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Capitolo 11

La mattina dopo fu tutto terribilmente imbarazzante, Greg e Katniss si erano risvegliati sullo squallido letto del motel e non si erano scambiati una sola parola. Si sentivano quasi come due sconosciuti.
Non c'erano rimpianti per quello che avevano fatto, era successo e basta. Entrambi erano consapevoli di quello che stavano facendo.
A turno si fecero una doccia nel bagno con le pareti scrostate e poi raccattarono le loro poche cose, pronti per tornare alla loro realtà quotidiana.
Katniss aspettò Greg in macchina mentre lui pagò l'uomo e gli ridiede le chiavi della camera.
Mentre fissava cinica il paesaggio monotono del deserto del Nevada, le arrivò un messaggio da Manuel.

«Spero che ti stia divertendo alla tua noiosa conferenza tra poliziotti. Ci sei mancata tanto, Helena e Bastian volevano che gli leggessi la fiaba della buonanotte. Ti amo.»

Poche semplici parole che le fecero stringere lo stomaco come in una morsa d'acciaio. Sorrise malinconica verso lo scherzo del telefono e poi lo rimise nella tasca del gilet della scientifica, senza rispondere.
Aveva mentito a Manuel, gli aveva detto che stava via per la notte visto che aveva una conferenza con degli agenti venuti da fuori, lo aveva tradito con un suo collega di laboratorio ma stranamente si sentiva bene. Non c'erano sensi di colpa ad attanagliarle lo stomaco, il messaggio che le aveva mandato l'aveva presa un po' alla sprovvista ma si era subito ripresa.
Greg entrò in macchina qualche secondo dopo, le sorrise timidamente e poi si mise al volante.
I primi dieci minuti di viaggio trascorsero nel più totale silenzio.
Katniss, come la sera prima, aveva appoggiato la testa sulla sua spalla e si godeva quella quiete prima di un imminente temporale. Era sicura che il senso di colpa, quando si fosse realmente conto di cosa avesse fatto, l'avrebbe investita come un fiume in piena facendola annegare tra le sue acque gelide. Sperava solo che quel momento arrivasse il più tardi possibile.
Greg si schiarì la voce, poi disse: "Come stai?"
Era una domanda banale, ma in quel momento assunse mille sfaccettature diverse. Lui le stava implicitamente chiedendo un sacco di cose.
Ma come si sentiva realmente lei?
"Bene, sto bene." Rispose ma non c'era nessun tono negativo nella sua voce, stava bene e stava dicendo la verità.
"Nessun rimpianto?" Continuò lui un po' indeciso.
Katniss lo osservò mordersi il labbro, con il viso concentrato sulla strada.
"No, nessun rimpianto." Strofinò la testa sulla sua spalla come a dargli conferma di quello che stava dicendo.
"Okay."
Poi, calò di nuovo il silenzio, rotto solo dalla radio che Katniss aveva accesso per smorzare la tensione.

+

Una volta arrivati davanti al commissariato le loro strade si divisero: Katniss era stata chiamata per raggiungere una scena del crimine mentre Greg era rimasto nel laboratorio ad analizzare qualche prova ed annoiarsi aspettando che la sua collega tornasse. Ma non si videro per il resto della giornata.
Nick Stokes, a fine turno, propose a tutti di uscire a cena. Katniss rifiutò garbatamente, dicendo che doveva curare i suoi figli visto che il marito era fuori casa per la notte per motivi di lavoro. Greg, invece, accettò anche se avrebbe preferito che la mora fosse accanto a lui.

+

"Manuel, sono a casa!" Esclamò la donna chiudendosi la porta alle spalle.
Si sfilò gli anfibi neri e li lasciò vicino alla scarpiera, posta a lato dell'ingresso.
Subito, una testolina bionda le corse incontro esclamando: "Mamma! Mi sei mancata!"
Sorrise alla vista di Bastian, il suo piccolo ometto, e lo strinse a sé in un abbraccio materno.
"Piccolo, anche tu mi sei mancato." Gli lasciò un tenero bacio tra i capelli ricciolini.
Manuel fece capolino poco dopo.
"Amore, mi sei mancata." Le disse semplicemente e si avvicinò a lei e al figlio.
La abbracciò dolcemente e poi la baciò.
Non rispose, si limitò a stringerlo più forte. Il suo corpo alto e slanciato la proteggeva facendola sentire al sicuro tra quelle braccia forti che lei considerava casa.
"Dove sono Julia ed Helena?" Domandò, staccandosi dal marito.
"Julia è uscita con i suoi amici qualche ora fa, dovrebbe tornare a momenti mentre Helena si ferma da una sua amica a dormire."
Annuì soltanto.
In quel momento la porta d'ingresso si aprì ed entrò Julia, abbracciò la madre e con la scusa dei compiti si chiuse nella sua stanza.
La donna si diresse in camera da letto, si spogliò in fretta e si mise dei pantaloncini ed una maglietta grigia, molto più comodi per stare in casa.
Preparò la cena, mentre Manuel e Bastian giocavano in salotto.
Nella sua testa c'era solo un pensiero: Greg.

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