Capitolo 16
Madison Beer as Delilah
"Delilah..." Sussurrò Davi Lucca contro i capelli setosi della sua fidanzata. Profumavano di pesca ed erano del colore dell'ebano, accarezzavano in modo armonioso il viso della ragazza dalla pelle olivastra.
"Delilah, piccola mia." Le baciò la fronte e poi la fissò negli occhi che sembravano due gemme ambrate. "Mia mamma ci ha invitati a cena da loro stasera, vuoi venire?"
Delilah rimase per un attimo senza fiato, stava insieme a Davi da sei fantastici mesi però aveva paura del giudizio della famiglia del ragazzo.
Sospirò lievemente e poi nascose il viso contro il cuscino del letto.
"Davi, ne abbiamo già parlato... Non sono pronta." Piagnucolò la ragazza.
Il brasiliano le accarezzò una spalla, rassicurandola: "Piccola, non devi aver paura. Te l'ho già detto, la mia famiglia non è perfetta e non ti giudicheranno. Sono sicuro che gli piacerai, proprio come tu piaci a me."
Delilah ridacchiò e si girò verso il suo fidanzato.
Gli diede un bacio sulla punta del naso e disse: "Sono proprio fortunata ad averti."
"Sì, sei proprio fortunata." Ribatté ed iniziò a farle il solletico sulla pancia.
Erano perfetti insieme. Dal primo momento in cui si erano conosciuti, erano subito riusciti ad entrare in sintonia e sembrava che si conoscessero da tutta la vita.
Delilah ringraziava ogni divinità esistente per averle fatto incontrare quel magnifico ragazzo il primo giorno di college.
+
Delilah stava correndo da circa dieci minuti sotto la pioggia, era bagnata fradicia e per di più aveva lasciato a casa l'ombrello.
Non stava andando per niente bene, era al campus da sole poche ore e già rimpiangeva di essere lì.
Inoltre, non riusciva a trovare la classe di matematica, dove si sarebbe tenuta la prima lezione della mattinata.
Sbuffò frustrata e scoraggiata, era tentata di tornare nella sua stanza e non uscire mai più per i prossimi anni.
Non c'era nessuno in giro per il cortile a cui poter chiedere informazioni ed aveva perso la sua cartina del campus.
Individuò una panchina riparata da un albero e si sedette lì. Era un completo disastro, i suoi jeans avevano cambiato colore da quanto erano bagnati e la felpa nera era fradicia. Per non parlare dei capelli che erano un groviglio umido.
Tirò fuori il telefono dalla tasca dello zaino che aveva sulle spalle e vide che sua mamma le aveva mandato un messaggio per chiederle come stesse andando il suo primo giorno di college.
Le rispose che stava andando tutto bene e che non doveva preoccuparsi. Delilah sapeva dei sacrifici che stava facendo la madre per farla studiare e non voleva deluderla per nessun motivo al mondo.
"Ti sei persa?" Una voce maschile la fece sobbalzare, alzò gli occhi dal telefono e si trovò davanti un ragazzo dai lunghi capelli biondi.
"Sì, non riesco a trovare la classe di matematica del professor Miller." Rispose fissandolo, era bellissimo.
Aveva la pelle chiara che era in perfetto contrasto con le labbra rosse e carnose. I suoi occhi erano grigi come il cielo durante una giornata di pioggia come era proprio quel giorno. Non era molto alto però sovrastava il metro e sessanta di Delilah.
"Vieni, ti accompagno io. Stavo giusto andando là." Le rispose e poi con la testa le fece cenno di seguirlo.
"Davi Lucca." Disse dopo qualche minuto di silenzio.
La ragazzo lo fissò con un cipiglio in viso, non capendo il senso della sua frase.
"Mi chiamo Davi Lucca." Ripeté il ragazzo.
"Oh... ehm - io sono Delilah." Gli sorride timidamente.
"Hai un nome magnifico, Delilah." Continuarono a camminare con il rumore della pioggia in sottofondo finché non arrivarono davanti all'edificio dove c'era la classe di matematica del professor Miller.
+
"Delilah, amore, sei pronta?" Urlò Davi bussando sulla porta del bagno.
La ragazza alzò gli occhi al cielo ed appoggiò la piastra sul bordo del lavandino.
Andò ad aprire la porta, incontrando subito il volto annoiato di Davi: "Aspetta due secondi. Mi sto piastrando i capelli."
"Siamo in ritardo e poi sei perfetta così. Vieni, andiamo." Rispose Davi, trascinandola fuori dal bagno. Per fortuna si era già vestita perché sennò dubitava che sarebbero arrivati a casa della madre prima di mezzanotte.
Delilah indossava un tubino senza spalline nero ed un copri spalle beige di lana intorno alle braccia. Mentre Davi aveva optato per un paio di jeans neri, una maglietta bianca ed una giacca di pelle nera. Erano entrambi bellissimi.
Uscirono dalla stanza della ragazza e si diressero verso il parcheggio del campus, dove li aspettava la macchina nera e scintillante di Davi Lucca.
Il viaggio verso casa Neuer non fu molto lungo visto che il campus era vicino a Las Vegas.
Non parlarono, Delilah era troppo in paranoia per poter intrattenere qualsiasi tipo di conversazione.
Una volta arrivati, Davi parcheggiò la macchina vicino a quella della madre.
Prima di citofonare, prese la sua fidanzata per mano per infonderle coraggio. Presto si sarebbe accorta che la sua famiglia era molto affettuosa, soprattutto i suoi tre fratellini.
Fu Katniss ad aprirgli la porta, sembrava quasi un'altra persona con il grembiule sporco di sugo ed i capelli raccolti in una crocchia disordinata.
Li salutò con un sorriso accogliente che fece sentire Delilah subito a casa, poi baciò i due ragazzi e li invitò ad entrare.
"Accomodatevi pure, Manuel sta arrivando mentre i bambini stanno giocando in camera." Disse la donna prima di sparire in cucina. Tornò qualche istante dopo con un vassoio con due bicchieri e dei salatini che appoggiò sul tavolino davanti ai due giovani.
"Allora, Delilah come ti trovi al campus? Davi mi ha detto che i corsi sono fantastici ed i professori sono davvero preparati."
La ragazza sorrise ed iniziò a parlare di come si trovasse bene al college. Il suo ragazzo aveva ragione, Katniss era una donna straordinaria.
Parlarono a lungo fino a quando il suono del timer del forno non fece correre la donna a spegnere l'arrosto.
Manuel arrivò proprio in quel momento ed anche lui si fermò a lungo a parlare con i due fidanzati.
"Vado a cambiarmi e poi potremmo cenare." Annunciò Katniss appoggiando una teglia sul tavolo da pranzo.
Sparì in camera da letto e al suo posto arrivarono i ragazzini che si presentarono a Delilah con sorrisi ed abbracci. Erano davvero teneri.
Quando anche Katniss fu a tavola, la cena poté iniziare. Anche se Delilah non conosceva quelle persone, si sentì subito accolta ed amata da loro.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro