Katniss portò una mano davanti al viso e si tappò il naso. L'odore di cadavere in putrefazione era nauseabondo e aleggiava nell'aria rendendola irrespirabile e soffocante.
La donna estrasse dalla sua valigetta una bustina trasparente ed iniziò a raccogliere le prove sulla scena del delitto.
"Katniss, io di là ho finito... ti manca ancora molto?" Nick fece capolino da dietro la porta. Aveva esaminato il bagno e la cucina dell'appartamento della vittima, mentre alla ragazza era toccato il salotto dove giaceva in una pozza di sangue coagulato un ragazzo che sembrava essere morto da più di una settimana.
"Sì, ho finito anch'io. Ti prego, usciamo da qui il più in fretta possibile... sto soffocando." Rispose riponendo le buste trasparenti con le prove nella sua valigetta.
Uscirono dall'appartamento,  sulla scena del delitto erano rimasti alcuni poliziotti e quindi poterono tornare al laboratorio senza aspettare oltre.
Il viaggio verso la centrale trascorse in fretta, Nick e Katniss chiacchierarono per tutto il tragitto. Tra i due c'era un rapporto fantastico, avevano legato sin da subito ed in poco tempo erano diventati migliori amici.
Riuscivano a parlare per ore senza che tra di loro si creassero silenzi imbarazzanti. Si dicevano tutto e non avevano quasi nessun segreto.
Nick accostò la jeep nel parcheggio sotterraneo del laboratorio ed insieme presero l'ascensore. Una volta giunti nell'edificio, le loro strade si divisero.
"Stasera, ti va se usciamo a berci una birra? Possiamo chiedere anche agli altri..."
Le disse Nick con un sorriso sghembo. Katniss lo trovava dannatamente attraente con la barba folta ed i capelli spettinati.
"Va bene, chiedo a Manuel se riesce a tenere i bambini..." Gli sorrise di rimando e poi svoltò l'angolo per dirigersi nel suo ufficio.
Una volta rimasta sola nella tranquillità del suo cubicolo, iniziò ad analizzare minuziosamente tutto ciò che aveva raccolto nell'appartamento dello vittima: un coltello, dei fogli di origine ignota, alcune fotografie che aveva trovato inzuppate di sangue sul pavimento ed un ciondolo d'oro.
Era tutto ricoperto di sangue della vittima e non c'era nessuna traccia dell'assassino così andò da Nick per chiedergli se almeno lui avesse trovato qualcosa di interessante.

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"Proporrei di fare un brindisi a questa magnifica squadra!" Warrick Brown si alzò dalla sedia e sollevò il bicchiere pieno di birra.
"Alla squadra!" Risposero gli altri in coro.
Greg allungò la mano sulla coscia di Katniss e gliela accarezzò. La mora si guardò intorno allarmata, sperando che nessuno li avesse visti. Poi ammonì con uno sguardo severo il ragazzo.
"Dai, Katniss, rilassati!" Le sussurrò l'uomo all'orecchio. 
Lei alzò gli occhi al cielo e tornò a sorseggiare la birra dal suo bicchiere.
I colleghi intorno a loro parlavano inevitabilmente del lavoro ed erano sempre i soliti discorsi da poliziotti.
Nick e Grissom stavamo discutendo animatamente sul caso a cui Stokes e Katniss stavano indagando. Non stavano riuscendo a concludere nulla, non c'erano sospettati e le prove non portavano a niente o a nessuno. Era frustrante per la donna, pretendeva sempre il massimo da se stessa e non riuscire a risolvere un caso la mandava in paranoia.
"Io vado a casa, si è fatto tardi." Katniss si alzò dalla sedia e si mise la giacca.
Salutò tutti ed uscì dal locale.
La sua Audi la attendeva pigramente nel parcheggio.
"Hey, aspettami!" Una mano le afferrò il braccio e la costrinse a voltarsi.
Era Greg, ovviamente.
"Pensavi di andartene senza avermi salutato per bene?" Le disse ridacchiando e poi la baciò. Le labbra calde e morbide del ragazzo le facevano sfiorare il paradiso.