirsi, le puntò la pistola contro la testa, loro non sapevano che fosse solo un giocattolo.
Sentiva le voci dei poliziotti che gli intimavano di gettare a terra l'arma.
Katniss giaceva a terra in una pozza di sangue e lui sperò solo di averla uccisa. Gettò a terra la pistola, sapeva che non gli avrebbero sparato.
Subito lo ammanettarono e qualcuno si preoccupò della donna che giaceva a terra.
Sembrava morta, il viso pallido e i vestiti sporchi di sangue. Greg le prese il viso tra le mani e sussurrò: «Ti prego, Katniss, non lasciarmi. So che sei forte e che ce la farai.»
Ma lei sembrava già priva di vita.

AVVISO:
scusate per tutta questa assenza ma ho avuto dei problemi a scuola. Avevo 4 materie sotto ma rimboccandomi le mani sono riuscita a passare il primo anno di liceo linguistico senza debiti. Sono fiera di me stessa! 💁🏻
Adesso gli aggiornamenti saranno più frequenti.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Ciao ciao,

Aliss

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